Attacchi di panico, un consiglio imminente!

Gentile Dottore, sono un ragazzo di 28 anni. Io sono affetto da epatite B e quindi per un periodo lungo mi sono sottoposto ad una cura con l’interferone, un medicinale che ha degli effetti collaterali, oltre che sul corpo, anche sulla psiche. Così ho iniziato a soffrire di attacchi di panico. All’inizio, non sapendo cosa fossero, pensavo di essere ad un passo dalla pazzia e dalla morte, poi con il tempo ho imparato a capirli e a gestirli. Principalmente io ho la fobia dei luoghi pubblici, del luoghi aperti e soprattutto delle situazioni dalla quale è impossibile allontanarsi. I sintomi sono irrigidimento dei muscoli, tremore alle gambe, sudorazione, vertigini, sbalzi del ritmo del cuore a volte molto forti, perdita dell’equilibrio quando cammino, senso di irrealtà. Non in tutti i casi però, ad esempio, essendo uno studente universitario quando vado a sostenere gli esami e sono dinanzi al professore, nonostante sia una situazione in cui sarebbe impossibile allontanarmi, non vengo assalito dall’attacco, probabilmente perché in quel momento sono troppo assorbito dall’ “azione” di dover fare l’esame e questo consente alla mia mente di non navigare altrove. Quando esco con gli amici, invece, mi sento rassicurato se ho la mia automobile vicina. Mi conforta il sapere che in preda ad un attacco posso “rintanarmi” lì. La mia automobile per esempio è un luogo in cui mi sento sicuro. Mi sento più al sicuro nella mia auto nel traffico intenso, piuttosto che in fila al supermercato. Che cosa strana! Ho cercato di dare delle motivazione ai miei attacchi. Circa due anni fa una mia cara amica è venuta a mancare perché mentre stava facendo la fila al cinema ha avuto un aneurisma celebrale che le ha portato la morte istantanea e questo ha acuito i miei attacchi, in più mia mamma si è ammalata di tumore e attualmente è ancora in cura, quindi altri pensieri ed ansie per una situazione che non si sa come finirà, poi la mia malattia ed in ultimo gli esami universitari che sono fonte anch’essi di ansia continua (il pensiero di doverli fare) e infatti adesso che sono alla fine del mio percorso di studi almeno questo mi risolleva un po’ e sembra vada meglio. Fatta questa premessa Le scrivo però perché ho un problema imminente e volevo un suo consiglio. Siccome una volta mi è venuto un forte attacco di panico in una Chiesa gremita di persone, da allora ho evitato le Chiese e se ci sono andato ho cercato di mettermi in posizioni in cui era facile la fuga e questo mi rasserenava. Sabato 11 luglio, però, dovrò essere il testimone di nozze di una mia amica che si sposa e quindi, in quel caso, dovrò sedere al suo fianco e sarà impossibile allontanarmi e la cosa mi spaventa. Da un lato mi ripeto “non mi può accadere nulla” dall’altro “se mi viene un attacco come faccio? Tutti lo noterebbero e sarebbe molto imbarazzante”. Dall’altro ancora penso che siccome in quel momento avrò un ruolo preciso ed un posto preciso, la mia mente sarà occupata e non mi verrà nessun attacco.
Quello che volevo sapere da Lei è se esiste un medicinale (omeopatico o meno) che possa aiutarmi almeno in quell’ora a restare un po’ più calmo e a non essere sorpreso da un attacco di panico. In passato e ancora oggi quando mi capita utilizzo il rimedio veloce dei fiori di bach, ma talvolta non mi danno l’effetto desiderato, una mia amica invece utilizza Dolisobios 16 ma io non l’ho mai provato. A parte questi due rimedi non conosco altri tipi di medicinali che possano infondere calma e che non siano troppo dannosi o che creino dipendenza. Mi sono sempre detto che dovevo andare a fare delle sedute da uno psicologo per questo mio problema ma purtroppo non ne ho avuto il tempo perché la malattia di mia madre e lo studio mi assorbono completamente.
Mi può dare un consiglio, fornendomi qualche rimedio possibile? In genere riesco a gestirli come gli ho già detto ma quella sarà una situazione in cui è difficile la gestione, proprio perché non posso allontanarmi.
Mi scusi se mi sono dilungato troppo, la ringrazio anticipatamente con tanta stima.
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41k 1k 63
gentile utente

i farmaci non sono caramelle e vanno prescritti da un medico dopo una visita, ne contatti uno.

https://wa.me/3908251881139
https://www.instagram.com/psychiatrist72/

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dopo
Utente
Utente
Gentilissimo Dottore, grazie per la risposta. Sono consapevole che i farmaci non sono caramelle ma pensavo che per lo meno quelli omeopatici potevano essere consigliati senza problemi. Questo è quello che richiedeva la mia domanda, non pretendevo che mi venissero prescritti medicinali. La ringrazio per la disponibilità. Buon lavoro.
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41k 1k 63
Nessun consiglio può essere dato per una assunzione farmacologica che richiede una visita diretta.
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Dr. Vassilis Martiadis Psichiatra, Psicoterapeuta 7.3k 161 83
Gentile utente,
anch'io come lei credo che in quel momento lei sarà così assorbito dalla sua funzione che non avrà alcun attacco di panico. Come il collega credo che i farmaci vadano prescritti nelle sedi opportune. Tenga presente che il suo disturbo se sottovalutato può aggravarsi o cronicizzare. Non aspetti ancora prima di rivolgersi ad uno specialista.
cordiali saluti

Dott. Vassilis Martiadis
Psichiatra e Psicoterapeuta
www.psichiatranapoli.it

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