Silenzio puntivo, abuso, dipendenza
Buongiorno, sono una donna di 41 anni, separata con 2 figli maggiorenni avuti da adolescente, con alle spalle un matrimonio tossico con un ex narcisista di 14 anni più grande, divorziato, carabiniere, che usava violenza psicologica e fisica nei riguardi miei e dei miei figli (al minore venne poi diagnosticato il disturbo oppositivo provocatorio). Ora sono sola, a 400 km di distanza dalla mamma malata di tumore, orfana da 8 anni di un padre che vidi morire (unico uomo che mi abbia mai sinceramente amato), un fratello gemello anch’esso lontano piuttosto assente e con un lavoro che mi impegna 12 ore al giorno -ho due affitti da pagare-. Ex agonista, facevo dello sport una ragione di vita, ma da un anno non pratico più nemmeno quello, tanto mi sento stressata e consumata.
In seguito ad un percorso psicologico, riuscii a lasciare questo spietato narcisista, ergendo però un barriera che mi tutelasse dal MASCHIO più che dall’uomo.
Ho così rifuggito -e rifuggo ancora- i rapporti impegnativi con uomini con età pari o superiore alla mia (mi spaventa l’eventuale impegno, anche se da buona sentimentale lo desidererei molto, stando però alla base una mia totale mancanza di fiducia a prescindere), prediligendo i rapporti con ragazzi molto più giovani di me, coi quali evito di illudermi, in parte, sapendo per certo che oltre il sesso non c’è nè ci sarà.
Dopo però essermi imbattuta in altri soggetti patologici e controllanti, ho conosciuto lui: calciatore, aitante, 21enne (ebbene sì) che è riuscito a farmi fare cose che mai avrei pensato nè voluto fare: in primis sesso sul mio posto di lavoro, sesso molto spinto e proposte di sesso di gruppo cosi ti saziamo per bene, visto che ami il sesso.
Quel sesso che vivo come un elemento in grado di farmi sentire parzialmente viva; che ricerco in modo spasmodico e che associo al mio tentativo di essere considerata e vista. Almeno per qualche istante.
Mi agganciò entrando in empatia prima, facendomi il terzo grado poi (arrivò a dire di conoscere mio figlio maggiore, cosa totalmente falsa, pretendendo poi che dicessi a lui il suo cognome, i nomi delle loro ragazzine, dove abitassi ecc.
). Lo trovai sul mio posto di lavoro con scuse varie; arrivò addirittura a farmi notare che avevamo le scarpe sportive dello stesso modello e colore, figuriamoci. Mi controllava tutte le storie di Instagram in modo compulsivo; a volte mi lasciava in sospeso per poi dirmi che era impegnato e mostrandomi le chat nelle quali si notava che non ero l’unica a non aver ricevuto ancora risposta.
Provó a farmi ingelosire attraverso whatsapp; mi fece giurare di non parlare di noi a nessuno, quando invece fu lui a farlo. Mi chiamava la notte tramite le app, quando vedeva che mi trovavo coi figli o con altri (ha il mio nr ma io non il suo, da buon traditore seriale).
A volte ricevevo foto dello stesso col compagno di squadra e chiamate la notte con inviti indecenti.
Lo allontanai più volte, consapevole del suo essermi nuovamente nocivo, pur non riuscendoci mai totalmente.
Ieri, dopo il suo avermi lasciata in attesa di una risposta mai pervenuta riguardo al vedersi la sera (glielo proposi alle 13, dicendo di farmi sapere in caso affermativo o meno, mentre alle 23 non lo aveva ancora fatto; però lo notai intento a pubblicare foto della partita negli stessi momenti, cosa che mi fece imbestialire -mi fece sentire non considerata, spiazzata, presa in giro-) ed il mio avergli scritto ciò che pensavo veramente di lui e del fatto che NON CI SAREMMO PIÙ RIVISTI (ricercavo un confronto, gli parlavo del mio sentire, ma ricevevo solo risposte del tipo: tranquilla ahahahahaha, con annessi cuori fuoriluogo) , di punto in bianco, da controllante ed ossessionato che è sempre stato, è arrivato a bloccarmi ovunque, infliggendomi così la peggior punizione per una (ancor oggi, noto) dipendente affettiva come me: IL SILENZIO TOTALE. L’apparente eliminazione. L’oblìo. Non posso vederlo, contattarlo. Tolta. Gettata. Forse dimenticata.
Credevo di esserne parzialmente uscita da questa prigionìa, ma invece no e sono qui a chiedermi se arriverà a sbloccarmi o sarà cosa definitiva; penso a come possa sentirsi lui, a come riesca a non controllare il mio profilo -cosa che era importante come l’aria, per lui- pur sapendo che ha attorno scimmie volanti (i compagni di squadra) che mi seguono e che per certo riferiscono; il problema è che anziché RINGRAZIARE del gesto (forse mia salvezza) mi ritrovo a piangere tutte le lacrime che mi sono rimaste; soprattutto in considerazione del fallimento che provo nell’essermi fatta assoggettare tanto da un ragazzino.
Sono qui a chiedermi il perché di tutto questo; perché combatto ancora e soffro ancora tanto per via di questi elementi che trovo e mi trovano.
Elementi che si impossessano della mia mente, del mio corpo, per poi non saper affrontare il confronto e reagendo punendomi in modo molto amaro
Traditori seriali, psicopatici che non fanno che convalidare in me l’idea che il maschio è elemento obbrobrioso, ma del quale purtroppo non posso fare a meno (ho impulsi fisici ed ormonali che comunque mi portano a ricercarlo).
Ho bisogno di aiuto
In seguito ad un percorso psicologico, riuscii a lasciare questo spietato narcisista, ergendo però un barriera che mi tutelasse dal MASCHIO più che dall’uomo.
Ho così rifuggito -e rifuggo ancora- i rapporti impegnativi con uomini con età pari o superiore alla mia (mi spaventa l’eventuale impegno, anche se da buona sentimentale lo desidererei molto, stando però alla base una mia totale mancanza di fiducia a prescindere), prediligendo i rapporti con ragazzi molto più giovani di me, coi quali evito di illudermi, in parte, sapendo per certo che oltre il sesso non c’è nè ci sarà.
Dopo però essermi imbattuta in altri soggetti patologici e controllanti, ho conosciuto lui: calciatore, aitante, 21enne (ebbene sì) che è riuscito a farmi fare cose che mai avrei pensato nè voluto fare: in primis sesso sul mio posto di lavoro, sesso molto spinto e proposte di sesso di gruppo cosi ti saziamo per bene, visto che ami il sesso.
Quel sesso che vivo come un elemento in grado di farmi sentire parzialmente viva; che ricerco in modo spasmodico e che associo al mio tentativo di essere considerata e vista. Almeno per qualche istante.
Mi agganciò entrando in empatia prima, facendomi il terzo grado poi (arrivò a dire di conoscere mio figlio maggiore, cosa totalmente falsa, pretendendo poi che dicessi a lui il suo cognome, i nomi delle loro ragazzine, dove abitassi ecc.
). Lo trovai sul mio posto di lavoro con scuse varie; arrivò addirittura a farmi notare che avevamo le scarpe sportive dello stesso modello e colore, figuriamoci. Mi controllava tutte le storie di Instagram in modo compulsivo; a volte mi lasciava in sospeso per poi dirmi che era impegnato e mostrandomi le chat nelle quali si notava che non ero l’unica a non aver ricevuto ancora risposta.
Provó a farmi ingelosire attraverso whatsapp; mi fece giurare di non parlare di noi a nessuno, quando invece fu lui a farlo. Mi chiamava la notte tramite le app, quando vedeva che mi trovavo coi figli o con altri (ha il mio nr ma io non il suo, da buon traditore seriale).
A volte ricevevo foto dello stesso col compagno di squadra e chiamate la notte con inviti indecenti.
Lo allontanai più volte, consapevole del suo essermi nuovamente nocivo, pur non riuscendoci mai totalmente.
Ieri, dopo il suo avermi lasciata in attesa di una risposta mai pervenuta riguardo al vedersi la sera (glielo proposi alle 13, dicendo di farmi sapere in caso affermativo o meno, mentre alle 23 non lo aveva ancora fatto; però lo notai intento a pubblicare foto della partita negli stessi momenti, cosa che mi fece imbestialire -mi fece sentire non considerata, spiazzata, presa in giro-) ed il mio avergli scritto ciò che pensavo veramente di lui e del fatto che NON CI SAREMMO PIÙ RIVISTI (ricercavo un confronto, gli parlavo del mio sentire, ma ricevevo solo risposte del tipo: tranquilla ahahahahaha, con annessi cuori fuoriluogo) , di punto in bianco, da controllante ed ossessionato che è sempre stato, è arrivato a bloccarmi ovunque, infliggendomi così la peggior punizione per una (ancor oggi, noto) dipendente affettiva come me: IL SILENZIO TOTALE. L’apparente eliminazione. L’oblìo. Non posso vederlo, contattarlo. Tolta. Gettata. Forse dimenticata.
Credevo di esserne parzialmente uscita da questa prigionìa, ma invece no e sono qui a chiedermi se arriverà a sbloccarmi o sarà cosa definitiva; penso a come possa sentirsi lui, a come riesca a non controllare il mio profilo -cosa che era importante come l’aria, per lui- pur sapendo che ha attorno scimmie volanti (i compagni di squadra) che mi seguono e che per certo riferiscono; il problema è che anziché RINGRAZIARE del gesto (forse mia salvezza) mi ritrovo a piangere tutte le lacrime che mi sono rimaste; soprattutto in considerazione del fallimento che provo nell’essermi fatta assoggettare tanto da un ragazzino.
Sono qui a chiedermi il perché di tutto questo; perché combatto ancora e soffro ancora tanto per via di questi elementi che trovo e mi trovano.
Elementi che si impossessano della mia mente, del mio corpo, per poi non saper affrontare il confronto e reagendo punendomi in modo molto amaro
Traditori seriali, psicopatici che non fanno che convalidare in me l’idea che il maschio è elemento obbrobrioso, ma del quale purtroppo non posso fare a meno (ho impulsi fisici ed ormonali che comunque mi portano a ricercarlo).
Ho bisogno di aiuto
Gentile utente,
Ci dice che ha bisogno degli uomini - di un uomo? - per motivi fisici e ormonali. E' comprensibile.
Ma perché incontrare ripetutamente e avere storie con
"Traditori seriali, psicopatici che non fanno che convalidare in me l’idea che il maschio è elemento obbrobrioso"?
Si sa che gli uomini non sono tutti così, ci mancherebbe. Eppure Lei persiste (inconsciamente involontariamente) a cercare uomini-fotocopia e di conseguenza a soffrire molto.
Lei dice che:
"..Sono qui a chiedermi il perché di tutto questo; perché combatto ancora e soffro ancora tanto per via di questi elementi che trovo e mi trovano."
Al nostro sguardo attento di psicoterapeut* di lungo corso non sfugge che i motivi abbiano radici profonde e lontane, dentro di Lei.
Ma attualmente, anzichè chiedersi il PERCHE' di tutto questo e nel frattempo replicare il copione sentendosene necessitata, sarebbe più utile sapere il COME fare a liberarsi da "questa prigionìa" e di essere sostenuta nel metterlo in atto,
e di diventare così libera di scegliere un altro tipo di uomo.
"Ho bisogno di aiuto",
così conclude il suo consulto.
E non ne dubito.
Ma non da noi, qui, attraverso un semplice consulto online. L'aiuto di cui ha bisogno lo riceverà attraverso un percorso in presenza presso un* Psicolog* che sia anche psicoterapeuta, competente specificamente in problematiche della sfera affettiva.
Ci ha mai pensato?
Saluti cordiali!
Dott. Brunialti
Ci dice che ha bisogno degli uomini - di un uomo? - per motivi fisici e ormonali. E' comprensibile.
Ma perché incontrare ripetutamente e avere storie con
"Traditori seriali, psicopatici che non fanno che convalidare in me l’idea che il maschio è elemento obbrobrioso"?
Si sa che gli uomini non sono tutti così, ci mancherebbe. Eppure Lei persiste (inconsciamente involontariamente) a cercare uomini-fotocopia e di conseguenza a soffrire molto.
Lei dice che:
"..Sono qui a chiedermi il perché di tutto questo; perché combatto ancora e soffro ancora tanto per via di questi elementi che trovo e mi trovano."
Al nostro sguardo attento di psicoterapeut* di lungo corso non sfugge che i motivi abbiano radici profonde e lontane, dentro di Lei.
Ma attualmente, anzichè chiedersi il PERCHE' di tutto questo e nel frattempo replicare il copione sentendosene necessitata, sarebbe più utile sapere il COME fare a liberarsi da "questa prigionìa" e di essere sostenuta nel metterlo in atto,
e di diventare così libera di scegliere un altro tipo di uomo.
"Ho bisogno di aiuto",
così conclude il suo consulto.
E non ne dubito.
Ma non da noi, qui, attraverso un semplice consulto online. L'aiuto di cui ha bisogno lo riceverà attraverso un percorso in presenza presso un* Psicolog* che sia anche psicoterapeuta, competente specificamente in problematiche della sfera affettiva.
Ci ha mai pensato?
Saluti cordiali!
Dott. Brunialti
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
Utente
Grazie Dottoressa,
Concordo pienamente. Infatti stamattina ho preso contatti con una psicoterapeuta di zona per riprendere un percorso di terapia. Dico riprendere perchè lo feci già anni fa; mi recai da una psicoterapeuta di coppia che poi seguì me singolarmente, in seguito al mio optare per la separazione, e per un periodo abbastanza lungo.
Dovetti interrompere da lei solo per un discorso economico.
Concordo pienamente. Infatti stamattina ho preso contatti con una psicoterapeuta di zona per riprendere un percorso di terapia. Dico riprendere perchè lo feci già anni fa; mi recai da una psicoterapeuta di coppia che poi seguì me singolarmente, in seguito al mio optare per la separazione, e per un periodo abbastanza lungo.
Dovetti interrompere da lei solo per un discorso economico.
Tenga conto, gentile utente, che per poter effettuare la psicoterapia (cioè curare) la/lo Psicolog* deve essere necessariamente anche psicoterapeuta, come del resto per poter entrare nel programma "Bonus psicologia gratuita".
Questo importante dato Lei lo può verificare qui:
https://areariservata.psy.it/albonazionale/ricerca .
E dunque .. buon percorso!
Dott. Brunialti
Questo importante dato Lei lo può verificare qui:
https://areariservata.psy.it/albonazionale/ricerca .
E dunque .. buon percorso!
Dott. Brunialti
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 821 visite dal 22/12/2024.
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