Disturbo identità di genere

Salve,
sono una ragazza di 19 anni
e sono in crisi
proprio nel momento in cui dovrei iniziare l'università,prendere una decisione per il mio futuro mi sento cadere il mondo addosso.
sono quasi convinta di soffrire di disturbo di identità di genere.
non ho mai vissuto la mia sessualità perchè non l'ho mai vissuta bene.
quello che mi ha portato spesso a desistere da quest'ipotesi sta nel fatto che da piccola,da quanto ricordo e da quanto mi hanno fatto anche presente altri come i miei genitori e parenti stretti,sono sempre stata una bambina serena che non ha mai manifestato desiderio di appartenere al sesso opposto. però,dopo la pubertà e gli anni delle medie è crollato tutto il mio mondo di certezze. ho accantonato per anni il discorso "sessualità" ,ho investito tutte le mie energie nello studio e in un'attività sportiva che praticavo (durante gli anni del liceo).ciò mi ha consentito di diplomarmi,ma non di fare una vita serena e normale da adolescente. stavo spesso sola avevo pochissime amiche con le quali non affrontavamo il discorso sessualità,magari perchè titubanti o confuse anche loro (una di queste si è rilevata essere omosessuale in seguito). ma io non sono serena,ultimamente non dormo più e non riesco a far fronte al problema.mi sembra di essere egoista perchè i miei mi hanno dato tutto e nn mi hanno fatto mancare niente,economicamente non siamo proprio "benestanti",anche perchè i miei sono separati,ma non mi hanno mai fatto mancare affetto o appoggio. ma oram i embra quasi di tradirli. avverto repulsione verso la femminilità dentro di me. non riesco a trovarle una "collocazione" mi sembra che mi impedisca di crescere,è come se mentalmente io non pensassi da donna. ho provato a rivolgermi ad una psicologa di un consultorio in passato ma mi trovavo molto male,lei mostrava difficoltà a capirmi e spesso esprimeva giudizi,non mi sono mai sentita ascoltata. ho paura di tutto ormai,perchè so che non cadrà mai la mamnna dal cielo che mi aiuterà a risolvere questa cosa,ma è terribile non sentirsi a proprio agio con il proprio corpo. e quel che è peggio è che questo passa come un male invisibile,nessuno se ne accorge,e io soffro dentro perchè non riesco a palesare come mi sento. ho provato a parlare con mia madre una volta,vagamente di questa cosa ma mi ha sempre detto che ero confusa e che poi sinceramente proprio da me non se l'aspettava,dice che ho sempre mostrato tendenze femminili da piccola a differenza per esempio di mia sorella che era un maschiaccio ed oggi è invece molto femminile. oggi sembra essersi tutto invertito.
Vi prego,ho bisogno d'aiuto,sono veramente SOLA
[#1]
Psicologo, Psicoterapeuta attivo dal 2010 al 2016
Psicologo, Psicoterapeuta
Gentile ragazza, la definizione della propria identità (compresi gli aspetti legati all'identità di genere) è un percorso faticoso, che ci accompagna per tutta la vita.

Immagini ad esempio cosa accade nel momento in cui un adulto debba fronteggiare l'esperienza di diventare genitore, o nonno, o di andare in pensione, o di perdere il/la partner con cui ha diviso una vita: ci si deve sbracciare, ed affrontare la faticosa ma unica esperienza del crescere, che vuol dire cambiare, e quindi essere vivi.

Dalla sua richiesta di consulto non sembra emergere tanto il desiderio di essere un uomo, quanto una personale difficoltà a definirsi come giovane donna: gli ostacoli e le paure che può aver incontrato nel rapportarsi alla propria sessualità, all'inizio della sua adolescenza, le ha fronteggiate con uno "stand-by" del problema.

Mi sembra, cioè, che lei abbia messo la sua sessualità nel freezer, per dedicare il suo tempo e le sue energie ad altre attività, tramite cui ha potuto sperimentare la sua fisicità, il suo rapporto con il suo corpo e con quello degli altri, "al sicuro" dai pericoli e dagli imbarazzi che temeva.

Non so se si rispecchi in questa descrizione. La definizione della propria identità di genere è considerata oggi un aspetto della autodeterminazione delle persone in cui la libertà di scelta è fondamentale; ma altrettanto importante mi sembra la consapevolezza.

Comprendo il suo senso di solitudine: sono argomenti delicati e personali, che vanno affrontati con il tatto ed il rispetto che le sono dovuti. La invito però a non generalizzare l'esperienza negativa che può aver avuto al consultorio, può dipendere da tanti fattori, compresa anche un comprensibile sensibilità da parte sua.

Provi a cercare aiuto in modo diverso: provi a rivolgersi ad uno psicoterapeuta, cercando di valutare se si trova con lui o lei a suo agio, senza troppa fretta.

Potrà trovare la persona giusta che l'accompagni per un tratto del suo percorso, finchè non sarà capace di camminare, e correre, con le sue gambe.

Cordialmente
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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Gentile Ragazza,
l’identità di genere, è un concetto legato allo sviluppo dell’identità nella sua globalità, che comprende aspetti biologici,psicologici, ambientali e culturali.
Quando si parla di identità sessuale, è bene chiarire alcuni punti:
1-Genere, si riferisce al sesso cromosomico, cioè gonadico ed ormonale
2-Ruolo di genere, si riferisce alla stereotipo socio culturale che i genitori, associano al figlio dalla nascita
3-Identità di genere è la consapevolezza dall’individuo del proprio sesso e, l’accettazione intra psichica dello stesso.
L’identità di genere, ha inizio con la conoscenza e la percezione di appartenere ad un sesso e non ad un altro.
Tale consapevolezza, si realizza intorno ai 18 mesi, età in cui si sviluppa il concetto di sé ed il bambino si percepisce maschio o femmina, come essere altro, rispetto al corpo della madre.
La relazione madre bambinoa, contribuisce notevolmente alla determinazione dell’identità sessuale certa.
Cerchi ancora un professionista consono al suo livello di empatia, forso lo psicologo che la segiuva non era adatto a lei, può succedere.
Ma stia serena, chi fa il nostro lavoro non esprime, nè ad alta voce, nè tra sè e sè giudizi di merito o valore, ma ascolta senza giudizio alcuno.
Auguri affettuosi

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

[#3]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
Gentile ragazza, se non capisco male, la tua paura è quella di essere un uomo imprigionato in un corpo di donna.

Tu però dici:

>>> non ho mai vissuto la mia sessualità perchè non l'ho mai vissuta bene.
>>>

Se non hai mai avuto esperienze con i ragazzi, come fai a dire che non ti piacciono? Senti attrazione verso di loro?

A prima vista, sembrerebbe trattarsi più di un pensiero ossessivo che si è instaurato per altri motivi, che di altro.

Cordiali saluti

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

[#4]
dopo
Attivo dal 2010 al 2010
Ex utente
Gentili Dottori,ringrazio per avermi risposto così velocemente,ne avevo veramente bisogno,anche per non avermi fatto sentire un caso strano,un alieno.. perchè io mi ci sento spesso. in ogni caso,è vero che ho archiviato la mia sessualità,ma non credo sia dovuto a magari comuni paure,incertezze come credo sia normalissimo nell'età evolutiva,..è da "dopo" l'infanzia che sono cominciati i problemi,prima ho scritto dopo la pubertà ma credo che ciò sia dovuto al fatto che durante gli anni delle medie mi interrogavo poco,vivevo il mio corpo,stavo in compagnia e probabilmente non pensavo poi tanto,mi limitavo a condividere con le coetanee quello che vivevo. dai 14 anni,dal primo liceo sono inziati i veri problemi e ho cominciato ad essere sempre più preoccupata del mio futuro,della mia vita a fare pensieri più "astratti" diciamo così... la sensazione che spesso provo,e spesso la notte,perchè il giorno magari tra gli impegni e le altre persone finisco sempre per "rimandare" il problema è quella di non riuscire ad accordare i miei pensieri sul futuro il mio modo di vedere la vita con la mia sessualità. come se il mio modo di pensare non si sia "femminilizzato" ... a volte la sensazione provata era quella di repulsione verso una femminilità "mentale" piuttosto che fisica,era come se il mio corpo mi costringesse ad sentire,a pensare da "donna" quando io non mi ci sento. l'ansia che provo è dovuta a quest'incertezza.io non riesco a definirmi.e il fatto che io sia molto femminile solo per quanto riguarda il fisico non aiuta perchè tutte le persone con cui mi relaziono (o cerco di farlo)danno per scontato tutto,credono che io abbia "il fidanzato" e una serie di cose,mi vedono come una ragazza normale,forse un po' strana e silenziosa ma nessuno arriverebbe a immaginare che a volte ho desiderato non possedere il corpo che mi ritrovo. è difficile accettarlo,anche per me,ma se non lo faccio io in primis ho paura che sarà condannata all'infelcità . ho messo in crisi tutto ed è tutto molto scomodo ,ma prima non ero felice.credo che me lo dovessi.i miei sanno che sto attraversando questo momento,cercano di aiutarmi ,ma entrambi per quanto vicini possano essermi sembrano pensare che sia un problema legato al fatto che sono una persona molto sensibile,che amplifica tutte le situazioni ecc.. io mi sforzo di dir loro che secondo me c'è un problema a monte che va risolto,ma quando esagero con le paure si innervosiscono perchè loro mi reputano intelligente e normalissima,solo un po' preoccupata,e continuano a farmi pressione sull'università,uscire di più ecc. ma io mi sento male dentro.Per rispondere al dottor Santonocitoal momento non provo attrazione nè per uomini,nè per donne. ho provato ad avere esperienze ma si sono rivelate tutte piuttosto deludenti. alla fine mi ritrovato coinvolta sempre in forme di amore platonico o amicizie affettuose,nulla di più. detesto il fatto che io abbia accantonato il problema così a lungo.andava affrontato prima,ho già 19 anni e non credo che sia degna di esser definita "adulta".
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
>>> non credo che sia degna di esser definita "adulta".
>>>

Questo è possibile, ma magari non solo per via della tua sessualità non sviluppata.

La mia impressione, ma potrei sbagliarmi, è che la tua sessualità esista, ma che sia sepolta sotto preoccupazioni di altro tipo. La sessualità non sboccia e non fiorisce, se l'ambiente mentale non è quello adatto, e questo tanto da adolescenti quanto da adulti.

Quindi ritengo che dovresti essere seguita da uno psicologo/psicoterapeuta. Anche se la prima esperienza con il collega non è stata produttiva, non è detto che non esista nessuno in grado d'aiutarti.

In ogni caso, fino a che continuerai a essere così preoccupata, la sessualità ne risentirà.

Cordiali saluti
[#6]
dopo
Attivo dal 2010 al 2010
Ex utente
io proverò a rivolgermi ad una psicologa ,ma in ogni caso la preoccupazione esiste e non posso fingere serenità dal momento che sento che qualcosa non va dentro di me...
e se devo essere onosta ho sperato tanto in un consulto online perchè si tratta di professionisti con la differenza che tale consulto è gratuito,e la mia situazione economica lascia a desiderare per potermi permettere un elevato numero di sedute presso uno psicologo. capisco che si tratta di un lavoro,ma nel mio caso non è nemmeno un semplice aiuto che vado cercando,si tratta di vera e propria necessità...
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
Mi sembra che ci siano alcuni punti da chiarire.

Non c'è alcun bisogno di fingere serenità, per cercare aiuto, nessuno ti sta suggerendo questo. Tu stessa ammetti che "esiste una preoccupazione", e questo è innanzitutto il motivo per cui dovresti farti aiutare. Se rileggi ciò che ho scritto, la mia ipotesi è che tu possa star soffrendo a causa di un disturbo di tipo diverso, ovvero pensieri ossessivi, il cui contenuto riguarda la sessualità. Ma potrebbe aver riguardato anche qualcos'altro. Nel tuo caso probabilmente si è fissato sulla sessualità perché, guarda caso, è quell'area che è sempre stata carente nella tua vita. È come se tu stessi facendo questo ragionamento, inconsapevole: "Se non ho mai avuto rapporti, e se non sento attrazione per i ragazzi, forse sono gay". È una logica che vediamo di frequente, ma è erronea.

Ma per poter confermare o smentire qualsiasi ipotesi fatta da qui, è necessario rivolgersi a uno specialista di persona. Non è una questione di soldi, è che da qui sarebbe davvero impossibile fare diagnosi, e tanto meno fornire aiuto diretto. Da qui è possibile solo un consulto di tipo orientativo, ma l'aiuto vero devi cercarlo di persona.

Aggiungerei che anche la reticenza a parlare del tuo problema, e a sperare che si potesse risolvere in maniera anonima, ricevendo "consigli" attraverso questo mezzo, mi fa pensare che alla base ci siano altre cose, non la sessualità. La sessualità potrebbe essere solo un pretesto, che il tuo disturbo ha trovato per esprimersi.

Cerca l'aiuto di un professionista nel mondo "reale".

Cordiali saluti
[#8]
dopo
Attivo dal 2010 al 2010
Ex utente
Mi scusi,potrebbe chiarirmi meglio il significato di queste sue parole? :
<<..la reticenza a parlare del tuo problema, e a sperare che si potesse risolvere in maniera anonima, ricevendo "consigli" attraverso questo mezzo, mi fa pensare che alla base ci siano altre cose, non la sessualità. La sessualità potrebbe essere solo un pretesto, che il tuo disturbo ha trovato per esprimersi.>>
La ringrazio
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
Con "altre cose" mi riferivo sempre ai pensieri ossessivi. L'ossessività porta la persona ad avere un forte bisogno di controllare ciò che le succede, e una marcata preferenza a volersi risolvere da sola i problemi, piuttosto che chiedere aiuto. È una forma di autoreferenzialità. Molti nostri utenti ci scrivono perché non riescono a uscire da quest'impasse, e credono che scriverci sia la soluzione. Invece è solo l'espressione del loro problema.

Ripeto, l'ipotesi potrebbe o potrebbe non essere corretta nel tuo caso, solo dei consulti di persona potranno confermarla o confutarla.

Cordiali saluti