Cambiare antidepressivo

Gentili Medici,
Sono una ragazza di 25 anni e cerco consiglio e aiuto per un problema di salute di mia madre. Quando avevo 4 anni è caduta in un forte stato depressivo dal quale è riuscita a uscire grazie a mesi di dosi elevate di Laroxyl e Lexotan. Negli anni ha continuato ad usare i due farmaci: Laroxyl 15 gocce la sera e Lexotan 15 gocce per 3 volte al giorno.
A parte brevi ricadute e solo una più seria ricaduta attorno al 2000, per la quale ha provato a sostituire Laroxil con lo Zoloft senza successo, e risolvendo sostituendo Laroxyl con Xanax, la terapia ha avuto efficacia fino all'estate 2010.
Dopodichè le ricadute si sono fatte più frequenti, a volte con momenti di astenia e disinteresse a tutto, altre con attacchi di rabbia nervosa, altre ancora (raramente ma è successo) con episodi di autolesionismo.
Da oltre un mese non riesce quasi più ad alzarsi dal letto e così sono riuscita a convincerla a provare una nuova cura con 10 gocce di Citalopram con Xanax 3 volte al giorno, come consigliatole dallo psichiatra che la seguiva dall'inizio. Ma dopo una settimana di continua insonnia non se la sentiva più di continuare, ha voluto tornare al Laroxyl, con il risultato che ancora tutt'oggi fatica solo ad alzarsi dal letto.
Purtroppo è difficile convincere mia madre a provare un medicinale diverso da quello che prende, è letteralmente terrorizzata perchè ha una naturale tendenza ad assorbire male molti medicinali (non solo antidepressivi), e ciò contribuisce a farle credere che ogni nuovo tentativo sarà un fallimento e la farà stare male.
Esiste quindi una terapia che possa sostituire quella attuale con Laroxyl gradualmente? Oppure un sostegno ulteriore perchè possa avere il tempo di assimilare con meno disturbi il Citalopram?
Cosa posso fare con i miei famigliari per aiutarla in questo momento difficile? Vorrei portarla da un diverso specialista per sentire un ulterire parere ma non riesco a convincerla.....
Ringrazio anticipatamente per la Vs. attenzione.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 990 248
Gentile utente,

La depressione ricorrente, specie quando associata a rabbia/aggressività e autolesionismo non rientra sempre nel concetto di malattia depressiva. Gli antidepressivi, efficaci sui singoli episodi o sui primi, possono poi non essere efficaci in seguito, non funzionare più bene o addirittura peggiorare l'impulsività o l'instabilità dell'umore. Nelle forme ricorrenti è indicata di solito una terapia preventiva. L'atteggiamento di continuare ad assumere un medicinale anche in assenza di miglioramenti non è solo un atteggiamento "fiduciario" (non avrebbe senso comunque in assenza di miglioramenti) ma è spesso un sintomo di un atteggiamento timoroso di fronte al nuovo e al cambiamento, tipico degli stati alterati d'umore. Gli antidepressivi che ha citato sono decisamente diversi, mentre xanax non è un antidepressivo.

Per le depressioni intese come fasi sono disponibili trattamenti farmacologici e non, ma è necessario che la persona, supportata dai familiari, si faccia visitare e valutare quando non c'è risposta al primo, o al secondo, altrimenti si rischia di non risolvere soltanto per non aver insistito.

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

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dopo
Utente
Utente
Ringrazio infinitamente per una così pronta risposta.
Vorrei chiedere però delucidazioni su cosa intende per "terapia preventiva"...si basa sempre su farmaci o su altro?
In alternativa al Citalopram, mi è stata anche citata una cura con associazione di stabilizzatori dell'umore in concomitanza con il Laroxyl, per poter diminuire quest'ultimo. Cosa sono questi stabilizzatori? Li riterrebbe efficaci?

Comunque confermo, mia madre ha sempre avuto una visione negativa del cambiamento, anche se è nella natura della vita, sia nei momenti in cui sta bene e molto peggio quando sta male.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 990 248
Gentile utente,

Terapia preventiva su farmaci o su terapie non farmacologiche, come ad esempio quella elettroconvulsivante, ma dipende dai tipi di depressione, dallo stato di salute della persona e da altri fattori.

Non sono io a ritenerli efficaci o meno, se c'è una diagnosi di depressione ricorrente, o di disturbo bipolare, gli stabilizzatori sono una terapia di riferimento.
[#4]
dopo
Utente
Utente
Buongiorno di nuovo gentili Dottori,
sono riuscita a portare mia madre da uno specialista, il quale ha ritenuto non fosse il caso di cambiare medicinale nuovamente, date le brutte esperienze e le paure che inevitabilmente ora lei ha.
Ha quindi prescritto un aumento graduale della dose di Laroxyl fino a 100mg e il Rivotril 3 volte al giorno (5 + 5 + 10 gocce).
Mia madre ha subito sentito degli effetti benefici e abbiamo osservano un notevole miglioramento nel periodo in cui prendeva 70 mg e poi 80mg (tutti alla sera). Umore migliorato, e reazione ai momenti negativi sempre più rapida!
Il problema è sorto quando è passata al dosaggio di 100mg diviso in due volte al giorno (20 gocce la mattina e 30 la sera). C'è stato un improvviso crollo, e il suo stato è tornato quasi alla situazione disastrosa iniziale.
Preciso che negli stessi giorni sono sopraggiunti degli impegni lavorativi per mio padre, che prima poteva invece farle constantemente compagnia, e purtroppo ora lei deve passare molto più tempo a casa da sola. E qualche giorno prima ci sono state delle discussioni in famiglia che le sono sicuramente pesate.
Chiedo cortesemente un Vs. parere sulla situazione...non capisco se il crollo di mia madre sia dovuto alla modifica del dosaggio, oppure ai fattori esterni che ho citato...?
Ringrazio per l'attenzione.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 990 248
Gentile utente,

Il miglioramento da antidepressivo si valuta a un mese circa di distanza dalla nuova dose o dall'aumento, per cui miglioramenti immediati non fanno testo, così come peggioramenti iniziali.

La questione è relativa alla diagnosi: una diagnosi di depressione ricorrente pone il problema della risposta all'antidepressivo, se cioè sia tendenzialmente stabile (mantenendo la cura a dose piena si prevengono le ricadute) oppure no (dopo risposte iniziali l'umore ritorna instabile, con ricadute uguali o peggiori talvolta). Nel secondo caso si ricorre all'impiego di stabilizzatori d'umore.

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dopo
Utente
Utente
Ho posto questa osservazione allo specialista, cioè se sia utile o meno l'uso di stabilizzatori dell'umore, e mi ha risposto che già il Rivotril che è stato associato al Laroxyl, ha già questa funzione.
Potrebbe essere che la dose si questo sia troppo bassa?
Conviene quindi attendere un alta settimana o due prima di fare delle valutazioni?
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 990 248
Gentile utente,

Sì, questo è vero, che il rivotril a determinate dosi agisca anche come stabilizzatore dell'umore, il fatto però è che l'antidepressivo tende ad agire in un senso un po' opposto. La questione è stabilire se diciamo il perno vada messo sull'azione di una molecola antidepressiva o di una molecola stabilizzante. Se l'andamento del disturbo riconosce una modalità oscillante, l'uso dell'antidepressivo, specie se a dosi adeguate nella depressione, può invece produrre un decorso a singhiozzo, che fino alle prime settimane è anche normale, dopo diventa invece indicativo di una diagnosi diversa rispetto alla "malattia depressiva", più simile ad un decorso di tipo bipolare, o comunque assimilabile biologicamente al disturbo bipolare.
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