Dca e db. troppi cambiamenti (o troppe regole) ne alterano il decorso?

Buongiorno a tutti. A causa di un disturbo bipolare di tipo 1 (curato con Litio 1200 e Gabapentin 1200) in comorbidita' con un disturbo del comportamento alimentare (e più nello specifico un Nas con alternanza di fasi restrittive ed espansive) ho scelto di farmi seguire dal centro diurno di una Asl della mia regione che usa un programma multintegrato tra pasti assistiti,psicoterapia,gruppi nutrizionali,dietiste ecc. Da un mese e mezzo,entro al Centro la mattina alle 8 e esco la sera alle 20 dopo aver consumato tutti i pasti,cinque,e aver seguito le attività riabilitative. La struttura dista oltre due ore da casa mia. Ecco perché soggiorno in hotel per tutta la settimana (il centro è semiresidenziale). Arrivo al dunque.Le regole la' dentro sono molto rigide (come magari è giusto che sia ma ognuno ha la propria personalità e io ho sempre vissuto senza regole né stabilità). Vengono sottratti i telefoni e restituiti all' uscita,non hai attimi di relax perché ci sono attività di continuo (attività che io non riesco a seguire bene avendo il Db non stabilizzato e facendo difficoltà a concentrarmi),non ti puoi allontanare di cinque passi se non stabilito,ti trovi a trascorrere dodici ore al chiuso). Insomma...pian piano...da quando frequento il centro (fine febbraio 2016)..ho assistito ad una maggiore instabilità dell'umore con riposo sempre più alterato e insufficiente (in accordo col mio psichiatra,abbiamo aumentato il Litio a 1200). Che non e' poco come dosaggio per il mio fisico (attualmente sono alta 1,61 cm per 46 Kg). Inoltre,quando torno a casa nel week end, restringo e abbuffo di continuo,in maniera molto più massiccia rispetto a prima che entrassi al Centro per CDA. Quasi fosse una sorta di libertà riconquistata dopo una settimana di regole e rigidità. Ho provato a parlarne con loro...ma quello e' il trattamento standard e -dicono- possono esserci alti e bassi. Certo...ma mica cosi'?! La mia domanda è: può essere che in una personalità come la mia un trattamento troppo rigido possa sortire effetti contrari o,almeno,possa non essere indicato e dovrebbe essere rivisto? Che sia standard non vuol dire che vada bene per tutti. Indistintamente. Oppure è il cambio di stagione,lo scombussolamento dovuto ai continui spostamenti,la lontananza da casa mia,un Centro vissuto e sentito come un bunker e come ultima alternativa di cura, una ciclicita'di entrambe le patologie ad alterare umore e condotta alimentare?
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.6k 993 248
Gentile utente,

Un punto tecnico. Il litio non si dosa a mg su peso corporeo, ma in base alla litiemia (sangue). Pertanto che ne prenda 300 o 1200 di per sé non significa niente, conta sapere quando ce n'è nel sangue per decidere la dose per bocca.

Detto questo, la soluzione semiresidenziale tecnicamente a quali scopi dovrebbe servire ? DarLe una dimora perché altrimenti in casa non può stare ? Impedirle una libertà in cui si suppone che metta in atto dei comportamenti dannosi ?

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

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Utente
Utente
Intanto,dr Pacini,grazie della sua risposta. Verissimo ciò che scrive sul Litio e la sua "pesantezza" che si misura nel sangue ( e il cui aumento è avvenuto in seguito ad una litiemia pari a 0,50 e ad una continua agitazione e mancanza di fermezza). Ma il disturbo bipolare,in questo momento,mi preoccupa meno. Le rispondo alle sue due domande /provocazioni in merito al DCA. Come già immagina...nessuna delle due. E le rispondo ironicamente che ho casa di mio e non sono assolutamente dannosa. Anzi,consapevole e lucida. Le rimpallo la domanda:se una semiresidenza non dovesse servirmi a granché...come lo curo allora il disturbo alimentare? È questo il motivo per cui ho intrapreso questo percorso. Per liberarmi di una ossessione che mi pervade completamente la mente. Ossessione che gli stabilizzanti non mitigano e né riducono. Ecco perché un percorso multintegrato...seppur rigido..credevo potesse risolvere qualcosa.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.6k 993 248
Gentile utente,

I disturbi alimentari non hanno cure facili. Ci sono alcuni regimi farmacologici che sono utili soprattutto per le crisi bulimiche, le condotte tipo vomito. Si tratta sia di antidepressivi che di farmaci più compatibili con il disturbo bipolare. Stabilizzare il disturbo bipolare è altrettanto importante, spesso le fasi si portano dietro comportamenti alimentari di un tipo o di un altro.

Vedo che ha un regime alimentare, giustamente con più pasti al giorno etc. Si giudica che a casa lei non possa seguire questo regime ?

I percorsi integrati spesso però sorgono sull'assenza di riferimenti standard, e mancano di obiettivi precisi su cui poter esser valutati. Per quello mi chiedevo se ve ne fossero (cosa controllano del suo comportamento di preciso ?)
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Utente
Utente
Per quanto riguarda i pasti,ho la possibilità di poterli gestire in autonomia a casa. Come già faccio quando torno nel week end. Che comportamento vogliono monitorare? Beh...il mio disturbo è prevalentemente notturno (grignottage e abbuffate ). Loro sostengono che alimentandomi correttamente durante il giorno con più pasti e attraverso una psicoterapia che sondi certi miei irrisolti emotivi e mi insegni a gestire le emozioni che mi portano al discontrollo, dovremmo arrivare ad un benessere.Crede che alla fine non sia meglio un approccio ambulatoriale? Che è più soft ma comunque terapeutico. Ho l'umore su e questo non aiuta a tollerare certi schemi rigidi...
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.6k 993 248
Gentile utente,

Mi chiedo come mai la soluzione residenziale, perchè per adesso non mi pare che nell'illustrazione della terapia c'entri granché. Ovvero: tutte cose che fa a casa sua o comunque si fanno anche in ambulatorio.
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Utente
Utente
La soluzione semiresidenziale mi è stata proposta dal centro stesso quando mi hanno fatto fare il periodo di osservazione (due settimane nel centro in cui vieni monitorata a tutto tondo). Io avevo chiesto un trattamento ambulatoriale ma,a loro dire,il multintegrato dà migliori risultati. Mio malgrado ho accettato.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.6k 993 248
Gentile utente,

Non mi risulta però chiaro quali siano le componenti del trattamento a parte quelle che elencava, e che non si svolgono in rapporto alla residenzialità

Segue anche una terapia farmcologica oltre il litio ?
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Utente
Utente
Allora..io seguo la terapia con Litio e Gabapentin che mi è stata prescritta dallo psichiatra che mi ha in cura da tempo per il disturbo bipolare. Al Centro DCA nessuna interferenza o aggiunta chimica alla terapia farmacologica che seguo attualmente ma solo azione multintegrata sul meccanismo psicologico che sta dietro alle abbuffate e restrizioni. Per quanto riguarda cosa differenzia il centro da un percorso ambulatoriale, magari i gruppi nutrizionali con la dietista (consideri che noi utenti abbiamo disturbi della condotta alimentare diversi), la visione di quadri con relativo approfondimento delle emozioni che ci suscitano,ascolto di canzoni sempre a scopo terapeutico etc). Intendeva forse questo?
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.6k 993 248
Gentile utente,

Rilevo però che per i disturbi da alimentazione incontrollata e bulimia ci sono alcune terapie standard. Esempio: fluoxetina, topiramato.
Se sono già state provate o escluse è un conto, ma se non sono state neanche prese in considerazione allora la terapia non si può dire integrata, perché manca un pezzo.
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Utente
Utente
Il mio specialista non ha mai ritenuto necessario aggiungere ulteriori farmaci in quanto,a suo dire, potrebbero risolvere il problema per un breve lasso di tempo ma poi si ripresenterebbe nuovamente.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.6k 993 248
Gentile utente,

No, questi sono medicinali provati sulle diagnosi specifiche, dopo di che il fatto che l'effetto possa non durare è tutto da vedere.

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Utente
Concordo con Lei ma il mio specialista le ha escluse (una volta mi propose il Seroquel a basso dosaggio o lo Zonegran). Secondo lui,nel mio caso specifico,sortirebbero l'effetto opposto. Laddove mi aiuterebbero a riprendere peso e a moderare le ossessioni, in seguito arriverei a restringere ancora di più e a recuperare,nella mia logica,il terreno perso (in questo caso...guadagnato...poiché si tratta di peso). Questa è la sua teoria.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.6k 993 248
Gentile utente,

Al di là delle teorie, la cosa fondamentale è su cosa sono stati provati questi medicinali e quali effetti hanno dimostrato.

Controllando l'appetito nelle forme in cui in eccesso sotto forma di crisi o di alimentazione incontrollata le cose complessivamente migliorano.

Sulla componente invece anoressica che non è compensatoria alle abbuffate invece le cose sono molto meno standardizzabili.

Concordo che un farmaco che fa prender peso può esser controproducente se non incide sull'idea di fondo, qui però stiamo parlando di farmaci che moderano i picchi di appetito, e quindi possono invece tranquillizzare sul controllo del peso.
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Utente
Utente
Guardi...sono appena tornata dalla visita psichiatrica. Il mio curante ha ritenuto opportuno introdurre un farmaco per poter,intanto, riposare poiché al momento sono ancora accelerata. E il sonno e' fondamentale. Me ne ha segnati due...vuole partire graduale. Atarax per primo e in caso di fallimento terapeutico il Prozin. Io ho in casa una confezione di Felison ma lui me lo ha bocciato perché dice essere una benzodiazepina e non fa al caso mio. Che differenza hanno i tre farmaci sopracitati?
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.6k 993 248
Gentile utente,

Sono due farmaci diversi ma entrambi dotati di potere sedativo e ipnoinduttore.
Il secondo è un sedativo maggiore a certe dosi.

Questo per quanto concerne il sonno, rimane il discorso fatto per l'altro aspetto.
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Utente
Utente
Per l'altro aspetto lo specialista che mi segue per il DCA (sono in cura presso due psichiatri,uno per il disturbo bipolare e l'altro per quello alimentare) mi avrebbe suggerito di tentare con il DBT,una sorta di psicoterapia che mi aiuterebbe a gestire il discontrollo delle emozioni. A suo dire, la terapia famacologica a base di litio,gabapentin e ipnoinducente è più che sufficiente (e in questo concorda con il collega) ma dobbiamo intervenire sui meccanismi mentali.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.6k 993 248
Gentile utente,

Due psichiatri per il suo caso ?

I meccanismi mentali sono espressione di meccanismi cerebrali. Intervenire sui meccanismi mentali è come ritoccare le immagini proiettate su uno schermo, aspettandosi che così facendo cambino le immagini sulla pellicola.
La sua pellicola è influenzabile sia tramite medicinali, che agiscono sui meccanismi mentali perché agiscono sul cervello; sia tramite tecniche psicologiche, che allo stesso modo agiscono sui meccanismi mentali se agiscono sul cervello che li produce.
Purtroppo quest'idea della vita mentale come una realtà a a sé stante è tanto diffusa quanto incomprensibile.
Inoltre, spesso c'è una ripartizione altrettanto incomprensibile: farmaci per il cervello, psicoterapia per la mente, il che appunto non ha senso.

A mio avviso, per concludere, ci sono alcune terapie come il topiramato da valutare, visto che sono documentate in letteratura. Il controllo delle emozioni è qualcosa che però attiene strettamente al disturbo bipolare, per cui non sarebbe sbagliato pernsare di migliorare la terapia antibipolare se il controllo emotivo è ancora insoddisfacente.
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Utente
Utente
Intanto la ringrazio per queste sue preziose informazioni. Le spiego meglio. Il mio è un caso complesso (non detto da me ma dagli specialisti che mi hanno in cura). Due psichiatri mi seguono,anche se il perno della mia terapia è lo specialista del disturbo bipolare (infatti la terapia famacologica è completamente nelle sue mani e nessuno interferisce,perché è un luminare in tale ambito. A mio padre,schizoaffettivo e farmaco-resistente,e' riuscito a dare una "normalità" nonostante altri prima di lui avessero fallito). Per il DCA vengo seguita psicologicamente come terapia di supporto. Se lo specialista del bipolare ha ritenuto di non introdurre il Topiramato avrà i suoi buoni motivi. Non so cos'altro dirle. Certo è che due patologie così importanti sono ostiche da neutralizzare. E al momento questo è un dato di fatto.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.6k 993 248
Gentile utente,

Se è uno specialista conoscerà sicuramente il topiramato e ne conoscerà anche il suo uso nei dca.

Neanche io posso dire di più.
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Utente
Utente
Per quanto guarda il topiramato la risposta del mio psichiatra,contattato poco fa, è stata: "assolutissimamente no perché è attivante e promuove gli stati misti". Immagino che nel mio caso sarebbe controproducente
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.6k 993 248
"è attivante e promuove gli stati misti"

Come anche riportato qui nelle conclusioni, non mi pare se il topiramato è poi aggiunto

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/17196048
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/21291943
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Utente
Utente
Non so che dirle. Ripeto:non sono seguita dall'ultimo nato per ciò che riguarda il disturbo bipolare. Anzi. E' uno dei massimi esperti; e' stato ed e' un punto di riferimento per molti. Non avrei potuto scegliere diversamente,vista la mia ritrosia ad assumere farmaci o altro. Se lui ha deciso di somministrarmi una terapia farmacologica piuttosto che un'altra,avrà le sue valide ragioni. Magari Lei può non approvarle,come intuisco,ma io proprio non sono in grado di farlo in quanto mi sono avvicinata alla psichiatria e ai farmaci né per passione né per vocazione. Ma solo ed unicamente perché non avevo altra alternativa.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.6k 993 248
Gentile utente,

E' Lei che chiede pareri qui, nessuno la obbliga a utilizzarli in nessun modo.
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