Matrimonio -disoccupazione -gravidanza -crisi

Gentile dottore, ho 35 anni, ho un lavoro a tempo indeterminato, sono sposata da poco più di un anno con un uomo di 38 anni purtroppo disoccupato.
Abbiamo convissuto per due anni ed io ho insistito per sposarci in chiesa anche per avere dei figli in una famiglia effettiva perchè così siamo stati cresciuti entrambi e lui, seppur con riluttanza, ha accettato e poi partecipato all'organizzazione anche con un minimo di entusiasmo.
Durante la convivenza sembrava andare tutto abbastanza bene: trovava lavoro in diverse fabbriche per pochi giorni ma anche per un anno intero, per cui il matrimonio ci è sembrato fattibile dal punto di vista economico non prevedendo la crisi che subito dopo c'è stata e che continua ancora adesso lasciandolo a casa da più di un anno.
Dal punto di vista affettivo qualche problema sembrava manifestarsi ma ci volevamo bene, ed anche senza parole d'amore da parte sua e lacrime dalla mia che credevo di essere un'irriducibile romantica (non mi ha mai detto spontaneamente che mi ama, non sa scrivere bigliettini amorosi, le paroline dolci me le diceva solo dietro richiesta e dettato -che tristezza!!!-) la notte prima di addormentarci ci abbracciavamo sempre teneramente ed era sempre lui ad avvicinarsi a me per cui lo perdonavo ed ogni tristezza spariva.
Ci conoscevamo da tanti anni ed eravamo amici, poi per un periodo ci siamo persi di vista perchè mi sono trasferita lontano per lavoro e quando lui dopo qualche anno mi ha cercata, ci siamo ritrovati e non lasciati più.
I primi mesi che stavamo insieme facevamo anche tutti i giorni l'amore quando io ero nella sua città a passare le vacanze, poi lui è venuto a vivere con me e piano, piano ha cominciato a non voler fare più l'amore! Alle mie avances (pacate) mi ha cominciato a respingere quasi da subito e ho accettato l'idea che forse voleva avere il controllo della situazione ed anche se non mi sono mai rassegnata del tutto all'idea di dover frenare le mie voglie facendogliele intuire anche solo con un bacio un po' più caldo-che lui prontamente smorzava-,aspettavo quelle una-due volte alla settimana in cui mi cercava e mi bastavano.Dal momento del matrimonio siamo ormai arrivati a una volta ogni 15 giorni e la distanza tra noi a letto è insormontabile (ormai non mi da più neanche la buonanotte)!Ma a volte (2-3 settimane in un anno) sembra che mi desideri ancora anche più volte al giorno!
Ho cercato di parlargli, di fargli capire che in una relazione si deve essere in due a decidere, che amare vuol dire anche provare piacere a far provare piacere all'altro...ma niente, ogni volta che mi allontanava per me era un piccolo colpo al cuore e ho cominciato a dirglielo quando mi sono accorta che non riuscivo più a sostenere anche una settimana senza una sua carezza.
Data la mia età ho insistito per avere un bambino ed in uno di quei piccoli sprazzi di luce sono rimasta incinta.
E' morto suo padre poco prima di sposarci(quasi 2 anni fa)crede che questa sua possa essere depressione?
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Dr. Armando De Vincentiis Psicologo, Psicoterapeuta 7.2k 220 122
Gentile ragazza, non ipotizzi diagnosi ma entri nell'ottica di idee che possa essere un problema relazionale. Prima di ipotizzare bisognerebbe capire il punto di vista e lo stato d'animo del suo uomo.
Per vinire a capo della situazione una consulenza in coppia sarebbe l'ideale. Se si tratta di un problema personale o di coppia sarà il clinico a stabilirlo. Ma il primo passo, essendo un problema vissuto in coppia, è quello di mettersi entrambi in discussione e di rivolgervi entrambi ad un terapeuta.
saluti

Dr. Armando De Vincentiis
Psicologo-Psicoterapeuta
www.psicoterapiataranto.it
https://www.facebook.com/groups/316311005059257/?ref=bookmarks

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Dr.ssa Cecilia Sighinolfi Psicologo, Psicoterapeuta 480 24
Gentile signora, da ciò che scrive sembrerebbe che il "motore" trainante del vostro rapporto sia stata lei: lei desiderava un matrimonio in chiesa, lei ha continuato a cercare suo marito, lei ha insistito per avere un figlio. In tutto questo sembrerebbe che suo marito, pur seguendola nella realizzazione di questi desideri, non sia mai stato molto proprenso a prendere l'iniziativa. Posso capire che nel lungo termine questo possa generare in lei un'emozione di frustrazione. Credo però che proprio per evitare che i piccoli, ma costanti, "colpi al cuore" creino una frattura profonda nel vostro rapporto dovreste cercare una aiuto professionale. Nella vostra vita sta per arrivare un figlio e questo arrivo porterà con sè oltre ad una gioia immensa anche una ridefinizione dei vostri ruoli e delle vostre responsabilità, che non saranno più solo quelle di membri di una coppia ma anche di genitori. Provi a parlare ancora con suo marito, a fargli capire la sua sofferenza e a proporre una consulenza presso uno psicoterapeuta.
In bocca al lupo
Cordialmente

Dr.ssa Cecilia Sighinolfi
Psicologa e Psicoterapeuta
cecilia_sighinolfi@yahoo.it

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dopo
Utente
Utente
Vi ringrazio entrambi cari dottori e sono consapevole del fatto che siamo in crisi di relazione!
Io mi sento molto frustrata e ogni giorno va un po' peggio. Ho cercato qualche volta di chiedergli di andare a fare qualche incontro di consulenza per farci aiutare ma non lui non vuole. Probabilmente, dato il suo "inesistente" spirito di iniziativa e questa "facilità" nel farsi trainare da me, volendo, potrei portarlo davanti a qualche specialista senza fargliene accorgere e sarebbe la cosa migliore ma c'è qualche ostacolo economico che non me lo fa fare! Tempo fa ne ho parlato anche con il mio medico di base e sono stata io a chiedergli se poteva indirizzarci da qualcuno ma gli ho anche spiegato che questa situazione (che prima era comunque sopportabile, conoscendo e accettando il suo carattere freddo) si è gonfiata da quando le agenzie interinali di cerca lavoro non l'hanno più chiamato e, mancando d'iniziativa, sta ad aspettare a casa anche per mesi senza uscire, cosa che io non sopporto perchè ho un carattere proprio opposto! Il mio medico mi ha dunque detto di non fare niente, di sperare che questa nuova vita lo invogli un po', proprio perchè sa che non ce lo possiamo permettere. La conseguenza è che litighiamo giornalmente o quasi perchè io lo sprono, lo incito, lo insulto, gli spiego come potrebbe fare, dove potrebbe andare, quali tentativi sarebbero da fare ma qui la forza di dire di no e di rispondermi, di insultarmi a sua volta, la trova sempre perchè non sopporta i rifiuti degli altri! Mi verrebbe di scappare lontano da lui, di far nascere questa bambina (che non avrebbe voluto avere!) senza la sua presenza ma mancano 12 giorni al parto...ho sperato e aspettato...ma, secondo voi, cambierà qualcosa? Io lo amo tanto e so che lontana da lui sarei più disperata di adesso! Mi sento così sola! Lui non mi cerca mai, sta sempre rinchiuso in uno stanzino cercando di sistemare una chitarra chi gli dia un suono perfetto per registrare dei pezzi che ha composto già da anni, è il suo sogno, ma la perfezione negli strumenti -lo sanno tutti tranne lui- non esiste, a meno di non aver a disposizione decine di migliaia di euro da poter spendere. Mi sembra la tela di Penelope! A lui basta quel poco che gli dà sua madre per contribuire a metà alle spese dell'affitto per non pensare alla necessità di un lavoro... Non è solo la paura del parto che mi fa tremare e venir voglia di scappare, è il poi che mi preoccupa, il dover affrontare tutta la vita con un uomo che forse non mi ama e che, mi sto convincendo, non sappia cosa voglia dire amare!
Cordiali saluti.
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Dr.ssa Cecilia Sighinolfi Psicologo, Psicoterapeuta 480 24
Gentile signora, comprendo la sua sofferenza e la sua preoccupazione. Ormai la nascita di vostro figlio è molto vicina e anche questo può contribuire ad aumentare le sua preoccupazioni per il vostro futuro come coppia e come famiglia. Per quanto riguarda l'aspetto economico se non vi potete permettere un terapeuta privato potete rivolgervi alla Asl della vostra città oppure ad un Consultorio Famigliare. Intanto potrebbe informarsi lei e magari prendere un primo appuntamento. Aspettare non credo sia la soluzione migliore considerando che fino ad oggi non sembra abbia portato ad una risoluzione della situazione. Con la nascita di vostro figlio lei avrà un ulteriore bisogno di sostegno e aiuto. Per questo mi sento di dirle che laddovè non riuscisse a coinvolgere suo marito in una eventuale terapia di coppia potrebbe pensare di contattare lei uno psicologo/psicoterapeuta (sempre tramite Asl) per un sostegno in questo momento particolarmente delicato.
Tenga duro e ci tenga aggiornati
Un saluto
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dopo
Utente
Utente
Gentile dottoressa Sighinolfi,
le sono grata di interessarsi a me e di rispondermi così velocemente. Non ero a conoscenza della possibilità di rivolgersi alla Asl per problemi di relazione e vorrei sapere quale iter devo seguire per avere un appuntamento con uno psicoterapeuta, tanto più che il mio medico di famiglia non me ne ha parlato e presumo che la richiesta debba partire da lui, vero?
Provo però un forte imbarazzo a parlare di presenza con le persone di argomenti così intimi e non so se troverò qualcuno così "capace" da farmi parlare come quando scrivo...so che è il loro lavoro e sanno come fare...ma io ne avrò il coraggio?
Comunque già parlarne così mi fa piangere ma anche sollevare, dunque grazie ancora per il suo incoraggiamento, ne avevo (ed ho) proprio bisogno!
Saluti
[#6]
Dr.ssa Cecilia Sighinolfi Psicologo, Psicoterapeuta 480 24
Gentile signora, non è necessaria la prescrizione del medico per poter accedere ai servizi di psicologia della Asl. In ogni caso su questo link può trovare le informazioni relative ai Consultori Familiari della sua città:
http://www.aslmn.it/prestazioni_det.asp?IDLivello1=4&IDLivello2=5&IDLivello3=3&IDLivello4=4&IDCSP=26&IDDistr=1

A questi potrà poi telefonare per chiedere direttamente le modalità per prendere un appuntamento.

Per quanto riguarda la sua paura di non riuscire ad aprirsi davanti ad una persona, posso capirlo, ma vedrà che il professionista saprà come metterla a sua agio rispettando i suoi tempi e capendo il normale imbarazzo che si può provare in queste situazioni. D'altra parte credo che siano più sopportabili dieci minuti di imbarazzo piuttosto che rimanere nella sofferenza che sta provando. Tanto più che lei si trova in momento così delicato e difficile. Se ha trovato un pò di sollievo solo parlandone via mail, provi a pensare a quello che proverà parlandone viva voce con una persona!
Un saluto
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dopo
Utente
Utente
Grazie, veramente tanto!
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Dr.ssa Cecilia Sighinolfi Psicologo, Psicoterapeuta 480 24
Grazie a lei per averci scritto. Mi raccomando tenga duro!
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