Essere in ritardo negli studi e nella vita in generale! come affrontarlo senza diventare matti?
Essere in ritardo di molto negli studi non per mancanza di volontà ma per avere dedicato del tempo a colmare lacune pregresse (anche queste ultime non dovute a me.
Lo so sembrano scuse, ma purtroppo così non è!) Essere in ritardo nelle relazioni, queste sì, per causa mia.
(Dopo una lunga relazione non ho più avuto voglia di impegnarmi ne seriamente ne superficialmente.
Ci ho provato, ma nulla di concreto si è realizzato.
Forse perché non mi và di dare spiegazioni in merito ai miei ritardi e questo mi blocca e mi porta ad evitare di instaurare conversazioni e conoscere nuove persone in modo approfondito, o forse perché non ho quella naturale capacità di conversazione che
contraddistingue molti.
Sul fronte lavorativo, purtroppo facendo una facoltà impegnativa non riesco a lavorare contemporaneamente, per cui niente suv e vacanze.
Ovviamente non bisognerebbe confrontarsi, ma purtroppo è una cosa che faccio.
Questo mi provoca una frustrazione non indifferente, infatti sono quasi sempre arrabbiato con me stesso per non essere riuscito a fare le cose come tutti.
Come posso affrontare questo problema in modo definitivo?
Ovvero, qual è quella formula che ricordandola ci porta nuovamente al punto neutro quando siamo in una condizione di sconforto.
Lo so sembrano scuse, ma purtroppo così non è!) Essere in ritardo nelle relazioni, queste sì, per causa mia.
(Dopo una lunga relazione non ho più avuto voglia di impegnarmi ne seriamente ne superficialmente.
Ci ho provato, ma nulla di concreto si è realizzato.
Forse perché non mi và di dare spiegazioni in merito ai miei ritardi e questo mi blocca e mi porta ad evitare di instaurare conversazioni e conoscere nuove persone in modo approfondito, o forse perché non ho quella naturale capacità di conversazione che
contraddistingue molti.
Sul fronte lavorativo, purtroppo facendo una facoltà impegnativa non riesco a lavorare contemporaneamente, per cui niente suv e vacanze.
Ovviamente non bisognerebbe confrontarsi, ma purtroppo è una cosa che faccio.
Questo mi provoca una frustrazione non indifferente, infatti sono quasi sempre arrabbiato con me stesso per non essere riuscito a fare le cose come tutti.
Come posso affrontare questo problema in modo definitivo?
Ovvero, qual è quella formula che ricordandola ci porta nuovamente al punto neutro quando siamo in una condizione di sconforto.
Gentile utente,
La capisco perfettamente. Sente di aver perso tempo, di non essere ancora arrivato ai suoi traguardi.
Ma provi a considerare il tempo non come qualcosa da risparmiare e spendere il meno possibile, ma come qualcosa che ci serve, per riflettere, fermarci da noi stessi e dalle nostre attività, rigenerarci, comprenderci. Il tempo in realtà non è mai tempo perso, è tempo speso per noi. Soprattutto se lei stesso riconosce che non è dipeso da lei. Ha dovuto colmare delle lacune.
Non si confronti con gli altri. Ogni storia è a sé, ha i suoi risvolti e i suoi ritmi, ed è anche questo che la rende unica e irripetibile.
Non esiste una formula, esiste una possibilità: quella di mettersi in ascolto di sé stesso e delle sue ragioni, più e meno profonde.
Rispetto alle relazioni ha avuto i suoi motivi, le sue ferite o delusioni, piccole o grandi, per scegliere di non impegnarsi.
E questo vale anche per lo studio e tutto il resto.
Le suggerirei di consultare uno psicologo per una consulenza, ed eventualmente intraprendere un percorso psicologico. Ci sono diversi professionisti, anche online, a prezzi accessibili. Può scegliere tra tanti.
Dal presente consulto e dagli altri pregressi, emerge una tendenza al rimuginio, ad un' interrogazione incessante che non placa la sua ansia, la sua rabbia, la sua inadeguatezza, ma le incrementa.
È proprio il rimuginare il punto di non ritorno, quel punto che si costituisce come un vicolo cieco che logora, chiude possibilità.
Lasci che il suo pensiero si diriga verso qualcosa di bello e generativo. Cosa studia? Cosa sogna? Al di là del tempo, immagina la sua vita e quello che le porterà?
Dovrebbe cercare di riconciliarsi con sé stesso e con le sue ragioni e verità. Provare lei per primo ad astenersi da quel giudizio severo, duro e ingiusto che riserva a sé stesso, e che non vorrebbe ricevere dagli altri.
Anche perché se si convince lei del fatto che non ha colpe e la sua storia ha le sue ragioni, se inizia a comprenderla, saprà narrarla anche agli altri in un modo onesto e positivo, non svilente, che renderà molto più difficile giudicarla.
Cordiali saluti.
La capisco perfettamente. Sente di aver perso tempo, di non essere ancora arrivato ai suoi traguardi.
Ma provi a considerare il tempo non come qualcosa da risparmiare e spendere il meno possibile, ma come qualcosa che ci serve, per riflettere, fermarci da noi stessi e dalle nostre attività, rigenerarci, comprenderci. Il tempo in realtà non è mai tempo perso, è tempo speso per noi. Soprattutto se lei stesso riconosce che non è dipeso da lei. Ha dovuto colmare delle lacune.
Non si confronti con gli altri. Ogni storia è a sé, ha i suoi risvolti e i suoi ritmi, ed è anche questo che la rende unica e irripetibile.
Non esiste una formula, esiste una possibilità: quella di mettersi in ascolto di sé stesso e delle sue ragioni, più e meno profonde.
Rispetto alle relazioni ha avuto i suoi motivi, le sue ferite o delusioni, piccole o grandi, per scegliere di non impegnarsi.
E questo vale anche per lo studio e tutto il resto.
Le suggerirei di consultare uno psicologo per una consulenza, ed eventualmente intraprendere un percorso psicologico. Ci sono diversi professionisti, anche online, a prezzi accessibili. Può scegliere tra tanti.
Dal presente consulto e dagli altri pregressi, emerge una tendenza al rimuginio, ad un' interrogazione incessante che non placa la sua ansia, la sua rabbia, la sua inadeguatezza, ma le incrementa.
È proprio il rimuginare il punto di non ritorno, quel punto che si costituisce come un vicolo cieco che logora, chiude possibilità.
Lasci che il suo pensiero si diriga verso qualcosa di bello e generativo. Cosa studia? Cosa sogna? Al di là del tempo, immagina la sua vita e quello che le porterà?
Dovrebbe cercare di riconciliarsi con sé stesso e con le sue ragioni e verità. Provare lei per primo ad astenersi da quel giudizio severo, duro e ingiusto che riserva a sé stesso, e che non vorrebbe ricevere dagli altri.
Anche perché se si convince lei del fatto che non ha colpe e la sua storia ha le sue ragioni, se inizia a comprenderla, saprà narrarla anche agli altri in un modo onesto e positivo, non svilente, che renderà molto più difficile giudicarla.
Cordiali saluti.
Psicologa e Assistente Sociale
www.psicosocialmente.it
Utente
Buongiorno dottoressa, innanzitutto la ringrazio per il tempo dedicatomi e per la risposta esaustiva.
Le chiedo di dedicarmi un altro minuto in merito a questo, "Lasci che il suo pensiero si diriga verso qualcosa di bello e generativo. Cosa studia? Cosa sogna? Al di là del tempo, immagina la sua vita e quello che le porterà?"
Ecco, il nocciolo del problema forse è proprio qui, mi spiego meglio, nel fermarmi a pensare a quello che potrò fare domani in ambito professionale si genera una energia che mi permetterebbe di conquistare il mondo, se non fosse per il costante pensiero di non riuscire a raggiungere i miei obbiettivi per cause che non dipendono da me. Purtroppo io sono appassionato di quello che studio e da sempre persona e professione sono un unicum e il pensiero di non riuscire mi manda ai matti.
Malauguratamente questo mi causa un down anche negli altri campi della vita.
La ringrazio per l'ulteriore tempo che mi dedicherà.
Le chiedo di dedicarmi un altro minuto in merito a questo, "Lasci che il suo pensiero si diriga verso qualcosa di bello e generativo. Cosa studia? Cosa sogna? Al di là del tempo, immagina la sua vita e quello che le porterà?"
Ecco, il nocciolo del problema forse è proprio qui, mi spiego meglio, nel fermarmi a pensare a quello che potrò fare domani in ambito professionale si genera una energia che mi permetterebbe di conquistare il mondo, se non fosse per il costante pensiero di non riuscire a raggiungere i miei obbiettivi per cause che non dipendono da me. Purtroppo io sono appassionato di quello che studio e da sempre persona e professione sono un unicum e il pensiero di non riuscire mi manda ai matti.
Malauguratamente questo mi causa un down anche negli altri campi della vita.
La ringrazio per l'ulteriore tempo che mi dedicherà.
Questi sono aspetti che si possono approfondire solo in un percorso psicologico. Le ho fornito degli spunti sui quali si potrebbe partire. Poi ci sarebbero molti altri aspetti da esplorare e ai quali dare voce. Non so neanche cosa studia, quali sono le difficoltà che incontra e che non dipendono da lei, e molto altro.
Sono emerse molte sue questioni importanti che meriterebbero un'attenzione accurata e uno spazio.
Per rispondere alle domande che pone, molto comprensibili e legittime, dovrei conoscerla meglio e approfondire tutto.
Prenda in considerazione il mio suggerimento.
So che adesso ha fretta di star meglio e non vuole impegnarsi, ma credo sia importante provarci.
Posso solo aggiungere che potrebbe provare a rivolgere uno sguardo alla sua paura, così forte e paralizzante, e un altro alla sua passione per quello che studia. Questo la aiuterà ad andare oltre la paura.
Mi ha colpito che ha scritto "purtroppo io sono appassionato di quello che studio". Non pensi mai alla passione come a qualcosa di cui rattristarsi, di cui spaventarsi. Le passioni ci portano a desiderare, a sognare. E anche se ci scontriamo con delle difficoltà, ci fanno sentire un po' più vivi e felici. Capisco che quando si è davanti alla realizzazione di un sogno, o quando si è abbastanza vicini ma non così tanto, si ha paura che possa scivolare via. Continui a impegnarsi in quello che fa. Dia un posto alle sue emozioni, alla paura, al desiderio.
Provi a ritrovare la forza e il coraggio dentro di sé.
Buona fortuna!
Sono emerse molte sue questioni importanti che meriterebbero un'attenzione accurata e uno spazio.
Per rispondere alle domande che pone, molto comprensibili e legittime, dovrei conoscerla meglio e approfondire tutto.
Prenda in considerazione il mio suggerimento.
So che adesso ha fretta di star meglio e non vuole impegnarsi, ma credo sia importante provarci.
Posso solo aggiungere che potrebbe provare a rivolgere uno sguardo alla sua paura, così forte e paralizzante, e un altro alla sua passione per quello che studia. Questo la aiuterà ad andare oltre la paura.
Mi ha colpito che ha scritto "purtroppo io sono appassionato di quello che studio". Non pensi mai alla passione come a qualcosa di cui rattristarsi, di cui spaventarsi. Le passioni ci portano a desiderare, a sognare. E anche se ci scontriamo con delle difficoltà, ci fanno sentire un po' più vivi e felici. Capisco che quando si è davanti alla realizzazione di un sogno, o quando si è abbastanza vicini ma non così tanto, si ha paura che possa scivolare via. Continui a impegnarsi in quello che fa. Dia un posto alle sue emozioni, alla paura, al desiderio.
Provi a ritrovare la forza e il coraggio dentro di sé.
Buona fortuna!
Psicologa e Assistente Sociale
www.psicosocialmente.it
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 417 visite dal 16/07/2025.
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