Di stress, mi sono ricomparsi gli attachi di panico con conseguente "invalidità", nel senso che mi

Gentile Dott./Dott.ssa,
causa un lungo periodo di stress, mi sono ricomparsi gli attachi di panico con conseguente "invalidità", nel senso che mi limitano molto nelle scelte anche piu' semplici. In passato, esattamente 9 anni fa, il primo episodio dopo la morte di mio padre. Ora, a causa della enorme difficoltà a trovare un impiego stabile e tanti impieghi temporanei dove devi imparare tutto e subito, ci sono ricascato. Le chiedo gentilmente se mi puo' indicare quale farmaco, il dosaggio e la durata della terapia. So che si preferiscono i re-uptake della serotonina ma c'è molta confusione fra i medici di base sulla posologia e durata del trattamento. Vorrei chiederLe se è meglio la sertralina o la paroxetina. Ho 34 anni, peso 74kg e son alto1.84 cm. La prego, non mi risponda di consultare uno specialista perchè non ne conosco uno di fiducia. Ho lavorato come infermiere professionale per 7 anni pertanto se mi darà le indicazioni giusti assieme al mio medico curante vorrei affrontare una cura fatta bene in termini di tempi e dosaggio.
La ringrazio anticipatamente se potrà aiutarmi.
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41.1k 1k 63
gentile utente

non si suggeriscono farmaci e la diagnosi va fatta da uno specialista

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dopo
Attivo dal 2009 al 2023
Ex utente
La ringrazio per la Sua risposta.
Tuttavia, la diagnosi è già stata fatta e si tratta di crisi di panico da stress cronico. Chiedevo solamente delle indicazioni sulla terapia farmacologica come ho letto in altre risposte. Tra gli SSRI quale è piu' ampiamente usato, i dosaggi e la durata della terapia. Non è che mi azzardo a prescrivermeli da solo, ovviamente ne voglio discutere col curante che ha ammesso la Sua incompetenza in materia.
Grazie se vorrete essere piu' esaustivi.
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41.1k 1k 63
scusi forse non mi sono spiegato bene.

E' vietato fare prescrizioni senza visita diretta.

Oltretutto, questi sintomi attuali sono senza diagnosi in quanto si ripropongono dopo qualche tempo.

La visita diretta e' la soluzione.
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dopo
Attivo dal 2009 al 2023
Ex utente
Gentile Dottore,

scusi ma probabilmente son io che mi son espresso male.
Il mio medico curante mi ha prescritto la paroxetina, 10mg per i primi 5 giorni e poi una compressa intera cioè 20mg/die. Lui dice prendila fino a che non ti senti meglio.
I sintomi attuali sono gli stessi della prima volta, cioè ansia generalizzata, vertigini, astenia e spesso problemi nell'induzione del sonno con "scatti" improvvisi proprio nella fase di addormentamento con conseguente tachicardia, vertigini e perdita della capacità di addormentarsi.
Il dosaggio e il farmaco prescritti sono secondo Lei appropriati? Da quanto ho capito la terapia va protratta anche dopo "i primi mesi" e continuata almeno per un anno.
Se puo', mi dica per cortesia se questa prescrizione è corretta e/o cosa eventualmente andrebbe modoficato.

Grazie ancora.
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41.1k 1k 63
"fino a che non ti senti meglio" e' un errore, in quanto il trattamento va protratto oltre 6 mesi e va mantenuto per 18-24 mesi.

Gli scatti nella fase iniziale del sonno sono fenomeni fisiologici di nessuna importanza clinica.

Le vertigini e l'ansia non sono propriamente sintomi esclusivi degli attacchi di panico.

La mancata introduzione di una benzodiazepina nei primi giorni di trattamento puo' indurre un aumento di sintomi ansiosi che dovrebbero essere gestiti.

Secondo me, e' piu' opportuno rivolgersi ad uno specialista in psichiatria, sia per una diagnosi appropriata sia per un trattamento adeguato alla sua situazione.

Infatti, per quanto si dica che i farmaci SSRI siano tutti uguali, lo specialista puo' decidere di prescriverne uno piu' adatto al suo profilo ed ai suoi sintomi, valutando anche la presenza di eventuali effetti indesiderati a lungo termine che possono essere spiacevoli per un uomo di 34 anni.
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dopo
Attivo dal 2009 al 2023
Ex utente
Grazie Dottore,

dalla Sua precisione e correttezza di rispondere si evince che è un medico scrupoloso e competente. Se trovassi una persona così non esiterei a rivolgermi a lui/lei direttamente. Giusto per precisare, gli scatti di cui parlavo non sono le classiche clonie muscolari che compaiono col rilassamento quando si sta per dormire ma pittosto una sensazione di cadere nel vuoto con angoscia e, credo, una forte scarica di adrenalina che impedisce il sonno anche se si è sfiniti. Non posso certo dire che questi disturbi vengano dal niente, nel senso che riconosco la pressione, la tensione e le preoccupazioni derivanti dalla mia attuale condizione.
La ringrazio nuovamente per il Suo supporto.

Saluti.
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dopo
Attivo dal 2009 al 2023
Ex utente
P.S.
Un'ultima domanda importantissima Dottore.
Secondo Lei posso farcela senza farmaci? Ho trovato un buon testo delle edizioni Eriksonn di auto-aiuto di terapia comportamentale in cui si propongono interventi di valutazione cognitiva dei pensieri immediati. Accanto appunto ai pensieri immediati che si generano in noi in determinate situazioni, il succo di questi esercizi è di vedere le cose come se accadessero ad un altro e pensare a cosa si direbbe a questo qualcun'altro se ci esponesse il suo problema.
Posso tollerare il dolore e lo sfinimento, almeno credo, derivanti da questo periodo "nero" e, se posso farcela senza farmaci, tanto meglio.
Scusi per l'ennesimo disturbo, ma mi piace la Sua obiettività e lucidità.
Grazie.
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41.1k 1k 63
no
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
Gentile signore, mi perdonerà l'osservazione, ma il solo fatto che lei domandi: "Potrò farcela da solo?" implica che ha già messo ampiamente in conto l'ipotesi di non farcela. Quindi, è come se si fosse risposto da sé.

Cordiali saluti

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

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dopo
Attivo dal 2009 al 2023
Ex utente
Grazie per la Sua risposta, ma non sono daccordo con Lei. Io ho chiesto se posso farcela senza farmaci, implicando un possibile "uscirne" senza dover modificare la chimica farmacologicamente. Inoltre, non potevo darlo per scontato e non è che già avessi la risposta da solo formulando la mia domanda. Volevo solo sentire il parere di un medico, credo che avrei dimostarto molta piu' presunzione se avessi definito a priori che io posso farcela da solo.
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
> credo che avrei dimostarto molta piu' presunzione se
> avessi definito a priori che io posso farcela da solo.

Sono d'accordo, ma il suo problema non riguarda certo l'eccesso di presunzione. Anzi, se lei fosse un tipo presuntuoso forse sarebbe meno soggetto agli attacchi di panico.

In ogni caso la domanda: "Potrò farcela da solo?", per quanto assolutamente legittima, assume un'importanza diversa proprio perché fatta da una persona ansiosa, dato che corrisponde a una richiesta di rassicurazione. E non solo le richieste di rassicurazione sono caratteristiche dei disturbi come il suo, ma fino a che sono presenti non fanno altro che perpetuarlo. Perché se si ha bisogno di chiedere rassicurazione, si sta confermando a se stessi di essere incapaci di venire a capo del problema.

Spero di essere stato un po' più chiaro.

Cordiali saluti
[#12]
dopo
Attivo dal 2009 al 2023
Ex utente
E' stato sicuramente piu' chiaro. E concordo anche col la presunzione. Sicuramente se fossi piu' elastico e sicuro di me, non avrei di sti problemi. E' davvero strano, da una parte ho la consapevolezza e la razionalità di non essere inferiore alla gran parte delle persone, dall'altra sento spesso un disagio come se fossi realmente inferiore o avessi commesso chissa' cosa.Da qualche parte ho letto che sta ansia puo' originare da una paura stessa di lasciarsi andare, di esprimere se stessi.
Lei ha qualche consiglio utile? E' un fautore della terapia medica o meno? Tenga presente che, anche se sono un tipo ansioso e insicuro, sono anche determinato, testardo e volitivo. Ho fatto nella mia vita cose che altri mi han detto non avrebbero mai fatto, tipo girare il mondo da solo o trasferirmi a Londra a studiare/lavorare per un anno da solo. E questo dopo il primo attacco di panico ma ovviamente in un periodo in cui stavo bene.
Grazie.
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
Da un punto di vista psicologico la sola razionalità purtroppo non è sufficiente per uscire dall'ansia, che con la prima ha poco a che vedere. E mi sento anche di dirle che i libri di auto aiuto possono andar bene per altre cose, ma non certo per disturbi oltre un certo grado d'importanza.

La terapia farmacologica non è alternativa a quella psicoterapeutica, anzi queste due possono integrarsi proficuamente. Se ha voglia di leggere qualche articolo può leggere questi su ansia e panico:
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/125-l-evitamento-nei-disturbi-d-ansia-e-nelle-fobie.html
http://www.giuseppesantonocito.it/art_panico.htm

e questi sulla psicoterapia:
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/

Le suggerisco di valutare assieme a uno specialista l'opportunità d'inserire anche un aiuto psicoterapeutico nella sua cura, sotto controllo medico.

Si rivolga preferibilmente a uno specialista che utilizzi un approccio psicoterapeutico breve e focalizzato, tenendo presente che il particolare terapeuta è più importante del particolare approccio utilizzato.

Le sue doti di determinazione, testardaggine e volizione potranno tornarle utili, nella terapia.

Cordiali saluti
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41.1k 1k 63
Gentile utente,

lei, come tutti i pazienti affetti da patologie psichiatriche, fa un un errore sul pensiero di assumere psicofarmaci che non sono altro che farmaci utili alla sua patologia psichiatrica.

Se avesse l'ipertensione farebbe la gara per avere una prescrizione di farmaci antiipertensivi, se avesse l'ulcera non ci penserebbe due volte a fare una terapia appropriata.
Purtroppo, quando si parla di psicofarmaci la risposta e' sempre quella di "volercela fare da soli", entrando in un problema non gestibile da nessuno che potrebbe portarla a non risolvere il problema.

Oltretutto, ancora non e' andato dallo specialista e gia' si fa affascinare dalla psicoterapia senza che sia possibile sapere se lei ha le caratteristiche per questo tipo di trattamento, gia' solo perche' ancora non c'e' una diagnosi in questo momento.

Secondo il mio parere, e' meglio che lei si faccia visitare da uno psichiatra e discuta con chi la visitera' delle varie proposte di trattamento possibile.

[#15]
dopo
Attivo dal 2009 al 2023
Ex utente
Dott. Ruggiero,

non posso non sostenere la Sua risposta. Mi rendo conto che la cosa piu' logica e utile da fare è consultare direttamente uno specialista. Volevo solo cercare di avere delle informazioni in piu' tramite questo supporto on-line.
La cosa che piu' mi ostacola nel rivolgermi a uno specialista è trovarne uno di fiducia nella mia area di residenza.
Grazie ancora per i Suoi consigli.
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