Depressione: deficit di apprendimento

Sono affetta da grave depressione ormai da quattro anni, perciò tale è il tempo che non frequento più la scuola. (Ho quasi diciotto anni). Sono in cura da uno psichiatra. Ho preso ogni tipo di neurofarmaco (antidepressivi appartenenti a tutte le categorie, neurolettici, stabilizzatori d’umore), ma da un paio di mesi a questa parte ho smesso, poiché sono resistente (tanto che non si presentavano nemmeno effetti collaterali). Sto tuttora male, ma vorrei riprendere la scuola. Non riesco nemmeno a posare gli occhi su di un libro. Ci sono integratori (come SARGENOR), farmaci, metodi che potrebbero aiutarmi per la concentrazione? Ne ho discusso sia con il mio psichiatra che con il mio psicoterapeuta, ma non hanno saputo dirmi niente. Potreste propormi qualcosa voi? -GRAZIE
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Dr. Vassilis Martiadis Psichiatra, Psicoterapeuta 7.3k 161 83
Esistono numerosi intagratori che si usano in caso di affaticamento psicofisico e che possono dare un miglioramento della concentrazione. Esistono ancora farmaci che si usano in stati confusionali e in difficoltà della menoria dell'anziano. Credo tuttavia che il suo caso debba essere inquadrato da uno specialista per indirizzarla al meglio verso le cure a lei più adatte.
Cordial saluti

Dott. Vassilis Martiadis
Psichiatra e Psicoterapeuta
www.psichiatranapoli.it

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Dr. Gianmaria Benedetti Psichiatra, Neuropsichiatra infantile, Psicoterapeuta 927 16
Quando uno studente smette di andare a scuola prima del tempo, può trattarsi di "fobia della scuola". Può succedere a varie età. Spesso ai primi anni di superiori. Il ragazzo/la ragazza si chiudono in casa (magari davanti al computer), qualche volta mantengono dei contatti sociali, un'attività sportiva, a volte interrompono anche questi. Per qualche motivo andare a scuola li mette un'ansia intollerabile e rinunciano. Già negli anni precedenti spesso c'erano molte assenze più o meno giustificate. Spesso c'è un tono dell'umore abbassato, per cui qualche volta si parla di depressione. Di solito è utile valutare anche la situazione familiare, ed è utile spesso un intervento che coinvolga anche la famiglia. Essendo lei ancora minorenne, questo coinvolgimento è ancor più necessario, perchè Lei è ancora sotto la responsabilità dei suoi genitori. I servizi pubblici di neuropsichiatria infantile delle ASL di solito sono quelli che intervengono in questi casi, coinvolgendo anche i servizi sociali e le scuole.

Dr. Gianmaria Benedetti

http://neuropsic.altervista.org/drupal/

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dopo
Utente
Utente
Ringrazio il Dott. Martiadis. Ogni input può rivelarsi assai prezioso.
Rispondendo al Dott. Benedetti, sono già seguita da una neuropsichiatra dell'Ulss, da ben quattro anni, e non è stata l'unica a diagnosticarmi il disturbo bipolare. Dico sempre depressione, perchè purtroppo le fasi depressive sono quelle che prevalgono. Ma grazie lo stesso per l'intervento.
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