Cancro al polmone con metastasi

Buongiorno, scrivo per chiedere un parere sulle cure che sta ricevendo mia madre che a sessant’anni ha scoperto di avere un tumore al polmone e metastasi ai linfonodi omolaterali e all’encefalo. Riporto qui di seguito la lettera di dimissioni dopo il primo ciclo di chemioterapia

TAC torace e addome: Formazione scavata di 4 cm in sede posteriore del lobo superiore sinistro e pinzettature di raccordo con la pleura, Adenopatie della convessità aortica e ilare sinistra. Addome negativo.
Broncoscopia (negativa) + biopsie: carcinoma non a piccole cellule.
RMN encefalo: metastasi necrotico-cistica in sede frontale basale paramediana dx con edema perilesionale che coinvolge il corpo calloso.
PET/TC: presenza di iperaccumulo alla già nota lesione cerebrale e di ulteriore lesione al lobo polmonare superiore sin. Iperaccumuli a livello di alcune linfoadenopatie in sede mediastinica, paratracheale sin, loggia di Barety, sede sottocarenale e a livello ilare sin.
Intervento di craniotomia: asportazione di metastasi frontale.

E’ stata programmata RT panencefalica.

Consulenza chirurgica toracica: da rivalutare dopo 3 cicli di Ct neoadiuvante.

CT neoadiuvante: Cisplatino + Gemcitabina

Data l’urgenza di dover trattare la malattia con metastasi all’esordio, noi familiari non abbiamo avuto il tempo di chiedere altre consulenze e ci siamo affidati all’ospedale presso il quale ora è in cura. Sappiamo che la situazione è molto seria e vorremmo avere un parere sulla terapia seguita.
Infine ho sentito parlare di Cyberknife utilizzata al Besta di Milano. Pensate che potrebbe essere indicata per scongiurare la formazione di una nuova metastasi encefalica o è più adatta la RT panencefalica che dovrebbe cominciare tra alcuni giorni?

Grazie infinite
[#1]
Dr. Gianluca Mortellaro Radioterapista 74 4
Gentile utente,
ci troviamo di fronte ad una malattia in fase metastatica quindi l'iter terapeutico intrapreso mi sembra perfetto. La chemio, agendo a livello stistemico, è la terapia principale in questo momento. per quanto riguarda la Radioterapia, il Cyber-knife è una metodica di radiochirurgia stereotassica che permette di somministrare una dose elevata di radiazioni ad un numero limitato di lesioni e con un volume ristretto ; il diametro ottimale del target da irradiare con tale metodica è di 3–3,5 cm. Indipendentemente da questo io effettuerei in prima battuta, d'accordo con i colleghi che hanno in cura la paziente, un'irradiazione dell'intero encefalo con successiva rivalutazione strumentale per valutare la eventuale possibilità di una tecnica stereotassica su un residuo o su altre lesioni.
Spero di essere stato chiaro, rimango comunque a sua completa disposizione.
Salve

Dr. Gianluca Mortellaro
Dirigente Medico I livello
U.O. Radioterapia
ARNAS CIVICO Palermo

[#2]
Prof. Filippo Alongi Radioterapista 2.1k 120
Come giustamente espletato dal collega Mortellaro, lo standard rimane la terapia radiante su tutto l'encefalo, in queste condizioni, che parte dal presupposto che anche a livello microscopico c'è il rischio di malattia, su tutto l'encefalo. Diversi studi hanno dimostrato l'efficacia della Panencefalica nel prevenire altre metastasi encefaliche e nell'agire sulla sintomatologia prodotta dalle localizzazioni macroscopiche. Naturalmente se la lesione macroscopica è unica e di piccole dimensioni, l'azione mirata con stereotassi, gammaknife o cyberknife in radiochirugia(cioè anche in unica seduta radiante di alta precisione) può essre combinata al trattamento su tutto l'encefalo con le tempistiche decise dal radioterapista che vi segue. Condizione comunque determinate per l'aggiunta del trattamento mirato è la assenza di altre urgenze per la malattia sistemica e ottime condizioni generali tali da supporre un controllo di malattia duraturo.
Cordialità

Prof. Filippo Alongi
Professore ordinario di Radioterapia
Direttore Dipartimento di Radioterapia Oncologica Avanzata, IRCCS Negrar(Verona)

[#3]
Prof. Filippo Alongi Radioterapista 2.1k 120
Ho letto bene adesso che comunque la metastasi unica encefalica è stata asportata(..mestastasectomia frontale..). Pertanto il trattamento mirato(cyberknife), di cui ha chiesto lumi, è assolutamente inutile, non essendoci più la lesione unica suddetta. Rimane invece indicato, come sopra, il trattamento precauzionale su tutto l'encefalo per scongiurare la comparsa di nuove localizzazioni.
Molto cordialmente
[#4]
Utente
Utente
Vi ringrazio molto per i chiarimenti dati: come credo capiti a tutti i familiari delle persona colpite da questa malattia , ci si sente invasi da un enorme senso di impotenza, ma avere pareri concordi può aiutare a sentirsi un po' risollevati e incoraggiati.
Purtroppo so di non poter fare molto per risolvere il problema, ma mi chiedo e vi chiedo se a vostro avviso un'alimentazione mirata e uno stato d'animo ottimista può aiutare i pazienti oncologici a guarire. Ho letto di molte teorie che sostengono questa tesi. Cosa può fare un familiare per aiutare la persona malata ad accelerare la ripresa e la sopportazione delle terapie, cercando di limitare al massimo gli effetti collaterali?

Grazie ancora per l'ottimo servizio e buon lavoro!
[#5]
Dr. Gianluca Mortellaro Radioterapista 74 4
Non credo esista una particolare dieta che faccia guarire un paziente oncologico anzi lo escludo affatto. Non sono a conoscenza di queste teorie ma sembrano delle affermazioni prive di fondamento scientifico. Capisco il senso di impotenza dei familiari e di tutte le persone che gravitano intorno al malato, il compito delle persone care, dei familiari e dei medici in situazioni del genere è quello di garantire, quanto più possibile, una buona qualità di vita utilizzando le armi a nostra disposizione che spesso non sono prive di effetti collaterali.
Salve
[#6]
Utente
Utente
Non volevo essere fraitesa. Non intendo dire che che la dieta faccia guarire dal cancro nè che basti la sola volontà, altrimenti non ci saremmo affidati alle cure mediche.
Pensavo però che in un momento di estrema fragilità sia psicologica che fisica, potesse essere utile cambiare abitudini di vita errati e cercare di infondere al malato fiducia e positività.
Personalmente penso che si ammali solo chi vuole ammalarsi e guarisce solo chi ha la volontà di farlo. La depressione è l'anticamera di molte malattie croniche. Mi scusi se mi sono permessa di esprimere delle opinioni a suo parere poco scientifiche.


[#7]
Prof. Filippo Alongi Radioterapista 2.1k 120
Cara Signora,
la depressione è dimostrato che possa influire sicuramente sul sistema immunitario ed è innegabile che la risposta immune giochi un ruolo importante anche nella lotta antitumorale che attiva l'organismo aggredito dal cancro. Inoltre un atteggiamento ottimistico può pesare in senso positivo nell'affrontare la malattia con maggiore fiducia verso i medici e le cure intraprese. Ma questo da solo non è certo sufficiente a sconfiggere la malattia. E' necessario usare le armi giuste e potenti per combatterlo(chirurgia, radioterapia, chemioterapia, ecc). E' questo quello che, a mio avviso, voleva esprimere il collega; concetto sul quale mi trova in accordo.
Molto cordialmente
[#8]
Dr. Gianluca Mortellaro Radioterapista 74 4
"se a vostro avviso un'alimentazione mirata e uno stato d'animo ottimista può aiutare i pazienti oncologici a guarire".
Questa è la frase che mi ha indotto a rispondere in quel modo. Io continuo a ribadire che non c'è nessuna dieta, nessuno stato d'animo ottimista che possa far guarire un paziente affetto da cancro. Per il resto sono pienamente d'accordo con il collega Alongi, qualsiasi atteggiamento negativo del paziente o dei suoi cari non aiuta sicuramente ad affrontare la malattia e le cure con lo spirito giusto. E' vero che ci sono studi che dimostrano una relazione tra stato depressivo e sistema immunitario, ma siamo ancora lontani dalla cura definitiva di alcuni tipi di tumore.
Salve
[#9]
Utente
Utente
E' tutto chiaro. Grazie.

Scusate, ma sono molto preoccupata, perchè mia madre sa tutto ed essendo una donna molto intelligente e colta teme, cosa che mi pare confermi anche Lei, dott. Mortellaro, che le cure che sta ricevendo siano solo palliative e non la porteranno alla guarigione.
Io non riesco a rassegnarmi a questa idea e spero che la chemio, la radio e la chirurgia possano avere l'esito desiderato e far sì che il problema si risolva, ma sono preoccupata che il suo stato d'animo e la sua rassegnazione a "ciò che il destino vorrà" rendano tutto vano.

Grazie di nuovo
[#10]
Utente
Utente
Gentili Dottori,

Scrivo di nuovo, perchè il primo maggio, in concomitanza con il richiamo del primo ciclo di chemioterapia in DH, la mamma ha avvertito forti dolori, nausea e vomito tanto violenti da indurci ad un nuovo ricovero. Le hanno immediatamente fatto una TAC senza contrasto e successivamente una RM con contrasto dalle quali è risultata una recidiva della metastasi encefalica, asportata esattamente un mese fa (02/04/08). La situazione appare analoga a quella pre-operatora, per cui il neurochirurgo che l’ha operata ha dichiarato che non avrebbe senso ripetere l’operazione. La neoformazione risulta ascessualizzata , per cui hanno cominciato la terapia farmacologica con Decadron e Mannitolo per far riassorbire l’edema.
Il radioterapista e l’oncologo, seppur pessimisti per l’aggressività del tumore, hanno intenzione di cominciare, a fronte di un controllo del riassorbimento dell’edema, la radioterapia panencefalica e di continuare la chemio (secondo ciclo da cominciare dopo la radio tra un paio di settimane al massimo).
Attualmente la mamma è in buone condizioni fisiche e si sente abbastanza bene dal momento che il dolore alla testa è scomparso.

Le domande che avrei da rivolgere sono molteplici.
E’ possibile che dopo solo un mese da un’operazione che ha lasciato solo tracce (?) che sarebbero state poi trattate con radioterapia, si sia riformata una metastasi di 3 cm dopo solo un mese?

Sul referto dell’operazione chirurgica c’è scritto che è stata rimossa la neoformazione in piccoli frammenti. ASPORTAZIONE LESIONE INTRAPARENCHIMALE DEGLI EMISFERI. Peso 130.

L’esame istologico di pezzo operatorio, complesso cervello dice: “ Descrizione macroscopica: QUATTRO FRAMMENTI DI TESSUTO GRIGIO-BRUNASTRO DELLE DIMENSIONI COMPRESE TRA CM 0.3 E CM 0.5 DI ASSE MAGGIORE. AR/PB. Inclusioni: Ax4 IN TOTO. Diagnosi: SI CONFERMA LA DIAGNOSI POSTA IN ESTEMPORANEA DI METASTASI DA CARCINOMA.”

La biopsia endoscopica del polmone parla di: FRUSTOLI BIOPTICI DI MUCOSA BRONCHIALE INFILTRATA DA CARCINOMA NON A PICCOLE CELLULE. sd

Secondo la Vostra esperienza, è plausibile l’aggressività del tumore?
Mi sembra che l’esame istologico non sia esaustivo, dice solo che si tratta di tumore non a piccole cellule, ma non dell’istotipo. Non sarebbe necessario saperlo per individuare anche il tipo di chemio e radio più adatte?

Secondo la vostra esperienza, quale sarebbe la strada da intraprendere a questo punto?
Oltre ad alcuni documenti, sono riuscita a recuperare anche i files delle TAC e RM fatte fino ad oggi. Se volessi chiedere un altro parere, qual è la documentazione completa che dovrei fornire? Posso mettermi direttamente in contatto con qualcuno di Voi per un consulto?

Grazie infinite
[#11]
Dr. Gianluca Mortellaro Radioterapista 74 4
Caro utente,
anche io credo che la strategia migliore in questo momento sia quella che le è stata prospettata. L'asportazione chirurgica di una lesione encefalica quasi mai è oncologicamente radicale quindi probabilmente i margini di resezione erano positivi già allora cioè la lesione era stata solo macroscopicamente asportata. quindi, non potendo intervenire nuovamente con la chirurgia, urge un trattamento radioterapico su tutto l'encefalo per sterilizzare l'intero parenchima cerebrale e aggredire la lesione di 3 cm.
Il NSCLC (non small cell lung cancer) è un tipo istologico ben difinito del tumore polmonare quindi le terapie che sta facendo sono mirate a questo istotipo.
La prognosi rimane quella di una patologia in fase metastatica quindi non buona.
Salve
[#12]
Utente
Utente
Speriamo che l'edema si stia riassorbendo a sufficienza da poter cominciare il prima possibile la terapia radiante.
La ringrazio infinitamente.
[#13]
Utente
Utente
Gent.mi Dottori,

Approfitto della Vostra disponibilità per avere una Vostra opinione circa una questione posta da un altro (non quello che l'ha operata)neurochirurgo, al quale abbiamo sottoposto TAC e RM.

Da quanto ho capito, il Professore ritiene che la situazione clinica della mamma, fortemente compromessa soprattutto dalla presenza dell'edema e dell'ascesso, potrebbe far precipitare a breve lo status generale.

Il Professore propone un intervento stereotassico con il fine di togliere l'ascesso riformatosi (che pare localizzato nella parte interna della metastasi) e di lasciare un catetere per applicare l'antibiotico in loco.

Da quanto ho capito, a suo parere, infatti, quest'operazione permetterebbe di arginare il pericolo che la pressione endocranica aumenti sempre di più, dal momento che le cure che sta facendo attualmente (cortisone e mannitolo) agiscono solo sull'edema, ma non sull'ascesso che continuerà ad aumentare, se non trattato.

So che inizialmente le erano state somministrate delle dosi di antibiotico, ma che questo, proprio a causa della barriera, non ha avuto l'effetto desiderato, quanto più dal momento che l'esame colturale non ha rilevato alcuna origine batterica.

Le domande che pongo, a parte ovviamente un parere sull'opinione del collega di Ferrara, sono le seguenti:

- come si può suggerire tale metodica al medico che l'ha operata? Sia mio padre che io, temiamo di urtare la suscettibilità dei medici che l'hanno in cura, peggiorando l'approccio con la paziente;

- è possibile che quest'operazione debba interrompere la radio (il cui ciclo di 10 applicazioni è cominciato ieri) e la chemio (secondo ciclo programmato intorno a metà maggio)?


Ringrazio infinitamente per la disponibilità.


Cordiali saluti

[#14]
Dr. Alessandro D'Angelo Oncologo 2.8k 64
Personalmente non credo che sia il caso in corso di RT di eseguire alcuna manovra invasiva a livello cerebrale, nè credo che tale manovra potrà risolvere il problema.
Il trattamento propostole già iniziato, lo riterrei il più appropriato (nella malattia metastatica, tranne in alcune patologie ed in alcuni casi, la chirurgia non offre dei vantaggi in termini di sopravvivenza).

Cordiali Saluti
Dr. Alessandro D'Angelo
(email: alessandro.dangelo@grupposamed,com)

[#15]
Dr. Gianluca Mortellaro Radioterapista 74 4
Sono pianamente d'accordo con il collega D'angelo. Non interromperei il trattamento RT piuttosto potenzierei, quanto più possibile, la terapia depletiva già in atto. Successivamente si rifarà una valutazione.
Salve
[#16]
Utente
Utente
Buongiorno,

la mamma ha completato la radioterapia panencefalica in data 22/05/08. La durata è stata di 10 applicazioni 1/die (30 Gy). Il 26/05/08 ha cominciato il secondo ciclo di chemioterapia. Le hanno sostituito il cisplatino col carbonplatino, diminuito la gemcitabina da 1250 a 1000 mg/ml.
In concomitanza col richiamo a 8 giorni, le analisi hanno rilevato neuropenia G8 (neutrofili 840), pertanto il richiamo è stato rimandato di una settimana, sempre che i valori tornino nella norma.

Ho chiesto ai medici quando hanno intenzione di fare dei controlli per verificare l'efficacia della radio e per vedere cosa sta succedendo al presunto ascesso cerebrale, ma pare che non sia stato programmato nessun controllo.

Intanto le hanno diminuito il decadron da 8 mg a 4 mg al giorno e lei sta benissimo, non ha mal di testa, ha appetito e conduce una vita (quasi) normale. Accusa solo un po' di stanchezza.

Dicono che faranno un controllo generale (PET) alla fine della chemio, che a questo punto non si sa quando terminerà (almeno un paio di mesi)...

Dicevano che aveva poche settimane di vita (già passate peraltro) e poi programmano il controllo fra due mesi?

Perchè hanno sostituito il cisplatino? Ho letto che non è analogo al carbonplatino, come dicono...

Sono molto delusa. Mia mamma non è in fin di vita, invece ci trattano come persone che hanno chissà quali pretese. Più di una volta ci hanno fatto notare che, dato lo stato in cui si trova, stanno facendo anche troppo. Ci avevano addirittura consigliato di riportarla a casa e farla morire serenamente.

C'è un oncologo che sia anche un essere umano? Se non esiste, sono disposta a pagare per un consulto privato, sperando che dove non ci siano veti dati dalle AZIENDE sanitarie, si tratti il paziente non come un caso statistico, ma come una persona da curare.

Grazie

[#17]
Prof. Filippo Alongi Radioterapista 2.1k 120
Non mi sento, cara signora, di fare delle considerazioni su colleghi dei quali non ho conoscenza diretta dell'operato.
Mi sembra comunque che le scelte cliniche siano osservanti dei protocolli in uso. Sul fatto di fare prognosi certe dando il numero di giorni, mesi o settimane, io personalmente non sono in accordo in quanto vengono quasi costantemente smentite, a prova del fatto che ogni paziente è un organismo a sè con una propria storia e un proprio assetto genetico che determina una diversa risposta alle terapie, e non un numero su cui fare delle tristi medie statistiche.
[#18]
Dr. Salvo Catania Oncologo, Chirurgo generale, Senologo 33.6k 1.2k
Gentile utente,
ho seguito questa discussione e non sono mai interventuto perchè i colleghi già le hanno dato tutte le risposte del caso e ogni ulteriore dettaglio avrebe solo potuto accrescere il Suo stato d'ansia.

>>>Dicevano che aveva poche settimane di vita (già passate peraltro) e poi programmano il controllo fra due mesi?<<<<<<

Concordo con la Sua osservazione che dimostra quanto siano imprudenti le previsioni nefaste dei medici, pur con la consapevolezza che stiamo parlando di una situazione difficile e grave.

>>>
Sono molto delusa. Mia mamma non è in fin di vita, invece ci trattano come persone che hanno chissà quali pretese. Più di una volta ci hanno fatto notare che, dato lo stato in cui si trova, stanno facendo anche troppo. Ci avevano addirittura consigliato di riportarla a casa e farla morire serenamente.

C'è un oncologo che sia anche un essere umano? Se non esiste, sono disposta a pagare per un consulto privato, sperando che dove non ci siano veti dati dalle AZIENDE sanitarie, si tratti il paziente non come un caso statistico, ma come una persona da curare.<<<<<


Anche i medici come i familiari soffrono dinnanzi a situazioni con scarse speranze e spesso, se non preparati, reagiscono per difendersi con atteggiamenti apparentemente cinici.

Provi a parlarne direttamente con i Suoi oncologi e sono certo che il loro atteggiamento cambierà.
https://www.medicitalia.it/minforma/senologia/79-dottore-si-spogli.html
Auguri con cordialità

Salvo Catania, MD
Chirurgo oncologo-senologia chirurgica
www.senosalvo.com

[#19]
Utente
Utente
La ringrazio molto, dott. Alongi, della sua pronta risposta.
Resta però il fatto che il mio non vuole essere solo uno sfogo personale verso 3 o 4 medici in particolare. Gradirei avere delle risposte alle domande che mi assillano e cioè:

1. Perchè sostituire il cisplatino?
2. E' il caso di fare una risonanza (non TAC, mi sembra che un bombardamento di raggi non sia indicato nelle sue condizioni) per verificare la situazione?
3. Secondo lei è il caso di chiedere un consulto privato? A chi posso rivolgermi?
4. Esistono delle cure per limitare i danni causati dall'avvelenamento della chemio?

Cordiali saluti
[#20]
Prof. Filippo Alongi Radioterapista 2.1k 120
1)Se si sostituisce un farmaco lo si fa per due motivi: inefficacia(ma questo non è possibile valutarlo se non alla fine dei cicli previsti)o tossicità farmacospecifica manifestata durante o subito dopo la somministrazione. Su questo potranno aggiungere altre considerazioni gli oncologi che si occupano direttamente di chemioterapia di questo forum(anche epr il punto 4).
2)La scelta di eseguire un esame di rivalutazione dipende dal tempo intercorso dalla fine della terapia. La RT non ha una risposta immediata, ma necessita di alcune settimane/mesi per esplicare il danno sulle cellule tumorali e far passare l'eventuale fase di infiammazione da raggi spesso caratteristica dell'immediato post-trattamento.
3)Che significato ha questa domanda: consulto privato?forse pagando pensa di avere risposte migliori a quelle domande che ha fatto a chi vi sta seguendo con SSN? Sarebbe un preconcetto grave e inaccettabile deontologicamente.
Il fatto di chiedere un secondo parere è leggittimo ma non va posto con queste premesse.
[#21]
Utente
Utente
Buonasera,

cercando informazioni sulle cure attualmente in sperimentazione, sono venuta a conoscenza del fatto che esistono dei vaccini "anticancro" ad esempio Stimuvax o a base di proteina MAGE A-3, per il tumore al polmone.

Sapreste cortesemente fare il punto della situazione di queste sperimentazioni?

In Italia si potrebbe perseguire questa strada? In quali ospedali è possibile farle?

Potrebbe a vostro parere essere applicabile a mia madre?

P.S. Per il dott. Alongi: non volevo essere fraintesa. Mi chiedevo soltanto se esistessero delle cure che non vengono fatte o farmaci che vengono cambiati senza ragione o spiegazione a causa del fatto che il caso sia stato giudicato disperato, ma mi rendo conto che questa non è una domanda che si può fare, anche se posta in maniera anonima e verso colleghi ignoti.

Grazie
[#22]
Dr. Alessandro D'Angelo Oncologo 2.8k 64
Perdoni l'intromissione, ma non ho ritenuto inserirmi nel discorso stante l'alta competenza e dedizione che i colleghi hanno dimostrato.
Mi permetto di sottolineare che i quì presenti si dedicano volentieri e a titolo gratuito a cercare di sedare le ansie delle persone ed a rendersi utili a chi in questi momenti non "passa delle belle giornate".
Diventa difficile però cercare di seguire in questo caso un filo logico, nel senso che lei dubita di terapie cosidette standard, a fronte di terapie sperimentali? Fermo restando la mia piena adesione alle sperimentazioni clinche, è corretto che il paziente sappia che ciò a cui si sottopone, non ha ancora dei dati di efficacia, dati che verranno fuori proprio dallo studio in corso al quale il paziente partecipa.
In atto personalmente continuerei con la terapia in corso, fermo restando la sua scelta a by-passare a qualche terapia sperimentale.
Il cambio dei farmaci, anche se non lo sò per certo, potrebbe essere attribuito a ridurre le tossicità, fermo restando che nulla vene tlto all'efficacia (carbo e nvb è tra i trattamenti standard per la neoplasia polmonare).
Un caso ritenuto "disperato", se non suscetibile di trattamento antiblastico, fà solo terapia di supporto non chemioterapia!!!
[#23]
Dr. Salvo Catania Oncologo, Chirurgo generale, Senologo 33.6k 1.2k
Gentile utente,
mi scuso ancora della mia inopportuna intromissione.

Avevo intuito che si volesse parlare anche dell'aspetto umano e del rapporto deficitario con i suoi curanti, ma evidentemente mi ero sbagliato

>>C'è un oncologo che sia anche un essere umano? Se non esiste, sono disposta a pagare per un consulto privato, sperando che dove non ci siano veti dati dalle AZIENDE sanitarie, si tratti il paziente non come un caso statistico, ma come una persona da curare.<<<<<

Perchè il medico A PAGAMENTO è preparato per un rapporto empatico ?
Mentre su questo sito dove la prestazione è gratuita non ci sono i presupposti per questo?

I medici vengono accusati di essere insensibili all'aspetto umano...e quando lo fanno vengono ignorati e questo forse perchè l'aspetto umano viene bilateralmente rimosso seppur inconsapevolmente e in buona fede. Ogni caso è diverso ma in questa discussione è così! Ne prendo atto !

Buona prosecuzione !

[#24]
Utente
Utente
Mi scuso con tutti i medici che si sono sentiti offesi dalle mie osservazioni: non era mia intenzione accusare la classe medica in generale nè tantomeno quelli che dànno il loro apporto a questo forum in modo gratuito.
Perdonatemi se mi sono espressa male.
L'accusa è forse rivolta allo Stato che, da quando ha fatto sì che la Sanità venisse gestita con le stessi meccanismi di un'Azienda, ha scatenato delle logiche di risparmio normali per altri settori, ma che secondo me non dovrebbero coinvolgere settori di pubblica utilità. Comunque non mi sembra questo il luogo per queste discussioni oziose. Perdonatemi.
Il fatto di richiedere il consulto privato era appunto finalizzato all'obiettivo di uscire da questo meccanismo. Non credo assolutamente che un medico pagato profumatamente sia più bravo di un dipendende del SSN. Tutt'altro.
Credo però che nel primo caso, se c'è da prescrivere un farmaco più costoso o non indispensabile o una risonanza in più per capire quali siano gli effetti delle terapie che il paziente sta ricevendo, non ci sia da rendere conto a nessuna amministrazione.

Per rispondere al dott. D'Angelo, è vero: non esiste nessuna logica da parte mia ed è giusto che sia così, altrimenti non farei tutte queste domande per cercare di capire.
Capire qual è la logica dei medici.
1. Se hanno una visione catastrofica, perchè avvelenarla con la chemio? Non avrebbe più effetti collaterali che benefici? Quindi mi viene il dubbio (confermato peraltro dallo stato generale buono) che non sia vero...
2. Perchè cambiare il protocollo se le analisi del sangue erano buone? Dopo il primo ciclo non si può pensare che non fossero efficaci... Non capisco.
3. Se, cosa che non oso neanche prevedere, dovessero decidere di non proseguire le cure e noi volessimo pensare ad una alternativa, che sia un vaccino o la medicina alternativa, non credete che sia il caso di raccogliere prima le informazioni per essere preparati nell'eventualità?

Mi rendo conto che le domande incalzanti dei familiari sono una bella scocciatura per voi medici che oltre a fare il vostro lavoro dovete anche renderne conto a chi spesso si occupa di tutt'altro e può non capire appieno le vostre spiegazioni, ma anche essere liquidati con sufficienza e approssimazione non è una bella sensazione, soprattutto tenendo conto dello stato d'ansia e preoccupazione che naturalmente si generano nelle persone che sono vicine al malato.

Naturalmente non mi riferisco a nessuno di voi. Anzi vi ringrazio per l'attenzione che mi dedicate.

Cordiali saluti

[#25]
Dr. Alessandro D'Angelo Oncologo 2.8k 64
La prognosi infausta che solitamente si fornisce in certe situazioni, spesso poi si ridimensiona se il o la paziente risponde alle terapie; quindi se vi sono le condizioni giuste perchè non tentare di combattere la malattia?
Poi stà nel paziente, dopo discussione coi medici e chiarimenti sui trattamenti, decidere se seguire il consiglio medico delle terapie tradizionali o effettuare altro.

Se si decide di perseguire una delle strade poi subentra la fiducia in chi ci segue nella terapia; mancando essa tutto diviene più difficile.
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