Paura di crescere

Salve, ho 35 anni e penso di avere un problema. Racconto in breve la mia vita: sono nato e felicemente cresciuto in svizzera fino all’età di 15 anni, poi la mia famiglia ha deciso di tornare in italia, per l’esattezza in sicilia dove i miei hanno avviato una piccola azienda agricola nella quale io ho lavorato fino all’età di 26 anni. Durante questi anni sono cresciuto senza sentire alcun obbligo verso il lavoro che svolgevo, nel senso che se non mi andava di fare qualcosa, potevo benissimo non farla, tanto si era in famiglia e non dovevo rendere conto ad un capo vero e proprio. Inoltre, durante questi anni non ho avuto una vita sociale, a parte qualche breve amicizia, che non è continuata per le differenze che ho sempre sentito tra la mia mentalità e quella del piccolo paese dove vivevo. All’età di 26 anni, dopo la morte di mio padre,avvenuta per sua volontà,l’ho trovai attaccato in una trave di legno nell’azienda dove quella mattina eravamo andati per effettuare le solite mansioni;è dopo la vendita dell’azienda, ho deciso di partire per Milano, trasferendomi da mio zio paterno, dove grazie al suo appoggio ho iniziato a lavorare, a sentirmi a mio agio nel nuovo ambiente e ad avere delle amicizie. Tuttavia, avevo lasciato la mia famiglia in sicilia e, nella mia nuova condizione positiva, mi sentivo in colpa perché sapevo che loro non se la passavano bene sotto tanti aspetti. Allora ho cominciato a tornare in sicilia sempre più spesso; a Milano ho conosciuto una donna brasiliana di 12 anni più grande di me con la quale ho iniziato una relazione e, dopo averla portata in sicilia dai miei, ci siamo sposati. Abbiamo iniziato a vivere in casa della mia famiglia per più di un anno, lei ha sempre lavorato e ha sempre dimostrato di volere costruire qualcosa, io invece ero più contento per la maggiore serenità che la sua presenza aveva portato in casa, piuttosto che per la nostra relazione. Dopo un anno e mezzo abbiamo deciso di separarci. Ho cominciato ad andare dallo psicologo perché l’ipocondria che ho sempre avuto in maniera lieve stava peggiorando. Lo psicologo mi ha aiutato a capire che l’ipocondria in realtà derivava dalla mia paura di crescere e mi ha convinto a ricominciare. Sono partito per Forlì, dove mi avrebbe ospitato mia cugina,coetanea,con la sua famiglia. Ho cominciato a lavorare e ad avere nuove amicizie, stavo bene. Pochi mesi dopo è iniziata una storia clandestina con mia cugina,sempre li nella casa di lei;questa storia è andata avanti per circa 7 mesi.
L’intenzione di entrambi era quella di andar a vivere insieme.Ma così questo non successe,perché quando il marito l’ho venne a sapere da lei,mi cacciò di casa,giustamente,e con lei la storia si chiuse. Tornato a casa,sono stato fermo per due anni poi ho deciso di iscrivermi ad un corso annuale per laccatore di mobili,dove mi sono trovato bene è ho conosciuto un ragazzo che tutt’ora siamo ancora amici e una ragazza con la quale ho iniziato una storia un po’ travagliata,finita da poco.
Adesso però mi ritrovo di nuovo fermo e non so che strada prendere.
So che dovrei affrontare la mia paura che mi porto dietro da molti anni,cioè quella di crescere,ma non ci riesco.
Grazie
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Dr. Francesco Favaretti Camposampiero Psichiatra, Psicoterapeuta 36 1
Gentile Interlocutore, leggendo il suo dettagliato e variegato resoconto della sua vita, mi sono fatto l'idea che lei sia già nella condizione soggettiva di consapevolezza della utilità e necessità di affrontare gli eventi del passato e soprattutto il futuro attraverso un qualche cambiamento di prospettiva: ad esempio, forse, sentirsi non più trascinato dalla corrente dei "fatti" ma sentire di poter, almeno parzialmente, dare una direzione alle sue scelte e costruire delle relazioni più soddisfacenti e più significative, probabilmente anche mediante una riconsiderazione - non solo razionale ma anche emotiva - delle vicissitudini attraversate... Tutto questo è un'ottima base motivazionale per pensare ad una psicoterapia; ma, attenzione, non una breve consultazione psicologica, bensì una psicoterapia strutturata che, data la mia formazione, sarebbe di tipo dinamico o psicoanalitico. Provi ad affrontare la questione con uno psicoterapeuta qualificato ed ne esplori la fattibilità. Ritengo che in questo momento della sua vita sarebbe una grande opportunità.
Auguri cordiali.
Francesco Favaretti Camposampiero

dott. Francesco Favaretti Camposampiero

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Dr. Daniel Bulla Psicologo, Psicoterapeuta 3.6k 187 37
Gentile Utente,
effettivamente lei ha avuto per ora una vita abbastanza movimentata, anche se da quello che traspare non ne sembra molto soddisfatto, anzi, sembra lei cerchi serenità e stabilità.

Partirei proprio da qui: una relazione stabile ha certi requisiti fondamentali, tra i quali evitare donne già impegnate, fare delle rinunce, ecc.

Se questa considerazione diventa già per lei di non semplice applicazione il mio consiglio sarebbe quello di riprovare con la psicoterapia

Cordialmente

Daniel Bulla

dbulla@libero.it

Cordialmente

Daniel Bulla

dbulla@libero.it, Twitter _DanielBulla_

[#3]
dopo
Utente
Utente
Io cerco si serenità e stabilità ma non in una relazione, lei dott. Bulla parla di relazione stabile, io prima che in una relazione, la serenità e la stabilità la dovrei trovare con me stesso, il problema è che io saprei anche quello che dovrei fare, iniziando dall'andare via di casa dei miei dove ancora vivo, trovarmi un lavoro, affittarmi un appartamento...ma non riesco ad inizializzare niente di tutto questo, ho anche paura di fallire di nuovo così come sono falliti gli altri "tentativi" che ho fatto. Vorrei sapere da dove iniziare.
un cordiale saluto
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Dr. Daniel Bulla Psicologo, Psicoterapeuta 3.6k 187 37
Proprio per questi motivi (ed a maggior ragione direi) forse riproverei con una terapia psicologica, perchè la vita non dovrebbe essere vissuta "per tentativi", poichè è già complicata ed imprevedibile di per sè...

Daniel Bulla

dbulla@libero.it
[#5]
dopo
Utente
Utente
Dott. Bulla,non sono daccordo con lei,anzi credo proprio che ogni uno uno di noi debba trovare la propria strada,e per far si che questo avvenga, bisogna fare dei tentativi,ad esempio lei Dott.,come ha fatto a diventare ciò che è adesso..
Credo che non tutti sappiano,fin da adolescenti,cosa fare da grandi..
Cmq, al di là di questo,vede Dott, io so cosa,in fondo,cosa fare,ma quello che mi blocca è il fatto che mi possa andar male di nuovo,come è sucesso in passato(Milano-Forlì)..
Non è facile andare di nuovo in terapia e ricominciare tutto da capo..

Cordiali
Saluti
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Dr.ssa Flavia Ilaria Passoni Psicologo, Psicoterapeuta 163 1
Gentile utente,
come dico spesso ai miei pazienti il passo più difficle da compiere è proprio quella di aprire la porta dello studio ed entrarvi.
Allo stesso modo si trova attualmente nella condizione di dover fare il punto della situazione, esplorando quelli che sono i suoi reali sentimenti, bisogni e capacità,certamenmte rielaborando il passato, razionalmente ed emotivamente come le suggeriva il collega, per trarne utili indicazioni circa una sua possibile ricostruzione.
Mi rendo conto quanto sia difficile rimettersi in discussione a metà del percorso ma d'altra parte intuisce lei stesso che non sarebbe possibile affrontare la sua situazione diversamente.
Del resto è proprio lei ad affermare di intuire o addirittura sapere come vorrebbe comportarsi e in che direzione muoversi ma il timore di un nuovo insuccesso (o forse altro ancora)la bloccano e la trattengono in una situazione di empasse.
Una percorso psicoterapeutico che laaiuti a fare chirezza su questi aspetti e a recuperare le sue potenzialità inutilizzate non potrebbe che esserle d'aiuto.

Con i migliori auguri

F.I.Passoni
studiopsicologia@hotmail.it

F.I.Passoni
Dir. di SYNESIS, Centro di Consulenza Psicologica, Psicoterapia & Ipnosi Clinica

studiopsicologia@hotmail.it

[#7]
dopo
Utente
Utente
Dr. Favaretti.
Dr. Bulla
Dr.ssa Passoni

Vi ringrazio vivamente per i vostri sugerimenti.

Vorrei sapere inoltre se sia giusto seguire il proprio istinto, o far ciò che gli altri(i miei famigliari) si aspettino che io faccia,perchè spesso mi sembra di aver preso il ruolo di mio padre,in quelle che erano le sue mansioni di capofamiglia,inoltre perchè quando mi diverto(es. un giorno al mare con amici) poi,al rientro a csa,mi vengono dei sensi di colpa? aggiungo che ho una sorella di 24 anni appena laureata in psicologia del lavoro e un fratello di 37 anni affetto da schizzofrenia,cosa che non ho scritto nella mia storia.

Grazie

Cordiali Saluti
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