Bulimia e rischio di diabete
soffro di bulimia da tanti anni e ho una familiarità importante per diabete, ho ipoglicemie causate penso dall'abuso di caffè e dal fatto che al di fuori delle abbuffate cerco di mangiare poco, anche se non sono mai stata di quelle capaci di fare lunghi digiuni... Ho anche un disturbo d'ansia cronico e fasi depressive più o meno brutte, mai davvero risolte.
L'ansia è terribile prima delle abbuffate, che si verificano quasi ogni giorno. È continua e mi passa solo se mi abbuffo. La depressione va a periodi e anche lì è brutto dirlo ma abbuffarsi aiuta!
C'è un modo per ritardare la comparsa del diabete che è certa a questo punto?
Faccio anche attività fisica compulsiva e almeno sono normopeso.
Grazie.
Gentile utente, perché dice "certa"?
Ad esempio, lei sta curando la bulimia ?
Dr.Matteo Pacini
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dico certa perchè ho ingurgitato enormi quantità di zuccheri semplici per più della metà della mia vita. Oltre a mio padre ho altri tre familiari stretti con diabete.
Ho cominciato a curarmi per la bulimia a 18 anni, ho fatto un percorso durato quasi 5 anni che mi ha permesso di riprendere un po' di peso e smettere di vomitare. Se si smette di vomitare anche le abbuffate cambiano di qualità e quantità, perchè a nessuno piace dover digerire 10.000 calorie in un solo pasto. La vita diventa più normale, all'apparenza, anche se tutto ruota sempre intorno al desiderio di dimagrire.
Ho tentato diverse volte di riprendere il discorso, rifacendo la valutazione nutrizionale presso un servizio specialistico della asl della mia regione, ma è chiaro che l'obiettivo "guarigione" per me è irrealistico. Io sono già al punto di arrivo di questi percorsi, studiati per rimettere in piedi le persone e dare loro uno stato di salute decente, non certo per "guarirli".
Tento da sola, tento tutti i giorni di trovare il sistema di non abbuffarmi, passo mesi a compilare diari alimentari cercando di trovare un equilibrio, ma che equilibrio può esserci se quando poi mi guardo allo specchio continuo a farmi schifo come 20 anni fa. Per me essere grassa è essere assolutamente indifesa, negletta, debole, invisibile. Sono stata grassa e lo so. Nessuno mi verrà mai a dire che se anche divento grassa non fa niente, che è bello e che devo fare delle sane passeggiate.
Scusi lo sfogo, era per dire che mi sto curando da anni.
Il digiuno prolungato e le abbuffate provocano un rilascio di insulina da parte delle cellule di Langherans che può essere considerato non fisiologico.
La predisposizione al diabete deve tenere in considerazione la genetica dello stesso e la possibilità che le sue scorte di insulina siano limitate come quelle dei suoi familiari.
Pertanto, se la sua preoccupazione è quella di sviluppare il diabete, la cosa più sensata è evitare di fasciarsi la testa, come caratteristicamente fa per forma mentis, ed affrontare la questione anche se lo avesse già sviluppato.
Confondere i piani di malattia non è altro che un modo per fare confusione e poi stabilire di aver fatto a posteriori scelte sbagliate.
Dr. F. S. Ruggiero
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al momento non ho il diabete, ma ho queste ipoglicemie che potrebbero essere legate al fatto che in alcuni pasti riduco i carboidrati o al troppo caffè. Secondo lei che potrei fare, riprendere il percorso psiconutrizionale per la bulimia "insistendo" per raggiungere obiettivi più di ampio respiro oppure andare da un diabetologo? Il diabetologo forse no, mi darebbe una pacca sulla spalla, un opuscolino con le linee guida ministeriali per una corretta alimentazione e un appuntamento a un anno. Mi sono occupata di mio padre per anni, so come funziona. Se lo avessi già mi curerei, visto che sono stata in stanza con una ragazza rovinata dal diabete perché per non assimilare il cibo non faceva l'insulina. È inconcepibile che fanno ragazze intelligenti e bellissime per dimagrire, questa è una malattia che manda fuori di senno.
Quel che mi chiedevo è: ha provato i trattamenti farmacologici standard per la bulimia ?
Dr.Matteo Pacini
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Dopo aver smesso la cura questo, o nonostante continuasse la cura con cui era stata inizialmente bene ?
Una normopeso che non vomita può benissimo avere un disturbo alimentare, è chiaro che non rientra nelle categorie classiche, ma questo non significa che non si prevede nessun trattamento.
Dr.Matteo Pacini
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Il diabete sarebbe un grosso problema, per questo vorrei prevenirlo.
Dr.Matteo Pacini
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Che mangiare la calmi siamo d'accordo, per tutti è un po' così, qui parliamo di bulimia, che non è una forma di compenso.
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La bulimia è l'unico modo non visibile e socialmente accettato che ho trovato per calmarmi, confortarmi, sentirmi forte, ecc.
Quanto al disturbo bipolare la bulimia mi pare un po' una cosa a sé visto che qualsiasi cosa prendo rimane lì! Non dovrebbe fluttuare con le fluttuazioni dell'umore?
No, la bulimia è anch'essa una temporanea perdita di controllo, probabilmente su una base opposta (mantenerlo).
Quindi le idee che ha su questo non sono decisamente corrispondenti a come funzionano le cose.
Dr.Matteo Pacini
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Se le abbuffate si bloccano, non è detto che ne risenta il peso se è già in atto un meccanismo di compenso, e venendo a mancare questo compenso (per esempio esercizio), sì, può darsi che allora se ne attivi un altro, ma di solito il meccanismo migliora nel suo complesso.
La tendenza al controllo in senso ossessivo (coltivare l'illusione che esista un controllo e scegliere i punti da tener fermi per pensare di averlo) invece può essere indipendente.
Dr.Matteo Pacini
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Qui si tratta di smontare tutto e di solito quello che si ricostruisce è un po' simile, se non uguale, almeno nel concetto del controllo. Sa come dice il detto, tutto cambia perchè nulla cambi.
Ma in tutto ciò esiste anche la patologia che si fonda sull'idea di dover controllare l'esistente, con un valore che non corrisponde più al reale benessere ma all'idea di essere "al sicuro" o di essere "giusti".
Dr.Matteo Pacini
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Però ho anche le insicurezze perchè di fronte alle lodi in realtà mi sono dubbiosa sulla loro autenticità o se so che sono giustificate ho paura di deludere le persone che me le hanno fatte non essendo all'altezza... di me stessa. Nel presente o nel futuro niente di quello che faccio potrà mai essere abbastanza. I miei mi hanno caricato di responsabilità enormi, dovevo occuparmi di me stessa, di loro e al tempo stesso riscattarli diventando "qualcuno". Non ce la potevo fare e infatti non ce l'ho fatta, ma la matrice del desiderio di riuscire nell'impresa è rimasta.
Ho letto che questo disturbo si cura affrontando la propria paura dell'imperfezione, del discontrollo, ecc Quanto ci vuole per modificare questa forma mentis? Che si fa nel frattempo per contenere l'ansia-paura?
Grazie
Dr.Matteo Pacini
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I sintomi psichici non producono altri sintomi. Non c'è un piano in cui il senso di colpa richiama l'ansia o quant'altro. Se mai c'è un cervello in cui la parte che produce il senso di colpa lavora in tandem con quella che produce l'ansia, per dire.
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Diciamo che "il doc" è ritenuto quello primario, non conseguente ad altre condizioni mediche o all'effetto di qualcosa di identificato come agente esterno.
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lo psichiatra si è convinto di mandarmi a fare una valutazione in un centro regionale per i dca, in particolare perché la bulimia mi intrappola in programmi rigidi che variano dall'incompatibile con la vita sociale e affettiva al bizzarro da nascondere se no sembro strana, sempre se non sono un po' come mia cugina autistica, che sarebbe bello perché potrei permettermi di essere strana e disadattata come nei fatti sono. A questo punto non so se mi prenderanno perché prendo il litio ma sono sempre più o meno depressa, quindi non riesco a resistere ai dolci e sono demotivata. Secondo sono cronica e queste strutture preferiscono le ragazze giovani che hanno più speranze di migliorare piuttosto che le vecchie galline come me che chiedono grosso sforzo per piccoli progressi. Non possono agire sui farmaci perché se no lo psichiatra gli taglia una mano perché non si può toccare niente che subito mi scompenso, la psicoterapia per amor del Cielo, l'unica speranza è se mi aiutano a mangiare meglio e macinare meno km. Finita questa ho finito le alternative a parte buttarmi in qualche setta trasformazionista.
Quindi secondo il medico la cura farmacologica è "chiusa", non ci sono opzioni da provare rimaste ?
Dr.Matteo Pacini
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Si, la terapia è chiusa almeno per un po', parole sue. Posso abbassare qui, aumentare là ma non si stravolge tutto.
Quindi, non ho capito, si rammaricava perché non forse non la prendono, oppure dice che non le serve ?
Dr.Matteo Pacini
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prendere mi prendono se non altro perché sono inviata da un loro collega, solamente che chi è cronico ha già beneficiato di molti interventi simili, anche intensivi. Si parla di persone che come me stanno un pochino meglio, non sono a rischio di vita o di problemi medici a breve, ma che hanno strutturato la vita intorno al disturbo alimentare. Rifare gli stessi interventi ogni dieci anni non so quanto possa aiutare, perché sono studiati per chi è in fase acuta e ha il disturbo alimentare da pochi anni. Le faccio un paio di esempi; le abbuffate i primi tempi si fanno da soli, adesso le faccio anche se ci sono altre persone; ormai le faccio ad orario per comodità, e allora non sono più abbuffate ma iperfagia; mangio tutto mentre prima le cose molto caloriche non le mangiavo e così via. Nel tempo si cambia, ho bisogno di aiuto forse piu di prima ma ha senso fare sempre le stesse terapie, mi chiedo?
Dr.Matteo Pacini
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non so se faccio bene ad iniziare un percorso cosi mentre sono depressa. Nemmeno sono in lista d'attesa e già l'atteggiamento seccato degli operatori mi sta facendo peggiorare, si negano al telefono, non richiamano, mi trattano come se nelle mie condizioni dovessi andare a spasso e non li. Che le avevo detto, una ragazzina anoressica la vanno a prendere a casa, noi vecchie galline siamo meno tenere e diamo meno soddisfazione.
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Approfondimento su Diabete

Il diabete (o diabete mellito) è una malattia cronica dovuta a un eccesso di glucosio nel sangue e carenza di insulina: tipologie, fattori di rischio, cura e prevenzione.