Come comportarmi??

Salve sono una ragazza di 26 anni,da 4 sto con un ragazzo con problemi di tossicodipendenza.
Ha fatto uso di eroina x 5 anni e da 2 anni prende "solo" il metadone.
Ora è in una comunità perchè ha deciso di disintossicarsi.
Il mio dubbio nasce qui.
Non so come comportarmi.
La nostra è stata una storia nata con problemi seri che piano piano abbiamo cercato di risolvere.
Per amare lui ho avuto fin da subito tutta la famiglia contro e questo mi ha portato ad attaccarmi a lui ancora di più.
All'inizio eravamo morbosamente attaccati, pi pian piano siamo cresciuti, però l'attaccamento è rimasto forte lo stesso.
Faccio un esempio se passiamo un'intera giornata insieme appena arriviamo a casa parliamo per ore al telefono o inviamo tantissimi sms.
Con lui ho conoscciuto il dolore che credo che nessuno debba provare, ma anche la felicità, perchè da 2 anni a questa parte io sono la sua priorità.
Lui tiene tanto a me e so che se è andato in comunità è anche x me.
Da qui deriva il mio dubbio.
Come devo comportarmi?
Devo continuare ad essere la ragazza che lo ama sopra ogni cosa oppure devo staccarmi da lui?
Da quando è lì ci sentiamo solo una volta la settimana e anche se ho la possibilità di andarlo a trovare non ci sono andata ancora.
Ho paura della mia reazione, perchè per me il distacco è stato doloroso e non so se l'ho superato, quindi ho deciso di andare quando avrò trovato un mio equilibrio.
Al telefono lo sento molto motivato, contento e sicuro, (cosa che non succedeva da tempo).
Per questo non so che fare..
Io credo che questo sia un percorso che lui debba fare da solo x lavorare su se stesso e ritornare a prendersi la sua vita.
Come posso stargli vicino senza interferire?
Io gli mando 2 o 3 lettere la settimana, cerco di non fargli sentire troppo la mia mancanza, ma non so se è positivo tutto questo!!
Vorrei solo un suggerimento su come affrontare tutto questo.
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Gentile Utente, che cosa la lascia perplessa? Quali sono i Suoi timori?

Sembra quasi che Lei avesse chiaro cosa fare, come comportarsi prima che il Suo ragazzo andasse in una comunità, quando la situazione per Lei era ben più difficile, ma non ora.

Nulla Le vieta di chiedere una consultazione psicologica per se stessa, dal momento che il ruolo di care giver è sempre e per chiunque pesante.

In bocca al lupo!

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

[#2]
dopo
Utente
Utente
Salve Dottoressa,
il mio timore è quello di interferire nel suo percorso.
Non vorrei che la mia presenza gli facesse un pò da scudo, che si sentisse protetto da quella persona che l'ha sempre aiutato e protetto.
Non so se lasciarlo libero di trovare la sua strada o essere quella che sono sempre stata.
Questo è il mio dubbio!
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Gentile ragazza,

molto probabilmente il suo ruolo (cioè colei che protegge e aiuta) cambierà col tempo, in quanto il suo ragazzo deve diventare sempre più autonomo e indipendente. Questo però non significa che il suo ragazzo deve vivere senza protezione: ciascuno di noi, nei momenti difficili (di stanchezza, dolore, tristezza, ecc..) cerca il conforto e la protezione delle persone care. Se Lei sparisse di colpo, priverebbe il suo ragazzo di quell'affetto di cui ogni essere umano ha bisogno.

Incontrando le difficoltà di cui parla (distacco), sarebbe opportuno occuparsi di più di se stessa, altrimenti il rischio è che sia lei ad andare in sofferenza per questa storia.

In bocca al lupo!
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dopo
Utente
Utente
Grazie Dottoressa..
Lei ha ragione, è tempo che pensi un pò anche a me.
Continuerò ad essere quella che sono ma cercherò di lavorare su me stessa.
La ringrazio profondamente per il tempo dedicatomi!
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
>>> Per amare lui ho avuto fin da subito tutta la famiglia contro e questo mi ha portato ad attaccarmi a lui ancora di più.
>>>

Gentile ragazza, questo lo diceva già Shakespeare: se vuoi che due si amino, tenta di dividerli.

L'opposizione dei suoi genitori le ha dato la prova che le serviva per sapere che lui era davvero problematico: quindi doveva impegnarsi ancora di più per stargli vicino.

>>> Al telefono lo sento molto motivato, contento e sicuro, (cosa che non succedeva da tempo).
Per questo non so che fare..
>>>

Credo che la collega abbia colto bene l'essenza di ciò che la sta disturbando. Quando il suo ragazzo stava male, lei aveva un obiettivo, che era quello d'aiutarlo. Adesso che quest'aiuto gli viene forrnito da altri, e per giunta sembra trattarsi di un aiuto motivante, lei si sente come svuotata, sminuita.

Così come il suo ragazzo sta impegnandosi per evolversi e cambiare, è possibile che lo stesso dovrà fare lei - per altri motivi - affinché la vostra storia possa continuare nella maniera migliore. Per questo potrà esserle d'aiuto consultarsi con uno psicologo/psicoterapeuta.

Cordiali saluti

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

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dopo
Utente
Utente
Gentile Dottore,
non vorrei sembrarle scortese nel contraddirla, ma io non mi sento sminuita nè svuotata, anzi, sono molto orgogliosa dei risultati che lui sta ottenendo.
Il mio dubbio è legato al fatto che non voglio più essere il suo scudo, voglio che lui acquisisca sicurezza in se stesso.
Per questo mi chiedevo e Vi chiedevo se dovevo staccarmi un pò da lui.
Per dargli la possibilità di "crescere" e ritrovare ciò che ha perso qualche anno fa "la fiducia in se stesso".
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
Nessun problema, non si preoccupi, lei è molto cortese.

>>> sono molto orgogliosa dei risultati che lui sta ottenendo. Il mio dubbio è legato al fatto che non voglio più essere il suo scudo, voglio che lui acquisisca sicurezza in se stesso.
>>>

In tal caso, se lui sta avendo successo nel lavoro che sta facendo su se stesso, e se è orgogliosa dei suoi risultati, significa che le cure che sta ricevendo in comunità stanno funzionando. Quindi non deve fare niente di diverso da ciò che sta facendo e semplicemente lasciare che le cure continuino a fare il loro corso.

Se invece, velatamente, stesse facendo riferimento a un suo sentirlo più lontano, o addirittura a dei dubbi sull'amore che sente ora di nutrire per lui, allora il discorso sarebbe diverso.

Cordiali saluti
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dopo
Utente
Utente
Gentile Dottore,
forse non ci crederà, ma la sua risposta mi ha allargato il cuore.
Sui miei sentimwnti non ho alcun dubbio e neanche sui suoi.
Questo distacco ci ha fatto capire molte cose tra cui la forza del nostro legame.
La mia paura era solo quella di interferire nel suo percorso.
Le confiderò un piccolo segreto, questi dubbi sono emersi dopo aver letto "Donne che amano troppo" di Robin Norwood.
Non volevo essere proprio io con il mio amore la causa della sua non riuscita!
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
>>> Questo distacco ci ha fatto capire molte cose tra cui la forza del nostro legame.
>>>

Sì, spesso i distacchi, volontari o forzati, fanno capire delle cose.

L'amore è troppo solo quando cerchiamo ad ogni costo di dare all'altro qualcosa che manca a noi stessi. Ma se noi abbiamo già ciò che ci serve, sarà più difficile sbagliare.

Dunque lasci pure che il trattamento in comunità continui il suo corso, e nel frattempo stia vicino al suo ragazzo come può e come sente.

Cordiali saluti e buon ferragosto
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dopo
Utente
Utente
Grazie di tutto cuore Dottore..
LEI mi ha tolto un gran peso.
Auguro anche a LEI un buon Ferragosto.
Di nuovo infinitamente grazie!!!
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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Gentile Ragazza,
un rapporto di coppia abitato da difficoltà così importanti come le vostre, spesso viene nutrito dal
" bisogno", più che dal piacere di stare con il partner.
Trovare la giusta distanza emozionale per fare funzionare un rapporto, non è un percorso semplice, mi sembra di aver capito, che il suo fidanzato, ha la tendenza ad instaurare con lei( messaggi, lunghe telefonate...), la stessa dipendenza che aveva sperimentato con le droghe.
Vada lei in consultazione, ne riceverà grande benefici, in termini di chierezza emozionale e serenità.
Auguri affettuosi.

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

[#12]
dopo
Utente
Utente
Gentile Dottoressa,
LEI crede che io abbia bisogno di percorrere la strada della psicoterapia?
Sa all'inizio della nostra storia, forse, era davvero un bisogno virgolettato.
Lui aveva trovato uno spiraglio, io avendo tutti contro mi sono aggrappata a lui.
Ma poi noi siamo cresciuti e con noi la nostra storia e quel bisogno è diventato voglia di stare insieme.
Lui fin da subito ha fatto dei grandi passi avanti, dei cambiamenti (e so che x chi ha problemi di dipendenza non è facile) e se io gli sono stata vicina non è perchè ho lo spirito da crocerossina, ma perchè ne sono innamorata e perchè so che ha tutte le potenzialità per venirne fuori.
Quello che dice LEI è la sacrosanta verità :"Trovare la giusta distanza emozionale per fare funzionare un rapporto, non è un percorso semplice".

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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Cara Ragazza,
la psicoterapia o la terapia di coppia( nel vostro caso andrebbe meglio), è quel percorso che rende chiare le dinamiche psichiche ed emozionali, lavora sulle risorse di entrambi e crea, nel tempo, nuovi e più funzionali equilibri, nel vostro caso per esempio, quello tra fusione e separazione.
Ancora auguri
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dopo
Utente
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Grazie Dottoressa..
seguirò il suo consiglio.