Aggiungo che mi è stata diagnosticata l'emicrania con aura
Buonasera e grazie in anticipo ai dottori che mi risponderanno.
Sono una ragazza di 21 anni, ho una situazione familiare che ha molto a che vedere con l'ansia e la depressione e penso che quello che sto vivendo in questi giorni sia uno dei diretti prodotti di questo.
Da qualche giorno ho la forte sensazione di non essere me stessa. Mi guardo allo specchio e mi viene il panico, mi chiedo chi sono e non so trovare delle risposte, scoppio a piangere. Guardo il mio ragazzo negli occhi e so di doverlo amare, so che in condizioni normali lo amo ma...non riesco a provare nulla. Vivo spesso notti come questa, insonni, in lacrime e in "delirio". Ho paura di impazzire. Di rovinare la mia vita. Voglio svegliarmi da questo incubo e tornare alla normalità e non so come fare. Qualche volta va un po' meglio mentre studio o quando sono in piscina ma per il resto da due settimane o poco più sono sprofondata in questa condizione di "depersonalizzazione" come ho visto che viene chiamata. Vi chiedo, secondo voi può passare da sola? Dovrei fare delle visite? Io non vorrei prendere farmaci, mio padre è una vita che ne prende e non è cambiato nulla...Non è la vita che voglio fare io. Ma nemmeno questa, in cui non so chi sono lo è e quindi vi chiedo, cosa dovrei fare?
Aggiungo che mi è stata diagnosticata l'emicrania con aura. Sarebbe consigliabile un ulteriore visita neurologica?
Se poteste aiutarmi con un consiglio vi sarei molto grata.
Cordiali saluti
Sono una ragazza di 21 anni, ho una situazione familiare che ha molto a che vedere con l'ansia e la depressione e penso che quello che sto vivendo in questi giorni sia uno dei diretti prodotti di questo.
Da qualche giorno ho la forte sensazione di non essere me stessa. Mi guardo allo specchio e mi viene il panico, mi chiedo chi sono e non so trovare delle risposte, scoppio a piangere. Guardo il mio ragazzo negli occhi e so di doverlo amare, so che in condizioni normali lo amo ma...non riesco a provare nulla. Vivo spesso notti come questa, insonni, in lacrime e in "delirio". Ho paura di impazzire. Di rovinare la mia vita. Voglio svegliarmi da questo incubo e tornare alla normalità e non so come fare. Qualche volta va un po' meglio mentre studio o quando sono in piscina ma per il resto da due settimane o poco più sono sprofondata in questa condizione di "depersonalizzazione" come ho visto che viene chiamata. Vi chiedo, secondo voi può passare da sola? Dovrei fare delle visite? Io non vorrei prendere farmaci, mio padre è una vita che ne prende e non è cambiato nulla...Non è la vita che voglio fare io. Ma nemmeno questa, in cui non so chi sono lo è e quindi vi chiedo, cosa dovrei fare?
Aggiungo che mi è stata diagnosticata l'emicrania con aura. Sarebbe consigliabile un ulteriore visita neurologica?
Se poteste aiutarmi con un consiglio vi sarei molto grata.
Cordiali saluti
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero
Psichiatra, Psicoterapeuta
41.2k 1k 63
Gentile utente,
essendo presente una familiarita' per problemi psichiatrici dovrebbe fare una visita psichiatrica in presenza dei sintomi che lamenta in quanto potrebbero rappresentare l'inizio di una qualche problematica da comprendere.
Cio' non toglie che il fenomeno descritto puo' indicare la presenza di disfunzioni psicologiche che potrebbero non sfociare in una patologia psichiatrica ma che richiedono una attenzione in ogni caso.
Si affidi allo psichiatra senza negare la possibilita' di trattamenti di qualsiasi tipo, facendo presente tutto quanto riterra' opportuno in modo da poter consentire il trattamento piu' adeguato alla sua situazione.
essendo presente una familiarita' per problemi psichiatrici dovrebbe fare una visita psichiatrica in presenza dei sintomi che lamenta in quanto potrebbero rappresentare l'inizio di una qualche problematica da comprendere.
Cio' non toglie che il fenomeno descritto puo' indicare la presenza di disfunzioni psicologiche che potrebbero non sfociare in una patologia psichiatrica ma che richiedono una attenzione in ogni caso.
Si affidi allo psichiatra senza negare la possibilita' di trattamenti di qualsiasi tipo, facendo presente tutto quanto riterra' opportuno in modo da poter consentire il trattamento piu' adeguato alla sua situazione.
https://wa.me/3908251881139
https://www.instagram.com/psychiatrist72/
[#4]
Dr. Matteo Pacini
Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze
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Gentile utente,
Il termine depersonalizzazione si può riferire a sintomi comuni a diverse malattie, a partire dalla depressione.
Se una persona prende medicine a lungo questo dipende da quale malattia ha, e ovviamente se la persona li continua ad assumere su consiglio del medico significherà che si prevede che in assenza di cura la situazione sarebbe peggiore, altirmenti che logica c'è ?
"Non voglio prendere farmaci" è una espressione un po' magico-scaramantica, le malattie non si rivelano quando uno le cura, e il farmaco una delle forme più comuni di curare un sistema biologico come il corpo umano, che soffra di cuore o di cervello.
Le cure si fondano su diagnosi e le diagnosi su visite. L'unico errore che attualmente si fa è curare troppo tardi malattie di cui già si conoscono fattori di predispozione, come se si stesse ad aspettare la loro scomparsa o si credesse che "non curando" la malattia recede, mentre curandola il cervello si rassegna e quindi lo la debellerà.
Questi sono ragionamenti paradossali, riservati solo a questo settore della medicina in cui le malattie non sono visibili bene da chi le ha perché coinvolgono il cervello stesso che dovrebbe esserne testimone. Ma dall'esterno sono ben visibili.
Faccia quindi una valutazione psichiatrica e le sarà consigliato il da farsi.
Il termine depersonalizzazione si può riferire a sintomi comuni a diverse malattie, a partire dalla depressione.
Se una persona prende medicine a lungo questo dipende da quale malattia ha, e ovviamente se la persona li continua ad assumere su consiglio del medico significherà che si prevede che in assenza di cura la situazione sarebbe peggiore, altirmenti che logica c'è ?
"Non voglio prendere farmaci" è una espressione un po' magico-scaramantica, le malattie non si rivelano quando uno le cura, e il farmaco una delle forme più comuni di curare un sistema biologico come il corpo umano, che soffra di cuore o di cervello.
Le cure si fondano su diagnosi e le diagnosi su visite. L'unico errore che attualmente si fa è curare troppo tardi malattie di cui già si conoscono fattori di predispozione, come se si stesse ad aspettare la loro scomparsa o si credesse che "non curando" la malattia recede, mentre curandola il cervello si rassegna e quindi lo la debellerà.
Questi sono ragionamenti paradossali, riservati solo a questo settore della medicina in cui le malattie non sono visibili bene da chi le ha perché coinvolgono il cervello stesso che dovrebbe esserne testimone. Ma dall'esterno sono ben visibili.
Faccia quindi una valutazione psichiatrica e le sarà consigliato il da farsi.
Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 2.2k visite dal 10/04/2010.
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