Trazodone e ansia notturna: effetto immediato o a lungo termine?

Buongiorno,
A seguito di un periodo di stress legato all’acquisto di casa e a tematiche legate al lavoro ho iniziando ad avere crisi molto forti di ansia.
Seguo percorso con psicoterapeuta e ho svolto visita con specialista psichiatra a causa della gravità dei sintomi.
Lo psichiatra ha identificato un tendenza ossessiva (senza compulsioni) e una personalità molto rigida.

In sintesi ho iniziato a soffrire di forti attacchi d’ansia durante il sonno.
Nessun problema all’addormentamento, ma alle 3 di notte mi sveglio con fortissima ansia, somatizzazione e ruminazione mentale.
La debilitazione del sonno si riflette anche sul giorno che mi fa vivere con ansia costante e difficoltà nello svolgere le mansioni quotidiane.

A seguito di visita con psichiatra mi è stato prescritto trazodone in gocce da prendere prima di coricarmi, 10ggt ed eventualmente aumentabili fino a 25ggt.
Inoltre alprazolam al bisogno per i picchi di ansia.

Ad oggi dopo 6 notti di assunzione, e dopo i primi giorni in cui non notando miglioramenti, sono salito da 10 a 15 e successivamente a 20ggt, ho notato un miglioramento del sonno.

Alprazolam cerco di non utilizzarlo, ma ho dovuto nelle prime notti a causa dei forti attacchi d’ansia notturni ricorrenti.

Vorrei chiedere gentilmente se l’uso del trazodone per la cura dell’ansia associata all’insonnia, nei dosaggi a me prescritti, comporta benefici sul sonno già dalla prima assunzione o l’effetto benefico si concretizza su più lungo periodo.
Dalla prima assunzione ho notato quando andavo a letto un effetto ipnoinducente immediato, anche se si avevano ancora risvegli.
Oggi invece ho fatto la prima notte in cui ho dormito molte ore senza problemi d’ansia, anche se di giorno è un po’ presente in forma lieve.
Volevo capire se il miglioramento può essere legato all’aumento del dosaggio da 10ggt a 20ggt oppure se ci sarebbe probabilmente stato anche mantenendo le 10ggt ma attendendo un tempo di attivazione.
La domanda nasce perché non vorrei incorrere in problemi dí sonnolenza diurna, nel caso avessi avuto fretta di passare la fase critica aumentando il dosaggio.


Grazie e saluti
Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico igienista 45k 1.1k
Il trazodone è un farmaco spesso utilizzato per l'insonnia, grazie alle sue proprietà sedative e ansiolitiche.

L'effetto ipnoinducente, ovvero la sensazione di sonnolenza che facilita l'addormentamento, può manifestarsi già dalla prima assunzione.

Tuttavia, i benefici sul sonno, come la riduzione dei risvegli notturni e della durata complessiva dell'insonnia, di solito si manifestano in modo più evidente e stabile nel corso di diversi giorni o settimane di assunzione regolare.
Nel suo caso specifico, lei ha riferito un effetto ipnoinducente immediato, ma i miglioramenti significativi nel sonno si sono concretizzati dopo un aumento del dosaggio da 10 a 20 gocce.

Se avverte sonnolenza diurna eccessiva, potrebbe essere necessario discutere con il suo psichiatra la possibilità di ridurre leggermente il dosaggio o modificare l'orario di assunzione.

L'effetto sul sonno può essere temporaneo e non risolutivo per la condizione generale.
L'utilizzo del trazodone per aumentare l'effetto sul sonno è piuttosto comune ma l'azione sulla sintomatologia generale a volte non è soddisfacente.

Il dosaggio di partenza era comunque troppo basso. La terapia va mantenuta a dosaggi terapeutici e non deve subire variazioni o essere sottoposta a scelta personale.

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Grazie Dottore per la risposta.
In genere per questo genere di disturbi quale dosaggio è usualmente adottato?
(L’uso per insonnia essendo off-label non trova indicazione dí dosaggio nei bugiardino).
Naturalmente dipende dalla risposta del singolo paziente, ma in termini statistici avrebbe un’indicazione orientativa?
Partire con le 10ggt nel mio caso era per verificare eventuali reazioni avverse, non avendo mai preso il farmaco.
Grazie
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico igienista 45k 1.1k
In questo momento stiamo parlando di dosi minime e quindi anche non terapeutiche.

Il problema è che l'utilizzo del farmaco va ad agire inducendo il sonno come effetto secondario e non principale, pertanto i pazienti rispondono a questo effetto in modo variabile.

Si è diffuso un utilizzo in questi termini ma la realtà clinica è ben differente.

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Non mi è chiaro il significato dell’ultima frase. Cosa intende?
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