Lamictal e cipralex

Egregi dottori, da quasi un anno ho cominciato a soffrire di ansia e attacchi di panico con molti sintomi fisici e ultimamente accompagnati anche da uno stato depressivo.
Da settembre 2019 assumo 20/30 gocce di Xanax del quale credo di essere psicologicamente dipendente (mesi fa provai la paroxetina ma la sospesi subito per i fortu effetti collaterali).
Ciò che più pesa di questo disturbo è la paura di fare qualsiasi cosa: uscire da solo, trovarmi in centri commerciali, situazioni sociali normali e il sintomi che più mi attanaglia sono i giramenti di testa, la testa vuota, qualche vertigine, senso di instabilità e tensione molto forte al collo quando mi trovo fuori casa.
Da settembre seguo un percorso di psicoterapia (10 anni fa ebbi un episodio ansioso depressivo di 6 mesi risoltosi spontaneamente), il quale mi sta aiutando in alcuni aspetti della mia vita ma purtroppo non con la sintomatologia.
Mi sono licenziato e per me questo è un grave fallimento, mi sento fallito ma allo stesso tempo ho paura di intraprendere nuove cose poiché in quelle cose mi vedo stare male e le considero quindi inutili.
Sto "bene" solo a casa, al sicuro o in poche altre situazioni familiari.
Non mi va più di uscire, di socializzare, neanche di lavorare.
L'unica cosa che ho conservato è il mio senso dell'umorismo.
Ho notato che la sera, dalle 19/20 in poi, sto sempre meglio.

Dato che da anni soffro di emicrania con e senza aura e che in questo periodo l'ansia ha fatto aumentate gli attacchi la mia neurologa mi ha consigliato di prendere il Lamictal e anche di prendere il cipralex (5mg x 7gg e poi 10mg).
Mi ha detto di continuare momentaneamente con lo xanax che poi sospenderemo.
Ecco la mia domanda è questa: io sono assolutamente terrorizzato dagli effetti collaterali dopo l'esperienza con la paroxetina, nonostante la neurologa mi abbia rassicurato dicendo che al massimo avrò un po di nausea e sonnolenza.
Anche gli effetti del lamictal mi spaventano come la visione doppia, le vertigini.
I poche parole ho paura di provare le sensazioni che già provo e che sono alimentanti per l'ansia (quasi sempre la mia ansia fortissima o il panico partono da un giramento di testa), ma in maniera ancora più forte.
Posso chiedervi un parere su come considerate questa cura e sui possibili effetti collaterali a questi dosaggi?
Vi ringrazio tanto per l'attenzione.
Un saluto a tutti.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 990 248
Gentile utente,

Quelli di cui parla in riferimento alla paroxetina non sono effetti collaterali propriamente detti, sono la reazione ai primi giorni di paroxetina, dovuta in gran parte al disturbo di cui soffre, direttamente e tramite la paura cosciente del farmaco in sé per come se lo rappresenta.

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

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dopo
Utente
Utente
Grazie per la risposta gent. Dott. Pacini.
Le preciso che quanto dettomi anche da altri suoi colleghi è stato che la paroxetina (prescrittami dal medico di base) mi è stata data in un momento particolarmente acuto senza il supporto di un ansiolitico e questo ha anche un po' ingigantito la sintomatologia. Sono estremamente conscio e d'accordo con quanto da lei esposto, in quanto tutt'ora io avrei veramente voglia di iniziare la cura suddetta in accompagnamento alla psicoterapia, poiché trovo veramente deludente vivere in questa maniera (mi sento totalmente inutile e lontano da me stessi), tuttavia la paura degli effetti collaterali è veramente forte. Sono sempre stato una persona molto intraprendente e razionale e quasi mi vergogno a dirle che se dimentico lo Xanax a casa torno indietro a prenderlo. Secondo lei potrei trarre giovamento da lamictal + cipralex?
Le auguro un buon weekend e la ringrazio.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 990 248
La domanda "secondo lei potrei trarre giovamento"... direi che è abbastanza ridondante. Il medico l'avrà data per farle bene o male ?

A partire dalla diagnosi, una cura sarebbe indicata, e appunto il cipralex è una di quelle possibili. Niente di strano che sia legata allo xanax, prima di tutto perché se lo assume sempre si sarà assuefatto, ma anche perché se il disturbo è ancora non curato, l'ansiolitico diventa l'unico salvagente, reale o immaginario.
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Utente
Utente
Grazie Dott. Pacini,
Lei sarà abituato alle domande di chi soffre del mio stesso disturbo, i continui dubbi e le continue paure che poi non fanno che alimentare lo stato di ansia, depressione e indecisione: ovviamente sono sicuro la dottoressa me l'abbia data per aiutarmi:-)
Mi piacerebbe solo dirle questo, sperando Lei possa cogliere l'essenza di queste parole: in questi mesi sono stato da 3 psichiatri (e già qui alla sua lecita possibile domanda "perché non ti sei fidato del primo?", non posso che risponderle con la stessa cosa che le ho scritto all'inizio del consulto) e tutte e tre le volte mi sono stati prescritti farmaci diversi, in diverse dosi etc e, purtroppo, senza nulla togliere alla preparazione dei dottori essendo io totalmente digiuno di nozioni mediche, mi sono sentito ascoltato poco e poco rassicurato e informato sui possibili effetti di tali farmaci una volta espresse le mie paure; questo mi ha confuso ancora di più e mi ha fatto credere di poter/voler superare questa cosa solo con la forza di volontà, cosa che evidentemente non è possibile benché mi sia sempre sentito una persona razionale e in gamba.
Credo ci sia molto pregiudizio ancora sugli psicofarmaci e sulla loro reale efficacia. Purtroppo online si leggono cose raccapriccianti, testimonianze ovviamente non verificabili che purtroppo a volte spiazzano un soggetto la cui emotività è gia compromessa..

La ringrazio per il tempo che mi ha dedicato Dott. Pacini
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 990 248
"poter/voler superare questa cosa solo con la forza di volontà, cosa che evidentemente non è possibile benché mi sia sempre sentito una persona razionale e in gamba."

No, non c'entra niente perché non significa niente forza di volontà in termini biologici, e comunque niente rispetto al fatto di poter risolversi da solo una malattia. Non è che chi è malato e sta peggio è meno in gamba come persona...

Capisco i pregiudizi, ma esistono poi anche i "vizi" di un sistema umano, e che risente anche della presentazione. Mi spiego: se lei va dal medico x a dire che ha già ricevuto una diagnosi ma non è convinto, c'è una possibilità che il medico x cambi diagnosi e terapia solo per offrirle un'alternativa, è come se venisse incontro a una sua richiesta implicita di avere un responso diverso. Idem per le diagnosi vaghe o che vogliono dire tutto e nulla, capisco che ci si senta confusi, però poi alla fine il concetto è che, con tutte le approssimazioni possibili, stiamo parlando di malattie da curare, come le altre.
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Utente
Utente
Grazie per la sua risposta dottore. Purtroppo c'è del pregiudizio sugli psicofarmaci e chi si trova in una situazione come la mia, così come è confuso sui propri sintomi, sulla malattia etc è confuso anche sulle varie possibilità di cura offerte.
Riconosco il mio traccheggiare sul se assumere o meno i farmaci come sintomo del mio disturbo.

Per quanto riguarda i vari psichiatri, le prescrizioni non mi sono state fatte dopo aver espresso incertezza o sfiducia nei confronti del medico precedente, mi sono sempre voluto presentare neutro, come se vedessi un dottore per la prima volta e le assicuro che mi sono state fatte prescrizioni veramente diverse e per varietà e per dosaggi. Da chi mi ha prescritto il serenase a chi il depakin chrono a chi il cymbalta a chi 5 farmaci assieme. L'errore principale è ovviamente mio, ma visto che non si può tornare indietro se non per imparare ora mi trovo confuso.

È altresì vero che anche per l'influenza o per il reflusso o per la tiroide ci sono molti farmaci con nomi e principi attivi diversi che magari portano tutti un risultato di guarigione.

La ringrazio nuovamente per l'attenzione che mi ha dedicato e spero di potermi convincere di meritare un aiuto.

Le auguro buona settimana
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