Difficoltà a trovare terapia per disturbo di ansia persistente
Salve, da due anni soffro di un disturbo d'ansia debilitante, con una tensione costante durante tutto il giorno, che si manifesta come una sensazione di "attacco e fuga" persistente.
Mi trovo bloccata in un circolo di paure continue, e pur avendo un pensiero critico attivo, mi risulta difficile ragionare in modo chiaro e rapido.
Ho consultato vari psichiatri, che mi hanno prescritto terapie con antipsicotici, ma i risultati sono stati parziali. Ad esempio, quando ho assunto Olanzapina (10 mg), la tensione si è alleggerita, ma la mente è diventata più "lontana" e l'ansia non è mai scomparsa del tutto, tanto che ho dovuto ricorrere anche allo Xanax.
L'Olanzapina, inoltre, mi ha reso apatica e ha comportato un notevole aumento di peso. Altri farmaci, come l'Aripiprazolo, hanno ridotto i pensieri intrusivi, ma mi hanno provocato una sensazione di eccessiva stimolazione. Ritengo che la mia condizione non possa essere trattata esclusivamente con un approccio psichiatrico standard.
Credo che il disturbo d'ansia abbia radici più profonde, probabilmente legate a esperienze personali complesse e a un possibile PTSD. Tuttavia, la terapia farmacologica proposta finora non ha portato a risultati soddisfacenti e, anzi, ha avuto effetti collaterali dannosi. Gli antidepressivi che mi sono stati prescritti hanno peggiorato l'ansia, il che mi fa pensare a una possibile sensibilità neurologica che influisce sul mio stato.
Al momento, i farmaci non sembrano efficaci e, anzi, contribuiscono ad aumentare la mia sofferenza psicologica e fisica. Per questi motivi, mi chiedo se un approccio neurologico possa essere più adeguato per valutare la causa di questo disturbo e identificare una terapia mirata che non si limiti ai soli farmaci psichiatrici
sarei molto grata se potreste indicarmi la strada migliore per affrontare questo problema.
ringrazio in anticipo per l'attenzione e resto in attesa di un riscontro
Mi trovo bloccata in un circolo di paure continue, e pur avendo un pensiero critico attivo, mi risulta difficile ragionare in modo chiaro e rapido.
Ho consultato vari psichiatri, che mi hanno prescritto terapie con antipsicotici, ma i risultati sono stati parziali. Ad esempio, quando ho assunto Olanzapina (10 mg), la tensione si è alleggerita, ma la mente è diventata più "lontana" e l'ansia non è mai scomparsa del tutto, tanto che ho dovuto ricorrere anche allo Xanax.
L'Olanzapina, inoltre, mi ha reso apatica e ha comportato un notevole aumento di peso. Altri farmaci, come l'Aripiprazolo, hanno ridotto i pensieri intrusivi, ma mi hanno provocato una sensazione di eccessiva stimolazione. Ritengo che la mia condizione non possa essere trattata esclusivamente con un approccio psichiatrico standard.
Credo che il disturbo d'ansia abbia radici più profonde, probabilmente legate a esperienze personali complesse e a un possibile PTSD. Tuttavia, la terapia farmacologica proposta finora non ha portato a risultati soddisfacenti e, anzi, ha avuto effetti collaterali dannosi. Gli antidepressivi che mi sono stati prescritti hanno peggiorato l'ansia, il che mi fa pensare a una possibile sensibilità neurologica che influisce sul mio stato.
Al momento, i farmaci non sembrano efficaci e, anzi, contribuiscono ad aumentare la mia sofferenza psicologica e fisica. Per questi motivi, mi chiedo se un approccio neurologico possa essere più adeguato per valutare la causa di questo disturbo e identificare una terapia mirata che non si limiti ai soli farmaci psichiatrici
sarei molto grata se potreste indicarmi la strada migliore per affrontare questo problema.
ringrazio in anticipo per l'attenzione e resto in attesa di un riscontro
La sua descrizione suggerisce un disturbo d'ansia complesso, possibilmente con componenti di PTSD e una risposta atipica ai trattamenti psichiatrici standard.
Un consulto neurologico potrebbe essere utile per escludere condizioni mediche sottostanti che imitano o esacerbano l'ansia (es. disturbi convulsivi, malattie neurometaboliche, lesioni cerebrali). È importante segnalare la sua sensibilità ai farmaci e gli effetti collaterali avversi sperimentati.
Il neurologo potrebbe considerare esami come EEG risonanza magnetica cerebrale e test neuropsicologici, a seconda dei sintomi specifici e dei sospetti clinici.
In ogni caso è utile considerare la pertinenza psichiatrica della questione una volta escluse altre cause, con trattamenti che possano fornire una risposta terapeutica più efficace.
È fondamentale discutere con il suo medico curante o uno specialista per definire il percorso diagnostico e terapeutico più appropriato, tenendo conto della sua storia clinica, e dei suoi sintomi.
Un consulto neurologico potrebbe essere utile per escludere condizioni mediche sottostanti che imitano o esacerbano l'ansia (es. disturbi convulsivi, malattie neurometaboliche, lesioni cerebrali). È importante segnalare la sua sensibilità ai farmaci e gli effetti collaterali avversi sperimentati.
Il neurologo potrebbe considerare esami come EEG risonanza magnetica cerebrale e test neuropsicologici, a seconda dei sintomi specifici e dei sospetti clinici.
In ogni caso è utile considerare la pertinenza psichiatrica della questione una volta escluse altre cause, con trattamenti che possano fornire una risposta terapeutica più efficace.
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Risposta creata con il supporto di Medicitalia.AI
Gentile utente,
Una valutazione neurologica può escludere "cause neurologiche" della sintomatologia ansiosa. Una volta escluse le cause neurologiche, cosa probabile sulla base dei dati forniti, ma non certa, se la diagnosi è quella di un disturbo d'ansia (panico, ansia generalizzata ecc), le terapie con indicazione per queste diagnosi e che quindi andrebbero usate in prima linea sono rappresentate dagli inibitori selettivi del reuptake della serotonina (Antidepressivi SSRI) come ad esempio sertralina, escitalopram, paroxetina ecc... Gli inibitori selettivi del reuptake della Noradrenalina e della Serotonina (SNRI) come venlafaxina, duloxetina, oppure alcuni antedepressivi triciclici (tra tutti Clomipramina e Imipramina)
Poi tutta una serie di farmaci di seconda linea ed altre strategie che possono risultare molto efficaci (Gabapentin, Pregabalin, Antipsicotici di prima e di seconda generazione, benzodiazepine e qualche altro).
Alle terapie farmacologiche possono associarsi psicoterapie.
"Gli antidepressivi che mi sono stati prescritti hanno peggiorato l'ansia, il che mi fa pensare a una possibile sensibilità neurologica che influisce sul mio stato." Chi soffre di disturbi d'ansia, in particolare disturbo di panico, ha un sistema nervoso più sensibile a sostanze di vario tipo (caffeina, nicotina) quindi anche a determinati farmaci. Lo stesso vale per molti pazienti che soffrono di altri tipi di condizioni psichiatriche come ad esempio il disturbo bipolare.
Ci aggiorni
Una valutazione neurologica può escludere "cause neurologiche" della sintomatologia ansiosa. Una volta escluse le cause neurologiche, cosa probabile sulla base dei dati forniti, ma non certa, se la diagnosi è quella di un disturbo d'ansia (panico, ansia generalizzata ecc), le terapie con indicazione per queste diagnosi e che quindi andrebbero usate in prima linea sono rappresentate dagli inibitori selettivi del reuptake della serotonina (Antidepressivi SSRI) come ad esempio sertralina, escitalopram, paroxetina ecc... Gli inibitori selettivi del reuptake della Noradrenalina e della Serotonina (SNRI) come venlafaxina, duloxetina, oppure alcuni antedepressivi triciclici (tra tutti Clomipramina e Imipramina)
Poi tutta una serie di farmaci di seconda linea ed altre strategie che possono risultare molto efficaci (Gabapentin, Pregabalin, Antipsicotici di prima e di seconda generazione, benzodiazepine e qualche altro).
Alle terapie farmacologiche possono associarsi psicoterapie.
"Gli antidepressivi che mi sono stati prescritti hanno peggiorato l'ansia, il che mi fa pensare a una possibile sensibilità neurologica che influisce sul mio stato." Chi soffre di disturbi d'ansia, in particolare disturbo di panico, ha un sistema nervoso più sensibile a sostanze di vario tipo (caffeina, nicotina) quindi anche a determinati farmaci. Lo stesso vale per molti pazienti che soffrono di altri tipi di condizioni psichiatriche come ad esempio il disturbo bipolare.
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Dr Accursio Raia, Medico Specialista in Psichiatria (Università degli Studi di Pisa). | https://sites.google.com/view/dott-raia-psichiatra/home-page?
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 267 visite dal 05/10/2025.
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Approfondimento su Ansia
Cos'è l'ansia? Tipologie dei disturbi d'ansia, sintomi fisici, cognitivi e comportamentali, prevenzione, diagnosi e cure possibili con psicoterapia o farmaci.
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