Disintossicazione ospedaliera da buprenorfina

Salve,ho frequentato il sert della mia zona per sette anni,aihmè, a fronte di 5 mesi di uso di eroina per via intranasale.Premetto che fin dall'inizio della storia sono sempre rimasta pulita, perchè era mia ferma intenzione,dopo 3 anni di trattamento a 10 ml di metadone, ho cambiato passando a 2mg al gg.di buprenorfina.Dopo un pò ho iniziatoa richiedere una disntossicazione ospedaliera, per motivi familiari e perchè i tentativi fatti a casa erano andati a vuoto,nel senso che da sola non ce la facevo.
Finalmente dopo 7 lunghi anni mi hanno accordato un ricovero.Così il 24 Gennaio scorso sono entrata in ospedale.Dopo i primi giorni ho iniziato ad accusare i sintomi dell'astinenza,sono quindi stata trattata con catapresan, lioresal, diazepam e triazepam, iprimi girono mi davano circa ogni 12 ore questo pillolone arancione che credo fosse il catapresan da 300 mg,una da 150 mg più un lioresal,e delle gocce di valium,e sono stata benissiomo sul serio ,non mi sembrava vero.La seconda settimana mi sono state dimezzate le dosi, ho avvertito dei fastidi, ma sembravano sopportabili,quindi dopo 2 setttimane sono stata dimessa con l'unico trattamento di 10 gocce di En 3 volte al dì, e dell'halcion per dormire.
Però, or.Sarei dovamai sono passate altre 2 settimane e io mi sento da cani, oltre ad essere depressa, perchè lo sono,non riesco a combinare un beato accidente per me stessa, come preovvedere alle cose più essenziali,ma non perchè non voglia, perchè il mio corpo non risponde, ho una debolezza estrema,le gambe non mi reggono, e questa cosa mi sta sfiancando fisicamente e psicologicamente.Perchè mi succede questo? E cosa posso fare?Mi sono rivolta al mio medico curante che conosce la situazione, mi ha riprescritto il catapresan 150 mg, di cui prendo metà pillola e prendo mezza pillola di lioresal, prendo del songar per dormire, anche se non funziona granchè, ma l'halcion mi devasta, e le gocce di en...sono un rottame, un rottame, e soffro perchè non so come reagire, dopo la felicità di aver finalmente raggiunto un obbiettivo che aspettavo da tanto, mi sono cadute le braccia vedendo che all'uscita dall'ospedale ho inziato a star male...certo non mi aspettavo rose e fiori, ma neanche così...ripeto, cosa posso fare? E quanto devo aspettarmi che vada avanti questa situazione? So benisssimo che ho bisogno di psicoterapia, ma finchè non sto meglio fisicamente, come faccio?

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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41.1k 1k 63
Gentile utente

ma sono previsti dei controlli a breve termine nella clinica o con altro specialista?

Deve ritornare al Sert?

Prenderei comunque un appuntamento con uno specialista.

https://wa.me/3908251881139
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dopo
Utente
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Dovrei tornare al sert,che è poi in contatto col medico che mi ha seguita in ospedale, ma se non riesco a muovere un passo mi pare difficile arrivarci,ho comunque chiamato per dirgli che stavo poco bene e che sarei andata appena possibile, mi sono sentita rispondere che dovevo comunuqe andare per fare gli esami delle urine....che sto maledicendo con tutte le mie forze, inquanto è l'unica cosa che mi si chiede.La dottoressa quando ho appena accennato al fatto che stavo male, ha praticamente glissato e pure poco elegantemente su stì benedetti esami, che se sono stati negativi in tutti i 7 anni, non vedo perchè dovrebbero essere positivi ora che finalmente me ne sono liberata.SO di doverci andare, ma provo una rabbia nei loro confronti che lei non può sapere, sono stati sette anni di inferno,col senno di poi, perchè allora non sapevo tante cose, avrebbero potuto aiutarmi con tanta psicoterapia pochi farmaci perchè non avevo una grossa crisi astinenziale, invece di incastrarmi per tanti anni, anche contro la mia volontà, fino all'ultimo ho dovuto combattere per il ricovero mentre mi si proponeva di continuare con la buprenorfina fino a data da destinarsi, si figuri.E li ho potuto fare psicoterapia vera solo per un anno in tutto, quando c'è stato un medico che poi è passato ad altra struttura, il resto del tempo, piccoli colloqui in cui mi si chiedeva se la terapia procedeva bene e quando chiedevo come mi avrebbero aiutata a smettere mi sentivo rispondere che avrei dovuto prendere la tachipirina e l'ibuprofene...avanti, scherziamo?Ci andrò comunque, anche perchè sarebbe inutile chiedere aiuto altrove, tanto ti rimandano sempre là, ma da qui a dire che mi fido di loro ce ne passa, e in ogni caso ci andrò quando le mie gambe torneranno a reggere, nel frattempo, se ha qualche consiglio è più che gradito. Grazie.
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41.1k 1k 63
Anche se i suoi rapporti con il Sert non sono buoni deve necessariamente tornare per i controlli e per stabilire una strategia ulteriore per ridurre questi sintomi attuali, eventualmente tramite il contatto con il medico che l'ha tenuta in cura.
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Dr. Stefano Garbolino Psichiatra, Psicoterapeuta, Sessuologo 2.5k 36 2
Gentile utente,

credo che sarebbe opportuna una valutazione in merito non solo alla eventualità di un trattamento psicoterapeutico, ma anche, e forse soprattutto in tale periodo, una valutazione in merito ad un trattamento psicofarmacologico per controllare i sintomi descritti.

Cordialmente
www.psichiatriasessuologia.com

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Dr. Alex Aleksey Gukov Psichiatra 2.8k 119 6
Gentile utente,
prima dell'ultimo ricovero Le è mai capitato di assumere l'En, il Valium, o gli altri ansiolitici o ipnotici?

Dr. Alex Aleksey Gukov

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dopo
Utente
Utente
Ho preso del valium in passato, ma sempre per brevi periodi. Negli ultimi 3 giorni sembra andare meglio, a parte l'estrema debolezza che persisite, la rinorrea e gli interminabili starnuti,ma almeno riesco ad alzarmi, camminare un pò.
Sono stata proprio ieri al sert che mi ha seguita negli anni,con mio marito, e all'incontro con la dottoressa a cui sono affidata ho cercato di spiegarle come mi sento, ho l'ansia, me ne accorgo da sola,perchè sono stata dal medico in 3 occasioni diverse,la pressione va bene, il cuore anche...ho smesso qualsiasi antidolorifico, prendo solo le gocce di en 10 x 3 volte al dì e dell'halcion per dormire, anche se non mi piace.
MI ha risposto che ora non sono più
una loro competenza, quindi se sto male devo andare dal mio medico, se ho problemi al cuore da un cardiologo e quando le ho detto che ho bisogno di psicoterapia, mi ha ripetuto che non è quella la sede per me e mi indirizzeranno ad altra stuttura,quale non è dato saperlo, non ha voluto leggere la carta di dimissioni dell'opedale, dandola all'infermiere affinchè ne facesse una copia e mi ha detto che dovevo tornare ogni lunedì ed ogni venerdì per fare gli esami delle urine.Questo a quanto pare è di loro competenza.
Mi sento come una che ha camminato col bastone per 7 anni e poi di botto se lo vede togliere sentendosi dire "adesso cammina normalmente".
Infine su mia insistenza, mi ha dato un appuntamento per l1 MArzo.
Io voglio star bene, e mi aggrappo con i denti ad ogni mio istinto più positivo,perchè non voglio tornare indietro,ma sarei stupida a negare che non c'è niente che mi passi per la testa, ma se sono zona franca, a chi mi aggrappo per avere un aiuto proprio ora che ne ho più biosgno?L'unico ad offrirmi un appiglio è stato il mio medico, dicendomi di aspettare l'11 Marzo, vedere cosa mi dice la dr.ssa e poi nel caso andare da lui che mi farebbe un'impegnativa per un consulto psicologico,evviva, ma da oggi all'11 Marzo?
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.6k 993 248
Gentile utente,

mi sfugge una cosa: se ha una diagnosi di tossicodipendenza da eroina, aveva una terapia adatta per questa condizione.
Poi ha iniziato (Lei ?) a richiedere una sottrazione della terapia. Non si chiama disintossicazione, poiché non c'è niente di tossico da togliere.
In queste cure non vi è necessità di sospensioni rapide, il fatto che "a casa" non riesca se è stata condotta secondo le indicazioni di un medico è indice di qualcosa, solitamente un disturbo sottostante d'umore o d'ansia, oppure il fatto che il disturbo non è ancora compensato, cosa non strana vista la sua nautura.

Il catapresan è farmaco notoriamente depressogeno, si usa in questi regimi ospedalieri semplicemente perché il paziente sia asintomatico su alcuni parametri.
Solitamente non si utilizzano benzodiazepine come l'en per agevolare la sospensione della buprenorfina.

Il SerT (o uno specialist del caso) è bene che la segua sia in questa fase dopo la sottrazione della cura, sia per monitorare la situazione, poiché potrebbe avere ricadute o comunque un peggioramento dell'umore o dell'ansia, che andrò nel caso gestito.

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

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Dr. Alex Aleksey Gukov Psichiatra 2.8k 119 6
Gentile utente,
ammettendo che condivido il parere del Dr Pacini riguardo alla strategia e alla razionalità di "disintossicazione", sono altretanto sorpreso dell'atteggiamento del SerT da Lei descritto. Scrivendo purtroppo con una nota di triste ironia, spero che questo atteggiamento ha almeno spronato Lei di non arrendersi, nonostante tutto. Fermo restando che i SerT sono i principali punti di riferimento nel caso di tossicodipendenza, esistono anche le associazioni di mutuo aiuto, da vedere non come un'alternativa, ma come una risorsa in più. A mero titolo d'esempio rescrivo qui il link al sito di una di queste che ha sede nella Sua città:

http://www.autoaiutocorallo.org/

un saluto al Suo medico di base
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dopo
Utente
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Dunque, dopo i 5 mesi di uso di eroina, accorgendomi di aver combinato un casotto, mi rivolsi al sert, e da quel momento in poi io non ho mai più fatto uso di eroina, ma solo appunto di metadone i primi 3 anni e buprenorfina i restanti 5.Certo che dopo un paio d'anni ho iniziato a chiedere lo scalaggio del metadone, perchè l'intento era quello di cessare anche la dipendenza da farmaco,poi passando alla buprenorfina ho avuto meno problemi, infatti 2mg al gg. sono stati una costante. Tutto questo sempre sotto controllo dei medici che via via mi seguivano al sert, mai ho preso decisioni in solitudine,ho partecipato a tutte le attività che mi sono state proposte, consapevole che avrebbero solo potuto aiutarmi.I problemi si sono sempre presentati quando di comune accordo si decideva ditentare di cessare la terapia, perchè sola, in casa, non riuscivo a provvedere a me stessa, anche nelle cose basilari, a causa dei sintomi astinenziali.E' sacrosanto che è una cosa che si sopporta male, ma è altrettanto sacrosanto che per affrontare la sospensione della buprenorfina non mi hanno mai prescritto alcunchè. Sono stata sempre abbastanza forte da non ritornare a fare uso di eroina,son sempre tornata al sert dicendo che non ce la facevo e loro semplicemente mi ripristinavano la terapia appena sospesa.E ogni volta mi sono sentita dire che purtroppo c'era poco da fare per l'astinenza, o tachipirina o ibuprofene. Quindi per me ad un certo punto, è stato un evolversi naturale delle cose, nel senso che mi sono detta, ok, se a casa, senza farmaci di supporto non ce la fai,in ospedale dovranno pur darti una mano. Ma anche il ricovero doveva essere richiesto dal sert, infatti hanno rifiutato per anni, dicendomi che non erano propensi a ricoverare gli utenti per "divezzarli" dai farmaci sostitutivi perchè il rischio ricadute era elevatissimo etc. Ho iniziato a battere i piedi, in un certo senso, uno perchè c'erano di mezzo questioni familiari e pratiche,E infine il semplice ragionamento che ho più volte esposto : se sono qui da 7 anni, non ho mai avuto ricadute, ho partecipato attivamente alle iniziative e alle terapie, perchè devo continuare ad essere dipendente dal farmaco?Ero arrivata al punto di non tollerarlo più capite? A fronte di 5 mesi di uso di droga, 7 anni di terapia sostitutiva mi sembrano una sproporzione assurda, insomma, se non mi posso considerare riabilitata in 7 anni quando potrò farlo?Però rimaneva il fatto che bisognava superare lo scoglio dell'astinenza da buprenorfina, che si sente eccome.Non è che volessi svicolare chiedendo il ricovero per il divezzamento, il problema principale era logistico, una bambina piccola a casa sola con me e un marito fuori per lavoro 5 gg su 7...non volevo in nessun modo sottoporre mia figlia ad uno stress simile,e chiedere un ricovero significava dare la possibilità a me di essere in ambiente protetto nei giorni critici e a mio marito di chiedere le ferie per poter stare a casa con la bimba.
Solo pensavo che uscendo dall'ospedale avrei ritrovato nel sert la rete protettiva di cui sento il bisogno, invece mi sento rispondere che non sono più una loro "competenza" inquanto NON PIU' dipendente da farmaco o sostanze, l'unica cosa, ripeto, che mi è stata detta , è che devo andare a fare gli esami delle urine 2 volte a settimana per un tempo non meglio precisato e di affidarmi al mio medico curante.Così ho fatto,mettendolo proprio ieri anche in contatto con il medico che mi ha seguita in ospedale.Riguardo alla psicoterapia, finalmente ho un'impegnativa per rivolgermi altrove, e comunque tengo buono il link che mi suggerite,non sono stupida, sento la mancanza del farmaco,mi sento ansiosa e depressa, ma sono in grado di intendere e volere,quindi di prevenire; questo era il mio obbiettivo, l'ho raggiunto, ora non mi resta che aiutarmi a mantenerlo e stare meglio fisicamente, sert o non sert.E vorrei , molto modestamente e senza polemiche inutili, dirvi che ci sono sert in giro che non funzionano come dovrebbero, o meglio, non sono gestiti come dovrebbero, sono sicura che non siano tutti così, ma la mia esperienza in questo sert in particolare non è stata eccellente, pur riconoscendone alcuni aspetti positivi.E dopo questi inteminabili papiri, ringrazio tutti per avermi ascoltata e consigliata.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.6k 993 248
Gentile utente,

Sta ragionado su tutto fuorché sulla diagnosi di partenza, che è la ragione per cui ha seguito questo percorso. La tossicodipendenza, anche se è iniziata da 5 mesi, è una tossicodipendenza. E' quindi giusto che sia affrontata con le terapie standard. Se mentre si cura "segue" le direttive non è che lo fa perché ha scelto, è perché la cura funziona, per cui non si tratta di seguire dei consigli, ma di essere capace di scegliere, dopo di che le iniziative sono un modo per incoraggiare una modifica nello stile di vita. Non sempre questo è necessario per tutti, mentre invece il cardine per ridare alla persona il controllo è la terapia tipo quella che lei ha fatto (metadone o buprenorfina).

Fa lo stesso errore di tanti, che alla fine è un gioco di parole. Accomuna "dipendenza" da una sostanza a quella da un farmaco, che niente hanno in comune se non quella di essere sostanze chimiche. Una è una medicina, che non serve per sostuire l'altra, serve per controllare un comportamento e tenerlo controllato. Questo avviene a partire da una diagnosi, poco importa se (essendo la cura andata bene), da tempo la persona non ha più i sintomi della malattia. L'assenza di sintomi non è di per sé una buona ragione di terminare una cura, sarebbe come se in assenza di nuovi infarti uno che soffre di cuore decidesse dopo cinque anni di sospendere la cura.

Il ragionamento va fatto sulla malattia di partenza, per quello che è, non secondo modelli immaginari.
Togliere la cura non è l'ultimo obiettivo da raggiungere in una cura a base di metadone e buprenorfina, è solo un momento a cui poi seguirà una verifica, spontanea, delle condizioni della persona. 7 anni sono un tempo lungo in assoluto forse, rispetto alla cura di una dipendenza no.
[#11]
dopo
Utente
Utente
Giusto, ho ragionato molto su questa cosa, ma dopo un pò di tempo, ho smesso di sentire il bisogno degli stupefacenti "da strada"; al sert, nonostante tutte le cose che non mi andavano giù, comunque ci sono state delle cose positive, come i tirocini lavorativi finalizzati al reinserimento sociale etc. Quelle sono cose che mi hanno aiutata davvero tanto, però, e vi assicuro che il pensiero va da se, sono straconsapevole che il problema di base era la dipendenza da stupefacenti, e che ovviamente andava curata anche se è stata breve e la buprenorfina è stata per me un ottimo metodo, ma dopo un pò di anni, non sentendo più il bisogno "di farmi", e per fortuna so in questo di essere completamente guarita,anche la buprenorfina ha inziato a pesare come dipendenza, anche se una dipendenza controllata, finalizzata e tutto quello che vogliamo, io sapevo che che avrei potuto smettere, non senza difficoltà, perchè purtroppo il farmaco funziona in un certo modo.Per fortuna alla fine con il medico che mi seguiva siamo arrivati alla stessa conclusione, che potevamo provare a smettere.
Naturalmente ora mi aspetta un altro lungo cammino, guai se non ne fossi consapevole, e devo dire che sono un pò delusa dal sert, nel senso che mi sento un pò abbandonata, ma questo certo non mi impedirà di fare quello che si deve fare, anche se mi scoccia andare lì due volte a settimana per il monitoraggio delle urine, ci vado comunque, e farò la psicoterapia che mi serve,insomma, non ho intenzione di saltare un passaggio che so essere necessario, però, ovvio che sento la mancanza del farmaco,ma non è così che agisce sul mio cervello? Ora, per quanto non mi senta in forma, sono più felice, perchè è come tornare alla vita, un pò come rinascere,forse queste sensazioni sono sbagliate? Avrei dovuto continuare la terapia pur essendo consapevole che avrei potuto interromperla senza ricadere nel baratro?
Per me, poi può anche darsi che la mia opinione sia sbagliata, era un cammino che doveva giungere al termine, ma proprio perchè aveva esaurito la sua efficacia terapeutica.C'è qualcosa di sbagliato in questo? Lo chiedo perchè mi interessa, non perchè voglio fare polemica, sia chiaro, se ci sono opinioni c professionali che posso aiutarmi a fare chiarezza sono sempre le benvenute. E ancora grazie a tutti,per me è importante capire tutti gli aspetti della cosa.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.6k 993 248
Gentile utente,

Non credo abbia ben focalizzato come funzionava la sua cura. Non c'è nessuna "mancanza" da sentire.
I cambiamenti che descrive sono indotti dalla terapia, per come li riferisce sembra che abbia deciso Lei. Lei ha deciso di curarsi, la cura le ha consentito di realizzare i suoi obiettivi. La dipendenza impedisce di farlo, a parità di motivazioni e di aspirazioni.

Se dicesse semplicemente che sospende una cura dopo lungo tempo e non sa come andrà a finire, avrebbe un senso come ragionamento. Così no, sembra che questa sia la fase di arrivo dell'intero percorso, e non lo è. L'arrivo era già il risultato ottenuto, dopo di che non è dato sapere a priori quanto serva proseguire un trattamento per evitare che la malattia nel tempo riprenda. Non è cosa che Lei può controllare ovviamente, altrimenti che malattia sarebbe ?

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