Trauma infantile
Buongiorno, sono una ragazza di 18 anni e vorrei sapere la vostra opinione riguardo un mio sospetto.
Ho avuto indubbiamente una crescita un po' complicata, con più di un episodio depressivo e un tentato suicidio, a seguito di un periodo molto brutto in seconda superiore.
Che però è sempre stato attribuito a una diagnosi ritardata di 3 DSA (disturbi apprendimento) e 4 anni di bullismo tra la 5 elementare e le medie.
Quindi la combinazione di difficoltà non riconosciute, con conseguenti difficoltà con gli insegnanti e mancata integrazione con qualsiasi gruppo di coetanei fino alla prima superiore mi ha portato a questo episodio depressivo con attacchi di panico e derealizzazione.
Cosa che mi era già anche accaduta in terza media, e che mi è ricaduta anche negli anni successivi.
Però vi scrivo perché negli anni mi è capitato più volte di aver sospettato di aver avuto qualche trauma.
La cosa che più mi ha sempre lasciata perplessa è che io da bambina nella mia mente credevo che nel buio esistesse un uomo nero (nero inteso come colore vero e proprio non come caucasico o no).
E nella mia testa per anni c'è stata questa costante figura nera nel buio, non avevo paura perché nella mia testa esisteva solo al buio, quindi si creava questo gioco di potere per cui io accendevo la luce e respingevo questa immagine.
Nella mia testa ho sempre dato per scontato che questa figura fosse un uomo.
E poi quando in seconda superiore andavo dallo psicologo gli raccontai di una questione per cui mi "dissocio mentalmente" (diversa dalla derealizzazione di cui già soffrivo) ed è una cosa che ho sempre fatto sin da bambina e lui mi chiese se avessi mai subito qualche trauma, anche minore come un incidente in macchina o qualcosa del genere.
Ci tengo a precisare che sono sempre vissuta in un ambiente familiare sereno anche se con un padre emotivamente poco disponibile e ho sviluppato uno stile di attaccamento disorganizzato.
Ma comunque i miei genitori mi hanno sempre amato e e protetto e hanno sempre fatto di tutto perché io stia bene.
Cordiali saluti, buona giornata.
Ho avuto indubbiamente una crescita un po' complicata, con più di un episodio depressivo e un tentato suicidio, a seguito di un periodo molto brutto in seconda superiore.
Che però è sempre stato attribuito a una diagnosi ritardata di 3 DSA (disturbi apprendimento) e 4 anni di bullismo tra la 5 elementare e le medie.
Quindi la combinazione di difficoltà non riconosciute, con conseguenti difficoltà con gli insegnanti e mancata integrazione con qualsiasi gruppo di coetanei fino alla prima superiore mi ha portato a questo episodio depressivo con attacchi di panico e derealizzazione.
Cosa che mi era già anche accaduta in terza media, e che mi è ricaduta anche negli anni successivi.
Però vi scrivo perché negli anni mi è capitato più volte di aver sospettato di aver avuto qualche trauma.
La cosa che più mi ha sempre lasciata perplessa è che io da bambina nella mia mente credevo che nel buio esistesse un uomo nero (nero inteso come colore vero e proprio non come caucasico o no).
E nella mia testa per anni c'è stata questa costante figura nera nel buio, non avevo paura perché nella mia testa esisteva solo al buio, quindi si creava questo gioco di potere per cui io accendevo la luce e respingevo questa immagine.
Nella mia testa ho sempre dato per scontato che questa figura fosse un uomo.
E poi quando in seconda superiore andavo dallo psicologo gli raccontai di una questione per cui mi "dissocio mentalmente" (diversa dalla derealizzazione di cui già soffrivo) ed è una cosa che ho sempre fatto sin da bambina e lui mi chiese se avessi mai subito qualche trauma, anche minore come un incidente in macchina o qualcosa del genere.
Ci tengo a precisare che sono sempre vissuta in un ambiente familiare sereno anche se con un padre emotivamente poco disponibile e ho sviluppato uno stile di attaccamento disorganizzato.
Ma comunque i miei genitori mi hanno sempre amato e e protetto e hanno sempre fatto di tutto perché io stia bene.
Cordiali saluti, buona giornata.
Gentile Utente di Medicitalia,
i traumi possono essere di diversa entità. Può esserci un trauma dovuto a un'unica esperienza molto grave oppure, ad esempio, un trauma dovuto a una specifica esperienza negativa ripetuta nel tempo. Oppure ancora, possono esserci traumi di minore entità, ma numerosi e anch'essi ripetuti nel tempo.
A mio parere conta anche la propria capacità di reagire agli eventi negativi della vita, ma se i traumi sono gravi e frequenti potrebbero incidere significativamente su di essa, soprattutto in età molto precoci.
Un attaccamento disorganizzato, che immagino le sia stato riferito da un professionista, è legato a forme di traumatismo relazionale. In breve, si verifica quando vi è un'imprevedibilità nelle reazioni dell'altro, dal quale la persona non sa cosa aspettarsi. Non vi è quindi una costanza nel legame, per cui non può svilupparsi un senso di sicurezza né di fiducia. Si attiveranno nel soggetto che ne è caratterizzato una serie di vissuti, tra cui un senso di allarme assieme alla necessità di controllo.
L'uomo nero potrebbe esserne una rappresentazione. Potrebbe cioè rappresentare un elemento di pericolo che genera una forte paura soprattutto quando lei si lascia andare e non ha più la situazione sotto controllo. Provo così a fare un'ipotesi che, per questo motivo, lei potrebbe avere paura del buio, di abbandonarsi e, non so, potrei anche ipotizzare di addormentarsi o dormire.
Attualmente come si sente, posso chiederle se sta effettuando una psicoterapia?
Un cordiale saluto,
Enrico de Sanctis
i traumi possono essere di diversa entità. Può esserci un trauma dovuto a un'unica esperienza molto grave oppure, ad esempio, un trauma dovuto a una specifica esperienza negativa ripetuta nel tempo. Oppure ancora, possono esserci traumi di minore entità, ma numerosi e anch'essi ripetuti nel tempo.
A mio parere conta anche la propria capacità di reagire agli eventi negativi della vita, ma se i traumi sono gravi e frequenti potrebbero incidere significativamente su di essa, soprattutto in età molto precoci.
Un attaccamento disorganizzato, che immagino le sia stato riferito da un professionista, è legato a forme di traumatismo relazionale. In breve, si verifica quando vi è un'imprevedibilità nelle reazioni dell'altro, dal quale la persona non sa cosa aspettarsi. Non vi è quindi una costanza nel legame, per cui non può svilupparsi un senso di sicurezza né di fiducia. Si attiveranno nel soggetto che ne è caratterizzato una serie di vissuti, tra cui un senso di allarme assieme alla necessità di controllo.
L'uomo nero potrebbe esserne una rappresentazione. Potrebbe cioè rappresentare un elemento di pericolo che genera una forte paura soprattutto quando lei si lascia andare e non ha più la situazione sotto controllo. Provo così a fare un'ipotesi che, per questo motivo, lei potrebbe avere paura del buio, di abbandonarsi e, non so, potrei anche ipotizzare di addormentarsi o dormire.
Attualmente come si sente, posso chiederle se sta effettuando una psicoterapia?
Un cordiale saluto,
Enrico de Sanctis
Dr. Enrico de Sanctis - Roma e Pescara
Psicologo e Psicoterapeuta a orientamento psicoanalitico
www.enricodesanctis.it
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 505 visite dal 21/03/2025.
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