Sos depressione

Salve,
sono una ragazza di 27 anni, lavoratrice.
Da tre anni soffro di crisi depressive.
Tutto inizia a fine 2010. Io vivevo fuori casa per studiare. Un mio coinquilino inizia a “psicanalizzarmi” dicendo che io ho bisogno di stare da sola per capire chi sono e cose del genere… Io, probabilmente in un momento di fragilità, inizio a credergli e vado in crisi. Penso che non so più chi sono e cosa voglio, vivo di pensieri ossessivi, sensi di colpa verso il mio ragazzo che mi ama e non mi riconosce più, attacchi di panico continui, passo le giornate a piangere e perdo svariati chili.
Alla fine si decide di consultare uno psichiatra, visto che in casa ho vari precedenti di situazioni di depressione. Mi prescrive Zoloft , due compresse da 50 al giorno. Piano piano ritorno a stare bene.
A fine 2011 vado all’estero: mi aspetta un anno fuori per lavoro. Le cose iniziano bene, il lavoro mi piace e trovo degli amici.
Ad aprile 2013 i miei amici ritornano nei loro paesi di origine e io mi ritrovo sola, inizio a frequentare un gruppo un po’ squilibrato e una sera, dopo un gioco alcolico molto pesante, un “amico” mi porta in camera sua e cerca di avere un rapporto con me. Io sono fortemente ubriaca e non ricordo bene la successione dei fatti. So che dopo poco lo fermo e gli dico che non voglio farlo, perchè anche se siamo distanti io amo il mio ragazzo e mi sento già male per essere arrivata fino a quel punto.
Il giorno dopo, il dramma: i sensi di colpa affiorano, ho attacchi di panico frequentissimi, lo stomaco bloccato, non mangio mai, piango sempre. Scrivo alla psichiatra che mi aumenta lo Zoloft a 150 mg al giorno, e in una settimana o poco più miglioro.
A giungo torno a casa. Da allora, la situazione è sempre la stessa: mesi in cui sto bene, poi un giorno, dal niente, nuovamente crisi e i sintomi sono sempre gli stessi. Succede così l’anno scorso, a inizio gennaio (qui aumento lo Zoloft a 200 mg al giorno), poi a marzo , e di nuovo uno in estate.
Tutte le volte dopo poco ricomincio a stare bene.
Arriviamo ai primi di gennaio di quest’anno. Una sera, prima di cena, sento che ho un po’ mal di stomaco, e un pensiero mi si insinua: e se stessi male di nuovo? Detto fatto: entro nel panico, mi manca l’aria, tremo, stomaco chiuso, piango continuamente. Mi sento in colpa per qualsiasi cosa, riapro col mio ragazzo l’argomento “incidente all’estero” (lui sapeva già praticamente tutto, a suo tempo glielo raccontai e decidemmo di andare oltre) anche se lui mi dice che devo smetterla perché è storia passata e noi siamo ancora insieme e innamorati. Aspetto qualche giorno, ma niente miglioramenti. La psichiatra mi modifica la cura: uno Zoloft da 100 dopo pranzo e un Anafranil da 75 la sera. Niente da fare.
Il mio cervello è pieno di pensieri ossessivi che, quando sto bene, non mi sfiorano nemmeno.
Ormai sono, tra alti e bassi, più di 20 giorni che sto così.
Qualche consiglio?
Mi scuso per essere stata prolissa e ringrazio chiunque avrà voglia di rispondermi.
[#1]
Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41.1k 1k 63
Gentile utente,

attualmente il trattamento pare essere nuovamente in via di definizione per ridurre lo sfondo ossessivo dei suoi disturbi che non si è ridotto con dosaggi terapeutici di farmaci deputati a tale scopo.

La situazione andrebbe valutata globalmente nel corso del periodo di trattamento per capire se non vi siano possibilità di oscillazioni umorali che andrebbero trattati con altri presìdi.

https://wa.me/3908251881139
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[#2]
Dr. Paolo Carbonetti Psichiatra, Psicoterapeuta 3.8k 220
Gentile utente
non è stata affatto prolissa; anzi è riuscita a spiegarsi molto bene.
Mi sembra di capire che, nella sua storia, vi sono alcuni episodi depressivi intervallati da fasi di benessere. Questi episodi depressivi hanno sempre risposto bene alla sertralina (Zoloft) .
Ora le chiedo:
- lei continuava a prendere l'antidepressivo anche durante i periodi di benessere?
- a quando risale l'ultima fase di benessere che abbia avuto una durata di almeno 3-4 mesi?
- da quanto tempo è stato aggiunto l'Anafranil?
-qual'è il suo temperamento quando sta bene?
Attendo questi chiarimenti.
Cordiali saluti

Dr. Paolo Carbonetti
Specialista in Psichiatra
Specialista in Psichiatria Forense
Viterbo-Terni-

[#3]
dopo
Utente
Utente
Gent.le Dott. Ruggiero,

se ho capito bene mi sta dicendo che, visto che la cura mi è stata cambiata da poco, dovrei attendere dell'ulteriore tempo per vedere eventuali risultati?

Gent.le Dott. Carbonetti,
l'antidepressivo non ho mai smesso di prenderlo da quando ho iniziato. Nei periodi di particolare benessere mi può essere capitato di dimenticarlo ogni tanto, ma in ogni caso non c'è mai stata un'interruzione brusca e completa.
L'ultima fase di benessere risale proprio a subito prima di questo ultimo episodio, cioè nell'intervallo di tempo tra luglio 2013 (breve episodio di qualche giorno) e gennaio 2014.
L'Anafranil è stato aggiunto da circa 15 giorni, sono cioè passata da due compresse di Zoloft da 100 al giorno a una di Zoloft da 100 e una di Anafranil da 75.
Quando sto bene mi sento semplicemente "normale": non sono esageratamente euforica, nè esageratamente rilassata. Vivo serenamente le mie giornate senza troppe ossessioni o stati di allerta come ora.

Vorrei capire soprattutto se è normale che io abbia queste ricadute e se un giorno ci sarà il modo di eliminare questi episodi in modo definitivo. Inoltre vorrei sapere se esistono soluzioni alternative, sia in termini di farmacologici che di terapie in generale. Ad esempio, è consigliabile affiancare delle sedute psicologiche? Di quale tipo?

Vi ringrazio molto,
Cordiali saluti
[#4]
Dr. Paolo Carbonetti Psichiatra, Psicoterapeuta 3.8k 220
Lei soffre di una instabilità dell'umore che la porta a stati depressivi apparentemente "reattivi", il cui quadro sintomatologico è a volte caratterizzato da ansia/panico, altre volte da elucubrazioni ossessivo-ansiose. Queste fasi si sono sempre risolte con la cura, e deve quindi essere ottimista. L'Anafranil è l'antidepressivo più efficace tuttora disponibile. Come adombrava il collega Ruggiero potrebbe forse ulteriormente giovarsi degli stabilizzatori dell'umore, ma questo deve deciderlo lo specialista che la segue.
Auguri
[#5]
Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41.1k 1k 63
Direi che attualmente potrebbe essere in definizione diagnostica ed è probabile che il prossimo passaggio sia la valutazione dell'introduzione dello stabilizzante se permane la condizione lamentata.
[#6]
dopo
Utente
Utente
Gentili Dottori,

vi ringrazio molto per le vostre risposte. Sabato ho appuntamento con la psichiatra che deciderà se sia il caso di introdurre lo stabilizzante.
Quindi, secondo voi, è consigliabile affiancare qualche seduta terapeutica con uno psicologo al fine di attenuare le mie elucubrazioni ossessivo-ansiose e sensi di colpa, o pensate che questi si attenueranno con il protrarsi della terapia?

Grazie mille,

cordiali saluti
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