Dividol e alcool

Salve a tutti, tale consulto è per mio padre.
Accenno brevemente alla sua storia, allora mio padre ha 51 anni circa 30 anni fa ha fatto uso per 3-4 anni di eroina talvolta mischiata con cocaina senza mai iniettarsela ma solo per via nasale. Dopo questi 3 anni ha lasciato le droghe e ha iniziato a fare uso di Dividol da circa 20 anni. Ha iniziato con una dose bassa per poi arrivare in periodi in cui assumeva persino 25 -26 compresse al giorno.

La cosa ancora più grave e che ha abbinato l'assunzione di tali farmaci con l'abuso di alcool (in particolare vino e birra). In alcuni periodi ha anche assunto Rivotril la sera per dormire (3-4 compresse). Nel corso di questi anni è stato in varie comunità di recupero, anche per quasi due anni di fila ma puntualmente, dopo qualche mese che tornava a casa, riprendeva l'assunzione graduale di Dividol e poi iniziava a bere nuovamente.

Nel corso di questi suoi tentativi di smettere l'assunzione dei Dividol e di bere è stato curato con Minias e Alcover per tre mesi e per un mese ha ssunto Efexor, dopo questa ultima cura è stato bene quasi un anno poi ha ripreso i Dividol. Attualmente assume una decina di compresse al giorno di Dividol e Alcover. Ha deciso che vuole smettere di assumere tutti questi medicinali e di chiudere una volta per tutte con l'alcool, anche perchè stavolta sa che è la sua ultima chance. Io non so come mai dopo tanti anni non sia mai riuscito a venirne fuori, ora ho deciso anche di aiutarlo e di riuscire finalmente a fargli vedere un pò di luce in fondo a questo tunnel.
Vorrei un consiglio da voi, cosa devo fare, da dove bisogna partire?
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
Gentile utente,

L'uso di dividol è equiparabile a quello precedente di eroina una persona con storia di tossicodipendente. Diversi casi hanno periodi di apparente remissione con passaggio ad oppiacei di derivazione farmaceutica, spesso associati ad alcol e benzodiazepine (tranquillanti anch'essi di origine farmaceutica).

La terapia per l'alcolismo utilizza l'alcover sì, il minias direi di no se non come strumento di disintossicazione.

La dipendenza da oppiacei sta avendo il suo decorso normale, per ricadute e fasi di intervallo.

Più che l'ultima chance, direi che sia la prima. La tossicodipendenza si cura non con disintossicazioni,. né si controlla con assunzione autogestita di medicinali. Si cura con oppiacei terapeutici gestiti da un medico che ne sia esperto, secondo una dose che riesca a spengere e tenere spente l'istinto ad assumere farmaci oppiacei soli o in associazione a potenziatori o oppiacei indiretti come l'alcol.

Bisogna partire da questo. Una volta impostata una cura e ridotto il desiderio, la persona riacquista la sua libertà di scelta. Attualmente il pensiero è orientato nel senso "devo uscirne trovando sostanza e dosi giuste per tenermi in equilibrio", cosa che non funziona perché la funzione ricercata è di stimolo immediato, e tuttel e sostanze che fanno questo tendono a far perdere il controllo e a rendere le persone intossicate e non funzionanti.



Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

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dopo
Utente
Utente
Quindi dottore a chi devo rivolgermi? Se può indirizzarmi in questo senso.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
Gentile utente,

Nel caso della dipendenza da oppiacei, le cure sono materialmente erogate dai servizi per le dipendenze (SerT/SerD), però in alcuni casi con la collaborazione del medico curante come riferimento più comodo e discreto per il paziente.
E' buona norma però che, presso il servizio stesso o un proprio specialista di fiducia, la persona comprenda e sia guidata sul funzionamento della cura e sui comuni errori di autogestione che in questi casi si propongono.

Alcover da chi veniva prescritto ?
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dopo
Utente
Utente
Allora l'Alcover lo ha prescritto la dottoressa del Sert, ed anche con lei abbiamo deciso di consultare uno psichiatra esperto in dipendenze.
Ora è circa una settimana che mio padre non beve e sta molto meglio.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
Gentile utente,

A parte il bere, è da tener presente il ricorso al dividol. La psichiatra del SertT era a conoscenza del problema dividol ?

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dopo
Utente
Utente
Allora dottore stamattina siamo stati da uno psichiatra che ha prescritto a mio padre
Campral 333 mg, 6 compresse al giorno 2 mattina, 2 pomeriggio e 2 alla sera
Demetrin bustine 3 volte al giorno e infine Nozinan 1 compressa a sera.

Per quanto riguarda l'Alcover ha detto che può continuarlo a prendere, dato che mio padre assume 6 Rivotril a sera gli ha detto che non può interromperli di botto ma deve scalarli mentre per i Dividol, con questa terapia non dovrebbe sentirne il bisogno al massimo 1 o 2 in caso di emergenza.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
Gentile utente,

La terapia impostata è una terapia per l'alcolismo. L'unica cosa che non torna è che il "bisogno" di un farmaco d'abuso non sussite, siamo in una situazione di uso non controllato, per cui non è che il concetto sia suggerire un limite di uso sicuro, il concetto è ridurre l'impulsività o smania che dir si voglia.
Il limite a questo approccio è che a volte esprime una ricerca di un effetto oppioide, nel qual caso le terapie anti-alcol non sempre sono sufficienti. In pratica la persona si sposta su altre sostanze, ma la "guida" biologica di questa smania di assumerle può essere quella di avere uno stimolo di tipo oppiaceo. Insisto su questo perché è una frequente evoluzione di chi abbandona gli oppiacei classici quella di spostarsi su antidolorifici e alcol o tranquillanti.