Sospensione farmaci

Mia madre nel Maggio del 2010 ha avuto il primo episodio maniacale per il quale le è stato effettuato un TSO poichè non si riusciva a farla calmare. Non ha mai avuto alcun sintomo prima,ne di ipomania ne di depressione.Nessuna patologia cronica associata nè familiarità. L'episodio di scompenso si è verificato in un periodo preceduto da forti stress emotivi caratterizzati da continui conflitti ed abbandoni (minacce verbali) di mio padre,più un grave lutto in famiglia. Una serie di stress che l'hanno portata a mio parere allo scompenso affettivo. Nel ricovero in ospedale gli è stato subito somministrato un cocktail di farmaci a dosi elevate,benzodiazepine,litio e antipsicotici. Dopo le mie continue richieste gli è stata effettuata una risonanza encefalo che ha rilevato la presenza di un meningioma calcifico in sede frontale,ritenuto però dai neurochirurghi un accidentaloma non correlabile con la sintomatologia. Al ricovero gli è stata fatti diagnosi di disturbo bipolare e ha mantenuto come terapia 3 da 300mg di carbolitio,15 gocce di aloperidolo e 15 di en una volta al giorno (la notte). Oggi lo psichiatra che la segue (l'ha presa in cura solo questo mese) ha numerose riserve sulla diagnosi effettuata durante al TSO,in quanto è stato un solo episodio non preceduto ne susseguito da altri episodi maniacali ne tanto meno depressivi. Mira alla sospensione dei farmaci e stanno lentamente scalando l'alloperidolo. Le mie preoccupazioni riguardano i postumi. Io ho aspettato l'evoluzione della malattia e da quell'unico episodio è sempre stata eutimica,senza cali d'umore nè euforia. La mia paura è,possono i farmaci assunti sino ad oggi fino a che non verranno scalati e poi eliminati (e sarà un processo lungo di almeno 6 mesi) causare dei postumi?Lasciare dei residuati?Essendo farmaci associati a pesanti effetti collaterali temo l'effetto del farmaco stesso,posto ovviamente che poi non manifesti sintomatologia che possa confermare il bipolarismo. Per quanto temo anche sintomi psichiatrici associati ormai più al farmaco che alla patologia stessa in quanto la psichiatra stessa ha ritenuta eccessiva la terapia farmacologica che gli è stata somministrata essendoci alla basa una forte componente di stress emotivi per cui si poteva già fare tanto con la psicoterapia.
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41.1k 1k 63
Gentile utente

la diagnosi di disturbo bipolare e' possibile e frequente per pazienti non più giovani.

Il dosaggio dei trattamenti non risulta eccessivo, e la psicoterapia non e' una panacea ma un trattamento che va ponderato per indirizzare i pazienti appropriatamente.

Il rischio più grave e' che sua madre possa avere una ricaduta alla sospensione del trattamento od anche in fase di riduzione.

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dopo
Attivo dal 2010 al 2011
Ex utente
La ringrazio per la risposta Dott.Ruggero,spero che la psichiatra noti qualora ci siano modifiche nell'andamento della sospensione per prevenire eventuali ricadute. Ha infatti per ora iniziato a scalare solo il serenase,1 goccia ogni 3 giorni lasciando inviariato il litio che ha intenzione di scalare solo dopo il serenase dipendentemente ovviamente dall'andamento della terapia.

Non essendo io competente spero le scelte della psichiatra che la visita due volte al mese possano essere le più corrette per il suo status clinico,io conoscendo i farmaci temo sicuramente gli effetti collaterali (così come noto già le discinesie,rigidità e tremori) ma ovviamente ne riconosco la necessarietà per questo spero in ogni caso la terapia sia la più opportuna.

La psichiatra non ha escluso la diagnosi di disturbo bipolare,ha solo espresso delle riserve su una diagnosi certa trattandosi di un solo episodio non preceduto ne susseguito da altre alterazioni.Però ovviamente mi rendo conto che ciò non esclude un'eventuale diagnosi..essendo accaduto recentemente immagino si debba seguirne l'andamento e l'evoluzione nel tempo.

La ringrazio ancora per l'attenzione.
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