Sospensione tranquillanti e aumento dell'ansia sociale per dottor Pacini

Buon pomeriggio dottor Pacini.
Sono in cura con sertralina a causa di depressione e ansia. Usavo da molti anni, di preciso 10 anni, anche una benzodiazepina, il clotiazepam e l’anno scorso il mio psichiatra mi diede uno schema per togliere quest’ultimo farmaco. Per farlo mi consigliò inoltre di aumentare la sertalina da 100mg a 150 mg. Però l’anno scorso non me la sono sentita di fare tutta la trafila per sospendere il tranquillante, cosa che però ho fatto in questi mesi.
In pratica 14 giorni fa ho tolto, come da vecchio schema, l’ultima dose di tranquillante, 1 goccia di Tienor, e 3 giorni dopo ho aumentato la sertralina a 150 mg, assunta al mattino, tutta insieme.
La sospensione è stata più dolce del previsto, sono tranquillo più di prima, solo che è aumentata l’ansia sociale, la timidezza insomma, e poi avverto molto più caldo del solito.
In questi giorni, visto che lo psichiatra che mi diede lo schema l’anno scorso è andato in pensione, mi sono rivolto ad un altro psichiatra, il quale ha detto che mi consiglia di ritornare a 100mg di sertralina(visto che è ansiogena) e di reintegrare in terapia un minimo di tranquillante perchè il tutto deve essere in equilibrio! Cioè l’esatto opposto di quanto detto dal mio precedente medico, che telefonato per un consiglio rapido mi ha ribadito che quel che ho fatto va benissimo(cioè la sospensione del tranquillante e l’aumento dello zoloft), solo che ci vuole ancora un po’ di tempo affinchè l’organismo si abitui a stare senza benzodiazepine e si abitui all’aumento di sertralina.
Sono un po’confuso, anche se mi riesce più facile dar ragione al mio vecchio medico.
Vorrei chiederle, in base alla sua esperienza quale dei due medici mi consiglia meglio e se è vero che l’ansia sociale e i sintomi quali la sudorazione eccessiva si attenueranno nelle prossime settimane.
La ringrazio in anticipo.
PS: Ho già attenuto una risposta alla domanda ma gradirei anche la sua opinione dottor Pacini in quanto a breve non ho la possibilità di farmi visitare da un terzo specialista.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 990 248
Gentile utente,

Non vedo nesso con la sospensione delle benzodiazepine. Sta facendo una cura per l'ansia, all'inizio quindi può aumentare o fluttuare.
Non capisco neanche il senso del passo indietro, oltretutto rimettendo delle benzodiazepine. D'altra parte se uno va a chiedere un parere con una cura già impostata e potendo comunque chiedere delucidazioni al medico, è ovvio che va a sollecitare una cura diversa, magari opposta. E' quello che può trovare semplicemente per questo meccanismo.

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41.1k 1k 63
Sbava già ricevuto risposta alla sua richiesta

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Utente
Utente
Grazie mille della risposta dottor Pacini.
E' vero, credo di aver sbagliato ad andare da un secondo medico, avendo comunque la possibilità di sentire per telefono lo specialista che mi aveva in cura precedentemente, seppur attualmente in pensione.
Fatto sta che non credevo minimamente che mi venisse dato un parere così diverso; anzi dopo settimane trascorse a scalare le benzodiazepine, mi sentivo come se avessi raggiunto un obiettivo importante. Però ho voluto comunque farmi visitare, per scrupolo.
In realtà non è che questo secondo medico mi abbia visto ansioso; il succo del suo discorso è che ci debba essere un po' di ansiolitico perchè lo zoloft è di per sè ansiogeno.
Non voglio farla sbilanciare dottor Pacini ma credo che una monoterapia con ssri, senza benzodiazepine sia la scelta più sensata per la cura dell'ansia.
Io sono orientato a seguire quanto detto dal primo specialista; dalla sua risposta credo sia la scelta giusta. Se sbaglio mi dica pure dottor Pacini.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 990 248
Gentile utente,

Vede, se uno chiede un secondo parere senza che vi sia una ragione logica, per il solo fatto di aver chiesto un secondo parere aumenta la probabilità di averlo (diverso dal primo). I pazienti spesso vengono chiedendo pareri e fanno capire di aver dubbi o non aver gradito il primo. E non sempre gradiscono di riceverne conferma.
Nel suo caso di direbbe un meccanismo di ordine ossessivo, perché una volta ricevuto un parere B, ritorna dal medico A per chiedergli conferma del suo. Sembra un dubbio ripetitivo.
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41.1k 1k 63
Del resto continua a richiedere diversi pareri anche on line probabilmente alla ricerca di quello che più le aggrada per poi fare delle scelte di sua iniziativa mescolando un pò tutte le risposte.
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Utente
Utente
Beh dottore, sicuramente mi faccio spesso delle domande e l'ossessività fa parte del mio distuibo; come negarlo.
Però in questo caso credo di aver agito secondo logica, più che sotto impulso patologico. Cioè io ho seguito il medico A, che però per età non gradisce più fare visite; così mi faccio visitare dal medico B non per un secondo parere ma per avere una valutazione sul mio stato visto che manco da un annetto dallo psichiatra. Però il medico B mi propone dei concetti che per quel minimo che ho capito in anni di cure, mi sembrano un po' "passati". A questo punto per non cadere nelle trappole del mio disturbo dovrei riassumere tranquillanti? :-)
Certo se i tranquillanti mitigano le ossessioni, l'ansia sociale e la depressione allora è giusto riassumerle! Ma davvero è così??
Seguire il ragionamento giusto per un ossessivo non è sempre facile dottor Pacini. :-)
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41.1k 1k 63
Se ha sentito il secondo parere come parere indistinto dal precedente dovrebbe seguirlo senza fare sopra troppi ragionamenti
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Utente
Utente
Scusi dottor Ruggiero.
Solo adesso mi sono comparse le sue risposte su questo consulto.
Sull'altro consulto a cui mi aveva già risposto ho dimenticato di ringraziarla.
Lei ha ragione, faccio fatica ad accettare l'ultima prescrizione, cioè a riassumere le benzodiazepine. Il motivo è che il mio precedente psichiatra mi aveva detto mille volte di sospenderle; io avevo sempre rimandato e ora che l'ho fatto, con fatica, mi sento dire da un altro psichiatra di doverle reintegrare in terapia, abbassando di nuovo la dose dello zoloft a 100 mg. Non volevo mescolare le risposte, ma del resto se anche voi medici del sito avvalorate la prescrizione del mio attuale psichiatra vuol dire che la seguirò. Tanto in realtà un po' di tranquillante nulla mi toglie, anzi.
Magari un giorno mi farò visitare da Lei o dal dottor Pacini e mi direte di risospendere i tranquillanti;-)
Grazie ad entrambi. Vi auguro una buona serata.
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Utente
Utente
Mi scusi ancora dottor Pacini.
Nel discutere della questione dei tranquillanti ho posto poca attenzione a ciò che lei ipotizzava sul mio disturbo.
Lei ha scritto ad un certo punto:" Nel suo caso di direbbe un meccanismo di ordine ossessivo, perché una volta ricevuto un parere B, ritorna dal medico A per chiedergli conferma del suo. Sembra un dubbio ripetitivo."
In realtà io ho questa tendenza ossessiva, che definirei latente, nel senso che si manifesta quando ho un problema che non riesco a risolvere ad esempio. Probabile anche che nella vita quotidiana non lo percepisco, ma magari mi blocca in alcune situazioni. E come lei accennava metto sempre in dubbio alcune cose, come ad esempio le attenzioni che ricevo da qualche ragazza o gli affetti che ho. Fatto sta che in visita psichiatrica non viene rilevato a fondo, ed invece dietro all'anonimato del pc prende forma in modo forse eccessivo.
Le vorrei chiedere se la mia terapia, zoloft 150 mg(quella che da 15 giorni ad ora sto assumendo) sia indicata e per quanto debba essere seguita. Inoltre potrebbe giovarmi anche una psicoterapia?
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41.1k 1k 63
Il problema principale è che lei continua a voler capire quale parere seguire sentendo ulteriori pareri che, ovviamente, sono ipotetici.

Non riesce a trattenersi, dopo aver dichiarato di aver preso una decisione, a chiedere nuovamente quale sia la terapia migliore da seguire.

Poi introduce nuovi argomenti per creare confusione e mentire a se stesso sul fatto che il suo disturbo non si placa.

Secondo lei come le si può rispondere sulla indicazione alla psicoterapia se non si possono valutare direttamente le condizioni di eleggibilità?

Dr. F. S. Ruggiero
http://www.francescoruggiero.it
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 990 248
Gentile utente,

Latente fino a un certo punto, perché si nota nei comportamenti, forse - è vero - la presenza di questo strumento li peggiora.

Anche l'ultima domanda ritorna un po' sul concetto iniziale. Ripartiamo col mettere in discussione, così genericamente, la cura del collega, con cui può comunicare, e con domande che non c'è ragione che non faccia a lui. Probabilmente gliele ha fatte e ha già avuto risposta.
Non ha utilità, specie se ha questo tratto, usare un confronto virtuale semplicemente per avere una conferma "in meno". Porre una generica domanda su "va bene la cura" o "per quanto la devo fare" significa avere informazioni in meno rispetto a quelle già avute direttamente da un medico che l'ha visitata.
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dopo
Utente
Utente
Dottor Ruggiero forse essere chiaro può servire a non creare confusione.
Innanzitutto lei continua a rispondere in un consulto in cui un utente chiede deliberatamente il parere di un medico specifico e mi mette in difficoltà perchè ci rimango male per primo a rimarcare la preferenza. La preferenza ovviamente non è un giudizio sul medico, ma sulla sensazione di chi possa aiutarmi concretamente a risolvere un mio problema e il dottor Pacini mi ispira tranquillità perchè non polemizza e forse crede nella possibilità di aiutare le persone anche se tramite un pc.
Vede dottor Ruggiero io non mi diverto a chiedere online, non ho piacere a mentire a me stesso sul fatto che non trovi una soluzione. Purtroppo se un nuovo medico, visitandomi, mi pone come soluzione un tranquillante eliminato perchè mi dava i suoi problemi e il vecchio medico mi dice di continuare ad attendere altre 2 settimane in quanto i sintomi che sto sperimentando passeranno, un po' di confusione si crea.
Premetto poi che non mi sentivo tanto ansioso; in ciò il consulto mi sta facendo più male che bene perchè mi pare ricevere risposte come se stessi dicendo di voler ubriacarmi piuttosto che curarmi.
Il dottor Pacini aveva introdotto un elemento che mi ha colpito: l'ossessività, il mio porgermi continui dubbi; così ho chiesto se lo Zoloft fosse indicato.
Io credo che un giudizio online di un medico esperto possa essere utile. Ad esempio avrebbe potuto dirmi che la sospensione del tranquillante crea ansia, o che al contrario in certe persone è utile tenerlo a vita; che lo Zoloft è indicato nei disturbi ossessivi, oppure no. Se lei continua a dire che il mio psichiatra, avendomi visitato, dispone di un giudizio inappellabile non vedo il senso del consulto. Ho scritto giusto per rispondere, in quanto è ovvio che essendosi sviluppato in tal modo questo consulto non mi darà nulla di utile. Grazie.
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Utente
Utente
Ho letto ora la sua replica dottor Pacini.
Ha ragione: ho fatto un grande sbaglio a scrivere su questo sito. Non credevo che mi facesse più male che bene.
Nella vita se non si sbaglia, forse non si capisce.
Non mi rimane che salutarla.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 990 248
Gentile utente,

No, non ha fatto uno sbaglio, può darsi che ad esempio Le sia servito per capire questo.

Quello che si vuole evitare è che chi scrive sui siti con domande tipo questa ne ricavi apparentemente una risposta, e invece una via per alimentare le stesse domande. Come conseguenza ne deriva poi di solito un peggioramento del rapporto col medico, a cui si riportano "ho letto", " mi hanno risposto che", etc.

Il sito, e in geneale il web, sono strumenti di ricerca e informazione, che però inevitabilmente si prestano anche ad alimentare paure, incertezze e dubbi, oltre che contenere sia informazione che disinformazione.
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