Stress recettoriale

Salve buongiorno.
Una domanda un po' particolare, esempio: se un farmaco viene aumentato oggi e fra 5/6 giorni viene rimodificata la dose, si ha uno stress recettoriale che rende più complicata la risposta futura ad altri farmaci o da fenomeni tossici al cervello?

Dosaggio 75 poi Aumento oggi a 150 e cambio dosaggio fra 5/6 giorni. (Esempio)

Se con uno non fosse tossico, se questo meccanismo avviene con due farmaci è tossico uguale per il cervello?
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Diabetologo, Medico delle dipendenze 47k 1k
Non so cosa intende per stress recettoriale.
Dosaggio 75: se non dice di che cosa, di che stiamo parlando ? In generale non significa niente un numero.
Non ho capito perché sta a pensare ad un effetto tossico.

Secondo me non è una domanda che sta facendo, le è solo venuto in mente che un farmaco che assume o deve assumere le faccia male, ma senza motivo. Poi dopo il senso che ci trova è che siano pochi giorni etc, ma non è una nozione, è un modo per argomentare il pensiero di partenza.

Dr.Matteo Pacini
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Salve dot.
Sinceramente non si capisce molto quello che ha scritto, sembra un'interpretazione non letterale di quello che ho scritto.

Farmaci: venlafaxina e amisulpride

Problema:
aumento delle dosi dei farmaci. Fra sei giorni questi farmaci possono essere anche sospesi(dipende dalla visita).
Quindi dosaggio di ieri 37,5, poi oggi 75, e fra sei giorni può essere anche tolto.
Amisulpride oggi aumentata a 50mg.
Il fatto di fare questi continui cambi mi turba perchè ho il timore di problematiche recettoriali visto che si alzano e poi tolgono i farmaci in poco tempo. Mi dovete dire se non è chiaro il ragionamento.
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico igienista 45k 1.1k
Questi giochini togli e metti li sta facendo uno specialista?

Non è chiaro secondo quale andamento scientifico si possano valutare questo tipo di azioni.

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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Diabetologo, Medico delle dipendenze 47k 1k
"Quindi dosaggio di ieri 37,5, poi oggi 75, e fra sei giorni può essere anche tolto."

Questa cosa non ha il minimo senso. Secondo me ha capito male.
Mi scusi ma perché ragiona in termini di recettori ? Cosa possono rappresentare per lei ? Una parola. Non è più semplice dire che ha timore che le variazioni ravvicinate siano nocive ? Che bisogno c'è di tirare in ballo cose che non conosce ?

Io se mai mi stupisco perché questo andamento non ha senso. Lei ha delle paure in generale sui farmaci e quindi esprime queste paure. Comunque chieda perché secondo me ha capito male. Una terapia durata pochi giorni non serve a niente e non produce nessun cambiamento utile a niente.

Dr.Matteo Pacini
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Non ho capito male.
Praticamente fra 6 giorni ho una visita in ambito ospedaliero, però non riesco a resistere fino ad allora per i sintomi. Allora lo specialista mi ha detto che, come sospettavo anch'io, non ha senso aumentare la venlafaxina perchè ci mette tempo( infatti non l'ho aumentata). Mi ha detto di aumentare solo l'amisulpride a 50mg perchè agisce più rapidamente.
Ora, togliamo il fatto dei recettori e riformulo la domanda: è nocivo se l'amisulpride mi è stata aumentata ieri e fra sei giorni POTREBBERO( non è detto,vediamo il caso che venga tolta) toglierla? Potrebbe essere nocivo per il cervello e può predisporlo a rispondere meno ad altri farmaci futuri?
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Diabetologo, Medico delle dipendenze 47k 1k
Mi scusi, ma se lo specialista ha detto che non ha senso, allora chi aveva indicato quella sequenza di dosi che ha scritto prima ?

Le altre domande sono domande ipocondriache, sono domande nate in maniera gratuita su un versante di nocività, danno ipotetico, addirittura in futuro. E' il solito schema: si ha paura di sbagliatre e di pregiudicare per questo l'intero corso degli eventi futuri.
Questo tipo di pensiero riguarda verosimilmente il tipo di problema per cui è in cura, anche se per adesso non c'è diagnosi e non si sa bene che cura debba fare.

Dr.Matteo Pacini
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Come al solito, quando si parla di effetti collaterali o simili si questo sito, si sposta tutto sul "ipocondriaco" e non si risponde alla domanda.
Gli SSRI POTREBBERO avere effetti sulla sfera sessuale?
Risposta: sei ipocondriaco
Gli antagonisti D2 POTREBBERO dare problematiche sessuali?
Risposta: sei ipocondriaco.

Una persona legge da qualche parte se esistono determinati effetti collaterali e si chiede agli specialisti di avere conferma perchè i siti hanno dei limiti in termini di attendibilità. Invece no, si viene silurati da: è la tua diagnosi, quindi non ti rispondo.

Questo atteggiamento l'ho visto anche in altri consulti. Non bisogna mai generalizzare su come affrontare le domande. Tutte le persone che le fanno di certo non sono TUTTE ipocondriache e hanno diritto ad avere risposte.

Comunque, lasciate stare la venlafaxina che non ha subito quel tipo di variazione. Ripeto la domanda( e non è che detto che ripetendola sia ossessivo, la ripeto perchè non ho avuto risposta).
Fa male, è tossico, fa effetti collaterali( non ci soffermiamo sui termini, il concetto è se fa male) se l'amisulpride ieri l'ho presa a 50mg(altro ieri 25mg) e fra sei giorni se me la tolgono, causa problemi al cervello questi cambiamenti in pochi giorni?
Grazie a chi mi risponderà
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Diabetologo, Medico delle dipendenze 47k 1k
No, come al solito chi pone domande di un certo tipo si irrita perché non ha la rispostina letterale e diretta.
E invece è bene che uno ragioni sulla natura delle proprie domande , invece che subito denigrare e insultare chi risponde dandogli dell'omertoso o del maleducato.

Quindi la prossima volta che vuole un parere, sia pronto a questo e eviti di offendere.



"Gli SSRI POTREBBERO avere effetti sulla sfera sessuale?
Risposta: sei ipocondriaco
Gli antagonisti D2 POTREBBERO dare problematiche sessuali?
Risposta: sei ipocondriaco."

No, queste sono semplicemente ossessive. E se non capisce perché, cerchi di capirlo che ne ricava una maggiore consapevolezza.

Vedo che sottolinea "potrebbero" come se fosse un modo per dire: ad un potrebbero una risposta è dovuta. E invece è esattamente il contrario, è proprio da quello che si vede la natura della domanda.

Quindi, ha confermato esattamente l'impressione che si aveva in partenza.

Dr.Matteo Pacini
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Le vostre risposte invece mi confermano che non sapete interpretare in maniera letterale quello che scrivo.

Bo, non so quali offese ha visto. Anzi, vi dico sinceramente che il messaggio non aveva questo scopo, non m'importa niente di offendere.Forse ciò è dato sempre dal vostro sesto senso interpretativo che ritenete un po' troppo affidabile, trascurando il significato letterale. Quelle domande erano degli esempi che non mi toccano, non mi interessano. Servivano solo a sottolineare questo fenomeno interpretativo da parte vostra che in alcuni casi non è appropriato, secondo me.

Ripeto la domanda:
Se io all'altro ieri ho preso 25mg di amisulpride, ieri ne ho presi 50mg e sospesa tra 6 giorni, ci sono problematiche, effetti collaterali al cervello?
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico igienista 45k 1.1k
Però poi quando le si chiede chi fa queste variazioni, lei si mette sulla difensiva lanciando accuse inutili.

Continua a porre una domanda generica però pone la questione come se qualcuno le avesse detto di farlo e lei sospettava altro.

A me sembra impossibile che sia stata data una indicazione prescrittiva di questo genere, e penso che anche il collega abbia il medesimo dubbio.

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Infatti il dottore mi aveva detto di non fare alcun cambiamento. Poi, visto che li facevo notare le mie problematiche umorali con insistenza( che dovevo fare, sto male) ha detto di aumentare l'amisulpride perchè impiega meno tempo rispetto la venlafaxina. Infatti la venlafaxina l'ho lasciata così e solo amisulpride aumentata.
Ora, dot. Ruggieri,Se mi venisse cambiato il farmaco il 22 luglio, pensate che possano esserci dei danni a livello recettoriali, effetti collaterali?
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Perchè poi ci sarà cambio specialista fra 6 giorni perchè andrò in un'azienda ospedaliera universitaria, però non riesco ad aspettare fino ad allora per via dei sintomi che accuso
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico igienista 45k 1.1k
Quindi lei ipotizza che verrà fatta una variazione sulla base del fatto che avrà una visita da un altro specialista che probabilmente cambierà la terapia.


A parte che una terapia si può cambiare in qualsiasi momento, non è detto che subirà una modifica sostanziale della terapia, riceverà eventualmente delle variazioni opportune alla situazione che lamenta con modifiche che, per ora, non possiamo conoscere.

Quando riceverà la variazione potrà anche capire come si strutturerà la sua situazione durante il cambio eventuale

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Si è così. Ma dico, fa male al cervello una roba del genere? Prima un aumento e poi dopo poco tempo una sospensione
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico igienista 45k 1.1k
Consideri che sta tentando di ragionare su una cosa che non è avvenuta, quindi si sta impanicando in modo non funzionale.

Questo la porta a stare peggio perché immagina scenari che non sono avvenuti.

In ogni caso, qualsiasi variazione non fa male al cervello.
Ci sono dei passaggi che solitamente vengono fatti che tentano di ridurre al minimo ciò che potrebbe sentire anche fisicamente.

Quando farà questa visita vedrò che non ci sarà una variazione che possa arrecarle danno di nessun tipo.

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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Diabetologo, Medico delle dipendenze 47k 1k
"Ma dico, fa male al cervello una roba del genere?"

Ancora con questa domanda ripetuta a diritto...
Rifletta sulle risposte, se subito spiccava la natura della sua domanda sarà una cosa rilevante, o no ?
O dobbiamo parlare di un "problema" generato senza motivo e a senso unico.

Perché non si chiede se invece fa benissimo ? Perché non è una curiosità, e' un'altra cosa.

E poi, visto lo scambio con il collega, Lei non ha nessun programma di questo tipo, ha riferito le cose in modo distorto per poter estorcere una risposta su una questione che già da subito ci è sembrata improbabile. E poi lo conferma dopo, come se niente fosse: non è una terapia, è Lei che nell'ipotesi che il medico la cambi... ipotesi su ipotesi, per poi andare a pensare a senso unico una cosa che già si capiva, perché la preoccupazione caratterizza la sua condizione, non per altro.

Dr.Matteo Pacini
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Sostanzialmente io sono preoccupato di non rispondere a nessuno farmaco che si provi in futuro. La mia è una ruminazione "depressiva", ovvero pensiero di inguaribilità. Ecco, io è come se volessi togliere tutti i fattori di rischio di una mancata risposta futura ai farmaci antidepressivi per la mia depressione e ansia.
In altri termini, ho paura che sia un fattore di rischio che aggrava la resistenza farmacologica cambi repentini di farmaci(cioè aumentarne la dose e toglierlo dopo pochi giorni).Volevo capire solo questo, se ciò rafforza le resistenze a trattamenti farmacologici futuri, come per esempio l'uso in cronico delle benzodiazepine che può portare depressione sul lungo termine.

Dot. Pacini non riesco a capire bene le risposte che dà. Sembrano sconnesse. Ha capito quello che ho chiesto? Più di così non so come esprimere il concetto. Cerco di riformulare:
Da tre giorni prendo amisulpride 50mg prima ho fatto un mese a 25mg. Il 22, il medico potrebbe toglierla. Il fatto che è stata aumentata e assunta per soli 6 giorni e poi tolta completamente, può aumentare la resistenza ai farmaci che in futuro prenderò? Io rumino sull' inguaribilità dalla depressione e dall'amsia
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico igienista 45k 1.1k
Lo abbiamo capito tutti, il discorso è chiaro come dovrebbe aver compreso in modo chiaro ciò che le è stato risposto

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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Diabetologo, Medico delle dipendenze 47k 1k
"La mia è una ruminazione "depressiva", ovvero pensiero di inguaribilità"

No, la sua è una tendenza a darsi delle risposte da solo per poi farsi altre domande, creando una grande confusione a sé. A chi legge la cosa è evidente dalla prima riga. Quindi getti le autodiagnosi, se mai la cosa importante è che abbia una cura efficace, che significa scelta del medicinale rispetto alla diagnosi, e dosaggio del medicinale, e poi durata del tempo di trattamento prima di poter giudicare il risultato.

Dr.Matteo Pacini
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Salve
Sto dicendo semplicemente: se si fanno cambi veloci di farmaci, può aumentare la resistenza futura anche ad altre terapie?

Se inoltre una persona ha provato un farmaco e viene reintrodotto, non è più efficace quando si reintroduce il medesimo composto?

Non mi sembrano domande complesse.
Ho consapevolezza di ruminare, però questo non è un motivo per non avere risposte. So quello che intendete: non bisogna rispondere ai dubbi per alimentarli. Però, se io sto discutendo di un fattore di rischio, voglio saperlo per evitare questa cosa in futuro.
Ripeto: non è che se sei ossessivo automaticamente non si deve rispondere alle domande, non mi sembra una cosa corretta perchè dal medico uno vuole pure delle rassicurazione. E no, ci risiamo, non dovete leggere il voler rassicurazioni con "hai visto sei ossessivo, gli ossessivi vogliono rassicurazioni". Gli ossessivi vogliono rassicurazioni eccessive, invece alcune volte le rassicurazioni possono anche essere nella norma. Altrimenti siamobtutti ossessivi, l'uomo tende a voler rassicurazioni( quelle esagerate sono patologiche)
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Diabetologo, Medico delle dipendenze 47k 1k
Ma allora non legge le risposte.

Come se niente fosse ripete la domanda.... Ma cosa crede che non si sia capita da subito la domanda
Continua a far finta di niente "non sono domande complesse"....

"Ho consapevolezza di ruminare, però questo non è un motivo per non avere risposte. "

Certo, non si danno risposte alle ruminazioni, è un motivo validissimo. Non è una ruminazione comunque, si chiama in un altro modo. Quella è la sua auto-definizione (sbagliata).
"Gli ossessivi vogliono rassicurazioni eccessive, invece alcune volte le rassicurazioni possono anche essere nella norma."
No, non vogliono rassicurazioni eccessive, ma ossessive. Appunto, ci sono rassicurazioni normali, le ho scritto sopra perché questa non lo è.

No non siamo tutti ossessivi, si riconoscono perfettamente i casi. Anche Lei infatti, pur chiamandolo diversamente, ma non lo accetta e insiste, e anche il tipo di insistenza è caratteristica, perché non tiene conto delle risposte e delle premesse, prova a "sfondare" con i soliti argomenti, come se stesse a parlare con persone che non la stanno a sentire.

Dr.Matteo Pacini
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Salve
Sto dicendo semplicemente: se si fanno cambi veloci di farmaci, può aumentare la resistenza futura anche ad altre terapie?

Se inoltre una persona ha provato un farmaco e viene reintrodotto, non è più efficace quando si reintroduce il medesimo composto?

Vorrei avere una risposta a queste due domande.
P.S. ripeto le domande fino a quando non avrò una risposta PERTINENTE alle domande.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Diabetologo, Medico delle dipendenze 47k 1k
In questo senso è inutile che le ripeta, perché le è già stato risposto. Se vuole delle risposte che le fanno aggravare il suo modo di aggrovigliarsi su certi pensieri (peraltro su questioni non sussistenti), o che siano una mancata occasione per farla render conto di certi meccanismi, no.

Lei continua a ripeterle perché si rifiuta di considerare le risposte. Questo può dipendere dalla natura delle domande, o perché si sta piccando di obbligare gli altri a dar risposte che non ritengono opportune (e che sostanzialmente sono inesistenti). Ovviamente se mette la stessa domanda su altri siti troverà chi le dà la rispostina letterale, quindi eviti poi di dire "ecco, era questa la risposta, me l'hanno data, ci voleva tanto ?".

Se insiste si chiuderà il consulto perché diventa inutile per tutti.

Dr.Matteo Pacini
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Salve
Ho continuato a postare le domande perchè sinceramente non riesco a capire se tramite i messaggi precedenti mi avete risposto oppure no.

"In questo senso è inutile che le ripeta, perché le è già stato risposto."
Ho riletto i messaggi ma non ho trovato né un SI né un NO alle mie domande.

"Lei continua a ripeterle perché si rifiuta di considerare le risposte".
MA DOVE STANNO STE RISPOSTE? IO NON LE VEDO.
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico igienista 45k 1.1k
Rilegga meglio e con attenzione, senza cercare "si" o "no", questa tipologia di risposte le può avere solo all'asilo.

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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Diabetologo, Medico delle dipendenze 47k 1k
Le ho detto, Lei cerca la risposta alla domanda "da male si o no ?", insiste nel voler trovare questa risposta qui. Ce ne sono ben altre. E le è stato spiegato perché.

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Salve. Al di là delle domande che ho fatto, sono distrutto. Oggi ho fatto la visita ma il dot. Si è rifiutato di fare prescrizioni e quindi devo andare altrove( perchè in passato non ho dimostrato fiducia, non prendendo i farmaci che mi aveva prescritto). Ora, penso che solo lui poteva curarmi perchè utilizza tutti i farmaci, compresi i farmaci anti-MAO. Ora, non riuscendo a trovare qualcuno altro che prescrive questi farmaci nella mia zona, sro cadendo in una situazione di forte agitazione con intorpimento dei muscoli e tensioni addominali importanti.
Non so cosa fare, vi prego datemi un consiglio. Ho bisogno di aiuto.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Diabetologo, Medico delle dipendenze 47k 1k
Lei è su una pessima strada, quella di andare a dire ai medici cosa le devono prescrivere. Ma cosa ne sa di IMAO o non IMAO ? Il medico perché si è rifiutato di fare le prescrizioni ? Cosa gli ha chiesto di prescriverLe ?

"Ora, non riuscendo a trovare qualcuno altro che prescrive questi farmaci nella mia zona, "

Lei ha bisogno di un medico che decida cosa deve prendere, non un medico che prescriva quello che Lei gli indica.

Aiuto non significa niente, qui si fanno commenti e si danno per quanto possibile indicazioni, ma non riguarda il fatto di sostituire un servizio medico e soprattutto di prescrizione.

Dr.Matteo Pacini
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No dottore avete capito male. Non ho fatto nessuna proposta, a me interessa un medico che utilizzi tutti gli strumenti, come gli anti-IMAO, terapia elettronconvulsivante etc... Così sono sicuro di avere un medico psichiatra esperto.
Richiesta d'aiuto non intendevo affatto una prescrizione, ma un consiglio su cosa posso fare.
Si è rifiutato di prescrivere altre terapie perchè io non le ho prese in passato.
Gli specialisti sulle farmacoresistenze si trovano anche al CSM oltre le aziende ospedaliere universitarie? Ora come ora sto malissimo e mi sento inguaribile
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Di un nuovo specialista non mi riesco a fidare, perchè, nella mia zona(Campania), non ci sono psichiatri che sanno usare la terapia elettronconvulsivante, anti-IMAO etc.. al di fuori di quello specialista e ció mi manda in panico e mi sento spaesato. Inoltre non mi fido di nuovi specialisti perchè ho paura di trovare degli incompetenti e ciò mi farà mangiare le mani quando penserò che mi son fatto sfuggire quel medico che sapeva prescrivere tutto
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Il pensiero peggiore è: lui è l'unico clinico che mi poteva far stare meglio perchè ho raccolto abbastanza dati in particolare sa impostare il giusto trattamento farmacologico per ogni condizione. Ora, penso che non esista nessun'altro come lui e quindi nessuno mi può guarire e ho la vita rovinata per sempre.
Ho perso la mia unica grande opportunità.

Altro pensiero davvero cupo: ora penso di essere il peso per la mia famiglia e farò ammalare tutti di disturbi mentali.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Diabetologo, Medico delle dipendenze 47k 1k
I medici usano gli strumenti che possono gestire. Se il medico ritiene le sia utile un trattamento, tipo l'ect, glielo può indicare, però poi non dipende da lui se non lo gestisce direttamente.
Qui però sembra che prima Lei si preoccupa di quali trattamenti, selezionandoli già in partenza, e poi si fa visitare.
Così inoltre rischia di orientarsi verso uno "specialista in"... con un'aspettativa non realistica e che perde di vista il senso comune delle cose.
Lei può interagire con un medico, ma se l'interazione deve sostanzialmente sviscerare se ha gli strumenti adatti a Lei o no, può diventare inutile. Per il resto, domande preliminari sono sufficienti a capire se quello specialista può o meno gestire il trattamento x o y. Ma, ripeto, questo avrebbe senso se Lei sapesse già che è indicato quello, altrimenti no.

Dr.Matteo Pacini
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Dottore Salve e grazie per la risposta. Ascolti, ho un ultimo taro: ho una fortissima paura che un nuovo medico non conosca gli effetti collaterali a lungo termine dei farmaci psichiatrici, in particolare degli antipsicotici e degli SSRI(sindrome da ottundimento, discinesie). Ho 22 anni non posso rischiare queste cose.Ho una forte paura che possano danneggiare il mio organismo. Invece, quel medico le sapeva queste cose. Ora come faccio? I medici che so di sicuro che sanno determinate cose, si trovano al nord Italia e io sono del sud.
Sono rovinato non posso rischiare l'ottundimento emotivo, perchè già sono depresso di mio.
Anzi, dottore, io vorrei farvi una domanda per il mio bene: per togliere tutti questi dubbi, cioè avere un clinico che sa usare tutti i farmaci, sa gli effetti collaterali a lungo termine e individua la bipolarità sotto soglia, dovrei andare dalle mie parti( comunque andrò in una struttura di 3 livello dove ci sono pazienti complessi) con un professionista alla cieca o recarmi al nord dove posso trovare un clinico che ha queste caratteristiche?
Scusatemi ma sono in tremenda difficioltà, è orribile non fidarsi di un medico
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Diabetologo, Medico delle dipendenze 47k 1k
Queste domande sono uguali a quella iniziale, tutte della stessa matrice. E' possibile che in futuro mi vadano male le cose ? Che si faccia qualche mossa sbagliata irrimediabile ?
Tutte nello stesso senso.

Per cui, la cura per adesso le è stata impostata.


Aveva fatto polemica sul fatto che tutte le domande siano considerate ossessive....
A riprova del fatto che qui non si risponde a caso, quelle che pone sopra che sarebbero.... ?

Dr.Matteo Pacini
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