Depressione maggiore endogena farmacoresistente ansia

Buonasera,
come da oggetto, soffro sfortunatamente di una forma di depressione maggiore piuttosto grave con ansia altalenante ma piuttosto persistente, ho iniziato le terapie farmacologiche nel 1994 poichè dopo la scuola superiore e l'iscrizione all'università il mio umore era peggiorato notevolmente. Da dire che a vent'anni ho avuto un attacco di appendicite e all'ospedale, pur ricoverato d'urgenza per i tremendi dolori, sono stato operato dopo 72 ore dal ricovero... ero trattato nel frattempo con forti antodolorifici perchè urlavo dal dolore, di qui il probabile aggravamento della situazione fino ad arrivare alla peritonite e l'uso massiccio di antibiotici, c'è stato un lungo periodo post-operatorio in ospedale di circa una ventina di giorni, poi circa sei mesi prima di riprendermi fisicamente... l'umore e la depressione da allora peggiorarono e non riuscii a concludere nulla all'università, così nel 94 la prima visita dallo psichiatra e cura a base di fluoxetina (prozac). La terapia ebbe risultati sorprendenti e in 15 giorni mi sembrava di essere risuscitato dai morti.. purtroppo a causa del mio orgoglio e dei pregiudizi miei e del mondo esterno non riuscivo ad accettare l'idea di dover fare uso di psicofarmaci e così ho smesso dopo poco per poi crollare di nuovo e tornare poi inevitabilmente a curarmi.
Ho commesso innumerevoli volte lo sbaglio di smettere le cure prematuramente, il fatto è che quando uno sta bene, dimentica rapidamente e s'illude di potercela fare da solo, mi riusciva difficile anche solo pensare alla sofferenza che avevo patito per tanto tempo, e ogni volta che stavo bene mi illudevo che non sarei più risprofondato in depressione. Da tempo mi sono reso conto della gravità degli errori fatti in passato e di quanto sia stato sciocco. dal 2005 ho cominciato a soffrire di una forma ancora più grave con malesseri psichici terribili con pensieri suicidari ricorrenti, nel 2005 ne uscii con lo xeristar, nel 2007 con il consulto della psichiatra del tempo, visto che stavo meglio, avevo lavoro e fidanzata mi è stato detto di diminuire gradualmente il dosaggio fino a smettere... gennaio 2009 nuovo lento risprofondare e grave crisi depressiva, ripresi lo xeristar e dopo 6 mesi circa cominciai ad uscirne, fu terribile e sopravvissi a istinti suicidari terribili perchè la sofferenza era come una tortura incessante e senza tregua... ora voi penserete certamente che da allora vista la mia storia clinica, non ho più cessato la cura... e invece nonostante tutto dopo il miglioramento e un lungo periodo di terapia a dosaggio di mantenimento gradualmente di nuovo smisi......
febbraio 2012, ricompare l'ansia, e l'umore malinconico, giugno 2012, il quadro è peggiorato e il medico mi prescrive il frimaind, 3 mesi peggiora con ansia insopportabile, riprendo xeristar per molti mesi.. niente, ora zoloft 50 mg/die, leggermente meglio, però ansia, stordimento, vertigini, fischi alle orecchie, senso di ubriachezza, mancanza concentrazione, inquietudine..
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Dr. Mario Savino Psichiatra 1.3k 75 10
Perché farmacoresistente? Sembra che Lei risponda alle cure ma poi tenda a sospendere tutto. Una depressione ricorrente come la Sua va trattata in fase acuta ma necessita anche di una terapia di mantenimento che, se necessario, va proseguita a vita (come si fa per l'ipertensione, il diabete, etc).
Si faccia curare dal Suo specialista ma non si lasci tentare da idee tipo "ce la faccio da solo", la depressione non si cura con la volontà.

Mario Savino
medico
Specialista in Psichiatria

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