Dipendenza da subutex

Gentili Dottori,
il mio compagno, ora 40enne, ha un breve passato di tossicodipendenza da eroina (circa 1 anno), uso di altre sostanze per circa 10 anni (occasionalmente cocaina, hasish quotidianamente fino al maggio 2009).
Per 9 anni è stato in trattamento al Sert di zona con Subutex, che gli ha creato una fortissima dipendenza (sudorazioni notturne estenuanti, tremori fortissimi, episodi di febbri fino a 40° che nascevano e si risolvevano in 1 ora, lasciandolo poi estenuato, sorta di narcolessia già dal tardo pomeriggio, dolori alle gambe, mancanza di desiderio sessuale e scarsa erezione: questi gli effetti che ne sono derivati).
All'inizio del 2010 per sua espressa volontà di liberarsi di tale schiavitù e risalendo l'uso di eroina al 1996/97, si è ricoverato presso una clinica specializzata in dipendenze, dove però, pare non conoscessero bene il farmaco.
In un mese e mezzo la terapia gli è stata scalata da 4mg (dose che assumeva al ricovero) a zero.
Aggiungo che ha SEMPRE (anche in clinica) assunto Subutex per via endovenosa, sciogliendolo in una soluzione zuccherina. A suo dire, perché l'assunzione per via sublinguale gli procura forti dolori allo stomaco.
Uscito dalla clinica sembrava stesse bene, o perlomeno questo è stato ciò che ha voluto far credere.
In realtà pare abbia attraversato solo qualche breve fase di benessere, ma che perlopiù sia stato male, soffrendo di forti sbalzi d'umore, depressione, dolori, spossatezza, insonnia. Ha ammesso anche di aver pensato di nuovo all'eroina.
A causa di tutto ciò, da fine settembre 2010 è tornato ad assumere Subutex (4mg a settimana) sotto controllo medico, ma sempre iniettandoselo.
15 anni fa ha contratto il virus HCV, genotipo 1, mai curato, anzi, completamente trascurato fino ad oggi.
Per il resto, svolge una vita apparentemente normale, lavora duramente, non beve, fuma 1 pacchetto di sigarette al giorno, negativo ad altre epatite e all'HIV.
Da metà novembre 2010 segue una psicoterapia con cadenza bisettimanale presso una psichiatra/psicoterapeuta specializzata in tossicodipendenze.

Vengo alle domande:
è possibile che questa sua "ricaduta" verso il Subutex sia da attribuirsi anche all'errato modo di assumerlo?
So che, giustamente, voi medici sconsigliate sempre un'interruzione prematura dal Subutex, ma 9 anni non sono un tempo eccessivo e dannoso, soprattutto in caso di epatite C?
Se il Subutex è una cura, perché gli effetti collaterali che aveva erano così numerosi e pesanti?
L'eventuale biopsia al fegato, a cui dovrebbe sottoporsi a breve, potrebbe essere rischiosa nel suo caso, sempre per via del fatto che assume di nuovo il farmaco?
Vi ringrazio moltissimo.
C.

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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 990 248
Gentile utente,

mi sembra ci sia una certa confusione.

Il subutex assunto per via endovenosa per la tossicodipendenza non è una terapia, la terapia è sublinguale. L'uso improprio per via endovenosa esiste (o meglio esisteva perché è stata prodotta una formulazione per evitarlo), ma non è terapia. E' inverosimile che al SerT prescrivano questo, mentre è possibile che la persona utilizzi il farmaco in maniera impropria.
Il subutex per via linguale o endovenosa cambia completamente un parametro che fa la differenza tra sostanza in grado di indurre dipendenza (nel senso di tossicodipendenza) a sostanza oppiacea utilizzabile a scopo terapeutico sotto guida medica, per curare la dipendenza da oppiacei (eroina e altri eroino-simili).

Non capisco in che maniera possa assumere 4 mg di subutex sotto controllo medico e iniettandoselo, non ha senso.

Inoltre, mi sembra alquanto strano che una clinica specializzata in tossicodipenenze non conosca il subutex, che è uno dei due farmaci principali nella terapia della tossicodipendenza.

I sintomi che riferisce non sono sintomi della terapia con subutex, quelli che descrive all'inizio sembrano i classici sintomi dell'abuso di oppiacei rapidi (eroina e anche subutex per via endovenosa).

Conclusione: una tossicodipendenza da eroina necessita di un trattamento che non corrisponde a quel che Lei descrive. Come è possibile che un uso endovenoso di subutex (farmaco fatto per essere assunto per bocca) sia definito terapia con subutex per la tossicodipendenza ?
Cerchi di chiarire questo punto perché è oscuro.

La tossicodipendenza da eroina ha terapie ben precise e affidabili, che comprendono metadone e subutex, prescritti e monitorati da un medico e non certamente per via endovenosa. Chi riceve prescrizioni di subutex ma lo autogestisce ha due opzioni, o risponde ad una cura con subutex per via orale, in forma non iniettabile (subuxone), o è candidabile all'altra (metadone).

I casi con epatite C perché dovrebbero porre un limite alla terapia della tossicodipendenza ? Se mai c'è una ragione in più nel prevenire a lungo termine le ricadute.

https://www.medicitalia.it/minforma/psichiatria/569-subutex-buprenorfina-sublinguale-domande-e-risposte.html

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

[#2]
dopo
Attivo dal 2011 al 2014
Ex utente
Mi scusi dottore, devo essermi spiegata male: intendevo dire che il Subutex e il relativo attale dosaggio gli è stato prescritto da un medico tossicologo (e non dal Sert, che al momento non frequenta più), il quale - pare - sia al corrente che il mio compagno lo assuma per via endovenosa, ma non è stato certo il medico a consigliargli tale metodo di somministrazione.
Tenga presente che sapere le verità non è facile, le bugie raccontate sono tante...che il medico sia al corrente di come lui assuma il farmaco è quello che mi racconta, ma non è detto che sia la verità
In ogni caso, il fatto che se lo inietti è una certezza.
Attualmente gli vengono consegnate 2 pastiglie da 2mg a settimana, poi lui se le gestisce come vuole.
Spero di essere riuscita a spiegarmi meglio.
Gradirei tanto anche ricevere il suo parere in merito alla durata della cura prima della nuova assunzione: non crede che 9 anni di Subutex siano eccessivi?
La ringrazio molto.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 990 248
Gentile utente,

Le cose non credo proprio che stiano così.

Il Subutex è un farmaco utilizzato in ospedali/cliniche e nei SerT, come può vedere da:

http://www.farmaciaonline.it/farmacodetail.asp?minsan=033791029

Inoltre, le ripeto che è un farmaco preparato per assunzione sublinguale, non esiste la prescrizione per via endovenosa, oltre che impropria rispetto al farmaco come preparato, che non è fatto per essere iniettato, sarebbe impropria anche per lo scopo terapeutico, che con la somministrazione endovenosa non c'è.
Addirittura, poiché molti tossicodipendenti se lo iniettavano dopo averlo disciolto, e questo fenomeno oltre che pericoloso rendeva inutili i tentativi di usarlo come medicina, l'azienda ha prodotto una nuova versione che lo sta sostituendo e che non consente la somministrazione endovenosa (perché gli effetti in tal caso vengono automaticamente bloccati, mentre per bocca rimangono, ma rimangono per come devono essere a scopo terapeutico).

L'autogestione in questa maniera di un farmaco consegnato per essere usato in altro modo significa che non è in atto nessuna cura, solo un abuso di subutex.

9 anni di terapia con subutex non sono né pochi né tanti, ma le ripeto che quella che descrive non è la situazione di terapia con subutex. Se dice che l'assunzione per via "iniettiva" è una certezza, questo non può corrispondere ad una prescrizione medica.

Se la persona è in queste condizioni avrebbe bisogno di rivedere completamente la situazione, poiché probabilmente per la stessa ragione che l'ha portato ad aver bisogno di cure (la dipendenza) sta gestendo in maniera impropria la medicina.
[#4]
dopo
Attivo dal 2011 al 2014
Ex utente
Dottore, La ringrazio.
La Sua risposta mi è chiara e fuga ogni mio dubbio.
Ci tengo a precisare di NON AVER MAI DETTO CHE LA VIA ENDOVENOSA è stata suggerita o prescritta da un medico o dal SerT. E' stata una scelta del mio compagno, all'insaputa dei medici. Che tuttavia non si sono mai premurati di verificarne la corretta assunzione, affidando al paziente il farmaco nel dosaggio sufficiente per una settimana o più e non pretendendo che lo assumesse in loro presenza.
In questo modo i SerT non sono luoghi di cura, ma distributori di droga legale.
E' possibile che in alcuni SerT del Veneto il Subuxone non sia ancora reperibile?
[#5]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 990 248
Gentile utente,

l'uso endovenoso di subutex è un fenomeno ben conosciuto, ed ha una ragione molto semplice: la persona, non coperta nel suo desiderio di eroina dalla terapia orale, rimane con la spinta a "farsi" e può ripiegare su ciò che ha a disposizione, facendone uso tossicomanico anziché terapeutico. I casi sono due: o il subutex è sostituito con la forma non abusabile, oppure anche in questo caso la persona, pur assumendolo come deve, continua ad avere smania per l'eroina. In questo caso esistono altre opzioni terapeutiche per coprire i casi che non rispondono al subutex, ovvero l'altro farmaco principe della dipendenza da eroina, che è il metadone.
Questi farmaci sono utili se utilizzati secondo precise regole, di dose, durata e ovviamente via di somministrazione. Le terapie non sono "sostitutive", mentre invece con l'uso improprio che lei descrive in pratica si finisce per sostituire. Le sindromi febbrili inoltre possono essere provocate dall'introduzione in vena di una serie di sostanze tossiche fatte per passare nell'intestino, e non per andare nel sangue, in cui si depositano come corpi estranei. Inoltre, le compresse di subutex una volta manipolate non sono sterili, iniettarsele significa esporsi a infezioni del sangue, molto rischiose.
Può anche darsi che il subuxone non sia reperibile ancora, ma il metadone c'è ancora prima del subutex.
La cosa importante è che la persona non autogestisca questi prodotti, perché crede di conoscerne l'uso e invece rischia. Deve riferire al medico e essere quindi messo in condizioni di non poter autogestire (assumendolo i primi tempi sotto controllo). DOpo di che, se la cura "ingrana", la persona perde anche la spinta a fare uso improprio, perché non ha più smania di oppiacei "veloci".
[#6]
dopo
Attivo dal 2011 al 2014
Ex utente
Purtroppo ho scoperto dopo un anno che ha mentito su tanti aspetti fondamentali. E se lo avesse fatto solo con me il problema sarebbe del tutto relativo. Purtroppo ha mentito anche con tutti i medici che lo hanno avuto e lo hanno in cura, psichiatra/psicoterapeta compresa.
Ha mentito anche sul suo stato di malessere.
Esiste un metodo certo per sapere se la cura ingrana davvero? Perché se l'unica opzione per saperlo è chiederlo al diretto interessato, temo che possa continuare a mentire...
La ringrazio, mi sta offrendo informazioni preziose.
[#7]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 990 248
Gentile utente,

non è un problema di bugia, ma di malattia se ha una tossicodipendenza. Merita un trattamento magari di tipo diverso, un controllo iniziale maggiore. Come dice un articolo non ci sono cattivi pazienti ma cattivi trattamenti, oppure trattamenti inefficaci, in cui il paziente non si comporta male, ma da malato. I sintomi della tossicodipendenza sono questo tipo di comportamenti.
[#8]
dopo
Attivo dal 2011 al 2014
Ex utente
Spero vivamente che il Subutex usato in modo proprio - che inizierà ad assumere in presenza del medico lunedì prossimo - possa essere efficace, perché so che ha un certo timore ad utilizzare il metadone.
Corrisponde alla realtà che il metadone sia un trattamento più "pesante" e con maggiori effetti collaterali rispetto al Subutex?
Attendo questa Sua ultima cortese risposta e non approfitto ulteriormente della Sua disponibilità.
Mille grazie.
[#9]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 990 248
Gentile utente,

Il metadone è un trattamento a più ampio spettro, gli effetti collaterali possono essere maggiori.
Solitamente però, il fatto che dalla prescrizione orale la persona "slitti" verso l'auto-iniezione, significa che quando ha iniziato (se c'è stato un primo periodo di cura presa correttamente), la dose piena comunque non riusciva a frenare la voglia di eroina, per cui la persona o la fa (sospendendo il trattamento), o la sostituisce con la cosa più conveniente che trova.
In questo ultimo caso è probabile che la persona necessiti di un trattamento in grado di controllare anche un desiderio più elevato di quanto non riesca a fare il subutex. I dosaggi superiori a 16 mg infatti non producono un effetto anti-desiderio diretto, c'è un tetto, oltre si ottiene solo un blocco degli effetti dell'eroina più totale.
[#10]
dopo
Attivo dal 2011 al 2014
Ex utente
Dottore, scusi tanto, so che avevo detto che non l'avrei disturbata oltre, ma mi è sovvenuto un altro dubbio.
Il mio compagno ha sempre avuto le pupille molto strette, quasi a spillo, anche in condizioni di scarsa illuminazione.
Questo effetto è causato dall'uso improprio di Subutex (via endovenosa) oppure si tratta proprio di un effetto imprescindibile del farmaco anche se viene assunto in forma corretta?
Voglio dire, dato che ha iniziato la cura per via sblinguale lunedì scorso, se dovessi scorgere ancora le pupille strette, devo sospettare che sia tornato ad iniettarselo o no?
Grazie molte.
[#11]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 990 248
Gentile utente,

Il sintomo è possibile con una sostanza oppiacea sia autosomministrata che assunta in modalità terapeutica, specialmente se la dose è stata incrementata.
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