Radioterapia para aortica

Gentili medici, mia madre è stata operata nell'aprile 2008 di linfoadenectomia lombo-aortica per una recidiva linfonodale isolata da k endometriale grado IIIc, già trattato con isterectomia radicale e radioterapia della pelvi nel 2007. E' stata poi sottoposta a 6 cicli di chemioterapia adriamicina-platino, e infine a 5 sedute di radioterapia stereotassica sulla zona dell'ultima operazione, perchè il chirurgo parlava di presumibile residuo tumorale minimo sulla parete dell'aorta sopramesenterica (metastasi linfonodale extracapsulare appiccicata all'aorta). A settembre 2008 ha fatto TAC total body cmdc che è risultata pulita.
Ora il radioterapista vorrebbe procedere con altri 25 sedute di radioterapia "classica" sui linfonodi para aortici, mentre l'oncologa reteneva sufficente il trattamento sin qui effettuato, argomentando che la radioterapia in quella zona è altamente tossica per l'intestino. vorrei sapere quali sono i rischi e l'opportunità nel caso di mia madre per una radioterapia estesa dei linfonodi lomboaortici, non sapendo se fidarci del radioterapista o dell'oncologa. Grazie
[#1]
Prof. Filippo Alongi Radioterapista 2.1k 120 17
Il trattamento dei linfonodi paraortici, è un trattamento precauzionale per sterilizzare la via di fuga di metastasi occulte microscopiche, dopo avere superato la pelvi. E' indicata in caso di tumore primitivo dell'utero con compromissione linfonodale regionale. Gli effetti collaterali di una RT estesa a quella sede sono sopratutto a carico dell'intestino con una maggiore frequenza intestinale. In questo caso la RT della catena lomboaortica è a mio avviso opinabile per i seguenti motivi:
1)E' già stato effettuato il trattamento mirato di stereotassi sulla sede macroscopica di malattia;
2)Inoltre la zona è stata bonificata chirurgicamente con linfadenectomia
2) la chemioterapia fatta avrebbe inoltre le potenzialità di aggredire eventuali micrometastasi occulte in sede e a distanza.

Pertanto posso essere in accordo con la visione dell'oncologo medico, anche se è comprensibile capire il razionale dell'indicazione del radioterapista, più cautelativo in considerazione dell'aggressività della malattia e della extracapsularità della metastasi linfonodale.

Prof. Filippo Alongi
Professore ordinario di Radioterapia
Direttore Dipartimento di Radioterapia Oncologica Avanzata, IRCCS Negrar(Verona)