Cura antipsicotica in trauma infantile

Buongiorno,
come indicato nell'oggetto sto seguendo una terapia farmacologica per trattare dei sintomi sorti in conseguenza ad un trauma infantile.
I farmaci che prendo sono:
- abilify 15 mg
- fluvoxamina 25 mg

Sto seguendo una cura antipsicotica in seguito ad una fase confusionale vissuta 2 anni fa e ripresentatasi 1 anno fa. Da 1 anno a questa parte ho imparato molto a riconoscere come quei pensieri intrusivi non sono altro che un meccanismo difensivo per proteggermi dal ricordo traumatico.
Altri meccanismi difensivi che ho sono:
-dissociazione
-blocco emotivo
-iperarousal

Questi meccanismi difensivi mi impediscono ovviamente di andare ad affrontare il ricordo, che si presenta solamente come flash quando riesco, soprattutto con la lettura, a distrarmi\rilassarmi.

La mia domanda è: partendo dal presupposto che sono consapevole che non ci sono farmaci miracolosi per affrontare il trauma, c'è qualche farmaco più indicato rispetto ad un antipsicotico per trattare questi meccanismi difensivi in modo da avere meno ostacoli nella via per affrontare il trauma?

P.S. La diagnosi di trauma e dei vari meccanismi difensivi mi è stata fatta dalla psicoterapeuta che mi sta seguendo.

Grazie
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41.1k 1k 63
Forse sarebbe il caso di rivedere la definizione di "trauma".

Lei sta facendo una terapia per dei sintomi che si presentano per determinati motivi che certo non possono ricondurre ad un trauma.

Non vorrei che le sia stato instillato un dubbio su un falso ricordo su cui sta facendo nuovi sintomi.

Dr. F. S. Ruggiero

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[#2]
dopo
Utente
Utente
Buongiorno,
la ringrazio per la risposta. Diciamo che i sintomi che presentavo all'epoca non erano una vera e propria psicosi (confermato ciò anche dallo psicoterapeuta), ma erano meccanismi difensivi. C'era stata un pò di incomprensione con lo psichiatra che mi seguiva all'epoca, da parte mia, dove non ho spiegato molto bene quello che avevo. Con la psichiatra che mi segue ora abbiamo deciso, appunto sulla base di quanto sono riuscito a riferirle più lucidamente rispetto a 2 anni fa, di sospendere gradualmente l'abilify (ne prendevo 30 mg, sono passato a 25, poi 20, 15, ed a breve scendo nuovamente in quanto non sto notando differenze).
Dandolo per dato di fatto che ho subito un trauma (detto dalla mia terapeuta) c'è qualche cura farmacologica che aiuta o da una parte a diminuire la paura che mi prende quando mi viene questo flash, o dall'altra parte agire sui meccanismi difensivi quali blocco emotivo, dissociazione ed iperarousal?

Grazie
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41.1k 1k 63
Le assume per dato di fatto ciò che è detto da altri.

Non mi sembra un presupposto corretto.

Attualmente assume una terapia per i suoi sintomi e sta convincendo la sua psichiatra a togliere la terapia.

C'è solo confusione
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dopo
Utente
Utente
" Le assume per dato di fatto ciò che è detto da altri. "
Si riferisce alla diagnosi di trauma o alla cura iniziata con il primo psichiatra? Nel primo caso è stata una conclusione presa in luce ad un percorso fatto appunto con la terapeuta. Nel secondo caso ci fu un incomprensione con il primo psichiatra, ma mi rimandai comunque alla sua decisione in quanto in quel periodo ero molto confuso, quindi nella difficoltà mi sono fidato.

" Attualmente assume una terapia per i suoi sintomi e sta convincendo la sua psichiatra a togliere la terapia. "
Probabilmente mi sono espresso male, non sto convincendo la mia psichiatra. Io le ho riportato quello che mi sento ed ha concordato che ad oggi la cura antipsicotica non è,o non è più, utile.

Settimana prossima vedrò la psichiatra, quindi farò il punto sulla degressione del dosaggio e su quelli che sono i sintomi ad oggi, sperando di non lasciare nulla al caso. Nel frattempo volevo avere un altro parere se tra le varie terapie farmacologiche esistenti c'è qualcosa che può aiutare da una parte a ridurre la paura (ho letto di paroxetina e/o sertalina ma non so se ho capito bene), oppure qualche farmaco che mi aiuti a ridurre il meccanismo difensivo più complesso che ho che è quello della dissociazione.

Grazie
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41.1k 1k 63
Se non avesse avuto bisogno della terapia non ci sarebbe da chiedere se ci sono terapie per la dissociazione.

Parte dal presupposto errato del "trauma" che le è stato indotto.
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dopo
Utente
Utente
" Se non avesse avuto bisogno della terapia non ci sarebbe da chiedere se ci sono terapie per la dissociazione. "
Mi perdoni ma non mi è chiaro cosa intende

" Parte dal presupposto errato del "trauma" che le è t "
Penso che la frase sia incompleta
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41.1k 1k 63
Continua a chiedere altri presidi per una terapia che risulta in diminuzione, ergo la terapia non andava ridotta.

Si si è bloccato infatti poi è stato corretto
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dopo
Utente
Utente
Cioè chiedere un ulteriore parere da parte mia sarebbe un sintomo per il quale la diminuzione della terapia risulta errata? Mi permetto di dissentire. Penso che la mia psichiatra non sia un professionista "superficiale" e se ha ritenuto che la mia terapia andasse ridotta io mi fido (non vedo altrimenti). Il senso del mio consulto era un altro ma mi sembra che ahimè si sia perso un pò il fulcro del discorso.
Detto ciò non importa, con questi presupposti il consulto non ha senso di proseguire. Ringrazio comunque per la disponibilità e la cortesia.

Buona serata e buon lavoro
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41.1k 1k 63
Lei chiede una terapia diversa da quella che viene ridotta e giunge a conclusioni personali completamente distaccate dalla realtà.

Questo è un sintomo per cui è lecito dubitare della riduzione.
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dopo
Utente
Utente
Buongiorno,
probabilmente mi sono espresso male, o quanto meno non è questo il messaggio che volevo passasse.
Non sono giunto a nessuna conclusione da solo. Certo ho letto molto in internet per informarmi, prendendo dovutamente quanto riportato con le pinze. Se sono giunto a qualche conclusione è perchè questa mi è stata confermata e spiegata dalla psicoterapeuta che mi segue (SENZA INDURMI NIENTE).
Poi posso essermi espresso male, o posso aver fatto domande che dal punto di vista medico si distaccano dalla realtà, ma più che un sintomo psicotico lo vedo come un sintomo che quando una persona sta male si attacca a tutto, a qualsiasi cosa possa darle speranza e coraggio per affrontare la malattia.
Nel mio caso un "no non esistono medicinali adeguati" era sufficiente, non mi sembrava il caso di sollevare un polverone mettendo in discussione l'operato e la professionalità della mia psichiatra e della psicoterapeuta (almeno questo è il messaggio che è passato), tenendo conto dei palesi limiti di comprensione che si presentano in un consulto a distanza, com'è normale che sia.

Buona giornata
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41.1k 1k 63
Rilega un poco tutto e meglio forse compenserà meglio la richiesta
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dopo
Utente
Utente
Guardi non importa, va bene così; se i presupposti sono sbagliati non c'è richiesta formulata bene che tenga.

Buona giornata e buon lavoro