Percezione distorta realtà/sogno

Buongiorno.
Sono un ragazzo di 26 anni. Da tre giorni, esattamente dalla notte fra il 24 e il 25 dicembre, il mio cervello sembra dare segni di squilibrio. Procedo con una rapida cronologia delle ultima settimane: neolaureato, da settembre ho lavorato come ingegnere in un lontano paese africano. Non ho mai avuto nessun tipo di problema psichico, anzi tutto nel mio cervello funzionava alla grande. Il 23 dicembre sono tornato in Italia, per 2 giorni mi sono goduto il mio ritorno. Il 25 dicembre mi sveglio, ma mi sento molto strano: tutto mi appare velato, come si trattasse di un sogno, e perennemente con quella sensazione tipica che si ha di quando si cerca di ricordare un sogno fatto durante la notte, nn riuscendoci. Ogni tanto, inoltre, sopraggiunge una “crisi”: dal subconscio qualche immagine, che non so da dove diavolo venga fuori, riaffiora per qualche secondo. Nè prima nè dopo non riesco a ricordare nulla di ciò che mi si è presentato davanti durante la crisi. La crisi finisce con una botta di caldo e sudorazione. Inoltre ho qualche problema di memoria, in quanto soffro ogni tanto di qualche piccola amnesia (tipo il non ricordare il nome di persone con cui ho lavorato fino a 3 giorni prima). In poche parole negli ultimi 3 giorni sogno e realtà si sono incredibilmente mischiate. Puntualizzo che non faccio uso di droghe.
Ammetto che queste esperienze sono molto strane, e a dir la verità, mi mettono addosso una grande inquietudine, anche perchè non ho la più pallida idea di perchè siano iniziate e da dove vengano.
Qualsiasi consiglio è ben accetto. Da 3 giorni la mia vita è completamente sottosopra, e il mio unico desiderio è tornare a com’ero prima.
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Dr. Massimo D'Alessandro Psicologo, Psicoterapeuta 93 4
Gentile utente,
l'appanamento del senso di realtà che descrive sembrerebbe appartenere al fenomeno della derealizzazione. Tale esperienza, in linea teorica, può avere un carattere episodico insorgendo in condizioni di particolare affaticamento o stress (lungo viaggio, festività, ecc.) ovvero essere un sintomo che sottidente una condizione ansiosa degna di attenzione clinica.
Se non ha mai sofferto di disturbi d'ansia in passato ovvero se tale sensazione dovesse continuare le consiglio di rivolgersi in primis al suo medico di famiglia, che conoscendola potrà meglio valutarne le cause ed eventualmente indicarle un altro professionista per una visita specialistica.
Cordialmente

Dr. Massimo DAlessandro
Psicologo-Psicoterapeuta
www.massimo-dalessandro.com

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dopo
Utente
Utente
Buongiorno e buon anno
È passata ormai più di una settimana dall’inizio dei sintomi. Purtroppo, anzichè migliorare, la situazione va lentamente peggiorando. Mi sono ormai quasi abituato al senso di irrealtà, e le crisi che avevo descritto arrivano anche più frequentemente. Inoltre negli ultimi giorni anche la memoria sembra peggiorata: per esempio, non riesco a ricordare conversazioni che ho avuto il giorno prima con la mia ragazza, e ricordo fatti accaduti pochi giorni fa come lontanissimi nel tempo. Faccio inoltre sempre più fatica a mantenere la concentrazione, rendendo la scrittura di un semplice messaggio come questo un’impresa sovrumana. Ho come l’impressione che se prima il mio cervello funzionasse al 100% del regime, ora stento a raggiungere il 10% (la sensazione che ho si può paragonare in parole povere a quella che si ha quando si cerca di fare normali operazioni intellettuali, come scrivere o far di conto, da ubriachi). Sono anche andato dal medico generico, che mi ha consigliato comunque di aspettare qualche giorno dal momento che tale malessere avrebbe potuto derivare da stress. Ma qualche giorno è passato e il mio stato non cambia, anzi peggiora.
Sono molto preoccupato, so che pensarci continuamente non fa altro che peggiorare la situazione, ma è davvero più forte di me.
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Dr.ssa Roberta Cacioppo Psicologo, Psicoterapeuta 338 11 2
Gentile utente,
date le sensazioni da lei descritte su come si sente in questi giorni, credo sia fisiologico che lei ci pensi "continuamente".

Da quanti giorni è andato dal suo medico di base? Potrebbe chiedergli se ha qualche contatto di specialista a cui rivolgersi.

In prima battuta credo sarebbe importante essere visitato da un medico: neurologo, o psichiatra. In questi casi è sempre fondamentale escludere eventuali compiacenze organiche alla base dei sintomi.

Cordialmente,

Roberta Cacioppo - Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa clinica -
www.psicoterapia-milano.it
www.sessuologia-milano.it

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Dr. Massimo D'Alessandro Psicologo, Psicoterapeuta 93 4
Gentile utente,
lei sta vivendo una situazione nuova e fastidiosa che inevitabilmente la porta a focalizzare l'attenzione sui sintomi che percepisce. Tenga presente che non si può non pensare per cui è impossibile provare a distogliere l'attenzione dai suoi sintomi. Allo stesso tempo però avrà sperimentanto che in alcune occasioni le capiterà di dimenticarsi momentaneamente del suo disagio. Non tutta l'ansia correlata ad uno o più eventi stressanti passa con qualche giorno di riposo anche perchè a volte l'ansia iniziamo ad alimentarla con i nostri pensieri ad esempio con il rimuginio mentale sul cosa mi sta accadendo, la continua ricerca di una spiegazione, l'attenzione selettiva sulle sensazioni corporee e cognitive ecc. Così anche se l'evento stressante si è allontanato da noi (ad esempio un viaggio) ovvero è stato rimosso rimaniamo comunque in uno stato di ansia che non riusciamo a bloccare, anzi lo alimentiamo ogni giorno di più. In queste situazioni, quando da soli non riusciamo a interrompere il ciclo dell'ansia, sarebbe meglio rivolgeri ad un professionista della salute mentale. Nel suo caso, per iniziare, sarebbe meglio uno psichiatra che potrà valutare la presenza o l'assenza di cause organiche all'origine della sua ansia. Fatto questo, se i sintomi ansiosi continuano a crearle un disagio significativo, potrebbe rivolgersi ad uno psicoterapeuta che potrà aiutarla a comprendere, a limitare o rimuovere tutti quei fattori psicologici che non le permettono di superare questa sua condizione di stress. Se posso permettermi di darle un consiglio, per evitare o per limitare il rimuginio mentale e tutti quei meccanismi che allo stato attuale sembra stiano contribuendo al mantenimento e/o all'amplicazione della sua sintomatologia, cerchi di continuare la sua vita come faceva prima dello sviluppo dei sintomi ansiosi, è importante che lei non si faccia "bloccare" dal suo stato.
Cordialmente.