Peggioramento sintomi e paura diagnosi errata

Buongiorno a tutti,
riassumo brevemente la mia situazione chiedendoVi gentilmente un consulto.

A dicembre 2018 ho avuto l'esordio di un disturbo di derealizzazione e depersonalizzazione, molto forti, sviluppatesi in concomitanza di un attacco di panico durante un periodo molto stressante sotto praticamente tutti gli aspetti della mia vita.
Da quel giorno, nei mesi a venire, ho assunto EN (Delorazepam) tutti i giorni ad un dosaggio massimo di 30 gocce/giorno divise in tre parti nel corso della giornata.

Non vedendo la situazione risolversi ma solo 'placarsi' in certi momenti, da marzo assumo Haldol 0. 2% (Aloperidolo) al dosaggio di 7 gocce/giorno (prima avevo provato Trilafon ma dopo 10 giorni a 2mg ho sviluppato dei forti tremori, situazione indicativa del fatto che sono un metabolizzatore lento a detta della psichiatra).

Devo dire che dopo Haldol e psicoterapia la situazione è nettamente migliorata. I sintomi 'prettamente collegati' alle condizioni del disturbo dissociativi si sono ridotti di molto, quindi tutto l'aspetto visivo e sensazionale si è decisamente ridotto.
Ciò che non è passato ed anzi è DRAMMATICAMENTE peggiorato, è la componente ossessiva che già preesisteva prima del disturbo.

Parlo di domande esistenziali estremamente pesanti.. .
A volte sono arrivato a questionare perfino l'esistenza delle altre persone, chiedendomi cose tipo:
come faccio ad essere certo della reale esistenza delle altre persone?
Capitemi; sono cosciente che sia una domanda irrazionale e megalomane ma allo stesso tempo è estremamente razionale (nessuno di noi sa realmente come percepiscono il mondo gli altri), e a volte mi genera talmente tanta ansia che la mia mente 'tende' a cominciare a crederci sviluppando una sorta di 'Sindrome del Truman Show'.

Per spezzare questo giro di pensiero spesso mi basta una distrazione ma a volte diventa così invalidante che vorrei solo fiondarmi in ospedale a farmi ricoverare.. .

La mia diagnosi, ad oggi, formulata dopo 7 mesi di calvario, è di Disturbo Ossessivo 'puro' senza parte compulsiva.
Mi è stata consigliata la mindfulness ed il contatto con la natura, oltre ad una maggiore socializzazione e 'leggerezza' nel prendere le cose.

Il punto è che ad oggi mi ritrovo in crisi: i farmaci sono sempre lì, ho solo diminuito un po' i dosaggi.
Di EN ed ora ne prendo 10-15 gocce/giorno alla sera. Haldol invece sulle 3 gocce.

Quando ho diminuito Haldol improvvisamente mi sono sentito molto meglio per un certo periodo, circa una settimana, ma poi nei giorni a venire ho sentito che quelle domande si stavano rafforzando di giorno in giorno.. . e quindi per sentirmi bene è come se dovessi seguire un'andamento 'sinusoidale' con l'assunzione del farmaco.

Ora, queste domande sono pesanti ed appunto la mia mente alle volte tende sempre di più ad attribuirci un valore di verità.
Inoltre mi sento molto distaccato dal reale.. . non riesco a vivere appieno, le cose le sento strane, tutto mi provoca angoscia.

L'idea di vivere su un pianeta, ecc... è tutto diventato molto ingestibile da quanto è assurdo. Non ho fede, credo nella scienza, la razionalità mi sta uccidento.
Al punto che talvolta, lo ripeto, vorrei sparire.

Si tratta di rebound dei farmaci?
Può essere che l'assunzione di Haldol prolungata per 3-4 mesi abbia provocato la nascita di una psicosi?
Oppure la mia diagnosi è errata?

Chiedo un aiuto.

Grazie
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41.1k 1k 63
Probabilmente più che la diagnosi è il trattamento che è insufficiente,

Il contatto con la natura è poi il top del trattamento.


Direi di sentire un altro parere.


Dr. F. S. Ruggiero

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[#2]
dopo
Utente
Utente
Gent. Dr. Ruggiero,
La ringrazio per aver espresso il Suo parere in merito.

Tuttavia come può immaginare mi appare un po' vago; quanto alla non sufficienza del trattamento, Le posso riferire che ho parlato più volte alla psichiatra di questo problema chiedendo la valutazione dell'inserimento in terapia di SSRI, che a quanto so, si dimostrano utili in casi di disturbo ossessivo. La scelta ricade poi sempre e comunque sul neurolettico in quanto a detta dello stesso medico, l'antidepressivo risulterebbe troppo "attivante" e non farebbe altro che peggiorare questo continuo pensare e rimuginare.

Ora i problemi che si pongono sono diversi:
- perché con Haldol l'intensità del pensiero diminuisce (e sottolineo, diminuisce e basta senza annullarsi), ma appena si tenta una minima diminuzione, finisco in uno stato peggiore rispetto alla situazione esistente prima del trattamento?
Può essere che il neurolettico in questione possa sviluppare un effetto rebound con effetti psicotici, come potrebbero essere i miei, nonostante il dosaggio così basso (0.7-0.3 mg)?
- esiste la possibilità di reintegrarsi col reale? Di sentire le cose per come lo sono, senza trovare assurdo il fatto di stare su un pianeta? La mia psichiatra suggeriva questi approcci più "semplici" quali il contatto con la natura in quanto ritiene che sulla chimica si possa agire solo fino ad un certo punto.
- esiste la possibilità che questo dosaggio di aloperidolo, che ribadisco essere stato sempre compreso tra 0.3mg e mai superiore agli 0.7mg, abbia danneggiato in qualche modo le mie strutture cerebrali? la neurotossicità del farmaco in questione è nota.

Grazie a chi vorrà aiutarmi