Corretto uso benzodiazepine

Buongiorno.
Da più di un anno soffro di ansia e soprattutto insonnia che riducono molto la qualità della mia vita. Sono in cura presso uno psichiatra di cui mi fido e che mi sembra molto preparato. Dopo aver provato con esito sempre negativo diversi antidepressivi (SSRI in generale, mirtazapina, trazodone, amitriptilina, quest'ultima l'unica che tollero discretamente) e ipnoinducenti (stilnox, che mi crea già dopo 2 giorni una fortissima depressione, e imovane, che funziona ma lascia ansia di giorno) abbiamo scoperto che le uniche medicine che tollero discretamente sono le benzodiazepine a basse dosi. Specialmente quelle ad emivita lunga (il valium è quella che mi è "piaciuta" di più).
Come si sa però il problema di queste medicine è la tolleranza e la dipendenza, per cui il mio medico mi ha consigliato di farne un uso a periodi, tipo 20 giorni usandole, 10 giorni no e così via. Nei giorni in cui non le prendo mi affido ad una bassa dose di Surmontil (3 massimo 5 gocce) che però non posso usare sempre perchè dopo 7-10 giorni perde "potenza" e non fa più molto (non è un termine molto corretto ma rende l'idea).
Un utilizzo di questo tipo però mi preclude l'utilizzo di molecole ad emivita più lunga (tipo il diazepam o il delorazepam) perchè (così mi è stato detto) resterebbero comunque nell'organismo una certa quantità di farmaco e non azzererei la probabilità di dipendenza. Per questo motivo stiamo provando il rivotril (0,5 mg) con buon successo, anche se il valium (a 2 mg) mi era più congeniale.

Vi scrivo quindi per porvi alcune domande:
- un uso fatto in questo modo di benzodiazepine è corretto? Sono sicuro di prevenire problemi di assuefazione e dipendenza?
- è vero che molecole ad emivita molto lunga (diazepam, delorazepam) non sono adatte ad un utilizzo in questo modo? Il clonazepam (rivotril) lo è?

Grazie a tutti per i preziosi consigli e complimenti per l'ottimo servizio che svolgete.

PS: dimenticavo, secondo voi potrebbe essere il caso di fare qualche esame per capire se la mia ansia e insonnia deriva da qualche fatto organico? Grazie ancora
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Dr. Gabriele Tonelli Psichiatra, Psicoterapeuta, Perfezionato in medicine non convenzionali, Neuropsichiatra infantile 326 11
La comparsa di fenomeni di dipedenza e di tolleranza è assai comune nel caso delle Benzodiazepine. Per quanto riguarda la dipendenza essa sembra essere direttamente proporzionale a parametri quali: breve emivita della molecola, alte dosi di assunzione, trattamenti di lunga durata. Per la tolleranza, sembra che essa si instauri fin dalle prime 24 ore di assunzione per alcune molecole benzodiazepiniche.
Il protocollo di discontinuazione nell'assunzione del farmaco non sono certo possa ridurre i fenomeni di dipendenza, peraltro mitigabili alla sospensione del farmaco o mediante una riduzione molto lenta ed a scalare della benzodiazepina, ovvero mediante l'utilizzo di "stabilizzanti dell'umore" tipo valproato e similia, o anche di neurolettici a basse dosi.
Per esperienza personale, però non so quanto applicabile nel Suo caso, ho riscontrato buoni risultati nella insonnia resistente con olanzapina a basso dosaggio, come pure con clorpromazina a dosaggio medio.
Trattasi in ogni caso di farmaci neurolettici, per cui, il loro utilizzo va valutato caso per caso.
Per quanto riguarda, invece, i sintomi d'ansia, i farmaci a più specifica indicazione sarebbero gli antidepressivi, che peraltro ha già utilizzato, anche se mi sembra di capire abbia poi sospeso, per intolleranza agli effetti collaterali.

Cordiali saluti

Gabriele Tonelli

Dott. Gabriele Tonelli
Psicoterapeuta,Master in Psicopatologia e Scienze Forensi,Segr.Redazione PsychiatryOnline It,Medico di Categoria. C.T.U.

[#2]
Dr. Stefano Garbolino Psichiatra, Psicoterapeuta, Sessuologo 2.5k 36 2
Gentile utente,
in accordo con quanto già espresso dal collega, aggiungo che in realtà lei ha utilizzato solamente alcune delle molecole ad effetto antidepressivo oggi esistenti in commercio. Il consiglio è di rivalutare la possibilità di un intervento in tal senso bilanciando, attraverso un attento esame psicopatologico e un approfondimento del suo profilo di tollerabilità, gli effetti positivi dei farmaci con gli eventuali/possibili effetti collaterali degli stessi.
Certo, un trattamento con soli farmaci ansiolitici, pur non essendo di per sè indicato, è tuttavia possibile e valutabile in casi particolari e specifici.
Cordialmente

Cordialmente
www.psichiatriasessuologia.com

[#3]
Dr. Vassilis Martiadis Psichiatra, Psicoterapeuta 7.3k 161 83
Gentile utente,
le molecole da lei usate sono soltanto alcune di quelle disponibili con attività antidepressiva. Per quanto riguarda l'uso a lungo termine delle bzd non posso essere d'accordo, se non in rarissimi casi in cui ogni altro tipo di terapia disponibile non abbia dato i risultati sperati. Forse una domanda inutile: ha già applicato tutti i possibili accorgimenti in tema di abitudini quotidiane al fine di favorire il riposo notturno?
Cordiali saluti

Dott. Vassilis Martiadis
Psichiatra e Psicoterapeuta
www.psichiatranapoli.it

[#4]
dopo
Attivo dal 2008 al 2008
Ex utente
Buongiorno e grazie a tutti voi.
Credo tornerò dal mio medico per vedere se provare qualche altra strada. Una sola domanda ulteriore: da quanto mi era stato detto se attendevo tra un "mini ciclo" di benzodiazepine e un altro un periodo di tempo superiore a 5 volte l'emivita della molecola non si correvano rischi di dipendenza. E' falso?
Ve lo chiedo perchè vorrei capire come comportarmi con queste benedette/maledette benzodiazepine.

Grazie ancora
[#5]
Dr. Vassilis Martiadis Psichiatra, Psicoterapeuta 7.3k 161 83
Può essere una strategia tesa a favorire l'eliminazione completa del farmaco tra un ciclo e un altro. In realtà non vi sono dimostrazioni univoche di efficacia di tale metodo.
cordiali saluti
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