Ansia depressione panico

Credo di essere troppo stanca per essere disperata vorrei solo che ogni cosa si dissolvesse.A 7 anni ho subito molestie sessuali da parte di una parente di 15.anche se forse essendo lei molto giovane e di sesso femminile non posso parlare di molestie.L'ho spiegato a mia madre che non ha purtroppo saputo gestire nel modo + adeguato la situazione dicendomi che avevo commesso gravi atti impuri ed ero in peccato mortale.Mi ha portato immediatamente dal sacerdote che, non avendo ancora fatto la prima confessione,non ha ovviamente nè potuto nè voluto confessarmi.Da adolescente ho sofferto di anoressia in forma non grave,non accettavo il fatto di avere il seno.Sono arrivata ai 41kg e ho ricominciato a mangiare solo a 18 anni dopo un intervento chirurgico di riduzione.
Dopo il liceo ero confusa riguardo alla scelta universitaria,ho,con superficialità,seguito il consiglio di un parente:fisica.Dopo 11 esami su 19 ero allo stremo.Era uno sforzo intellettualmente titanico per me.Lo svenimento ad un esame ha chiuso la questione.depressione conseguente.Mi rivolgo ad uno psichiatra.A 27 mi iscrivo a scienze dell'educazione dove mi laureo in corso e con lode ma con una forte ansia in tutte le situazioni d'esame.Lo psichiatra mi ha seguita per 8 anni.Sembrava la fine di un lungo periodo difficile e l'inizio di una vita almeno formalmente normale(non ho mai avuto rapporti sessuali,non ho mai baciato nessuno,i maschi mi terrorizzano).Ho amato e amo molto un ragazzo...se si può chiamare amore qualcosa che non esce dalla tua mente.Mi vergogno di me stessa,le cicatrici al seno non sono + un'assicurazione contro il sesso,ma una mutilazione che vivo con dolore e vergogna.
Il mio psichiatra è stato per 8 anni entusiasta,supportivo e incoraggiante.I suoi abbracci da estroverso allegro mi facevano sentire accettata.Non ne ero innamorata, più semplicemente gli volevo veramente bene e mi sentivo aiutata.Se non fosse stato per lui non mi sarei mai laureata.Mi aveva ripetutissimamente proposto un lavoro in collaborazione con lui(il tale lavoretto nel tal posto una cosa certa non devo chiedere a nessuno basta la mia firma).Poi è andato in vacanza 2 settimane e al ritorno niente era simile a prima.Se mi avesse detto che aveva riflettuto sull'intera faccenda e trovava + giusto che io andassi per la mia strada sostenuta da lui psicologicamente avrei -soffrendoci- capito subito e alla lunga probabilmente apprezzato.
Invece quando ho trovato il coraggio di chiedere una spiegazione (con una frase cattiva e rabbiosa devo dire sono esplosa)lui mi ha risposto che avevo capito male con un'aggressività che mi ha lasciato muta, era più esploso di me.Se non fosse stato per i miei genitori,che erano stati presenti in diverse occasioni,e che,a quanto pare soffrono di allucinazioni uditive come me,penso che il dolore sarebbe stato + forte.So che non sono matta.Ma non so chi sono.Su cos'altro mi ha mentito?Cos'altro mi sono sognata?Ho guardato in uno specchio deformato ad arte per 8 anni?E ora che si è rotto?Mi avrebbe detto qualsiasi cosa per farmi stare meglio ma ora sto peggio.Non mi sono mai sentita più spaventata dal mondo.Il quadro fino a poco fa era così teatrale da essere involontariamente comico:ansia sociale da non riuscire a uscire da casa,attacchi di panico,bruciore allo stomaco,sangue dal naso, uno svenimento,diarrea,lieve dermatite,dimagrita di 10 kg(questo mi fa piacere),perdite vaginali(la ginecologa mi ha fatto un'ecografia mentre stavo ancora mestruando e mi ha detto che l'endometrio era già spesso e pronto per una nuova mestruazione)Stanchezza,insonnia e comunque mi sveglio spaventata,tachicardia,respiro affannoso.Proprio la ginecologa mi ha consigliato di rivolgermi a uno psichiatra.Io avrei voluto non parlare + di niente a nessuno ma sono a pezzi anche fisicamente.
Mi sta curando con lo zoloft che solo oggi ho portato a 100 ma che vuole alzare ulteriormente e prazene.Ho cominciato 3 settimane fa e va un pò meglio.Mi è sembrato cortese e distaccato.il che mi rassicura.Non voglio un finto amicone un tanto all'ora voglio un medico.Sto lasciando un master a cui tenevo tantissimo perchè ho avuto un attacco di panico a lezione e ho paura degli altri.Non so cosa fare di me stessa.non posso suicidarmi intanto che mia madre è viva,le darebbe un dolore non tollerabile,ma non voglio finire in un centro psichiatrico a intrecciare i canestri,darebbe troppo dolore a me.
Al "nuovo" psichiatra non ho parlato di quello vecchio,penso non mi crederebbe mai..isteria familiare,un'ansia che ha fatto prendere fischi per fiaschi,una che ha confuso lo psichiatra per un'agenzia di collocamento.La mia è la parola di una persona con problemi, è una parola a metà,la sua è la parola di un medico.Come si fa a far credere a una persona con problemi enormi di averne di peggiori(aver immaginato cose mai accadute)quando basterebbe dire ho sbagliato a farti promesse che non sarebbe giusto mantenere?Avevo bisogno di sfogarmi.Passiamo al prob attuale.Si può davvero guarire dall'ansia sociale..perchè non riesco + a parlare se non davanti ai parenti...Io ne prendo anche 600 di zoloft, mal di testa e nausea non sono un problema,non per me.Mi sento così sola,ho un bisogno disperato degli altri e mi fanno così paura.La terapia di 8 anni non ha risolto pressocchè nulla.Sono consapevole a livello razionale ma questo non cambia il mio modo di comportarmi.La mia mente capisce e accetta.Il mio corpo continua nell'autosabotaggio.Non so come imposterà le cose il mio nuovo terapista ma dubito che sia Lourdes.
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Dr. Vincenzo Menniti Psichiatra 126 2
Gentile utente, dal suo post emergono problematiche che si porta dietro da fin troppo tempo e per le quali solo un valido supporto farmacologico e successivamente psicoterapico possono giovarle.
La terapia che sta assumendo può andare bene, anche se credo che avrebbe bisogno di una cura più "composita" (molto probabilmente uno stabilizzatore del tono dell'umore potrebbe giovare al suo caso). La mia ,naturalmente, non costituisce un'indicazione terapeutica in quanto conosco fin troppo poco di lei, della sua anamnesi e della sua situazione attuale.L'importante è focalizzarsi sui risultati che sta ottenendo con la cura attuale e fidarsi del suo psichiatra che saprà integrare la cura con altri farmaci, se necessario, al momento opportuno.

Cordiali saluti
Dott. Vincenzo Menniti

[#2]
Dr. Daniel Bulla Psicologo, Psicoterapeuta 3.6k 187 37
Gentile Utente,
ho letto con attenzione la sua mail, e mi dispiace Lei abbia sofferto così tanto, non è giusto, sono d'accordo con Lei.
Allora forse introdurrei una nuova variabile: perchè non contatta una psicologa della sua città? Affiancare la farmacoterapia alla psicoterapia è spesso una buona soluzione. Nel suo caso stabilire un rapporto con una donna secondo me potrebbe rappresentare un'ottima risorsa per Lei.

Non soffra più da sola

Daniel Bulla

dbulla@libero.it

Cordialmente

Daniel Bulla

dbulla@libero.it, Twitter _DanielBulla_

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