SSRI e prostata

Gentili dottori.
Dopo l'aumento di dosaggio di un SSRI ho avuto un iperplasia prostatica benigna, che non mi è mai passata alla sospensione della cura.
Vorrei capire, gentilmente, come è possibile che un farmaco SSRI vada ad intaccare la prostata, almeno per cercare di capire se è un problema ormonale o locale, e perché un effetto collaterale del genere non era riportato nel bugiardino.
Grazie.
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Dr. Paolo Carbonetti Psichiatra, Psicoterapeuta 3.8k 220
Alla sua età l'iperplasia prostatica benigna è veramente rara se non eccezionale. Come è arrivato a questa diagnosi?
In ogni caso i farmaci sono innocenti.
Alcuni antidepressivi, soprattutto i tca ma anche qualche ssri, sono controindicati nell'iperplasia prostatica perchè, per l'effetto che hanno sullo sfintere vescicale, possono far precipitare una sintomatologia che prima era silente, ma non possono certo causare questa patologia.

Dr. Paolo Carbonetti
Specialista in Psichiatra
Specialista in Psichiatria Forense
Viterbo-Terni-

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dopo
Attivo dal 2020 al 2020
Ex utente
Gentile dottore, grazie per la sua pronta risposta. L'iperplasia prostatica mi è stata diagnosticata da un andrologo, che si è limitato a dire che la prostata è "leggermente" ingrossata. Naturalmente non è innocua, mi da diversi problemi a livello urogenitale, tra cui problemi di minzione ed eiaculaizione. Credevo fosse prostatite ma lo ha escluso quando, durante il controllo prostatico è arrivato alla conclusione che di infiammato non c'era nulla. Mi sembra strano pensare che, proprio per la mia età, il mio problema sia derivato da altri fattori. Soprattutto perché io prima dell'assunzione del farmaco non avevo questi problemi. Ecco perché punto il dito contro l'antidepressivo. Mi avesse dato solo problemi prostatici. Potrei stare ore ad elencare tutti i problemi che mi ha dato, tra disfunzioni sessuali persistenti, anedonia, ottundimento emotivo, incapacità di provare sentimenti e tanto altro. Non mi dica nulla, lo so che curarsi è importante, ma reputo l'assunzione del farmaco l'errore più grande della mia vita. Mi era stato prescritto per un leggero doc, ma rimpiango ogni giorno quel leggero doc.
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Dr. Paolo Carbonetti Psichiatra, Psicoterapeuta 3.8k 220
Lei ha ragione, ma, come ho scritto nella prima risposta, nessun farmaco può provocare iperplasia prostatica, mentre alcuni farmaci ad effetto atropinico (tra cui i Tca e qualche SSRI) possono farne precipitare la sintomatologia.
Concettualmente è diverso, spero di riuscire ad essere chiaro.
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dopo
Attivo dal 2020 al 2020
Ex utente
Quindi lei sospetta che io avessi una leggera iperplasia prostatica seppur silenziosa già prima di prendere il farmaco? E che il farmaco abbia peggiorato la situazione? Mi sembra assurdo pensarlo ma non escludo nulla.
Chiedo anche se il Fevarin rientra tra i farmaci SSRI che possono dare questo problema.
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 40.9k 995 63
Probabilmente non ha ben inteso la risposta, lei aveva già un fenomeno di ipertrofia che si è accentuato con l’uso dei farmaci, anche se le sembra assurdo pensarlo è proprio così.

Quindi, considerata la sua età va capito il motivo dell’ipertrofia senza insistere su questa sua ipotesi.



Dr. F. S. Ruggiero


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dopo
Attivo dal 2020 al 2020
Ex utente
Dottore ma a questo punto la domanda sorge spontanea. Perché se c'è questo rischio lo psichiatra non si assicura prima che la prostata sia in buone condizioni? Perché ho visto tanti ragazzi sviluppare questo problema, anche se alla maggior parte era infiammata e non ingrossata. Inoltre non ricordo di aver letto questo nel bugiardino...
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Dr. Paolo Carbonetti Psichiatra, Psicoterapeuta 3.8k 220
Per agire come lei auspica bisognerebbe che tutti i ventenni si sottoponessero ad una ecografia prostatica (la semplice palpazione è poco indicativa) prima di cominciare a prendere un SSRI, il che è chiaramente assurdo e non contemplato da nessuna linea guida mondiale.
Poi lei deve distinguere tra difficoltà di minzione e difficoltà di eiaculazione, che sono due cose del tutto differenti, anche se entrambe attengono allo stesso apparato (uro-genitale).
Quasi tutti gli antidepressivi, quale più quale meno,inibiscono il meccanismo dell'eiaculazione, e l'utente maschio deve esserne sempre preventivamente informato, con l'assicurazione che il fenomeno è reversibile.
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dopo
Attivo dal 2020 al 2020
Ex utente
Le spiego brevemente quello che è successo, anche per avere una sua valutazione sui miei sintomi e sulla mia storia clinica. Quando mi venne prescritto il farmaco, l'EMA aveva già mandato la raccomandazione di aggiornare i foglietti illustrativi con la dicitura "le disfunzioni sessuali possono persistere una volta smessa la terapia". La psichiatra che mi ha prescritto nonostante tutto non lo sapeva. O sottovalutò il problema. Comunque io al colloquio successivo segnalai le disfunzioni sessuali, e lei mi tranquillizò dicendomi che erano reversibili una volta interrotto il trattamento, e mi alzò il dosaggio del farmaco. Da lì sperimentai l'anestesia genitale, la libido era completalemente annullata, ma continuai per due mesi rassicurato che sarebbe rientrato tutto. Purtroppo così non è stato. Trovo anche assurdo la superficialità con il quale siano segnalati i problemi sessuali nel bugiardino, che si limita a menzionare semplicemente "disfunzioni sessuali", che vuol dire tutto e niente. Disfunzione sessuale può voler dire calo della libido, impotenza, disturbi eiaculatori, anestesia genitale, anorgasmia. Quindi credo che sia troppo generico. Nel mio foglietto illustrativo (quello del Fevarin) non era menzionato nemmeno "disfunzioni sessuali" ma solo "disturbi eiaculatori" se non ricordo male. E invece mi ha causato mille altri sintomi tra i quali appunto calo della libido, anestesia genitale. Mi sembra anche che non fossero menzionati altri problemi come ottundimento emotivo e anedonia che io ho sperimentato e sto sperimentando in maniera persistente nonostante siano passati più di 6 mesi dalla sospensione.
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Dr. Paolo Carbonetti Psichiatra, Psicoterapeuta 3.8k 220
Gentile utente, la non reversibilità delle disfunzioni sessuali da ssri sembra essere confermata da numerosi studi recentissimi,e lei ha ragione quando scrive che dovrebbe essere riportata nel fogliettino illustrativo di questi farmaci (credo che già lo sia nel caso della fluoxetina).
L'anedonia e l' "ottundimento emotivo" possono anch'essi essere effetti a lungo termine di un trattamento con SSRI, ma qui è compito dello psichiatra escludere che non si tratti invece di sintomi depressivi residui (la cosiddetta "guarigione con difetto" ). Per evitare o ridurre questi effetti l'uso concomitante di antidepressivi a prevalente effetto dopaminergico dovrebbe sempre essere considerato nelle terapie con ssri.
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dopo
Attivo dal 2020 al 2020
Ex utente
Dottor Carbonetti, le sue parole mi riempiono il cuore di speranza. Sono felice di vedere un medico consapevole di questo problema, e che soprattutto mi creda. Tutti i medici dovrebbero essere come lei, rassicuranti ma senza nascondere o addirittura negare gli effetti collaterali, che purtroppo in alcuni casi possono essere irreversibili. Sono sicuro che lei è un'ottima persona e un ottimo professionista, che tiene davvero ad aiutare chi ha davanti, invece che liquidarlo dopo pochi minuti con una prescrizione, come fanno alcuni suoi colleghi, purtroppo. Credo che il consulto possa essere chiuso, ho avuto le risposte che cercavo in maniera gentile, senza creare dibattiti, discussioni o altro. Grazie mille ancora, buona serata.
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Dr. Paolo Carbonetti Psichiatra, Psicoterapeuta 3.8k 220
Grazie a lei.

La prostata è la ghiandola dell'apparato genitale maschile responsabile della produzione di liquido seminale: funzioni, patologie, prevenzione della salute prostatica.

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