Dipendenze, panico, depressione, violenza contro me stessa

Buongiorno, ho 19 anni e sono una ragazza.
Da quando avevo 8 anni ho cominciato a diventare paranoica e depressa, forse a causa di un trasferimento con la famiglia da una parte all'altra dell'italia. Non ero felice di questo, ma avevo tanti buoni propositi e non vedevo l'ora di farmi dei nuovi amici...ma dal primo giorno di scuola gli altri bambini sono stati sempre molto cattivi con me, al punto che la bambina allegra e super positiva che ero è morta lì, facendo subentrare la bambina triste e "malata", che è cresciuta costruendosi un muro di bugie e di false convinzioni intorno, e che ora sta scrivendo questo consulto.
Dagli 8 ai 14 anni non ho avuto amici, sono sempre stata da sola, in più il mio genitore lavorava fino a tardi e passavo le mie giornate in completa solitudine. Ho iniziato così a lavorare sulla mia mente, ad estraniarmi totalmente dal mondo reale "pericoloso" per rinchiudermi in quello "sicuro" della mia mente. Vivevo di bugie e avevo perso ogni contatto con la realtà. La mia "salvezza" è arrivata al liceo, dove finalmente ho iniziato a rapportarmi con persone che mi trattavano come una persona normale e non come "la sfigata strana con cui non si doveva parlare ma solo trattare male". Pian piano ho iniziato a far riemergere la bambina allegra che ero una volta, ma l'altra parte di me è sempre presente ed è quella che tuttora governa i miei pensieri e i miei gesti. 'E come se una parte di me prendesse il sopravvento e sottomettesse l'altra parte. Comunque, questo essere stata "reintegrata nella società" mi ha fatto sviluppare nuove paranoie e nuove ansie, e il risultato di tutto questo è che ho un'incontrollabile paura di essere abbandonata dalle persone, anche da quelle che conosco appena (o che addirittura non conosco!), non riesco ad affrontare le situazioni con calma perchè ho perso il controllo delle emozioni e a volte soffro fino a farmi del male fisico anche per piccole cose che però per me sono enormi. Al fine di lenire questo dolore ho iniziato a fare uso di alcool e di droga: sono ormai dipendente dalla cocaina e dall'alcool. Cerco disperatamente una persona che riesca ad amarmi e mi butto nei peggiori tipi di relazione che ovviamente non funzionano e io sto sempre peggio, inoltre per non farmi abbandonare mi abbasso a fare qualsiasi cosa e a farmi sottomettere. Ci sono giornate che passo interamente nell'angolo della mia stanza a piangere e basta.
Non riesco a trovare nulla che mi renda felice e ho paura di farmi del male in modo definitivo. Negli ultimi mesi la situazione sta precipitando clamorosamente verso il baratro e non so come uscirne. A volte quando esco e sento qualcuno che ride mentre mi guarda sono convinta che stiano ridendo di me, mi inizia a venire l'ansia e torno a casa. Un'altra cosa che mi ossessiona è questa, quando vedo che qualcuno mi guarda sono convinta che mi stia deridendo. So di aver bisogno di aiuto ma ho troppa paura e non posso permettermi economicamente una terapia.

Per favore aiutatemi
[#1]
Dr. Stefano Garbolino Psichiatra, Psicoterapeuta, Sessuologo 2.5k 36 2
Gentile utente,

credo che la situazione descritta meriti una valutazione specifica presso professionisti esperti in materia di dipendenza da sostanze.

Per tale motivo si può rivolgere sia al servizio pubblico (Ser.T.) che presso privati.

Cordialmente
www.psichiatriasessuologia.com

[#2]
Dr. Gianmaria Benedetti Psichiatra, Neuropsichiatra infantile, Psicoterapeuta 927 16
Gentile ragazza, la sua storia fa indubbiamente impressione.
Però credo che l'"impressione" può essere un velo che impedisce di entrare in contatto e di vedere meglio la sua situazione.

Condivido l'indicazione che le ha dato il dr Garbolino, ma se crede le sia utile possiamo approfondire un po' la sua situazione, pur nei limiti di questo spazio. Può darsi che si possa darle un parere più approfondito.

Ci descriva la sua situazione di vita attuale, anche da un punto di vista banalmente concreto, di vita quotidiana.
Cordialmente

Dr. Gianmaria Benedetti

http://neuropsic.altervista.org/drupal/

[#3]
dopo
Attivo dal 2011 al 2011
Ex utente
Ringrazio entrambi per la risposta...
Le mie giornate sono sempre diverse, dipende per lo più da come sto e cosa succede intorno a me. Ci sono giornate che trascorro in maniera "normale" dall'inizio alla fine e giornate in cui non me la sento di uscire di casa perchè ho l'ansia o ho paura di qualcosa, giornate che iniziano bene e poi succede qualcosa che mi fa cambiare drasticamente...
Da settembre ho cambiato città per andare all'università. L'ho fatto per allontanarmi dalle mie dipendenze e in un certo senso pensavo di esserci riuscita, ma dopo neanche un mese di vita "sana" (e con sana intendo senza cocaina, ma non esclude il consumo di alcool) ho ceduto e continuo a cedere, anche se l'intervallo di tempo tra un consumo e l'altro è diventato più grande.
Da un certo punto di vista cerco di aiutarmi da sola, ma mi rendo conto di non riuscirci....

In questo periodo il mio umore cambia spessissimo e cambio idea in continuazione, a volte sono consapevole di stare male, altre volte mi proibisco di pensare certe cose! Questo meccanismo di blocco dei pensieri è una cosa che faccio da sempre ed è diventata automatica: tutti i brutti ricordi non me li ricordo per niente, e quando mi capita di pensarci è come se mi rifiutassi di proseguire e penso ad altro.

Vorrei tanto riuscire ad affrontare e regolare le mie emozioni, a non catalogare ogni cosa e persona che mi si presenti davanti come buona o cattiva, bianca o nera!
So di avere la volontà per farlo, ma non la forza...
[#4]
Dr. Gianmaria Benedetti Psichiatra, Neuropsichiatra infantile, Psicoterapeuta 927 16
I suoi genitori, o altre persone 'fidate' sono al corrente della sua situazione e si rendono conto dei rischi che corre? Li ha messi al corrente?
In fondo se ha scritto qui è segno che sta cercando aiuto, ("Da un certo punto di vista cerco di aiutarmi da sola, ma mi rendo conto di non riuscirci....")
anche se forse è più facile farlo qui, protetti dall'anonimato. Cos'è che le impedisce di farlo, finora?
[#5]
dopo
Attivo dal 2011 al 2011
Ex utente
Ho provato più volte a spiegare ai miei genitori quello che provo, ma la loro reazione è stata con commenti del tipo "è l'età" o "mai che mia figlia debba andare da uno psicologo". Penso che abbiano paura del giudizio della gente e di ciò che potrebbe comportare scavare un po' più a fondo nei miei problemi, e credo che questi loro pregiudizi abbiano intaccato anche me. Principalmente i motivi per i quali non ho mai fatto niente sono i seguenti:
a) pensavo di utilizzare lo sportello di aiuto psicologico del liceo, ma sono rimasta turbata dai commenti che i ragazzi facevano su chi ne usufruiva e ovviamente, per paura di essere di nuovo emarginata e derisa, mi sono ben guardata dal farlo
b) ammetto di aver paura di quello che potrebbe succedere, ho il bisogno di avere ogni cosa sotto controllo e in quel caso non saprei come comportarmi
c) volendo, in realtà non saprei neanche a chi rivolgermi e poi non immagino possibile il verificarsi di una scena del tipo "ciao papà, mi dai dei soldi che devo andare dallo psicologo?"

loro non capiscono, gli voglio veramente bene ma hanno la mentalità troppo chiusa e timorosa del giudizio altrui...

Per quanto riguarda le altre persone "fidate"... ho accennato qualcosa a un'amica, ma non ho quasi mai più affrontato l'argomento se non facendo qualche riferimento durante le nostre conversazioni. Come ho scritto in precedenza, tendo a chiudermi nei miei pensieri, e mi sto rendendo conto che i miei rapporti con terzi ne risentono e ho molte difficoltà a portarli avanti.
[#6]
Dr. Gianmaria Benedetti Psichiatra, Neuropsichiatra infantile, Psicoterapeuta 927 16
Nella città universitaria in cui va probabilmente esistono dei servizi psicologici per studenti universitari o per giovani cui dovrebbe potersi rivolgere senza spesa. Comunque nelle ASL i servizi sono disponibili pagando un ticket.
Inoltre , quanto al punto c), immagino che se lei fa leggere la lettera che ha scritto qui, o qualcosa di simile, ai suoi genitori, sarebbero loro - dopo un comprensibile momento di panico - a portarla dal medico o dallo psicologo. Vuole forse risparmiar loro il momento di panico? meglio affrontare ora paura e difficoltà che trovarsi poi a piangere sulla figlia...
Comunque stia attenta, senza aiuto rischia di non riuscire a tirarsi fuori, come dice lei stessa, trovi quindi il coraggio di affrontare la situazione prima che precipiti. Può uscirne, ma deve trovare aiuto.

Volevo anche chiederle cosa intende con "ho perso il controllo delle emozioni e a volte soffro fino a farmi del male fisico anche per piccole cose ..."
[#7]
dopo
Attivo dal 2011 al 2011
Ex utente
Ha perfettamente ragione, contatterò il SAP della mia università e cercherò di fissare al più presto un colloquio con uno dei loro psicologi.

Per quanto riguarda la sua domanda, il 'male fisico' che intendo è l'autolesionismo, da intendersi sia dal punto di vista delle droghe sia dall'effettuare lesioni sulla mia pelle.

Grazie per le sue risposte e per i consigli, spero che un giorno sarò in grado di contattarla e farle sapere che sono riuscita a cambiare.

Utente 230822
[#8]
Dr. Gianmaria Benedetti Psichiatra, Neuropsichiatra infantile, Psicoterapeuta 927 16
Bene. In bocca al lupo.
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