Depressione, distrurbo borderline, sindrome bipolare.

Buongiorno Dottori,
io non riesco più a vivere con il peso del dolore che mi porto addosso, non ne ho più voglia. Come faccio? Preferirei morire che continuare a vivere con questo pensiero fisso.
Provo a spiegarmi. Ormai più di un anno fa si è conclusa la storia con la mia ex che è durata due anni, ma ancora sento forte il dolore delle ossa rotte.
All'università ho capito che sarebbe stata lei la mia donna perfetta: bella, intelligente, con un carattere forte e molto incline a stare nel mondo sociale. Non passa molto tempo dalla conoscenza a quando finiamo insieme.
Dopo qualche mese tiro fuori le mie debolezze, ho bisogno di continue conferme e ad ogni sua mancanza mi offendo e metto il muso. Non riesco ad accorgermi quando esagero e molto spesso lei reagisce con il pianto. Pensavo quasi sempre di non essere capito, nel frattempo però lei si allontana sempre di più senza che io riesca ad accorgermene.
Per lei cerco di organizzare sempre il meglio, cene, viaggi, uscite, ma non c'è verso: finiamo sempre per litigare. Lei non accetta il mio atteggiamento, non lo capisce e ha ragione.
Mi devo trasferire per lavoro e il nostro rapporto peggiora ancora, aspetto che lei mi dica "tranquillo, va tutto bene", invece si stanca e non lo fa.
Ero debole e non lo ammettevo, ma cercavo disperatamente il suo amore, perché dentro di me, forse, non mi sentivo degno di averlo, come se per via dei miei difetti e delle mie debolezze mi sentissi non amabile e quindi bisognoso di continue conferme, anche stupide, come la scelta della stessa pizza.
Ci siamo lasciati dicendoci che non poteva andare avanti una storia così. In realtà credevo che alla fine mi avrebbe richiamato, che mi avrebbe detto "tranquillo, ti amo anche così", invece non è successo. L'ho ricercata, ma lei non era più innamorata ed era anche stufa di me.
Da quel giorno il dolore non è più finito. Mi manca tanto, credo di aver perso davvero la persona della mia vitae per questo mi porto addosso un senso di colpa infinito, visto che sono convinto che i miei atteggiamenti l'abbiano fatta allontanare fino a disinnamorarsi.
Adesso ho capito di aver sbagliato, ho capito le mie debolezze, ho capito di essere io a non sentirmi amabile. Adesso però è tardi e mi sento finito, stanco e tremendamente in colpa.
Come può una persona che investe tanto in un rapporto non accorgersi che lo sta uccidendo? Mi sento un fallito, mai nessuno starebbe con una persona come me, malata e instabile. Mi faccio schifo e credo che la mia vita non abbia alcun senso.
Mi sono trasferito per lavoro nella mia regione, diversa rispetto a quella dell'Università, ma sono insoddisfatto, perché oltre alla mia ex, adesso ho perso tutto il mondo che faticosamente mi ero creato e ora sono quì, vicino alla mia famiglia, con un paio di amici con i quali ormai ho poco in comune e con il grande peso dell'occasione della vita mancata, perché una persona del genere io non la ritroverò più e con lei, per colpa mia ho perso anche tutto il resto.
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41.7k 1k 63
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Utente
Utente
Buongiorno Dottore,
mi scuso per essere stato poco chiaro, la mia domanda purtroppo non è così concisa, ma proverò a porla comunque articolandola su diversi punti.
1) è possibile che io abbia davvero portato le mie insicurezze all'interno della coppia fino a distruggerla? il mio è stato un atteggiamento stupido!
2) se la mia ex adesso mi manca in maniera così forte, tanto da sentirmi un fallito senza di lei, perché non sono riuscito a vivere un rapporto normale con lei? Avrei dovuto accorgermene prima, eppure i miei atteggiamenti erano incontrollabili, più forti di me.
3) il mio tenere il muso e i miei sbalzi d'umore (quando stavo con lei) non credo derivassero effettivamente dalle sciocchezze che li scaturivano, semmai ho davvero paura di soffrire di qualche disturbo. Leggendo su internet ho associato tanti miei atteggiamenti agli amori malati, tipici dei bipolari o di chi soffre di disturbo borderline. Potrebbe essere? Consideri che qualche anno fa ho curato un distrubo depressivo con degli psicofarmaci, ma pensavo di esserne perfettamente uscito prima di conoscere la mia ex.
Se per un verso una diagnosi del genere mi solleverebbe un po' dai miei enormi sensi di colpa, per l'altro mi farebbe sentire un malato che difficilmente riuscirà ad intrattenere in maniera sana una relazione di coppia, e questa cosa mi angoscia.
4) le mie giornate sono orientate esclusivamente al cercare di capire "perché è successo, cosa ho di così sbagliato?", di fatto però è un'ossessione continua e ormai sono davvero esausto di tutto, di me che mi faccio schifo in quanto incapace di amare, e della mia vita che è ormai piatta e senza nessuno stimolo positivo. Questa volta non credo di farcela, il dolore mi angoscia, è una sensazione normale?
So di essere stato prolisso dottore, me ne scuso, ma ho una confusione enorme in testa e cerco risposte anche da voi gentili dottori.
La ringrazio per qualunque spunto riuscirà a fornirmi.
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41.7k 1k 63
Avere determinati comportamenti non possono essere motivo di etichettatura psicopatologica.

Non penso sia utile perdere tempo a scervellarsi sulle cause della sua separazione che potrebbe chiedere direttamente all'interessata in modo da capire quali siano effettivamente i suoi comportamenti anomali eventuali.

Se ha difficoltà nelle relazioni può fare riferimento ad uno specialista per cercare di smussare questi atteggiamenti.
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Utente
Utente
La ringrazio per la risposta Dott. Ruggiero,
non crede però che determinati comportamenti possano dipendere da qualche disturbo come quelli che ho evidenziato nel mio precedente messaggio?

Lo scervellarsi è senza dubbio una perdita di tempo, però è un'attività quotidiana che mi viene in mente in maniera automatica, forse perché non mi spiego determinati miei atteggiamenti. Mi fanno schifo quando ci penso, ecco perché continuo a scervellarmi.

Ormai sono ossessionato e non so davvero come uscire da questa situazione che mi vede così arroccato al passato che non tornerà e con un terribile senso di colpa per esserne stato io la prima causa. Non credo di riuscire ad uscire da questa situazione di abbandono in cui mi trovo.
Sto molto male, soprattutto quando penso di non farci più nulla in questo mondo.
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