Cura con zoloft - disturbo di panico con agorafobia. Dose bassa?

Buonasera,

ho iniziato una cura con Zoloft (50mg die) il 28 maggio dopo una diagnosi di disturbo di panico con agorafobia, insorto in un periodo di forte stress e gravi problemi familiari che mi ha portata al mio primo attacco di panico che mi ha portato in pronto soccorso.
Ho avuto un po' di effetti collaterali (inappetenza, bruciore di stomaco e fastidi agli occhi) per una decina di giorni, ma il beneficio sul mio problema di ansia è stato quasi immediato, tanto che ho smesso dopo una settimana il tavor che mi era stato dato per affiancare la cura con sertralina nei giorni considerati più critici (1/2 pasticca da 100 2 volte al giorno).
Ho ricominciato pian piano tutte le mie attività senza particolari problemi (supermercato, lavoro, vita sociale, impegni familiari), affiancando alla cura farmacologica una psicoterapia.
Da due o tre giorni sento che è tornata un po' d'ansia e qualche minuto fa ho avuto i sintomi di un attacco di panico, durati un quarto d'ora circa e non tanto forti da farmi smettere le attività che stavo svolgendo, ma comunque molto fastidiosi.
Ho avuto sicuramente dei motivi, sto facendo delle indagini per infertilità che mi creano non poco disagio e sul lavoro sono sotto pressione, oltre ai gravi problemi in famiglia sempre presenti.
Oggi inoltre ho bevuto un caffè dopo molto tempo perché a lavoro era una giornata piena e dovevo combattere il sonno (sto dormendo molto bene, niente insonnia).
Vi chiedo se è normale quasi alla quarta settimana sviluppare sintomi di panico e ansiosi non presenti all'inizio e se questo può rientrare nel funzionamento della sertralina oppure se è un segno che la dose va aumentata (oppure semplicemente in situazioni di stress l'ansia fisiologica non sparisce con la cura...) Il 29 giugno ho il controllo con lo psichiatra che sicuramente mi dirà come proseguire, ma nel frattempo mi farebbe piacere avere un parere.
Grazie
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41.2k 1k 63
Il controllo a cinque settimane è adeguato per valutare l'andamento della terapia e quindi mantenere i dosaggi od aumentarli secondo quanto residua ancora dopo l'inizio della terapia.

Attenda il controllo.

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dopo
Utente
Utente
Salve,

dal controllo è emerso che la questione e le decisioni imminenti che devo prendere sulla sfera "fertilità" (decidere se fare una seconda PMA, decidere se operarmi o meno ai fibromi uterini, orologio biologico in scadenza...) mi creano un disagio che si può definire "normale" e che va indagato principalmente in psicoterapia (cosa che sto facendo con regolarità, una volta a settimana) , per il resto lo psichiatra ha constatato il funzionamento della cura, vista la ripresa di una vita normale e la scomparsa totale di agorafobia, e mi ha lasciato per ora la dose di 50 mg. Ci sentiremo in agosto per il controllo. Quindi tutto abbastanza bene, anche se stiamo monitorando alcuni effetti collaterali che ancora non sono del tutto spariti (ora sono alla settimana 6 circa): acidità di stomaco (iniziata con l'inizio della cura), sensazione di tremore agli arti superiori, soprattutto se mi capita di bere un caffè (sensazione "interna", non molto visibile all'esterno, se non con determinati movimenti) e, new entry, una sorta di eritema a forma reticolare sulle gambe dopo la prima esposizione al sole qualche giorno fa (mai avuto). Lo psichiatra mi ha detto di contattarlo nel caso dovesse risuccedere alla successiva esposizione al sole.
Alcuni effetti collaterali possono permanere o fare il proprio esordio anche dopo le prime settimane?
Grazie
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41.2k 1k 63
E' noto che durante l'uso di antidepressivi l'esposizione al sole deve essere limitata nelle ore fresche con protezione solare alta.

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Utente
Utente
Salve Dottore,
grazie, non lo sapevo, è la prima volta che faccio uso di antidepressivi. Ho sentito anche un dermatologo per un consiglio e mi ha "imposto" protezione 50, soprattutto perché sto per recarmi in Egitto per le vacanze. A proposito, il viaggio è l'ultima sfida che mi rimane da affrontare nella mia lotta contro l'agorafobia. Devo dire che ho un minimo di ansia anticipatoria, dovuta credo al fatto che fino a due mesi fa vivevo chiusa nel terrazzo di casa mia e ora sto di nuovo per muovermi per il mondo. Sensazione molto strana, considerato il fatto che io per lavoro e per svago ho sempre viaggiato molto, il viaggio è il senso della mia vita, posso dire, la mia quotidianità. Eppure ora, dopo quest'esperienza di panico, mi appare una sfida, quasi qualcosa che sto per fare per la prima volta. Il mio psichiatra dice che sicuramente una volta sull'aereo sarà come se non avessi mai smesso ed eventualmente mi ha consigliato di portarmi le gocce di xanax per sicurezza. Spero davvero non ce ne sia bisogno.
Saluti
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