Aria condizionata

Gentili Dottori ,

Sono un uomo di 30 anni e non sono affetto da nessuna particolare patologia.
Vorrei porvi un quesito su una questione che d'estate è molto dibattuta.
Sto concludendo i miei studi universitari e di conseguenza sono obbligato a recarmi all'università tutti i giorni lavorativi.
L'intera struttura è climatizzata e l'aula in cui soggiorno , per circa 10 h al giorno , ha il termostato impostato a 25 gradi
centigradi.
Arrivo particolarmente sudato e quindi mi asciugo il più possibile prima di entrare nell'aula.
Una volta asciugato alla meglio , entro per alcuni secondi per posare le borse ed esco nuovamente recandomi
nel corridoio dove la temperatura è un po' più alta rispetto all'aula e c'è una finestra aperta abbastanza grande.
Non appena mi sono "ambientato" rientro e resto lì per diverse ore.
Mi posiziono sempre nella zona meno raffreddata e meno esposta agli areatori , nel senso che non mi sono mai posizionato direttamente sotto le prese d'aria dell'impianto ,
nonostante siano ad un'altezza abbastanza considerevole rispetto ai tavoli e quindi rispetto a tutti gli utenti.
Dalla porta d'ingresso dell'aula proviene comunque aria naturale nel momento in cui le persone entrano ed escono ed inoltre l'aula è veramente molto ampia
con un tetto alto oltre i 4 metri e da quel che mi sembra , fanno anche una discreta manutenzione.
Venendo al dunque , vorrei sapere se ciò a lungo andare , potrebbe comportare dei rischi per la mia salute.
Purtroppo nell'estate del 2013 , in seguito ad un viaggio di 13 ore con una automobile noleggiata , nella quale non avevano effettuato la sostituzione dei filtri dell'aria condizionata ,
ho contratto una pleurite che mi causò febbre intorno ai 37.5 - 38.0 e mi costrinse ad un ricovero di 3 giorni presso la struttura ospedaliera locale.
I medici attribuirono la causa ad una legionella insediata all'interno del climatizzatore dell'auto. Nella radiografia toracica post-malattia , non risultò alcun tipo di conseguenza stando al referto e all'interpretazione che ne fece il mio medico curante.
In quel caso , però , si trattò di un'inalazione molto diretta in quanto le prese d'aria erano a 30 cm di distanza. Molto diverso insomma dal caso in esame.
Tuttavia , la mia preoccupazione resta comunque concreta , visto che gli sbalzi di temperatura provocano un'infiammazione dei bronchi a prescindere dagli agenti patogeni che possono introdursi o meno all'interno delle vie respiratorie. Il massimo che mi è capitato in questi giorni è un leggerissimo risentimento alla gola che è andato via in 2 giorni espellendo qualche muco.
Per cui vi chiedo , pur in assenza di sintomi evidenti (febbre,tosse,mal di gola,etc..) a quali rischi , a lungo termine , vado incontro ?
(ovviamente per lungo termine intendo principalmente i due mesi di caldo intenso )

Vi ringrazio per l'attenzione.

Cordiali Saluti
[#1]
Dr. Matteo Vicidomini Pneumologo 30 1
Nessun rischio se aeratori pulit!

Dr. matteo vicidomini