Paronie in disturbo bipolare con sindrome dissociativa di origine verticale.

Egregi Psicologi.
Io Sono un affetto, cronico, da anni (da quando è nato il protocollo diagnostico DSM-IV) da patologia psichiatrica. Disturbo Bipolare tipo I. Ultimamente, dopo attenti studi i miei Psichiatri (uno strutturato e una specializzanda, presso la Psichiatria Universitaria di Siena.) mi hanno anche associato a tale patologia un Disturbo Dissociativo di di origine verticale
Ora io sono seguito sia dai sopracitati che da una bravissima Vostra collega Psicologa della mia Ausl. Sono tutti in contatto, anche l'Assistente Sociale e gli Educatori dell'associazione dove io svolgo l'inclusione sociale come bibliotecario(anche se non come lavoro "vero" e proprio bensì una precisa finalità terapeutica, affinchè io possa ritornare ad avere una vita il più normale possibile, e riaffrontare appunto, un lavoro "vero".
Vi ho fatto questo panorama, se sono stato prolisso mi scuso, per dirVi cio': da troppo tempo oramai mi faccio paranoie e angosce inutili, perdendo di mira le mie patologie, non affrontandole, mi curo si, ma non metto volontà, e affrontando invece con forza cose futili o addirittura ipotetiche, cio' che penso possano succedere.
Cio' mi porta a forti cali di concentrazione, tensione, crisi di ansia e spesso attacchi di panico.
Per citarvi alcuni esempio: mi angoscio se una mia amica o un mio amico non mi rispondono ad un sms in breve tempo (anche se magari so che sono a lavoro e quindi potrebbe non poterlo fare subito); mi angoscio se piove perchè debbo magari stare in casa perchè gli amici non escono; sto male al pensiero che possa essere partito sms ad una persona invece che ad un altra, anche se io sono riservato, e non scriverei segreti o confidenze, quindi un "ciao come va?" non dovrebbe creare ire se mandato a persona sbagliata; e poi per l'ipotetico, se litigo con amici penso che essi mi diffamino e io resti solo perchè tutti mi diano contro, o mi costruisco scenari vari che improbabilmente accadranno e comunque, anche fossero probabili debbono ancora accadere.
Sono stato prolisso qui volontariamente, ma il mio quesito sarà breve, perchè quello che Vi sto per chiedere è semplice, come articolazione della domanda semplice.
Come si può spiegare cio? Puo' essere, come da me ipotizzato, in settimana prossima vedrò i miei terapeuti in seduta comune, psicologa e psichiatra assieme, dicevo, come da me ipotizzato che io per sfuggire a problemi seri, alle mie patologie, il non accettarle, cerchi problemi quotidiani, che ho come tutti ho, sino a spingermi a creare altra patologia o disturbo, quello delle paranoie, di problemi futili o ipotetici?
Questi mi occupano tutta la giornata e mi danno tanti problemi da rendermi, al momento, triste e irrascibile. E secondo me sarebbe il caso che se cio' avvenisse, fosse per le patologie sopra descritte e non per queste cose.
Voi la vedete come me? E cosa fareste? Ribadisco che in settimana parlerò con i miei terapeuti
Ringraziandovi Vi porgo i cordiali saluti e ringraziamenti Dottori Psicologi
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
Gentile utente, in effetti la cosa migliore sarebbe che ne parlasse con i suoi curanti, perché conoscendola e conoscendo il suo quadro, questi potranno essere più precisi di noi nel risponderle.

È difficile dire se queste sue preoccupazioni derivino dai disturbi dei quali già soffre, oppure se siano dei sintomi che fanno parte del quadro. Da come le descrive sembrerebbe trattarsi di preoccupazioni sul versante ossessivo. Infatti, come dice lei, si tratta di piccole cose che però lei finisce per ingigantire e per dar loro più importanza del dovuto, e questo è appunto ciò che succede nelle ossessioni.

Però, ripeto, non è possibile dirlo con certezza da qui, quindi le raccomando di parlarne con gli specialisti che vedrà la settimana prossima.

Cordiali saluti

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

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Gentile dottor Santonocito. Innanzitutto grazie per la risposta, parlerò sicuramente con i terapeuti, che come le ho specificati saranno presenti tutti, dallo psichiatra alla psicologa, nonchè, anche se non hanno coinvolgimento terapeutico, Ass. Sociale ed Educatori

Se comunque le può essere di aiuto tra il mio quadro c'è anche un disturbo, non so se il termine è esatto disturbo, Ossessivo-Compulsivo. Anche io avevo pensato a questa mia caratteristica strettamente legata alle patologie primarie elencate. La ringrazio comunque per la risposta. Adesso comunque da una settimana sto meglio, ma come lei sa quanto me, lei da esperto io da paziente, è presto per parlare. Le ripeto, io parlerò con i terapeuti, ma quando mi capitano queste paranoie, faccio abuso massiccio di benzodiazepine (anche una boccetta di Rivotril al dì, e giustamente il mio psichiatra si irrita, "minaccia" di non prescrivermi più tale farmaco.
So che qui si danno consigli e linee guida e, giustamente non consulti, per un consulto si necessita di visita diretta. Ma può darmi, appunto, una linea guida? Mi spiego lei cosa mi suggerirebbe, in campo psicologico e se possibile, per evitare l'uso massiccio di benzodiazepine?
So che la domanda non è facile e qualunque sia la sua risposta la ringrazio già anticipatamente
Cordiali Saluto Dott. Santonocito
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
Per le benzodiazepine deve seguire la linea guida del suo psichiatra, cioè evitare di abusarne, perché si tratta di farmaci che danno dipendenza: più ne prenderà, meno il farmaco le servirà, e più ne avrà bisogno in maggior quantità per avere un qualche effetto.

Tratti le sue ossessioni da ossessioni, ovvero si renda conto che sono solo un prodotto ingigantito della sua mente, non la "realtà", e quindi non dia loro importanza.

Poi però si consulti con i suoi curanti.

Cordiali saluti
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Consulterò i miei curanti.
Come le ho detto sto meglio, è presto per parlare. Ma a quanto mi dice sono sulla strada giusta, poichè ho pensato:" Ho seri problemi, perchè non mi devo concentrare su quelli e su problemi futili o addirittura pensare a problemi ipotetici, quindi da venire, probabili o improbabili che siano."
Adesso sto ragionando con questa logica, si affronta un problema quando diventa tale e dando ad esso il giusto peso. Es. una discussione con un amico può dar fastidio, ma non è una tragedia, ma si può rimediare, e soprattutto anche se non si rimediasse non è poi la fine del mondo. Ma come le ho detto e lei ben sa, una settimana è presto per cantare vittoria. Ma è comunque una partenza.

La ringrazio comunque, è stato molto esaustivo, del fatto della dipendenza delle benzodiazepine ne ero a conoscenza; come del resto anche del fatto che come ogni cosa, più la si usa, più ne si ha maggior bisogno per aver lo stesso effetto

La ringrazio ancora e le porgo cordiali saluti
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Utente
Gentile Dott. ho dato 2 voti utili consecutivi per lo stesso consulto, perchè a mio parere è stato umano e soprattutto esaustivo, nel secondo ho voluto specificare il suo nome. Mi scuso perchè invece che Santonocito, ho scritto Santocito, non me ne voglia, mi scuso ancora
Cordiali saluti e ancora grazie
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
Non si preoccupi, è stato un piacere fare due chiacchiere con lei, e soprattutto è stato un piacere poter esserle stato minimamente d'aiuto.

Credo che la strada giusta sia esattamente quella che lei stesso ha descritto, ovvero pensare che molte cose non sono una tragedia. Proceda con la stessa logica.

Grazie per i 2 voti positivi.

Cordiali saluti
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Utente
Utente
Si figuri Dott. Santonocito. Mi fa piacere che lei sia così disponibile.
Chiedo un'altra domanda sperando in uno psicologo disponibile che risponda (lo farà senz'altro siete molto disponibili). Si parla appunto, ho letto la mia cartella clinica e vari certificati, tra i miei disturbi correlati alla Patologia (Disturbo Bipolare tipo I e Disturbo dissociativo in scissione verticale) di DISTURBO OSSESSIVO-COMPULSIVO. Questi due termi se vengono associati presumo abbiano una correlazione. Sia forse che l'ossessione è appunto un "fissarsi" in maniera maniacale e distorta su una cosa e il disturbo compulsivo sia un tipo di comportomanto che di norma non attuiamo, ma che in certi casi, non riusciamo a controllarlo e lo facciamo? E quindi dopo una compulsione, quindi un comportamento fatto ma poi non voluto, resta comunque oramai fatto, può subentrare l'ossessione, ad esempio: "perchè l'ho fatto, non dovevo...." ecc...?
Il meccanismo è questo o simile o sono completamente fuori strada? sapete a me piace sapere bene cosa significano i disturbi di cui soffro, ma spesso la medicina psichiatrica e la scienza psicologica adotta termini, giustamente chiaro, tecnici e complessi.

Vi porgo saluti cordiali ringraziandoVi anticipatamente.
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
È semplicemente una convenzione lessicale. Si categorizzano come ossessivo-compulsivi i disturbi dove può esserci pensiero ossessivo e/o comportamento ossessivo.

In entrambi i casi c'è l'aspetto di coazione a ripetere, sia che si tratti di pensieri che di comportamenti.

Cordiali saluti
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