Respiro difficoltoso, ansia ed ega (2 richiesta di consulto)

Gentili dottori, sono un 46 enne, fumatore (30 sigarette al dì) dal 15 giugno ho chiesto, con CORTESE SOLLECITUDINE, una risposta circa l'eventualità, in base ai sintomi da me descritti, di eseguire o meno un'emogasanalisi, prima di intraprendere una terapia farmacologica a base di ansiolitici più specifici (ho assunto xanax da 0.5 g 3 volte al giorno ma senza successo) per questo mio disturbo del respiro di cui soffro da circa 20 giorni (respiro corto, necessità di prender fiato a bocca aperta ripetutamente, nel giro di pochi secondi, sensazione d'oppressione al petto nel momento in cui mi distendo a letto la sera). Preciso, come ho già segnalato nella mia precedente richiesta inevasa, di aver effettuato ben 2 lastre ai polmoni, del tutto negative, un'esame otorinolaringoiatrico, anch'esso negativo e ben 3 spirometrie a distanza di una settimana l'una dall'altra (due normali ed una che ha messo in evidenza un'ostruzione lieve).tre elettrocardiogrammi (negativi), un ecocolordoppler cardiaco (negativo), Nelle circostanze, l'ossigenzazione del sangue è stata pari, rispettivamente al 97%, al 98% ed al 96%. Non riesco, quindi, a capire, se si tratta solo di un disturbo d'ansia, non ancora ben curato o di qualcos'altro. Quali ulteriori esami potrei fare? Emogasanalisi, oppure tac ai polmini con mezzo di contrasto, broncoscopia ? Vi prego, stavolta datemi una risposta perchè adesso comincio ad essere davvero angosciato. Vi ringrazio sentitamente se risponderete in modo esaustivo a TUTTE le mie domande. Aggiungo che attualmente, nonostante i sintomi, riesco a fare footing per circa 40 minuti 2 volte a settimana e il fumare non peggiora le mie condizioni (almeno dal punto di vista dei sintomi), cosa può significare ?
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Dr. Vito Di Cosmo Pneumologo 1.4k 85
Ovviamente bisognerebbe visitarla per una risposta precisa... In relazione a ciò che scrive, comunque, sembrerebbe che i suoi disturbi siano legati esclusivamente alla stato ansioso: tensione nervosa che si traduce in tensione muscolare che non permette un completo rilassamento dei muscoli inspiratori. L'atto espiraratorio avviene solo per rilassamento dei muscoli inspiratori; quando ciò non avviene, non riusciamo a far fuoriuscire tutta l'aria inspirata e la successiva inspirazione inizia con i polmoni "mezzi pieni". Il risultato è che l'inspirazione non potrà. ovviamente, essere prolungata sensazione di "respiro corto" e in più la spiacevole sensazione di "fatica" nel respirare perchè si vanno a dilatare polmoni, e gabbia toracica, già in parte dilatati. La sensazione è sgradevole ma il risultato della respirazione, paradossalmente, migliora: i polmoni pieni di aria più della norma, implicano un maggior numero di alveoli coinvolti in ogni atto respiratorio, a vantaggio degli scambi aria - sangue (più ossigeno passa nel circolo ematico - più anidride carbonica viene eliminata). Faccia una prova: soffi, sul palmo della mano, tutta l'aria che può prolungando il respiro fino al massimo. Si renderà conto, compreso il suo sub conscio, dell'aria che ha. aspetti un paio di secondi per compiere, quuindi, una inspirazione massimale: si renderà conto che sarà davvero profonda, non faticosa, gradevole e, sopratutto, rilassante. Tutto ciò sembra solo una banalità ma se lo facesse, non mi meraviglierei se alleviasse i suoi disturbi che, non sembrano affatto essere legati a problemi respiratori: spirometrie normali, SaO2 da 96 a 98%, NORMALI!!!
CORDIALMENTE

Dr. Vito Di Cosmo ANDRIA
PNEUMOLOGIA TERRITORIALE Barletta-Andria-Trani
Già Pneumologia e Broncologia Ospedale CSS di S G Rotondo

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Dr. Antonio Di Sorbo Pneumologo 11 1
Concordo con il collega Di Cosmo

Dott. Antonio Di Sorbo
Specialista in Malattie dell'Apparato Respiratorio
Dottore di Ricerca in Oncologia Toracica

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