Disturbi pregressi o demenza senile: cosa fare?

Buongiorno,
sono disperata e non so cosa fare. Mio padre, 87 anni, alterna momenti in cui è lucido e buono a momenti in cui è preda di fissazioni, è arrabbiato con il mondo intero, urla e insulta tutti con cattiverie totalmente gratuite, non ricorda alcune cose, anche i nomi dei parenti, mentre sospetto che ne inventi altre. Spesso interpreta in modo bizzarro quello che gli si dice e diventa paranoico. In queste fasi è ingestibile e anche mia madre sta cadendo nella depressione. Io purtroppo abito lontano, ma in questo periodo cerco di trascorrere piu' tempo possibile da loro perchè mi rendo conto che mia madre non può farcela da sola. Purtroppo ho anche degli impegni lavorativi, ho chiesto ferie ma non posso tirare la corda piu' di tanto. Il problema è che mio padre si rifiuta categoricamente di andare da qualsiasi medico, incluso il medico di base. Non va più neanche ai controlli per i problemi fisici che ha, anche fargli prendere correttamente le medicine che gli avevano prescritto in passato è un grosso problema (o non le vuole prendere o, se non stiamo attenti, ne prende troppe).
Mio padre ha sofferto di disturbi mentali per cui era in cura, ma qualche anno fa un nuovo psichiatra gli ha tolto gli psicofarmaci che assumeva da tanti anni. Da allora le cose sono andate sempre peggio. Ora non so se il problema e' che i suoi disturbi, non piu' gestiti dagli psicofarmaci, si sono riacutizzati o se invece è subentrata una qualche forma di demenza senile. Ma il problema grosso è: se si rifiuta di andare da qualsiasi medico, cosa possiamo fare?
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45k 1k 248
Di che disturbo psichiatrico soffre, e che medicine assumeva che poi sono state interrotte ?

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
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Utente
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disturbo dissociativo. Prendeva il moditen e per anni è andato bene
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45k 1k 248
Probabilmente espressione che equivarrà a psicosi cronica. E su quale base, mi chiedo allora, è stata sospesa questa, cura, visto che era prevedibile che ritornassero i sintomi ?
Mi sembra banale: era in cura per una malattia cronica, non lo è più, i sintomi ritornano.
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Utente
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il vecchio psichiatra che lo ha avuto in cura per anni è andato in pensione. Quello che lo ha sostituito, alla prima visita, gli ha detto che ormai, dopo tanti anni, era guarito e che il moditen non era più necessario. Mio padre era felicissimo e da allora rifiuta di prendere medicinali che anche lontanamente gli sembrino psicofarmaci, per esempio sonniferi ma anche antistaminici. Noi eravamo preoccupati e abbiamo chiesto un neurologo che ci ha detto che probabilmente il moditen era eccessivo e poteva creare problemi data l'età avanzata. Poi mio padre ha sviluppato una avversione totale ai medici, diventa aggressivo anche solo a proporre una visita di controllo.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45k 1k 248
Non riesco a capire di preciso su che base, dopo anni che uno fa una cura per una psicosi, si possa affermare che "è guarito". Se mai, dopo aver tolto la cura, si verificherà se ne ha bisogno o meno, ma questo sulla base del ritorno dei sintomi. Adesso la persona verosimilmente rifiuta le cure perché non ha coscienza di malattia.
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Utente
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buongiorno, le cose sono precipitate velocemente, ma con uno stratagemma siamo riusciti a portarlo in ospedale. Gli hanno prescritto la quetiapina (che prende da qualche giorno), ma non e' affatto migliorato, anzi...l'unico risultato positivo è che la notte ora dorme, ma di giorno straparla in continuazione, è molto aggressivo nei confronti di tutti, anche di persone che ha solo sentito nominare, spesso confondendo persone tra loro e raccontando episodi che non sono mai avvenuti, o che sono avvenuti in modo diverso o in tempi diversi, si sente perseguitato, circondato da malati di mente che gli vogliono fare del male (noi in particolare). Accetta di prendere le medicine ma non di farsi visitare di nuovo. Cosa possiamo fare? e come dobbiamo interagirci? dobbiamo cercare di farlo ragionare (anche se non sembra seguire alcuna logica), ignorarlo o assecondarlo? abbiamo provato tutte e 3 le strade, senza successo, dobbiamo perseverare su una delle 3?
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45k 1k 248
Beh, la dose iniziale sarà poi forse da rivedere, presumo siate rimasti in contatto con qualcuno. E' indispensabile che qualcuno riveda la cosa, o lo visiti anche a casa.
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Utente
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gli hanno fissato la visita di controllo dopo due settimane, che mi sembra tantissimo. In ogni caso il problema è che ora è convinto che siamo noi ad essere malati di mente e che vogliamo portarlo alla visita per fargli del male, per cui dubito che vorrà andare. Abbiamo provato a chiedere come comportarci e ci hanno detto di aspettare il giorno della visita e avere pazienza. Ci hanno detto che ci va tempo per avere risultati positivi. Non so se ce la facciamo ad andare avanti cosi'. Mantiene le vecchie fissazioni, ma ne ha anche acquisite di nuove, e ci si impunta per ore e ore. Fisicamente invece sembra ringiovanito di 20 anni, ha molta forza e resistenza, e anche movimenti più coordinati, ha smesso di strascicare i piedi e di biascicare.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45k 1k 248
Descritto così, sembra una fase maniacale. DIsturbo dissociativo è una vecchia dicitura che non dice molto.
Comunque, è vero che le medicine ci mettono un po' per agire. E' anche vero che nei primi giorni si può velocizzare la risposta se si facesse visitare, anche a domicilio.
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Utente
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scusi se non ho risposto subito ma siamo in una situazione da incubo, tra un po' devono ricoverare noi. Da giorni non dormiamo perche' di notte si sveglia con fissazioni di ogni tipo, dalla casa maledetta a noi che siamo possedute o drogate o malate di mente. L'altra notte e' stato sveglio tutta notte urlando e distruggendo cose in casa cercando quello che gli staremmo nascondendo, e alla fine ci ha aggredite. Abbiamo chiamato la guardia medica, ma non hanno fatto niente perche' dicono che essendo in cura da altro medico, e non essendo loro psichiatri. non si fidavano a dargli medicinali senza sapere nel dettaglio la situazione. Ci hanno detto di contattare immediatamente il reparto di psichiatria, ma anche li' ci hanno detto che non potevano fare niente perche' e' gia' in carico ad altro psichiatra (non del reparto), di contattare lui. Solo il giorno successivo siamo riusciti a contattarlo e come emergenza, in attesa della visita (se non riuscissimo a portarlo ci hanno detto che faranno una visita a domicilio), ci ha detto di mettergli qualche goccia di talofen nel caffe' dopo cena. Pero' nel bugiardino del talofen c'e' scritto di conservarlo a temperature inferiori ai 25 gradi, se lo metto nel caffe' caldo si altera? posso provare ad assaggiarlo per capire che gusto ha? dato che mio padre e' paranoico e gia' adesso pensa che gli stiamo mettendo delle medicine che gli fanno male nel cibo di nascosto, se lo facciamo davvero e se ne dovesse accorgere non so cosa potrebbe succedere.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45k 1k 248
Cioè un medico non può gestire un paziente perché è già in carico da un altro ?
Quindi io non potrei gestire nessuno in quanto tutti hanno già un medico di base...

Diciamo che la situazione non è delle più desiderabili, perché la persona rifiuta le cure.

Il problema delle cure date così (a parte il dettaglio tecnico che si spiega da solo), è che non è sempre agevole farlo, e che non sempre è possibile dare dosi efficaci.