Terapia prolungata psicofarmaci

Gentili Dottori buongiorno,

mia figlia, 18 anni, è stata ricoverata in NPI ad Ottobre 2021 e dimessa a Gennaio 2022 con la seguente diagnosi: episodio depressivo grave, sindrome di somatizzazione, fobia sociale.
A questo ricovero ne sono seguiti altri (ma in Pediatria, per mancanza di posto in NPI) per ricadute legate a fenomeni di somatizzazione e episodi autolesivi (cutting, ed un episodio di ingestione di farmaci).

La sua sintomatologia, per un anno a carattere più depressivo (deflessione dell'umore, astenia, etc.) da Ottobre 2022 ha iniziato a presentare tratti un po' diversi: meno deflessione, ma più idee autolesive, ma soprattutto degli stati di eccitazione (stati di euforia, gesti accentuati accompagnati però da espressioni di carattere regressivo, ed un'alternanza tra stati di up e di down anche nell'arco della stessa giornata).

Ultimamente, da circa un mese, sono comparsi degli stati di agitazione psicomotoria, ed anche degli stati (lucidi e consapevoli) di carattere psicotico (voci che le parlano, la insultano... ) , che hanno richiesto un ulteriore ricorso al PS.

La ragazza è seguita dal punto di vista neuropsichiatrico (UONPIA di competenza) e psicoterapico (in un centro privato).

Da un anno e mezzo la terapia è stata:
a) Aripiprazolo 12. 5 mg al dì (5mg la mattina e 7. 5 mg la sera)
b) Sertralina 75 mg al dì (il mattino)
c) Inizialmente Xanax 1. 5 mg al dì, poi da Novembre 2022 Tavor 2 mg al dì (mattino e sera)
d) Litio (Resilient) una pastiglia e mezzo al dì (124. 5 mg, sera)) . Il litio lo assume da Novembre 2022.

Nel corso dell'ultima visita al PS (ad inizio Aprile 2023) la terapia è stata modificata come segue:
a) Aripiprazolo 20 mg al dì (10mg + 10mg)
b) Xanax 1. 0mg al dì (0. 5 mg + 0. 5 mg)
c) Litio (Resilient) una pastiglia e mezzo al dì (124. 5 mg, sera)) . Il litio lo assume da Novembre 2022.
d) Aloperidolo: Haldol 2mg/mL 12 + 12 gocce (1. 2 mg + 1. 2 mg).

La ragazza continua ad avere fenomeni di agitazione, perà più contenuti, ma la cosa che ci preoccupa molto è che la ragazza ha ormai dei vuoti di memoria molto evidenti e una decisa difficoltà di concentrazione (lei stessa dice: "non ho più memoria, sento come se il mio cervello se ne andasse e mi sembra di avere il cervello di una persona anziana").

Di fatto non sta andando a scuola (segue un regime differenziato al di fuori della classe da Novembre 2022).

La ragazza stessa dà la colpa di ciò ai farmaci che prende, ed in effetti noi leggiamo che terapie così prolungate (ad esempio le benzodiazepine) possono apportare danni permanenti e non reversibili, ovvero avere effetti neurotossici.

Il sintomo più evidente (relativamente a questa perdita "cognitiva") è la mancanza di memoria, ed un certo maggiore "imbambolamento", sintomi che si sono particolarmente accentuati nell'ultimo periodo.

Tra poco la ragazza effettuerà un EEG e più in là una RM cranio.

Siamo molto preoccupati.
Grazie.
[#1]
Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41.1k 1k 63
Attualmente i dosaggi di terapia sono stati portati a quelli terapeutici per ottenere un miglioramento clinico.

Le benzodiazepine sono necessarie fino a quando permangono alcuni sintomi sebbene possano poi essere tolte.

Per il resto non esistono fenomeni neurotossici.

La riduzione della capacità cognitiva può essere correlata all’aumento terapeutico e alla riduzione della condizione euforica descritta che è considerata fisiologica da sua figlia.

Il miglioramento dell’umore ridurrà il fenomeno.


La psicoterapia dovrebbe agire anche sulla resistenza alla assunzione della terapia.


La definizione diagnostica dovrebbe essere più precisa.


Dr. F. S. Ruggiero


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[#2]
dopo
Utente
Utente
Gentile Dottore grazie della risposta.

La diagnosi ricevuta da mia figlia al tempo del primo ricovero in NPI (Ott2021-Gen2022) è stata la seguente:
Episodio depressivo grave (F32.2) - Fobia sociale (F40.1) - Sindrome di somatizzazione (F45.0) in paziente con difficoltà socio-comunicative e conseguente fragilità nella comprensione e gestione delle relazioni con i coetanei, pensiero rigido con tratti ossessivi e spunti di bizzarria.

Come già detto la sua sintomatologia, per un anno a carattere più depressivo (deflessione dell'umore, astenia, etc.) da Ottobre 2022 ha iniziato a presentare tratti un po' diversi: meno deflessione, ancor più idee autolesive, ma soprattutto degli stati di eccitazione (stati di euforia, gesti accentuati accompagnati però da espressioni di carattere regressivo, ed un'alternanza tra stati di up e di down anche nell'arco della stessa giornata).

Un anno fa circa ha avuto un primo episodio di dissociazione/derealizzazione (una sera, all'aperto, in campagna, ha testualmente detto "sento una derealizzazione forte", tornata a casa si è accasciata a terra e per circa 40 minuti ha continuato a ripetere, agitatissima, "la vita non è reale", dando segno quasi di non riconoscerci e guardando molto turbata attorno a sè).

A Settembre 2022 ha ricevuto una ulteriore diagnosi di Disturbo dello Spettro Autistico DSM-V ICD 10 F84.0 di livello 1 con funzionamento intellettivo nella norma.

Da un mese circa sono iniziati degli stati di dissociazione e di allucinazione uditiva, visiva e tattile (cita la "presenza" di una figura femminile molto minacciosa che la denigra, la insulta e le dice di non mangiare perchè è grassa (cosa non vera)) ed in effetti da qualche giorno ha ripreso ad avere forti disturbi alimentari (che aveva avuto già in passato) a carattere soprattutto psicosomatico : questa figura minacciosa la "strozza" ed infatti fa fatica anche a bere sentendo una morsa alla gola e, meno, allo stomaco.

Ciò che non si capisce è se la "causa prima", cioè il primo innesco di questi episodi è dissociativo o allucinatorio.

Attualmente la terapia è :
a) Aripiprazolo 20 mg al dì (10mg + 10mg)
b) Xanax 1.0mg al dì (0.5 mg + 0.5 mg)
c) Litio (Resilient) una pastiglia e mezzo al dì (124.5 mg, sera)). Il litio lo assume da Novembre 2022.
d) Aloperidolo: Haldol 2mg/mL 12 + 12 gocce (1.2 mg + 1.2 mg).

In sintesi questa ragazza ha ricevuto tante diagnosi abbastanza separate tra di loro (tra le quali l'Asperger, eppure la ragazza cerca eccome le relazioni, anche se poi non le gestisce sempre a dovere) e la terapia, di carattere spiccatamente antipsicotico, sembra fare ben poco effetto sui suoi sintomi psicotici e/o dissociativi.

Rimane poi, last but not least, una certa perdita di "presenza" (la ragazza sembra più "imbambolata", più "fuori dal mondo", più regressiva e meno padrona dei suoi ragionamenti).

Insomma, la ragazza sembra (anche senza "sembra") decisamente peggiorare.
Grazie
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