Il 30 maggio scorso è stato operato

Gent.le dottore
scrivo per mio padre. Ha 71 anni e il 30 maggio scorso è stato operato per una neoplasia del retto superiore. Purtroppo già attraverso la tac e la risonanza magnetica era stata riscontrata una metastasi epatica unica del III segmento di 1,5 cm. e durante l’intervento è stato operato anche al fegato. L’operazione è andata bene, mio padre è stato dimesso dall’ospedale dopo 8 giorni, non ha avuto mai febbre né alcun dolore. Il chirurgo mi ha rassicurato che tutto ciò che era visibile a occhio nudo e attraverso ecografia intraoperatoria è stato rimosso, ma non ha escluso che qualche cellula possa essere entrata in circolo, anche se tutti i linfonodi erano esenti da metastasi. Per questo ha consigliato 5-6 cicli di chemioterapia che mio padre inizierà a fine giugno.
Vorrei sapere se con un tumore a questo stadio c’è qualche speranza di una guarigione totale o se le terapie serviranno soltanto a ritardare l’insorgere di un inevitabile nuovo tumore. E se così fosse quali sono le speranza di vita? Cosa dicono le statistiche a riguardo?
Inoltre vorrei sapere se in tutti centri oncologici vengono effettuate le stesse terapie, dato che ho sentito dire che in alcuni centri alle terapie tradizionali vengono affiancati farmaci personalizzati e trattamenti di immumoterapia.

Grazie per l’attenzione e per qualsiasi consiglio possiate darmi.
Laura da Roma


Ps: allego A) referto post-operatorio; B) colonscopia C) polipectomia



A) referto post-operatorio

Materiale inviato:

1)Retto-sigma
2)Trancia retto
3)Trancia colon
4) III segmento epatico

Descrizione macroscopica:

1) Segmento di grosso intestino di cm.20 dopo fissazione con presenza alla distanza di cm,4 da un margine di resezione di neoformazione vegetante e ulcerata di cm: 3,4x3 . Nel tessuto pericolico si rinvengono 8 linfonodi
2)Segmento di grosso intestino di cm. 0,8 t.i.
3)Segmento di grosso intestino di cm. 1 t.i.
4)Frammento di fegato del peso di g.60 di cm: 7x5x4,5 con presenza in sede sottocapsulare, di nodulo di cm 1,5x1 distante cm. 4 dal margine di resezione

Diagnosi:
1) Adenocarcinoma moderatamente differenziato, ulcerato infiltrante la tonaca muscolare e localmente il tessuto adiposo sottosieroso.
Linfonodi esenti da metastasi
2-3) Segmenti di grosso intestino esenti da neoplasia
4) metastasi epatica di adenocarcinoma

Stadiazione post chirurgica (p TNM 2002): p T3 N0 M1


B) Colonscopia
Negativa l’ispezione della regione anale e l’esplorazione digitale del retto. L’indagine viene portata al fondo cecale rilevando regolare trofismo della mucosa e tono di parete. Lungo tutto il decorso del viscere sono presenti radi osti diverticolari a piccolo colletto. A livello della giunzione sigmoideo rettale è presente neoformazione vegetante occupante il 50% del lume del viscere ed estendentesi per circa 4 cm. Biopsie. A livello della valvola ileo-cecale è presente formazione polipoide a corto peduncolo di circa 15mm su cui si eseguono biopsie. Altra formazione sessile di circa 10mm è presente nel traverso intermedio su cui si eseguono biopsie, mentre si asporta piccola formazione polipoide in posizione kissing. Modica iperemia e congestione emorroidaria


C) Polipectomia

Esplorazione condotta fino a livello del fondo cecale. Si conferma a circa 15 cm. dallo sfintere anale la neoformazione polipoide erosa e ulcerata descritta nel precedente esame. A livello del fondo cecale e all’altezza della flessura epatica due formazioni polipoidi a larga base entrambe di circa 1cm di diametro. Previa infiltrazione alle basi per un totale di circa 20cc di adrenalina+fisiologica 1.200000 e tauaggio con china le stesse vengono asportate con anasa diatermica e recuperate con apposito cestello. Buona l’emostasi, ottima tollerabilità da parte del paziente.
Prelievi istologici:
1) colon cieco, frammento polipoide di cm. 0,7
2) colon traverso, frammento polipoide di cm. 0,5

Diagnosi
1) Adenoma tubulo-villoso del grosso intestino con displasia di basso grado
2) Polipo iperplastico adenomatoso del grosso intestino con displasia di basso grado
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Dr. Carlo Pastore Oncologo 3.9k 133 1
Cara Laura,

certamente la presenza di una ripetizione epatica rende la situazione un pò più complessa, ma l'asportazione chirurgica e la sua unicità è una cosa positiva. Necessaria direi una chemioterapia adiuvante. Per la scelta della medesima è opportuno verificare se papà presenta altre patologie importanti (cardiache, polmonari, renali etc..). I protocolli sono comunque validati a livello internazionale e quindi in ogni Centro oncologico troverà il massimo della cura possibile, secondo i dettami di una oncologia "sartoriale" che confezioni il protocollo sulla base delle problematiche e delle caratteristiche del paziente.

un caro saluto

Carlo Pastore

Dr. Carlo Pastore
https://www.ipertermiaitalia.it/

[#2]
dopo
Utente
Utente
Dott. Pastore,
grazie per la risposta celere, in questi momenti si ha senz'altro bisogno di un incoraggiamento. Visto che mi ha confermato che tutti i centri oncologici applicano cure in qualche modo personalizzate, portero' mio padre nel centro che lo ha curato fin dall'inizio, dove abbiamo trovato medici e assistenti eccezionali, umani e molto professionali.
Cordiali saluti
Laura
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Dr. Carlo Pastore Oncologo 3.9k 133 1
Di nulla, ritienimi sempre a disposizione per qualunque altro quesito.

un caro saluto

Carlo Pastore
[#4]
dopo
Utente
Utente
Gent.le dott. Pastore
torno a scriverle per mio padre che iniziera' la chemioterapia il prossimo 30 giugno. Desiderei avere qualche informazione sul "porter" (cosi' l'ha chiamato il medico) che dovrebbero impiantargli prima della terapia e che mio padre dovrebbe poi portare per circa sei mesi. Il chirurgo ha spiegato che serve a far entrare in circolo i medicinali in modo piu' graduale ma ci ha anche anticipato che potrebbero sorgere delle complicazioni ai polmoni per la sua installazione e in tal caso mio padre andrebbe incontro ad un nuovo ricovero.
E' possibile effettuare la terapia anche senza il porter, magari sottoponendosi a delle sedute di chemio più lunghe? O è consigliabile il porter perche' può rendere piu' efficace la cura?
Grazie per l'attenzione
Cordiali saluti
Laura
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Dr. Carlo Pastore Oncologo 3.9k 133 1
Cara Laura,

il port-a-cath è un dispositivo in silicone e titanio che incannulando una vena profonda consente di eseguire infusioni in modo meno traumatico e più adeguato (evitando inoltre problematiche sulle vene periferiche). E' assolutamente consigliabile impiantarlo. Certamente vi possono essere degli inconvenienti ma sono rari ed in genere non gravi.

un caro saluto

Carlo Pastore
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Utente
Utente
Grazie ancora per la disponibilità
Laura
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Dr. Carlo Pastore Oncologo 3.9k 133 1
Di nulla, sono sempre a disposizione.

Carlo
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dopo
Utente
Utente
Gentile dottore
torno a scriverle per mio padre, che dopo l'asportazione di un tumore al colon retto e metastasi epatica unica al fegato ha effettuato 11 cicli di chemioterapia (folfox)
I medici hanno preferito non effettuare il 12° ciclo perché i valori delle piastrine erano troppo basse.
Alla fine della terapia, dieci giorni fa ha eseguito una tac total-body da cui non è stato evidenziato nulla di anomalo.
Il marker tumorale CA 19-9 segnalava però un valore di 41 (il valore nella norma doveva essere inferiore a 37).

Premesso che mio padre è stato seguito molto bene dal centro in cui si trova, io non sono tranquilla, anche perché il responsabile del centro ha detto che per ora mio padre non dovrà fare nulla. Ha prescritto un'altra tac tra 3 mesi e una ulteriore analisi del sangue con relativi marker.
Nel foglio di dimissioni è scritto charamente che si tratta di un IV stadio e io non riesco a togliermi dalla testa il fatto che in questo stadio non sia più possibile guarire. E' veramente così o c'è qualche speranza? Quanto è indicativo il valore del marker rilevato? Significa che ci sono altre metastasi in circolo?
Inoltre, non sarebbe il caso di sottoporlo a queste analisi prescritte prima di tre mesi anche per stare tutti un po' piu' tranquilli?

La ringrazio anticipatamente per qualsiasi aiuto possa offrirmi

Cordiali saluti

Laura






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