Ipocondria, il giusto approccio?

Salve, sono un ragazzo di 33 anni, e da diversi anni soffro di ipocondria.
Ho sempre dato particolare peso ad ogni sintomo "nuovo" e che io mi ricordi la cosa va avanti da una quindicina di anni circa. Ho una vita serena, una moglie, un lavoro, un bellissimo bimbo, una famiglia presente e nulla che, almeno all'apparenza, possa causarmi disagi.
Ovviamente ho avuto negli anni qualsiasi tipo di malattia immaginaria, da tumori di varia natura a sclerosi a infarti ecc con varie visite specialistiche chiaramente inutili. Servivano a tranquillizzarmi (anche se in parte, visto che come per tutti gli ipocondriaci non è che poi mi fidassi ciecamente del responso).
Crescendo ho capito che la mia vera malattia era l'ipocondria e sono sempre più o meno riuscito a tenere sotto controllo le cose, facevo magari 6 mesi senza problemi, poi succedeva qualcosa ma resistevo, passava e aspettavo il prossimo evento. Da un paio di anni però, con la nascita di mio figlio ho visto un riacutizzarsi del problema. Riverso su mio figlio tutta la mia ipocondria e questo stato ansioso diventa davvero poco gestibile. Ho deciso di tentare di far qualcosa per migliorare la situazione cosi mi sono rivolto ad uno psichiatra che la mia famiglia conosce. Analizzando il mio problema mi ha onestamente detto che andando da lui avrei speso dei soldi per nulla. Mi spiego meglio, mi ha riferito che non sono una persona ansiosa a prescindere, cioè quando in famiglia non ci sono problematiche di salute la mia vita scorre serena, cosi ha inquadrato la mia ipocondria come un disturbo rientrante nei DOC. Per questa tipologia lui ritiene che le strade percorribili siano due e che l'una non escluda l'altra. Terapia cognitivo comportamentale e farmacologica (Fevarin) oppure andare a cercare il problema con sedute di analisi. Sostiene però che andare in analisi da qualcuno di veramente competente significhi un impegno grosso, soprattutto economico che al momento non posso permettermi. Ha cosi deciso di tentare un primo approccio farmacologico con il Fevarin per 6 mesi, partendo con 50mg al giorno per arrivare a 150mg e mantenerli 6 mesi. Ho seguito la terapia ma non ho avuto alcun apparente beneficio e qualche effetto indesiderato (sonnolenza mattutina, orgasmo molto ritardato) comunque rientrato nel giro di un mesetto dal termine dell'assunzione del farmaco. I problemi sono rimasti e sinceramente vorrei un Vs parere su quello che potrebbe essere un buon approccio alla cosa. Non voglio che il mio problema diventi un problema anche per la famiglia (che comunque comprende e cerca di aiutarmi) e sono quindi aperto a 360° per cercare una soluzione.
Secondo voi è possibile una totale guarigione o si deve piuttosto pensare ad un qualcosa da "contenere" ma con cui dover convivere per sempre? Grazie mille e scusate se mi sono dilungato ma volevo inquadraste al meglio la situazione. Saluti
[#1]
Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41.1k 1k 63
Primariamente la questione va inquadrata dal punto di vista diagnostico correttamente.

Dopodiché va trattata in modo adeguato con terapie specifiche.

Doc o meno non esiste solo l'anafranil in commercio che tra l'altro è stato velocemente ridotto.

Sarebbe preferibile che si rivolga ad uno specialista che possa affrontare la situazione senza troppi giri dovuti alla conoscenza pregressa.

Dr. F. S. Ruggiero

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[#2]
dopo
Attivo dal 2017 al 2018
Ex utente
Grazie mille dottore, quindi da quello che ho compreso lei riterrebbe opportuno che la diagnosi venisse fatta da uno specialista che non avesse rapporti con la mia famiglia... (comunque questo medico conosce si la mia famiglia ma non me direttamente). Il fevarin comunque l'ho sospeso scendendo per un mese a 100, poi a 50 per altri 15gg. Immagino bene che esistano altri farmaci con differenti approcci ma cercavo di capire quale potesse essere il giusto approccio ad un'ipocondria fine a se stessa, cioè senza altre forme di ansia se non quella della malattie per me e i miei familiari. Capisco comunque che non si possano fare ulteriori valutazioni a distanza, proverò a tornare da uno specialista che sappia inquadrare meglio la diagnosi e propormi un valido percorso. Grazie
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