Psicoterapia, risultati e decisioni

Spettabili dottori,mi sono sottoposta per quasi sei anni (dai 37 ai 42 e 1/2)ad un ciclo di sedute di psicoterapia,con esiti molto soddisfacenti,tanto da rimpiangere di non aver iniziato molto tempo prima.Il mio disagio, che riassumo brevemente,nasce dalla morte di mio padre (ero figlia unica, viziata e coccolata)in età pre-adolescenziale.Il tragico evento ha coinciso con il crollo della mia autostima e con l'inizio di una serie di comportamenti provocatori,tesi a dimostrare al mondo che "esistevo".Così ho sbagliato la scelta scolastica,molte scelte personali,ho odiato il mondo,maltrattando chi mi amava e leccando i piedi a chi mi disprezzava,ho vissuto all'ombra di persone che mi servivano,accettando umiliazioni indegne e tollerando insulti più o meno espliciti,solo per poter essere accettata.Perché per me era importante che si dicesse che ero bella,il resto non contava.Successivamente è mancata anche mia madre(ero ancora giovane,anche se ultaventicinquenne),che adoravo, ma con la quale avevo un rapporto molto conflittuale a causa del suo continuo sminuirmi e banalizzare ogni mia scelta,forse con l'intento di stimolarmi.Senza dilungarmi oltre,passo a descrivere,per sommi capi,la mia esperienza legata alla piscoterapia precisando,però,che quanto sopraesposto rappresenta il brutto della mia vita.Ci tengo a dire che ho avuto anche tante cose meravigliose,come mio figlio,tanti amici e tante belle esperienze.Grazie all'aiuto del mio terapeuta (e senza prendere ansiolitici,ai quali sono contraria),sono riuscita a rimuovere quel velo grigio che oscurava il mio animo ed a tirar fuori la parte buona di me,ma ora sono giunta ad un punto morto,nel senso che la psicoterapia "tranquilla" (una seduta a settimana)seguita sino ad ora, ha terminato il proprio effetto e se volessi davvero sciogliere i nodi che ancora mi affliggono,dovrei intervenire in modo più aggressivo con più sedute settimanali,cercando di colpire il cuore del mio disagio.I problemi in merito sono vari:non ho tempo,è costoso....e ultimo,ma non in ordine di importanza,a cosa mi serve?So che inizialmente starei male(sono stata male anche all'inizio della terapia),per poi,magari,risorgere dalle mie ceneri,ma avrebbe senso sopravvivere ed affrontare i disagi di questo nuovo percorso,soffrendo psicologicamente,creando fastidi anche a mio figlio,per poi raccogliere i frutti magari fra 5 anni?A che pro vivere male quello che mi resta della mia "giovinezza"?Per prepararmi ad una menopausa felice?
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
Gentile utente, quella che descrive è un'idea stereotipica della psicoterapia: più se ne fa, meglio è; più si va a "fondo", verso le "radici" del disagio, più si soffre prima ma meglio si starà dopo. Tutto ciò non corrisponde al vero. Per affrontare e risolvere la maggior parte dei problemi che le persone portano in terapia non è necessario soffrire, né "andare a fondo".

Pertanto, per rispondere alla sua domanda in modo completo, bisognerebbe che le fosse prima chiaro che ci sono anche altre possibilità. Alcune forme di terapia hanno sedute quindicinali, o anche più distanziate, eppure sono efficaci ed efficienti nel risolvere i problemi.

Cordiali saluti

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

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Dr.ssa Maddalena Mancioli Psicologo, Psicoterapeuta 39 4 1
Cara signora, anch'io concordo con il collega nell'affermare che non necessariamente una psicoterapia deve andare verso le radici, tutto dipende da quale è la sua richiesta. Di solito in fase di primo colloquio, vengono definitivi gli obiettivi della terapia (che naturalmente sono flessibili e con il tempo possono cambiare)e questo consente a terapeuta e paziente di costruire un percorso comune, uno scegliere insieme "dove si vuole andare".
Visto che lei è già in terapia, le consiglio innanzitutto di parlare di questo suo dubbio con il collega che la segue: magari questa sua sensazione è un campanello d'allarme per una terapia che sta subendo un blocco, magari avete bisogno di ridefinire gli obiettivi in base a sue nuove esigenze interiori.
Inoltre, non sempre la psicoterapia è disagio:ci sono percorsi in cui la persona acquista una maggiore consapevolezza di sè e autoconoscenza trovando un nuovo equilibrio più funzionale.
Per quanto riguarda la frequenza delle sedute, anche quella può essere concordata con il terapeuta sulla base delle sue esigenze e sopratutto una minor frequenza non corrisponde ad un minor lavoro.

Cordiali saluti

Dr.ssa Maddalena Mancioli
www.studiopsicologiamancioli.com

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Utente
Utente
Spettabile dott.Santonocito,intanto grazie per la risposta, poi preciso che mi sono espressa in modo poco chiaro in merito ai dubbi sulla prosecuzione del mio percorso,infatti
il bilancio che ho illustrato,l'ho fatto assieme allo psicoterapeuta che mi ha prospettato la soluzione della quale ho parlato poc'anzi,descrivendomela in tutti i suoi aspetti(compresi quelli più impattanti).A onor del vero,lo stesso medico (fa anche psicoterapia,ma e' uno psichiatra)ha precisato che ora sono pronta ad affrontare gli eventuali disagi,sono io che,visto quanto ho sofferto all'inizio della terapia e considerato l'enorme lasso di tempo intercorso fra la prima causa e i giorni nostri,che ha contribuito a far sedimentare problemi su angosce,facendoli diventare parte di me,temo di dover affrontare un lavoro più grosso di quanto sia in grado di affrontare.Sento le mie angosce che riaffiorano quando qualche esperienza negativa vi si aggancia,anche se ora ho più armi per affrontarle.Lei parlava di psicoterapia con cadenza quindicinale.Ha esperienze positive in merito?
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Utente
Utente
Grazie anche alla dott.Mancioli per la Sua risposta.Ribadisco che quanto ho scritto,e' frutto di tanti discorsi fatti con il mio psicoterapeuta.Colgo lo spunto che Lei mi ha offerto,per interrogarmi su quale sia il mio obiettivo,anche se in realtà,visto che ormai ho 44anni,non ho più tempo per riplasmarmi al fine di provare a vivere una vita felice,facendo tutte scelte migliori,mi rimane solo la possibilita' di parare i colpi dei miei errori.Se consideriamo che all'inizio del mio percorso stavo pensando a quale avrebbe potuto essere il modo meno schifoso per suicidarmi,qualche passo avanti l'ho fatto,anche se non credo che avrei mai scelto di togliermi la vita veramente,mettendo mio figlio nella stessa melma dalla quale sto cercando di emergere io (preciso che i miei genitori non si sono suicidati,non voglio essere fraintesa).Ripenserò a cosa voglio veramente fare.Grazie per la disponibilità
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
La mia impressione, ma potrei sbagliarmi, è che attraverso il percorso terapeutico che ha fatto lei abbia acquisito non tanto delle armi, ma piuttosto delle strategie precauzionali per tenere a bada i suoi fantasmi. Perché questi, mi sembra che siano ancora al loro posto, almeno a giudicare dal tono con cui descrive la situazione attuale.

Questo non esclude ovviamente che possa aver fatto progressi, dal punto in cui è partita, sia per mezzo della terapia che per sua evoluzione naturale.

Una delle differenze fondamentali è che alcune forme di terapia scavano molto nel passato e fanno affidamento alle interpretazioni, mentre altre preferiscono focalizzarsi sul funzionamento attuale del problema per poterlo risolvere. Le prime sono generalmente più lunghe e richiedono molte più sedute delle seconde, e sono quindi meno efficienti. L'efficacia, d'altra parte, non è necessariamente migliore solo perché si fanno più sedute.

>>> Ha esperienze positive in merito?
>>>

I risultati ottenuti per mezzo delle terapie brevi parlano da soli. Può consultare ad esempio questa pagina, a proposito dei risultati della terapia breve strategica:
http://www.giuseppesantonocito.it/risultati.htm

Per ulteriori informazioni può leggere qui:
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/376-che-cos-e-la-psicoterapia-breve-strategica.html
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/376-che-cos-e-la-psicoterapia-breve-strategica.html

Cordiali saluti
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Utente
Utente
Effettivamente dott.Santonocito,Lei ha centrato quasi al 100%il problema,in effetti molti dei miei fantasmi sono ancora al loro posto,pero' nel corso della mia esperienza ho capito che esistono anche per colpa mia,perché io ho consentito loro di rimanere ed ho contribuito a rafforzarli,fuggendo solo e fingendo di non vederlo.La forza che ho acquisito anche grazie alla terapia,e'stata quella di prendere atto di questi tumori,ammettendone l'esistenza e tentando,in qualche modo,di conviverci.Prima non ne ammettevo nemmeno l'esistenza e pretendevo che la vita mi rendesse tutto ciò che mi aveva tolto.Leggero' con attenzione quanto mi ha segnalato.Grazie ancora
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Dr.ssa Giselle Ferretti Psicologo, Psicoterapeuta 615 14 22
Gentile signora,

Lei ha capito esattamente qual è il punto in cui è giunta nel suo percorso: ha capito la sua implicazione nel sintomo (o nei sintomi) che lamentava. Le manca da fare quel "salto" quel passo finale di cui solo lei è responsabile.

I fantasmi di cui lei parla non si eliminano ne' aumentando il numero di sedute, ne' tantomeno diminuendole e cambiando terapeuta.


Un caro saluto,

Dott.ssa Giselle Ferretti Psicologa Psicoterapeuta
www.giselleferretti.it
https://www.facebook.com/giselleferrettipsicologa?ref=hl

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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
Io credo che quel passo finale di cui parla la collega non sia solo responsabilità sua. Altrimenti, l'avrebbe già compiuto.

I fantasmi si POSSONO eliminare. Non è detto che siccome non è riuscita a farlo seguendo un certo percorso, che peraltro sono convinto le abbia fatto bene, non possa riuscire a portare a termine il lavoro. Con lo stesso terapeuta oppure con un altro.

Cordiali saluti
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Dr. Armando De Vincentiis Psicologo, Psicoterapeuta 7.2k 220 122
(..)La forza che ho acquisito anche grazie alla terapia,e'stata quella di prendere atto di questi tumori,ammettendone l'esistenza e tentando,in qualche modo,di conviverci(..)


Gentile utente questo è stato un passo importante tuttavia 6 anni di terapia per fare solo metà del lavoro
(..)in effetti molti dei miei fantasmi sono ancora al loro posto,(..)
spingono a chedersi se non sia il caso di cambiare approccio se è intenzionata a continuare.
dal momento in cui scrive:
(..)problemi in merito sono vari:non ho tempo,è costoso....

sembra evidente che lei abbia solo un modello terapeutico di riferimento, ma ne esistono altri che non la metteranno nelle condizioni di pensare di essere serena solo quando raggiungerà la "menopausa" come da lei affermato.
E' dovere di un clinico quello di metterla a conoscenza che vi sono approcci più efficienti e quindi più economici.

saluti

Dr. Armando De Vincentiis
Psicologo-Psicoterapeuta
www.psicoterapiataranto.it
https://www.facebook.com/groups/316311005059257/?ref=bookmarks

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Attivo dal 2008 al 2022
Psicologo, Psicoterapeuta
Gentile utente, a volte capita che le terapie, ed in particolare le relazioni terapeutiche, si arenino fortemente e comincino a non dare i risultati sperati.

In questi casi sarebbe meglio parlare col proprio terapeuta al fine di vedere se è possibile procedere in modo differente, nel caso in cui invece non ci si sente più di continuare con un professionista è possibile rivolgersi ad un'altro.

Nella scelta di un terapeuta il primo passo è la fiducia che abbiamo in questa persona. Senza un rapporto collaborativo basato sulla fiducia difficilmente si può fare terapia. Secondariamente, non per importanza ma per ordine temporale, bisogna vedere se quella terapia ci sta portando nella direzione di un maggiore benessere. Questi sono gli unici due indicatori da prendere in considerazione per valutare se una terapia sta funzionando o meno.

Faccia le sue valutazioni con molta serenità, e non tema né di cambiare terapeuta né di continuare con il suo.

A qualunque terapeuta è capiato, del resto, di avere un paziente che proviene da un'altro percorso terapeutico o di perdere un paziente che sceglie di fare un'altro percorso terapeutico. L'importante è che LEI STIA MEGLIO.

Per quanto riguarda i costi è giusto dirle che anche le ASL forniscono sevizi di Psicoterapia e Psichiatria col solo pagamento del ticket, ogni 8 sedute.
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Utente
Utente
Gentilissimi dottori,Vi ringrazio tantissimo per l'attenzione che mi state prestando e spero di poter disporre al più presto del mio pc fisso o di quello portatile per poter chiederVi alcuni chiarimenti in merito alle indicazioni che mi avete fornito.Scrivere con il palmare non e' così comodo.Per ora saluti e grazie infinite a tutti
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Utente
Utente
Getilissimi dottori, eccomi,di nuovo,a voi.
Vi ringrazio ancora per l'attenzione (...chissà,allora esisto!!!!!!)e chiedo a tutti Voi, riassumedo un po', tutte le risposte ricevute:come devo comportarmi per fare il passo risolutivo dei miei problemi?...ovviamente, in breve,m prima della vecchiaia (per questo ho citato la menopausa).Premetto che non mi sono fatta mancare i probemi, dal momento che frequento un uomo con figli problematici che avrei voluto aiutare, ma si sono dimostrati ostili e mi hanno fatto del male spagrendo voci squallide sul mio conto...
So che, aquanto dice la dott.ssa Ferretti, manca il MIO passo, ma qual'è!!!????
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Dr.ssa Giselle Ferretti Psicologo, Psicoterapeuta 615 14 22
Gentile signora, ben ritrovata.
Il passo di cui parlo è l'assunzione della responsabilità che le permetterebbe di prendere le distanze da ciò che la fa soffrire.

"Prendere le distanze" è un concetto molto ampio e complesso, difficile da spiegare in questo contesto, ma lei ha già compiuto un passo importante: lei ha riconosciuto che (...) i fantasmi esistono anche per colpa mia (...).

Ci sono persone che non arrivano mai a questa consapevolezza!

Io credo che i fantasmi non si possano eliminare del tutto, ma che si possa imparare a trattare i loro effetti negativi e, nella migliore delle ipotesi, a trasformarli in qualcosa di benefico per la propria vita.

Il "taglio chirurgico" dei fantasmi, a mio avviso non è possibile e soprattutto, non può dare effetti magici di scomparsa di ogni cosa che procuri sofferenza.

Nessuno di noi qui sul web può sapere qual è il motivo dello stallo in cui si trova il suo percorso, l'unica cosa che mi sento di ripeterle è quella di trattare la questione con il professionista che la sta seguendo.


Un caro saluto,
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Utente
Utente
Gentilissima dottoressa Ferretti, innanzitutto grazie per la Sua risposta e grazie ancora a tutti per la disponibilità e la professionalità che avete espresso prendendo in esame i miei problemi.Ho colto molti spunti interessanti dai Vostri consulti, come ad esempio l'idea di "..focalizzarmi sul funzionamento attuale del problema per poterlo risolvere..."come mi consigliava di fare il dott. Santonocito,oppure (e/o)prendere atto che "...i fantasmi non si possano eliminare del tutto, ma che si possa imparare a trattare i loro effetti negativi e, nella migliore delle ipotesi,a trasformarli in qualcosa di benefico per la propria vita...." come mi ha suggerito la dott.ssa Ferretti stessa.In realtà,senza tralasciare alcuno dei Vostri consigli,anche perché in ogni Vs contributo si cela un pezzo del filo che mi condurrà all'uscita di questo labirinto,ritengo che il mio obiettivo sia proprio quello di concentrarmi su come poter stare meglio,evitando l'attacco ai capisaldi del mio disagio.Il mio terapeuta,però,vorrebbe distruggere quei mostri....a me non interessa, non mi interessava prima, quando ragionavo da sola e,a maggior ragione,non mi interessa ora che ho capito di poter procedere senza dovere confrontarmi con il mio passato.Grazie ancora.
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
Che i fantasmi non si possano eliminare, non è detto. Che la sofferenza sia inevitabile, anche questo non è detto. Dipende da varie cose: dal fantasma, dal paziente e dal terapeuta.

Professionisti diversi possono avere pareri diversi, proveniendo magari da formazioni diverse. Vedere pazienti che si liberano dei propri fantasmi, è una cosa che a me capita di vedere continuamente, non raramente, quindi la invito a tener presente che la possibilità esiste.

Cordiali saluti
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Utente
Utente
Purtroppo, il mio stato d'animo è altalenante (in questo momento vorrei veramente morire,ma veramente!!!!),vivo una relazione assurda,con un uomo che amo,ma che ha un figlio cattivo,idiota e testa di ....!Si diverte a fare del male a chi non reagisce e io non lo sopporto(forse lo odio e mi fa schifo!).Questa,ovviamente, è solo una parte del problema(magari fosse il tutto!!!!).Lei dove esercita,dott.Santonocito?Magari anche a Bologna?
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
Io ricevo a Firenze e Signa. Ma sono certo che riuscirà a trovare nella sua zona un professionista in grado di seguirla. Può consultare la lista d'iscritti a questo sito, oppure, ad esempio, questa lista di specialisti in terapia breve strategica:
http://www.centroditerapiastrategica.org/ita/affiliati%20prof%20ita.htm

Cordiali saluti
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Utente
Utente
Gentilissimi dottori,basandomi su alcuni dei Vs suggerimenti,ho esposto i miei dubbi al mio terapeuta,che ha ribadito il proprio parere,ossia la psicoanalisi con tre sedute settimanali.Ho preso tempo per riflettere,anche perché mi sento molto attratta dalla terapia breve che mi suggerite;ho letto quanto segnalatomi dal dott.Santonocito,trovandolo interessante,individuato nell'elenco degli specialisti indicatomi dallo stesso terapeuta,una dottoressa che contatterò al più presto,ma ora,in attesa di parlare con la stessa,avrei bisogno di un consiglio per affrontare un problema piuttosto importante.Come avevo spoegato al dott.Santonocito,che spero legga e mi risponda,il figlio del mio uomo sta mettendo in atto azioni definibili come "bullismo" nei miei confronti.Come affrontarlo in modo costruttivo, per poter risolvere la situazione per entrambi?Non rispondetemi di non curarmi della stupidita' di un ragazzino,perché,se ne fossi capace,non scriverei per avere una consulenza.....Grazie ancora e saluti a tutti
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
Le si può solo rispondere che non sarebbe opportuno né professionale dare suggerimenti come questi per email. Se ritiene di aver bisogno d'aiuto, deve necessariamente riferirsi a un professionista dal vivo.

Cordiali saluti
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Utente
Utente
Gentili dottori,decisa ad intraprendere il percorso della psicoterapia strategica breve,ho affrontato quasi una settimana fa,la prima seduta,nei confronti della quale ho maturato un giudizio positivo al 90% (..non male,tutto sommato!).Mi è piaciuto l'approccio ai problemi (deciso,dinamico,da protagonisti)e mi è piaciuto pensare che potrò finalmente raggiungere qualche obiettivo soddisfacente.Ho capito (non tutto in una seduta,ero già su quella strada)di non essere mai (o quasi mai)stata protagonista della mia vita,per cui credo valga la pena imparare a prendere di petto le situazioni,piuttosto che subirle.Sono rimasta perplessa,pur avendo capito l'intento,quando mi sono sentita dire che "..esistono i carnefici,perché ci sono le vittime"(!?) è un po' come dire:"Se non ti fossi messa la mini-gonna,non saresti stata violentata!"; oppure quando mi sono sentita dire che "non devo addossare agli altri o ai fatti della vita il mio disagio...", beh,scusate se mio padre è morto quando ero una bambina,mia madre,dopo avere fatto di tutto per rendere impossibile il nostro rapporto,non ha visto nascere suo nipote e,dulcis in fundo,mio marito mi ha lasciato.....queste sono tutte cavolate;è più importante piangere sulla cellulite che invade le nostre natiche,sul fidanzato fedifrago o sulla collega cretina!!Le mie sono tutte balle,tipiche di una che si piange addosso!!Comunque,nonostante questo mio piccolo sfogo,credo di avere intrapreso la strada giusta per essere protagonista della mia vita e non vittima delle circostanze.Forse è questo il punto (o uno dei punti).Grazie per la vostra attenzione.
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
La prima impressione è importantissima, quindi è un buon segno che già in prima seduta si sia trovata bene. Ora si affidi alle indicazioni che riceverà, senza alimentare aspettative eccessive, e tenendo presenti davanti a sé gli obiettivi che stabilirete, di accordo con il terapeuta.

>>> esistono i carnefici, perché ci sono le vittime
>>>

Questa frase vuol dire semplicemente, vedendola in altro modo, che un colpo di martello è un colpo di martello: se si abbatte su una noce, la schiaccia, ma su un'incudine rimbalzerà senza scalfirla. Ciò significa che dovrà lavorare per fortificare se stessa, in modo da non essere sballottata di qua e di là per tutto ciò che le succede. E quindi, per non incoraggiare eventuali carnefici. Questo è il vero senso della frase.

Le auguro un buon proseguimento di terapia.

Cordiali saluti
Menopausa

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