Inappetenza, svenimenti, brividi di freddo, calo del peso

da circa due anni mio marito perde peso (circa 24 kg), è inapettente, o meglio dice di avere appetito ma poi ogni cosa lo disgusta dopo pochi bocconi, ha una tosse stizzosa che a volte lo ha portato a perdere i sensi per qualche minuto, ora da qualche tempo ha improvvisi brividi di freddo tanto da "battere i denti" come si dice, un anno fa dopo varie insistenze sono riuscita a fargli fare l'esame del sangue, tutto nei valori normali tranne gamma che nei limiti era segnato 50 e lui era a 350. gli avevano anche consigliato di fare il fondo oculare ma non ne ha voluto sapere. Vi chiedo gentilmente un vostro parere su cosa potrebbe essere la causa di tutto questo.. una depressione? un fattore di malfunzionamento del fegato?? mio marito ha 62 anni, pensionato da nove anni, non svolge nessuna attività, fumatore.
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Dr. Alex Aleksey Gukov Psichiatra 2.8k 119 6
Prima di tutto bisogna indagare meglio dal punto di vista internistico e oncologico, facendo lle rispettive visite. Una malattia polmonare (in un fumatore) e il disfunzionamento del fegato (con tale valore di GGT) sono molto probabili. Oltre all'essere fumatore, il Suo marito fa uso di altre sostanze voluttuarie (ad esempio, vino)?

Rispetto alla "Depressione", lui stesso che cosa dice?

Dr. Alex Aleksey Gukov

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Utente
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è un bevitore, non alcolista ma beve vino mangiando e soprattutto fa uso di superalcolici durante la giornata, soprattutto dopo i pasti.
In quanto al discorso depressione.. dice che sono tutte storie, ho tentato di consigliargli un aiuto psicologico ma ovviamente la pazza e la depressa sono io. a volte fa discorsi strani, del tipo non ho più voglia di niente, sarebbe meglio morire, ma non so fino a che punto pensi quello che dice
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Dr. Alex Aleksey Gukov Psichiatra 2.8k 119 6
Gentile utente,
allora torno a suggerire, come il primo passo quello che Le ho scritto all'inizio: la visita internistica.

Sia il vino che i superalcolici, benché il Suo marito ne fa uso "tradizionale" che rientra nella norma dal punto di vista sociale, nelle sue condizioni può essere un danno. Non si può escludere che l'uso di alcool sia secondario, oltre che all'abitudine, anche allo stato d'animo; è un problema doppio: alcool e depressione; difficilmente scindibile. La voglia a riconoscere e ad occuparsi più a fondo del proprio stato d'animo può essere poco presente. Se lui ci riuscisse a riconoscere il problema organico (che sarebbe comunque la prima cosa da fare), sarebbe già tanto. Prendendo cura di questo, sarà più naturale prendersi più cura di sé anche come persona.

Di ostacolo al riconoscimento della malattia (anche organica) può essere la percezione di malattia come un fallimento del proprio ruolo e del proprio status in famiglia o nella vita. Per cui, può essere utile che il Suo marito sia rassicurato da questo ultimo punto di vista.
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Dr. Alex Aleksey Gukov Psichiatra 2.8k 119 6
Il fatto che il Suo marito, come Lei scrive, non svolge nessuna attività, poteva incidere negativamente.

Per quanto possa creare difficoltà, dovrei aggiungere che è il diritto della persona (se non sempre dal punto di vista legale, ma sempre dal punto di vista umano) non riconoscersi come affetto da un male psicologico o fisico. E' necessario il suo proprio consenso alle visite, alle cure, all'interessamento presso gli specialisti da parte della moglie. Trascurare questa tappa significa ridurre ulteriormente il suo ruolo.
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Utente
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Intanto vi ringrazio davvero per i consigli, mi rendo conto che è necessario il suo consenso per intraprendere qualsiasi azione che riguardi la sua salute ma non so come affrontare il problema vista la sua chiusura totale a qualsiasi forma di aiuto. Riproverò comunque a parlargli, cercherò di portare il discorso sul fatto che la sua salute è fondamentale per la famiglia in quanto lui ne è il punto di riferimento. Spero che sia la strada giusta e di non peggiorare ancora la situazione.
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Utente
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buongiorno, rieccomi ancora a disturbarvi, dopo gli ultimi messaggi la situazione pareva in qualche modo andare migliorando, ora da circa tre mesi mio marito ha avuto un crollo fisico e morale, ha perso quasi completamente la voce, sono riuscita a fargli fare una visita dall'otorino che ha consigliato una tac al collo che ovviamente non vuole fare come del resto nessun tipo di esame.
Ha perso ulteriormente peso anche perchè non mangia praticamente nulla, da qualche settimana rimane a letto o sul divano tutto il giorno dicendo di avere freddo e dolori alla muscolatura e in particolare alle gambe.Rifiuta il contatto con gli altri anzi sembra infastidito da eventuali visite di persone amiche e non. Ne ho ovviamente parlato con il medico che però mi ha detto di avere le mani legate in quanto non può visitarlo o imporgli alcunchè. Sono in ansia perchè a questo punto non mi fido a lasciarlo solo in casa per paura che gli succeda di cadere. Cosa posso fare? Non c'è un modo per obbligarlo a farsi curare? grazie
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Dr. Alex Aleksey Gukov Psichiatra 2.8k 119 6
Gentile utente,
bisogna chiamare la guardia medica, spiegando che Lei vede il mairto molto depresso, chiuso, ma lui rifiuta di curarsi, rifiuta gli accertamenti prescritti anche per le malattie fisiche, rifiuta le visite delle altre persone in generale. E chieda di parlare con lo psichiatra. A Torino esiste il Servizio di Urgenza Psichiatrica (SUP) che lavora in collegamento con la Guardia Medica e con il 118. Chieda la visita dello psichiatra a domicilio. Lo psichiatra dovrà valutare se ci sono gli estremi per il ricovero obbligatorio o se riesce a convincere il Suo marito. Questo è l'iter a Torino, che facilità la funzione dei servizi sanitari, dividendo le competenze. Lo psichiatra può proporre anche le strategie alternative, se ritiene che così sia più opportuno, la sua visita potrà essere comunque almeno una prima testimonianza specialistica della situazione.

Secondo la legge, comunque, in tutta l'Italia un medico anche non psichiatra (anche il Medico di Base ed anche la Guardia Medica) può proporre il ricovero obbligatorio per motivo psichiatrici (in ogni modo, tale proposta dovrà essere convalidata dallo specialista psichiatra perché l'iter sia compiuto). Solo che un medico non specialista può ritenere di non poter valutare lo stato psichico e la presenza della malattia mentale per poter proporre tale misura. Allora ci si rivolge al Centro di Salute Mentale (CSM) della zona.


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Dr. Stefano Garbolino Psichiatra, Psicoterapeuta, Sessuologo 2.5k 36 2
Gentile utente,

mi associo al collega: è necessaria una valutazione medica, con le indicazioni già suggerite.

Cordialmente
www.psichiatriasessuologia.com