Dopo quanto tempo si deve intervenire per superare un trauma? si può superare anche dopo anni?

Salve, sono un ragazzo di 24 anni e voglio condividere con voi la mia esperienza per togliermi ogni dubbio possibile... Premetto dicendo che sono una persona normalissima e non ho mai avuto nessun tipo di problema soprattutto psicologico.
Tutto è cominciato a gennaio 2017 in un viaggio ad Amsterdam che facemmo io e i miei amici.
Una sera entrammo in coffee shop e fumammo marjuana e io purtroppo mi sentii molto male poiché svenni ed ebbi un collasso.
In passato avevo già fumato marjuana in modo abbastanza frequente e non ho mai avuto effetti collaterali o episodi di questo tipo.
Dopo questo episodio comunque la mia vita è cambiata, qualche giorno dopo iniziai ad avere ansia forte, paranoie, mi sentivo fuori dal mondo come se vivessi in una bolla (se non sbaglio il termine preciso è derealizzato o depersonalizzato), mi sentivo molto giù di morale e non vedevo una via di fuga.
Tutta questa situazione duró per circa 7-8 mesi dove mi sentivo sempre così e non riuscivo a capire cosa fosse successo nella mia testa.
Non chiesi aiuto un po’ per vergogna un po’ perché pensavo di superare da solo la cosa.
Trascorsi i 7/8 mesi mi riprendo e torno alla mia vita normale anche se psicologicamente non mi sentivo così forte e sicuro come prima.
Passano un paio di anni e a febbraio di quest’anno cioè febbraio 2019 improvvisamente mi sento e male ed ho un episodio depressivo... avverto una sensazione di malessere generale, ansia, inappetenza e pensieri di morte e di suicidio.
Questa volta però mi accorgo che è una cosa più grande di me e chiedo aiuto ai miei genitori, gli spiego tutta la situazione compreso l’episodio di Amsterdam e mi portano da uno specialista psichiatra, il quale mi prescrive una nevrosi ipocondriaca e 5mg di cipralex da prendere una volta al giorno e mi consiglia di andare da una psicoterapeuta dove sono tutt oggi in cura.
Da quest’ultima comunque faccio molte sedute di EMDR sui pensieri ossessivi e di suicidio riprendendomi sempre di più piano piano... prendo 5 mg di cipralex fino ad agosto dove mi sentivo bene e rinato.
Un paio di mesi fa però ho una ricaduta, di nuovo gli stessi sintomi quali depressione, malessere generale, inappetenza e i pensieri intrusivi che mi danno veramente fastidio.
Ho ripreso ad essere con il cipralex sempre sotto consiglio della terapeuta, quello però che volevo chiedervi è questo... tutta questa situazione può essere una conseguenza di quella esperienza ad Amsterdam?
Può essere un trauma non superato?
Se si è ancora possibile superarlo anche a distanza di 3 anni o si è cronicizzato e non c’è più nulla da fare?
Vi prego rispondetemi perché a volte mi sento disperato, voglio tornare alla mia vita di sempre e non avere più questi problemi.
Vi ringrazio anticipatamente spero mi sarete di aiuto.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
Gentile utente,

Semplicemente sta cercando un "motivo", rintracciandolo ad esempio in ciò che era accaduto al momento del primo episodio, però sostanzialmente ha un disturbo che risponde al cipralex, che secondo quanto si sa verosimilmente si è sviluppato per una predisposizione indipendente dall'uso occasionale di sostanze. Se mai c'è da dire che forse le cure durano poco, e quindi le ricadute potrebbero essere evitabili programmando cure più stabili.

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

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dopo
Attivo dal 2019 al 2020
Ex utente
Innanzitutto la ringrazio per essere intervenuto... quindi lei suppone che non c’è collegamento tra l’episodio di Amsterdam 2017 e quello di febbraio 2019? Le volevo chiedere un’ultima cosa... questa situazione attuale che sto vivendo è un problema risolvibile e si risolverà in modo definitivo? O me la porterò dietro per tutta la vita? Questi pensieri intrusivi di morte e suicidio prima o poi andranno via? Se è così ho bisogno di saperlo. Guarirò e tornerò a godermi la vita come prima?
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
Prenda la parte centrale tra l'ide di dover trovare un perché e a paura di non guarire, ovvero si curi per quello che ha.
I fattori scatenanti, che sono sempre ipotetici, non sono cause prime, a quella stessa età molti cominciano ad avere nevrosi senza aver consumato sostanze.
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dopo
Attivo dal 2019 al 2020
Ex utente
Quindi dottore questi sintomi che accuso, come inappetenza, depressione, perdita dell interesse e piacere sessuale, pensieri ossessivi, come se la vita non avesse senso potrebbero essere collegati ad una depressione? Anche se riesco a svolgere comunque le mie attività quotidiane. Se può essere più preciso mi sarebbe molto d’aiuto. A volte mi sento disperato, come se non vedessi soluzione. Grazie di cuore sempre per la disponibilità
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
Oltre a quei sintomi che dice, sono parte dei sintomi anche l'atteggiamento di concentrarsi sul problema e rimuginarci, anziché fare mosse (tipo una cura), pensare che non valga la pena fare mosse, pensare che è colpa nostra, e quindi che ha un senso star male etc.
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dopo
Attivo dal 2019 al 2020
Ex utente
Va bene dottore la ringrazio per la disponibilità, spero di riprendermi il prima possibile e di tornare a godermi la vita. Buona serata