Rapporto ambiguo con una collega

Salve gentili dottori,
scrivo per una situazione, che si è creata con una mia collega a lavoro (in ufficio), che mi sta facendo letteralmente impazzire.
Vorrei, se possibile, avere un vostro gentile parere.

Ormai da alcuni anni lavoro in ufficio con questa collega, che fin da subito mi è piaciuta molto (ho un'attrazione per le donne e sono una donna).
Ho però da sempre evitato di mostrarle segnali di interesse, non conoscendo il suo reale orientamento.
Da subito si è creata una situazione molto strana: all'inizio mi ignorava ed evitava persino di guardarmi in faccia e salutarmi, nonostante la mia normale cortesia verso di lei.
Ho pensato a lungo di starle antipatica, per questo suo "evitamento", quindi l'ho ignorata anche io.
Tutto ciò è cambiato improvvisamente dopo la pandemia: per un caso fortuito ci siamo trovate a dover interagire per lavoro e io ho provato così ad avviare una conversazione.
Lei mi ha sorpreso, mostrandosi molto interessata e guardandomi in modo molto intenso.
Tutto ciò mi ha sorpreso, data la precedente freddezza.
Da allora è iniziato un periodo di pseudo-amicizia, fatto di strani alti e bassi, provocati esclusivamente da lei.
Io ho sempre avuto un atteggiamento aperto e coerente.
Cerco di spiegarmi meglio: in certi giorni mi manda segnali di interesse sessuale, con sguardi particolari, contatto fisico e particolare vicinanza emotiva e confidenze, poi cambia bruscamente non rispondendomi al telefono, mostrandosi sfuggente o addirittura voltandosi dall'altra parte quando mi incontra per strada.
È come se ci sia un'alternanza di caldo-freddo, che mi fa impazzire, e non capisco se effettivamente c'è un interesse romantico ricambiato (ma conflittuale) da parte sua.
Quindi non riesco nemmeno a capire se posso espormi, per esempio proponendole di uscire assieme.
Ho provato anche ad evitarla per mesi, ma fa l'offesa e mi rimprovera della mia assenza (facendomi anche dei dispettucci), come se le mancassi.
All'inizio di tutta questa storia, anche il suo numero privato me lo ha dato con uno strano escamotage: ha evitato di rispondere alle mie chiamate sul telefono di lavoro per diversi giorni, solo per trovare così la scusa di richiamarmi dal suo cellulare privato e darmi così indirettamente il suo numero, senza però offrirmelo apertamente.
Ho osservato anche il suo comportamento con gli altri, ma con tutti è cortese e formale.
Si comporta così solo con me.
Questa situazione mi sta facendo soffrire molto e non riesco a capire le ragioni di un simile comportamento.
Potete aiutarmi a capire meglio?
Io ho 40 anni e lei è molto più grande di me, sulla 60ina.

Vi ringrazio e spero in una vostra gentile risposta.
[#1]
Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.8k 580 67
Gentile Utente,

lei ci chiede: ".. Potete aiutarmi a capire meglio?"

Riguardo alla Sua Collega, è inutile fare ipotesi senza alcuna fondatezza scientifica, considerato che abbiamo unicamente le Sue parole.
Riguardo a Lei, il comportamento della Collega la fa "letteralmente impazzire". Ma il cambio di atteggiamento data - stando alle sue parole - dal rientro post Covid; come mai ha deciso rimanere nel limbo del dubbio tutti questi mesi?
Per non rischiare un NO?
Per non palesare il suo interesse per le donne?
Per che altro?

Dott. Brunialti

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

[#2]
Utente
Utente
Buongiorno,
La ringrazio, innanzitutto,per la sua risposta.
Vorrei precisare che ho descritto la situazione nel modo più oggettivo possibile,anche se, ovviamente,non ho alcun elemento concreto per dimostrarlo. Anche altre persone a me vicine hanno notato questa "altalena", non riuscendo tuttavia, proprio come me, a capirne le motivazioni.
Lei mi chiede come mai non ho palesato il mio interesse in modo concreto, a parte fare trasparire alla mia collega un mio desiderio implicito di rivederla: per esempio trovando scuse per richiamarla o risentirla e questo lei sembra gradirlo, perché partecipa anche lei attivamente a questa dinamica e la asseconda. Spesso trova anche lei a sua volta scuse lavorative, in modo che io la richiami o mi faccia sentire. Non mi sono tuttavia esposta esplicitamente, perché temo un rifiuto, che mi farebbe stare davvero tanto male. Faccio in esempio concreto: l'altro giorno stavamo chiacchierando e nel discorso lei ha lanciato "tu dovresti andare a cinema, ma non vestita così!". Parlava scherzosamente e avrei anche potuto cogliere il momento per un invito,ma non l'ho fatto per paura. È come se lei intuisse il mio interesse amoroso,ma io cerco di camuffarlo al meglio. Per fare un esempio,evito di ricambiare questo contatto fisico che lei fa o farle complimenti (che pure lei mi fa), per non sembrare bisognosa. Ho un carattere presente e collaborativo,ma non mi sbilancio facilmente, a meno che io non sia sicura dell'interesse dall'altra parte. Questo è un mio atteggiamento auto-protettivo,lo adotto sempre in generale: spero che siano gli altri a fare la prima mossa esplicita e io ho difficoltà a farlo, anche per timidezza.
Spero di aver fornito ulteriori elementi di valutazione.
Grazie ancora.
[#3]
Utente
Utente
Vorrei aggiungere che credo di aver individuato una dinamica come di rinforzo intermittente: momenti da parte sua di vicinanza e confidenza, alternati a distacco ed evitamento. C'è proprio un'alternanza ingiustificata tra caldo e freddo. Faccio un ulteriore esempio: ieri sono andata da lei per ritirare dei documenti ed era molto fredda e distaccata. Il caso ha voluto che,pochi minuti dopo,la incrociassi per strada. Io ero in macchina con mia madre e lei a piedi. Appena mi ha visto avvicinarmi si è letteralmente girata di spalle,con un'espressione di fastidio e questo l'ha notato anche mia madre.
[#4]
Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.8k 580 67
Gentile utente,

noi qui ci occupiamo unicamente ci si scrive, e dunque questo era il senso della mia prima risposta, rivolta unicamente alla sua persona.
E altrettanto facciamo ora.

Lei accenna ai propri meccanismi "auto-protettivi" nelle relazioni descrivendoli così:
".. spero che siano gli altri a fare la prima mossa esplicita e io ho difficoltà a farlo, anche per timidezza."
Non c'è un giusto o uno sbagliato, solo che se - per caso - incontra una persona che utilizza il medesimo meccanismo di auto-protezione .. si può andare avanti all'infinito senza che nessuno si sbilanci.
In questo senso le risulta inutile studiare le mosse dell'altra persona: è impossibile azzeccare le intenzioni altrui partendo dai comportamenti.

Dott. Brunialti

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/