Anoressia nervosa

Salve. Sono un ragazzo di 25 anni e in realtà non scrivo per me, ma scrivo per la mia compagna a cui è stata diagnosticata questa tremenda patologia.

Tutto è iniziato più di un anno e mezzo fa, periodo in cui questo male ha iniziato ad attanagliare la mi fidanzata, una ragazza già dimostratasi particolarmente fragile sotto alcuni punti di vista e con una famiglia alle spalle di persone che non hanno mai saputo cogliere quel disagio profondo che in lei stava maturando.
In questo contesto familiare patologico a mio avviso ebbe inizio tutto e in principio fui solo io a rendermi conto dei primi segnali e ha cercare sin da subito di smascherare la problematica nascente, ma ricevetti indietro solo ostinata negazione da parte sua.

Iniziò un periodo di litigi furibondi, con la mia compagna che non voleva minimamente considerare la possibilità di avere un qualche disturbo, rifiutandosi di rivolgersi a qualunque specialista e tanto meno ai suoi genitori.
La patologia prese la forma di bulimia all'inizio, con abbuffate quotidiane e inevitabili e plurimi atti compensatori negati in ogni modo e sempre in un contesto di assoluta mancanza di appoggio terapeutico. Ero solo. Dopo mesi approcciammo con immensa fatica una terapeuta che seguì la mia fidanzata con immensi sacrifici di tempo e mettendo in campo tutta la disponibilità possibile,non riuscendo tuttavia a instaurare un rapporto di fiducia valido. Optammo per un cambio di terapeuta, con cui ancora la mia ragazza si vede. Nel frattempo in casa di lei la cosa emerse finalmente anche agli occhi dei genitori, i quali caddero dalle nuvole ed io dovetti passare giorni a parlare anche con loro e rassicurarli in ogni modo possibile oltre a consigliar loro di rivolgersi anch'essi ad uno specialista. Così furono attivate tutte le risorse possibili per aiutare la mia ragazza, ma i genitori ( per volontà di quest'ultima ) sono stati sempre lasciati fuori e noi abbiamo esclusivamente sfruttato le risorse che il pubblico può offrire.

Ora, dopo tutti questi sforzi, la mia compagna ha mostrato si qualche lieve miglioramento sotto alcuni punti di vista, ma ancora non ha maturato il desiderio di curarsi davvero, ancora rifugge i genitori e in casa diviene ipersuscettibile nei loro confronti, mente riguardo ai proprio comportamenti alimentari e non,non lo so per certo ma sono quasi sicuro che salti incontri raccontandomi il contrario) e,sebbene siano diminuite,si lascia andare ancora ad abbuffate e compensi successivi.

Io mi sento ogni giorno preso in giro e tradito di fronte alle su bugie che non mi è concesso smentire, non riesco più a sperare e a vedere un futuro senza questo male, non riesco più a fidarmi e non riesco a capire cosa le serve più di tutto quello che si sta già facendo per lei per decidere di fidarsi e curarsi davvero. Vedo tutto bloccato e non vivo più. Sono solo. Vorrei che smettesse di mentire finalmente. Cerco consigli ovviamente non soluzioni che so di non poter trovare qui. Grazie di cuore.
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Dr. Roberto Di Rubbo Psichiatra, Psicoterapeuta 1.1k 24 4
Gentile Utente,
il suo scoraggiamento è comprensibile, i disturbi del comportamento alimentare sono sempre molto complessi e mai facili da risolvere, Ha bisogno senza dubbio di una grande quantità di energia, pazienza e dedizione. Quelle che vede come bugie della sua compagna sono molto di più, sono l'impossibilità, almeno per ora, di guardare in faccia un'angoscia sicuramente non controllabile altrimenti.
Cordialità,

Dr. Roberto Di Rubbo

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