Di seguito vi descrivo i miei pensieri ripetitivi: quali potrebbero essere le cause?

Buondì, ho 36 anni.

Durante la giornata immagino continuamente e quasi ininterrottamente me che affronto varie situazioni relazionali con altre persone:
- può trattarsi di situazioni passate realmente accadute ma che penso di non aver gestito al meglio, e quindi le ripeto mentalmente e immagino come avrei dovuto agire/reagire in quelle situazioni "per uscirne al meglio", "per farmi rispettare", "per essere perfetta" e mi sento molto frustrata e arrabbiata con me stessa se non lo sono stata. Il focus della mia attenzione è non permettere ad altri di calpestarmi, e mostrare di saper difendermi bene per mostrarmi e sentirmi apprezzabile. Un esempio: sono receptionist e alcune persone che lavorano in azienda mi han chiesto abbastanza gentilmente di aprire loro la porta scorrevole poiché sprovvisti di badge per aprirla, io mi sono alzata dalla postazione e ho aperto loro la porta.
Subito un grande senso di frustrazione e dubbi: ho fatto bene ad aprire loro quella porta?
Immagino come avrei dovuto invece affrontare la situazione dicendogli "no, c'è un altro ingresso senza badge, potete passare da lì " ad esempio.
Mi son sentita frustrata e mi colpevolizzavo perché credo di aver permesso ad altri di approfittarsi di me e della mia gentilezza.

- può trattarsi di possibili situazioni future dove mi trovo in dialogo con altre persone; immagino io che gestisco perfettamente questo dialogo, utilizzando le parole giuste al momento giusto, se si tratta di una discussione, con il mio comportamento "metto al tappeto" l'interlocutore dando ad altri e a me stessa un immagine di me come di colei molto capace di farsi rispettare.
Esempio: mi immagino in un possibile dialogo futuro con il mio padre confessore: in questo caso non c'entra il farsi rispettare ma mi immagino in modo da dire perfettamente tutto quello che ho dentro, in modo chiaro, in modo da sfruttare al meglio la situazione.
Questo mi fa sentire una persona
apprezzabile.

Dunque, questi pensieri/immaginazioni che riguardano la mia persona e il suo modo di rapportarsi con gli altri in modo da "vincere" nelle discussioni, farsi rispettare, essere perfetta, arrivano da soli nella mia mente e non riesco o faccio molta fatica a controllarli.
Mi limitano nelle mie attività quotidiane perché non sono nel qui ed ora ma è come se fossi nel mio mondo.
Mi indeboliscono quando devo affrontare realmente una situazione di quel tipo perché pretendo da me prestazioni alte.

Da cosa derivano queste immaginazioni ricorrenti?
Può essere una patologia?
Oppure può trattarsi di profonda insicurezza e bisogno di approvazioni?
[#1]
Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41.1k 1k 63
Può dipendere da qualsiasi aspetto per cui è utile che possa fare riferimento ad uno specialista che possa inquadrare la condizione che lamenta.

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[#2]
Dr.ssa Franca Scapellato Psichiatra, Psicoterapeuta 3.9k 197 21
Aggiungo alle considerazioni del collega, che condivido, l'osservazione che dedica molta parte del suo tempo a rimuginare su situazioni passate e future, e questo non l'aiuta e non la fa sentire bene. Chiedersi il perché succeda innesca un altro tipo di rimuginio, ancora più frustrante. La domanda utile è come uscire da questa dolorosa situazione, e l'inizio può essere contattare uno psichiatra per una valutazione diretta.

Franca Scapellato

[#3]
dopo
Utente
Utente
Grazie.
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dopo
Utente
Utente
Dottor Ruggiero,
Dopo una risposta così mi chiedo a cosa serve questo sito.
[#5]
Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41.1k 1k 63
Serve a fornire indicazioni generiche che non sostituiscono una visita di persona.

Non è concesso instaurare discorsi che possano essere in qualche modo fraintesi e che possono essere intavolati solo con valutazione diretta.

La descrizione scritta è scevra di indicazioni che un clinico coglie nel corso della visita ed inoltre, una descrizione mono-laterale scritta in questo modo spesso può contenere elementi che possono indurre ad ipotizzare più questioni (o nessuna) senza che esse possano essere corroborate da un confronto diretto e sicuramente più preciso nella definizione della questione.

La mia risposta non è differente da quella della collega che ha risposto dopo, sebbene per propria caratteristica utilizzi più parole di quelle che utilizzo io di solito, eppure per lei ha fatto differenza, tanto che a me mi attacca (anche in modo indiretto mettendo il ditino giù) e a lei risponde grazie , nonostante il medesimo contenuto.

Già questo fa pensare a quanti pensieri pregiudizievoli le siano insiti piuttosto che rivolgersi direttamente ad uno specialista, perché la sua aspettativa è del tutto e subito.

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[#6]
dopo
Utente
Utente
"Grazie" l'ho detto ad entrambi e non soltanto alla sua collega.
La mia risposta a lei era una richiesta di spiegazioni e non un attacco nei suoi confronti. Mi spiace che lo abbia interpretato così.
Piuttosto cerchi lei di non mi additarmi come una persona con pensieri pregiudizievoli e che vuole tutto e subito in quanto non mi conosce.
Buona giornata
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41.1k 1k 63
Però ha questo bisogno, non è un giudizio ma una necessità.

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