Condropatia

Buongiorno. Ho 46 anni, sono alto 196 cm per 90 kg di peso. In passato ho praticato molta attività sportiva anche se in modo "disordinato", ossia le partitelle in famiglia di calcio e pallavolo. Da qualche anno ho riscontrato problemi alle ginocchia che mi hanno costretto ad abbandonare tali attività. Gli esami diagnostici e le visite specialistiche hanno confermato la sussistenza di una patologia relativa alla condropatia retro rotulea. In condizioni di riposo la mia vita è pressocchè normale. Circa 18 mesi fa mi sono dedicato al ciclismo (sempre amatoriale) e fino a quando ho usato la bici da strada (per circa un anno) non ho mai riscontrato alcun problema. Negli ultimi sei mesi ho cambiato la bici da strada a mtb. Le ultime due uscite hanno fatto ricomparire i segnali che erano tipici del dopo partita di calcetto (ginocchia gonfie, dolore articolare e versamento). Ho seguito una cura di Mobic (anfinfiammatorio) e giacchio, ed assumo glucosammina. Ho contattato un fisiatra il quale mi ha prescritto una terapia per il potenziamento dei quadricipiti (che impediscano alla rotula, lievamente leteralizzata, di sfregare sulla cartilagine) ed eventualmente delle infiltrazioni di acido ia......
Al momento non riscontro più gonfiore (stop da 20 giorni) ma le ginocchia se flesse mi bruciano.
Io vorrei semplicemente chiederle se l'uso della mtb che tanto mi sta appagando sopratutto sotto il profilo mentale è controindicato rispetto alla mia patologia.
Grazie tante
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Dr. Fabrizio Sergio Ortopedico 28 3 1
Gentile paziente
voglio prima di tutto fare una piccola dissertazione per cercare di farle comprendere al meglio la sua patologia
La cartilagine o per meglio dire il tessuto cartilagineo è un tessuto connettivo formato da cellule dette condroblasti, condrociti e condroclasti immerse in una sostanza intercellulare, formata prevalentemente da acqua, da fibre collageniche, da proteoglicani, da acido ialuronico e da glicoproteine.
La cartilagine articolare , chiamata ialina, non è vascolarizzata, in quanto priva di capillari sanguigni e non è innervata; gli scambi di nutrimento e di ossigeno avvengono per osmosi, attraverso la sostanza extracellulare, dal liquido sinoviale.
Il nutrimento dei condrociti, per osmosi, quindi è un processo lento e molto meno efficace della circolazione sanguigna.
La presenza di poche cellule specializzate, con una bassa capacità mitotica, in un tessuto avascolare, quindi, rendono bassissime le capacità rigenerative di questo tessuto.

L'erosione di questo tessuto è definita condropatia, cioè un danno del tessuto cartilagineo che non tende a guarire nel tempo, anzi può evolvere verso un quadro di ulcerazione a tutto spessore fino all’esposizione dell’osso sub condrale.
I fattori predisponenti alla condropatia sono : l’instabilità legamentosa, le lesioni articolari concomitanti, i malallineamenti, le patologie della sinovia, l’obesità, l’età, le patologie autoimmuni, le patologie reumatiche, l’osteonecrosi, i postumi di fratture articolari e il tipo di lavoro e sport del paziente.
Le attività lavorative e sportive che con il tempo rendono più rapido il processo di degenerazione cartilaginea sono sia quelle pesanti e sia quelli sedentarie.
Infatti la sedentarietà e la limitazione del movimento porta a cambiamenti degenerativi, simili a quelli dell'osteoartrosi. Il condrocita ha bisogno, infatti, di continui stimoli meccanici per produrre proteoglicani, stimoli non solo legati al movimento ma anche all'applicazione di carichi compressivi graduati.
Ed è proprio da questa considerazione che si evince l'importanza di una regolare attività fisica nella prevenzione dell'artrosi.
Le classificazioni più diffuse per stabilire il grado della condropatia sono quella di Outerbridge,quella di Noyes-Stabler, quella della Iternational Cartilage Repair Society (ICRS)
Nello stadio iniziale si parla di condromalacia. Questo tipo di danno cartilagineo consiste in una perdita di resistenza meccanica della cartilagine che appare quindi soffice alla palpazione pur essendo integra alla visione diretta.
Negli stadi finali si arriva alla perdita totale dello strato cartilagineo con esposizione dell’osso sub condrale. Per osso sub-condrale si intende lo strato di osso immediatamente sottostante alla cartilagine. Conseguenza inevitabile dell’esposizione dell’osso sub-condrale è la comparsa del dolore, poiché lo strato osseo è ricco di terminazioni nervose dolorifiche.

Fatta questa lunga premessa mi permetto di darle alcuni consigli :
1.stabilire il grado della sua condropatia
2. stabilire il grado del malallineamento rotuleo ( con un esame TC , calcolando, in condizioni di contrazione e rilassamento, la distanza TA-GT [ distanza tra Apofisi Tibiale e Gola Trocleare ] e il Tilt rotuleo [angolo formato dalla rotula con il piano posteriore dei condili femorali ])

Una volta che il suo ortopedico avrà questi parametri sarà lui a dirle se è controindicato l’uso della bicicletta e tanto più della mbt
Se ciò, come le auguro, non fosse le consiglio di adottare alcuni accorgimenti

Sella alta : porta a migliori angoli di lavoro del ginocchio con minore sollecitazione e pressioni sulla rotula
Pedivelle corte, tacchette dei pedali posizionate verso la punta e scarpe meno rigide : in tali condizioni si ha una maggiore flessione del piede sotto la fase di spinta, portando una notevole perdita di spinta sui pedali e di conseguenza una notevole riduzione della pressione sulla rotula
Rapporti agili : chiaramente il carico pesante dovuto a rapporti duri va accuratamente evitato

La saluto cordialmente e Le auguro di poter effettuare ancora per lungo tempo il suo sport preferito !!!!

Dr. Fabrizio SERGIO
Specialista in Ortopedia e Traumatologia
fsergio@libero.it